Aprile 2021

Gengivite

Gengivite: cause, sintomi e rimedi

Cos\’è la Gengivite? La Gengivite è un disturbo del cavo orale che non deve essere trascurato. E\’ un\’infezione duratura del cavo orale, che comprende i tessuti che circondano la base dei denti, ossia le gengive. Questa infiammazione colpisce le gengive e, in alcun casi, può non presentare sintomi. Se non trattata può evolvere in una forma più grave, definita parodontite (o piorrea), che può comportare conseguenze a livello dei tessuti molli e alle ossa che sostengono i denti, fino alla perdita definitiva di uno o più denti.   Cause della Gengivite Le cause principale che può portare a questa patologia è l\’accumulo di batteri nel cavo orale, favorito molto spesso dalla scarsa igiene orale. Infatti, i batteri si depositano tra i denti e le gengive formando una sottilissima pellicola e favorendo cosi la creazione della placca. La placca dentale è responsabile del processo infiammatorio delle gengive e, se non viene rimossa da una corretta igiene quotidiana, può causare un\’ infiammazione e portare ad un sollevamento dei tessuti gengivali con conseguente sanguinamento di denti e gengive. La placca non rimossa, a lungo andare, tende a calcificarsi diventando cosi tartaro. Questo deposito può aggredire sempre di più la base dei denti, comportando un\’ irritazione della gengiva. L\’aumento eccessivo di placca batterica favorisce persino la formazione della carie dentale.   Gengivite: fattori di rischio Esistono molteplici fattori che possono comportare la comparsa di questa problematica, tra questi: fumo diabete protesi dentarie malattie immunitarie stress malnutrizione carenze vitaminiche. Una forma di gengivite particolarmente severa è la gengivite acuta ulcerativa necrotizzante, che si manifesta in forma acuta con febbre, ulcerazioni, alitosi e dolore intenso. Questa problematica non riguarda esclusivamente gli adulti. Sono infatti molti i casi di gengivite nei bambini. Sintomi della Gengivite La Gengivite si manifesta con sintomi come gonfiore e rossore gengivale alla base dei denti. Ma il sintomo caratteristico è il sanguinamento, specialmente quando si esegue una quotidiana igiene orale con spazzolino e filo interdentale. Altri sintomi gengivite sono : Dolore Sensibilità termica Distacco dal solco gengivale alito cattivo Nel caso di infezione ad uno stadio più avanzato, i sintomi potrebbero diventare più severi e si possono manifestare: spazi tra i denti recessioni gengivali eccessive mobilità dentali In presenza di questi sintomi è opportuno rivolgersi immediatamente al proprio Odontoiatra. Gengivite Conseguenze Se trascurata la Gengivite può evolversi in una forma più grave, la cosiddetta Parodontite (o piorrea). Questa patologia è considerata diretta conseguenza della Gengivite e può comportare conseguenze importanti per la salute del paziente. Se non trattate le Gengiviti possono comportare alcune complicazioni quali: ascessi aumentata mobilità dei denti perdita dei denti malattie cardiovascolari infezioni polmonari Come si cura? Per effettuare una diagnosi il dentista procederà con l\’anamnesi o storia clinica del paziente. Lo specialista procede quindi ad eseguire un\’ indagine accurata, con lo scopo di arricchire il quadro delle informazioni. Queste informazioni sono utili per il percorso diagnostico in quanto, soltanto grazie a questo, sarà possibile risalire ai fattori scatenanti della Gengivite. L\’Odontoiatra, anche basandosi sulle condizioni iniziali del paziente, potrà effettuare quindi un\’igiene orale professionale e, in caso di necessità, potrebbe prescrivere un tipo di collutorio antisettico, a base di clorexidina, con lo scopo di controllare la placca batterica e prevenire ulteriori infiammazioni. Come prevenire la gengivite Per prevenire la Gengivite è importante seguire alcune semplici indicazioni, tra le quali: Eseguire una corretta igiene orale dopo ogni pasto Evitare l\’eccessivo consumo di alcool e fumo Non abusare dei collutori antisettici, rivolgendosi prima al dentista Andare dal dentista una o due volte l\’anno per garantire una corretta salute orale Pensi di soffrire di Gengivite e vorresti effettuare una visita con i nostri Specialisti? Per effettuare una visita con Medici Esperti del Centro Dentistico Unisalus, chiama il numero 02.48.013.784 oppure scrivici alla mail info@centrodentisticounisalus.it o sul form nella sezione contatti del nostro sito.

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stomatite

Stomatite cura e rimedi

Stomatite: cura e rimedi Salute Indice Prima di parlarvi delle cura per la stomatite vediamo insieme di cosa si tratta. La stomatite è una infezione del cavo orale che causa gonfiore, arrossamento e ulcere orali dette anche afte (abrasioni di colore biancastro). Si possono localizzare nella parte interna delle guance, sulle gengive e persino sulla lingua.  I segni percepiti dal paziente sono associati ad una sensazione di dolore, che si intensifica molto mentre si mangia, a volte il dolore è cosi intenso che si fatica persino a parlare. Il paziente affetto da stomatiti ripetute, con una certa regolarità, ha sempre il compito di consultare il proprio medico/odontoiatra cosi da individuare le possibili cause e fattori scatenanti dell’infezione. In alcuni casi il dentista può prescrivere anche esami del sangue per escludere eventuali altre patologie. In genere i fattori scatenati possono essere intolleranze alimentari, allergie o carenze nutrizionali per esempio: carenza di ferro, acido folico e vitamina B3 oppure in condizioni di elevato stress. Inoltre a seconda della parte coinvolta, la stomatite può provocare disturbi secondari per esempio: gengiviti, glossiti o cheiliti. Quali sono i primi sintomi della stomatite? Le abrasioni che compaiono all’interno della mucosa orale possono causare una serie di fastidi: Arrossamento della mucosa orale; Insorgenza di pustole, vescicole, ulcere o altre lesioni dell’infiammazione locale; Perdite di sangue sulla parte interessata. A questi sintomi si possono aggiungere segni secondari come: alitosi, sanguinamento gengivale e aumento della secrezione salivare. In caso di afte molto grosse o intense, il paziente può accusare febbre e gonfiore ai linfonodi posti sotto la mandibola. Il nostro consiglio è effettuare una corretta igiene orale al fine di prevenire l’infezione, anche se molte volte la stomatite è causata da forte stress.  Come si cura la stomatite? Prima di iniziare una terapia è necessaria la diagnosi dell’odontoiatra per individuare la specifica causa che ha provocato l’insorgenza della stomatite. Talvolta in certi casi la stomatite guarisce spontaneamente nel giro di due settimane. Se l’infezione è già evidente e non si riesce a sopportare il dolore, la stomatite viene trattata, generalmente, con cure farmacologiche che aiutano ad alleviare i sintomi associati, per esempio: antibiotici, antisettici, antimicotici, antidolorifici o antivirali. A seconda della causa, altri trattamenti destinati a curare la stomatite prevedono l’utilizzo di collutori, i loro principi attivi risultano particolarmente efficaci  per alleviare i sintomi tipici dell’infiammazione. Esistono anche rimedi, tipo gel e creme che agiscono localmente, solitamente si applicano sopra la parte interessata tramite pennellini o spatole e possono essere: Acido retinoico: guarigione più veloce Cloruro di alluminio: astringente che combatte l’infezione da afte stimolando la mucosa a formare nuovo epitelio. Corticosteroidi: riducono il dolore e l’infiammazione Tutte le terapie sopracitate hanno il compito di favorire la guarigione e la cicatrizzazione di questa patologia. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentistica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentistica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come si cura la Parodontite

Cos’è la Parodontite? Salute Indice Cos’è la Parodontite? La Parodontite, chiamata anche piorrea, è una patologia che in medicina è classificata come infiammazione cronica multifattoriale. Si caratterizza per la formazione di tasche profonde nel tessuto parodontale che potrebbero ospitare microrganismi in grado di provocare l’infiammazione. Sfortunatamente accade molto spesso che venga diagnosticata in una fase già avanzata, per cui l’unica cosa che è possibile fare è bloccare la Parodontite. Bisogna quindi non farla progredire grazie a costanti controlli odontoiatrici che verranno stabiliti per mantenere lo stato di salute raggiunto. Se non diagnosticata in tempo, questa malattia porta alla distruzione del tessuto di sostegno del dente, con conseguente perdita del dente o di più denti. Cause della Parodontite E’ una patologia classificata come multi fattoriale. Ciò significa che, per manifestarsi, ha bisogno della concomitanza di più fattori. I fattori di rischio della Parodontite sono: Fumo di sigaretta Obesità Diabete Mellito Stress emotivi Carenza di Vitamina C Che sintomi dà la Parodontite? I sintomi principali della Parodontite, o Parodontopatia, dipendono dalla gravità e dall’intensità dell’infiammazione. Tra i sintomi della Parodontite troviamo: Presenza sangue nelle gengive quando ci laviamo i denti Ascessi parodontali ricorrenti, Alitosi Mobilità dentale Recessione gengivale La cura parte dalla prevenzione Parlando di come curare la Parodontite, dobbiamo per forza dare spazio al discorso della prevenzione, in quanto attività di prima linea per combattere questa problematica. Questa patologia si può prevenire facendo delle accurate visite di controllo una volta all’anno dal proprio dentista. Vogliamo comunque anticiparvi qualche consiglio per una prevenzione personale. Un’alimentazione sana ed equilibrata ricca di vitamina c e antiossidanti può favorire un organismo sano. Ciò significa che, in uno stato di  benessere generale, anche le gengive possono godere di piena salute. Per quanto riguarda le tecniche di igiene domiciliare, consigliamo l’utilizzo di uno spazzolino elettrico, poiché rimuove in maniera più efficace gli strati di placca. Affiancato sempre dall’utilizzo del filo interdentale. Diagnosi La Parodontite viene diagnosticata dallo specialista Odontoiatra sottoponendo il paziente ad una visita. Lo scopo della visita è effettuare una valutazione clinica del paziente per ricercare la presenza, eventuale, di tasche indicanti la presenza della Parodontite. Può essere inoltre consigliata l’esecuzione di RX dentarie per indagare una eventuale perdita di osso adiacente alle tasche parodontali. Come si cura la Parodontite ai denti? Ovviamente, per curare questa patologia, è opportuno rivolgersi ad un odontoiatra che vi indirizzerà verso le terapie migliori. A seconda dello stadio della Parodontite, il dentista interviene con diverse soluzioni: Pulizia profonda con uso di strumenti ad ultrasuoni per rimuovere placca e tartaro Rimozione delle parti danneggiate Indicazione per un’accurata igiene orale domiciliare Rimozione del dente, in casi avanzati Pensi di soffrire di Parodontite e vorresti prenotare una visita? Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Digrignare i denti

A Cosa Serve la Visita Geriatrica: approfondimento sulla Salute degli Anziani Salute Indice Digrignare i denti E’ un fenomeno che, in Odontoiatria e Gnatologia, viene definito Bruxismo. Quando siamo sottoposti a forte stress, soprattutto se prolungato nel tempo, il nostro corpo mette in atto delle “strategie difensive” automatiche per scaricare la tensione nervosa accumulata. Una di queste strategie di difesa è il digrignamento denti, conosciuto anche come bruxismo. Si tratta di un’iperattività della muscolatura masticatoria che si verifica attraverso il digrignamento dei denti (involontario) oppure con la chiusura a scatti della mandibola. Stringere i denti, soprattutto di notte, è una problematica molto comune nelle persone di ambo i sessi e in questo articolo vogliamo approfondire l’argomento. Dandovi anche qualche consiglio utile per risolvere il problema. Nel caso in cui vi fosse capitato di svegliarvi al mattino con un dolore alla mandibola o un fastidio a livello di ATM (articolazione temporo-mandibolare) oppure in generale con problemi a livello cervicale, è possibile che soffriate di bruxismo notturno. Molti sottovalutano il problema o, probabilmente, non lo conoscono appieno e non indagano in tal senso. Ma digrignare i denti nel sonno è una problematica davvero molto comune nelle persone di tutto il mondo. Digrignare i denti: le cause Ad oggi, digrignare i denti, non è causato da situazioni note se non quella dell’accumulo di stress. Abbiamo già visto infatti che il bruxismo è la risposta con cui il nostro corpo alle tensioni accumulate durante il giorno. Per questo motivo tendiamo a digrignare i denti nel sonno. Perché è proprio di notte che scarichiamo tutto lo stress che si accumula durante il giorno. Attenzione a non sottovalutare il problema del bruxismo notturno. Perché porta con se dei naturali strascichi che possono essere davvero molto negativi per il benessere psico-fisico. Ad esempio dolori alle orecchie, all’ATM, alla cervicale, alla schiena e ginocchia, ma soprattutto un senso di stanchezza al risveglio. Non è normale che dopo una notte di sonno, ci sentiamo già stanchi non appena mettiamo giù il primo piede dal letto. Una delle cause di questa situazione è probabile che sia, appunto, il Bruxismo notturno.  Un altro problema che si porta con se l’atto di digrignare i denti è l’erosione o il danneggiamento dello smalto dentale. Situazione che, alla lunga, ci potrebbe portare a ricorre a cure odontoiatriche specifiche. Cosa fare per evitare il bruxismo notturno Per prima cosa dovremmo cercare di evitare in assoluto lo stress. Questo vale non solo per il bruxismo, ma in generale per la salute del nostro organismo. Ridurre le tensioni accumulate durante il giorno è un buon modo per non digrignare durante la notte e abbiamo visto quanto sia importante per lo smalto dentale. Ma questo da solo non basta. Anche cercando di ridurre al minimo lo stress, può sicuramente capitare di trovarci ancora a serrare i denti inconsapevolmente. Allora la soluzione consigliata è quella di utilizzare un bite notturno per proteggere lo smalto dallo sfregamento e per fare in modo che la bocca si chiuda in modo allineato. Questo permette anche di scaricare la tensione del digrignamento evitando di svegliarsi stanchi e indolenziti. Rilassare i muscoli della mascella Se digrignare i denti, vi porta solamente ad un indolenzimento dei muscoli della mascella dovuto alla tensione muscolare, eccovi qualche consiglio utile. Per prima cosa possiamo eseguire un auto massaggio sul muscolo mandibolare (muscolo massetere) esercitando una leggera pressione sulla mandibola per 10 o 15 secondi, rilasciando poi la spinta gradualmente. Ripetiamo questa pressione per cinque o sei volte così da sciogliere la tensione a livello mandibolare, grazie al rilassamento dei muscoli masticatori. Un’altra modalità di massaggio è quella circolare. Effettuiamo a livello della mandibola dei piccoli movimenti rotatori per qualche secondo. Prima in senso orario, poi in senso antiorario. Il consiglio è quello di esercitare solo delle piccole pressione, senza spingere troppo sulla mandibola. Non dovete farvi o sentire male, ma dovete solo massaggiare delicatamente fino a che non sentite la mandibola che si distende e la tensione muscolare che si attenua. Infine, un ultimo blocco di consigli che possiamo dare a chi ha l’abitudine di digrignare i denti di notte sono: dormire in ambienti calmi spegnere di notte tutti i dispositivi elettronici concentrarsi sulla respirazione prima di dormire leggere un libro o fare un bagno caldo prima di andare a letto Digrignare i denti è un problema serio e va affrontato in modo professionale con un esperto odontoiatra o gnatologo. Sarà lui a indicarvi la strategia più adatta per attenuare il disturbo e in caso, realizzare un bite su misura per il vostro caso. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Gnatologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Gnatologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Pulpite acuta

Pulpite Acuta Salute Indice La Pulpite (acuta o reversibile) è una patologia che costituisce un infiammazione batterica della polpa del dente. Solitamente è causata da carie, fratture dentarie, traumi causati da bruxismo (digrignare i denti) oppure da stimoli termici come il freddo. Quando si parla di pulpite è bene contattare immediatamente il proprio odontotecnico di fiducia per effettuare un trattamento al fine di evitare che si trasformi in pulpite acuta e porti alla necrosi della polpa. Ma come si riconosce una pulpite acuta? Scopriamo come riconoscere una pulpite, i suoi sintomi e le cure per non aggravare questa patologia. I sintomi della Pulpite Pulpite sintomi: quali sono? Il primo sintomi che notiamo è sicuramente il dolore. Si tratta di un dolore molto intenso spesso accompagnato da una fastidiosa sensazione del dente che pulsa. Altri sintomi più comuni della pulpite acuta sono ipersensibilità dentale febbre dolore acuto ascesso gengivale sanguinamento delle gengive Pulpite acuta o reversibile? I tre gradi della pulpite Reversibile Pulpite acuta Irreversibile Nel primo caso l’infezione è a livello superficiale. Il gonfiore è anche meno frequente e i danni ai tessuti interni sono moderati. Il dolore aumenta quando si mangiano cibi troppo zuccherati o freddi, in tal caso un’intervento tempestivo porta ad una completa guarigione. Nel caso di pulpite acuta possiamo andare incontro ad ascessi, parodontite, cisti o granulomi che, se non curati correttamente, possono aggravare l’infiammazione portando così al terzo stadio. Cioè ad una pulpite irreversibile. Come alleviare il dolore di una pulpite Pulpite cura: cosa cambia tra nei vari stadi? Nella maggior parte dei casi la pulpite reversibile è causata da carie. Nei fatti un trattamento tempestivo dal proprio dentista può ridurre il dolore. Portando cosi ad una completa guarigione. In alcuni  casi nonostante l’intervento dal proprio odontoiatra se non si effettua una corretta igiene orale si può evolvere in forma irreversibile (passando da una pulpite acuta). Allora in questo caso il medico dovrà procedere con l’asportazione della polpa dentale. Lo farà attraverso una terapia endodontica, pulendo, disinfettando e sigillando il canale (devitalizzazione). La sofferenza da pulpite può essere anche ridotta con l’uso di antidolorifici sempre su prescrizione del proprio medico/odontoiatra. Quanto dura il dolore della Pulpite? Nel caso di pulpite reversibile, il dolore compare quando il dente viene stimolato. Ad esempio quando si mangiano cibi troppo freddi o troppo caldi e solitamente dura pochi secondi. In caso di pulpite acuta o irreversibile il dolore compare sempre con la stimolazione del dente, ma, a differenza della pulpite reversibile dura anche diversi minuti prima di scomparire. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come sbiancare i denti a casa

Come Sbiancare i Denti a Casa? Salute Indice Oggi vi parleremo di come sbiancare i denti a casa. Partiamo però dal presupposto che lo sbiancamento fai da te può essere utile in alcuni casi e con “parsimonia”, ma dall’altro lato sappiamo che un abuso di queste pratiche può portare a controindicazioni importanti. Quando affidarsi ad uno specialista e quando sbiancare i denti a casa? Effettuare uno sbiancamento denti fai da te non è sempre il modo migliore per avere denti sani e puliti. Spesso è opportuno rivolgersi al tuo odontoiatra per una corretto trattamento, al fine di evitare danni allo smalto dei denti. Ricordiamo che i trattamenti effettuati da uno specialista hanno sempre risultati migliori.  Ciò detto, in questo articolo su come sbiancare i denti a casa, ti indicheremo i trattamenti naturali  per eseguire uno sbiancamento fai da te. Sbiancamento dei denti a casa? Vediamo in questa lista come sbiancare i denti a casa e quali strumenti utilizzare. I trattamenti che si possono utilizzare da casa  sono numerosi, ma vanno sempre usati con moderatezza e sono i seguenti: Bicarbonato di sodio Succo di limone Salvia Acido Malico Legno di noce Radice di Araak Vi spiegheremo come sbiancare i denti a casa con questi strumenti, ma fate sempre attenzione ad utilizzarli. Sicuramente non dovete abusarne. Chiedete sempre consiglio al vostro dentiste di fiducia, soprattutto se avete problemi di ipersensibilità. Il bicarbonato di sodio Il bicarbonato di sodio è uno dei trattamenti  fai da te più utilizzati  per sbiancare i denti. Bisogna metterne un velo sullo spazzolino umido e lavarsi i denti delicatamente, evitando di sfregare eccessivamente. Questo per non corrodere lo smalto e fare danni che possano essere peggiori rispetto ai benefici. Chiedi sempre al Dentista. Il succo di limone L’acido contenuto al suo interno è antibatterico grazie alla concentrazione di vitamina C e funge da sbiancante naturale eliminando le macchie e rinforzando le gengive. Controindicazioni del limone e del bicarbonato Ci sono tuttavia delle controindicazioni all’utilizzo del succo di limone. Utilizzare spesso questo trattamenti si rischia di rovinare lo smalto. Bicarbonato e succo di limone aumentano il PH del cavo orale alterando la flora batterica  Possono aumentare la sensibilità del dente   La salvia Questo è un altro trattamento in grado di rimuovere le macchie e sbiancare naturalmente i denti, ma è anche un ottimo rimedio per l’alitosi. Controindicazioni all’uso della salvia Non sono tante le controindicazioni all’uso della salvia. Tuttavia, utilizzare la salvia per più di due volte a settimana rischia di aumentare la sensibilità dentale. L’Acido Malico Lo si può trovare all’interno del succo di mele verdi e si può utilizzare saltuariamente come collutorio sbiancante. Aumentando cosi la luminosità dei denti. La cenere del legno di noce Trattamento che si può utilizzare per lo sbiancamento fai da te grazie all’idrossido di potassio contenuto al suo interno. Controindicazioni al legno di noce La cenere del legno di noce può causare bruciore all’interno del cavo orale.  La Radice dell’albero di Araak  Infine, questa radice, è uno dei trattamenti più antichi che si conoscono. La si può trovare nelle erboristerie, va strofinata sui denti per avere un effetto sbiancante naturale, è in parte antibatterica e contiene fluoruro, silicio e vitamina C. Controindicazioni a questa radice Ecco invece le possibili controindicazioni: Sfregare eccessivamente i denti con la  radice provoca abrasione e il rischio di rovinare lo smalto dentale Può aumentare l’ipersensibilità dentale. Come sbiancare i denti consiglio per il mantenimento Concludiamo il nostro articolo su come sbiancare i denti a casa parlando delle operazioni di mantenimento del sorriso. Per prolungare e mantenere l’effetto sbiancante dei denti consigliamo sempre una corretta igiene orale. Come? Spazzolando i denti con spazzolini a setole morbide dopo ogni pasto. Infine consigliamo anche di utilizzare dentifrici con sostanze sbiancanti e di evitare se possibile l’assunzione di caffe e fumo della sigaretta cosi da avere un sorriso perfetto. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Quando devitalizzare un dente?

Quando devitalizzare un dente? Salute Indice Quando devitalizzare un dente? Ci sono vari casi in cui è necessario procedere con la devitalizzazione di un dente. Ma andiamo per ordine e vediamo cosa si intende intanto per questa pratica. Devitalizzare un dente è un trattamento rivolto ad asportare  polpa, vasi e nervi delle radici  facendo cessare la vitalità del dente stesso, portando cosi all’eliminazione del dolore del paziente e il mantenimento dell’elemento dentario per preservare la masticazione. La Devitalizzazione del dente va effettuata quando si presentano problematiche del tipo: Carie molto estesa e profonda (pulpite) Lesioni  apicali causate da infezioni batteriche (granuloma) Traumi con danneggiamento della corona dentale Ipersensibilità del dente (in alcuni casi) E’ preferibile intervenire con la Devitalizzazione quando la carie raggiunge la camera polpare (zona nervosa del dente) o nel caso si presentino condizioni di infezioni, ascessi o granulomi. Quanto fa male Devitalizzare un Dente? Abbiamo visto quando devitalizzare un dente, ma la procedura fa male? Ricordiamo che la devitalizzazione del dente non è dolorosa perché viene svolta sotto anestesia locale. Un dente devitalizzato essendo privo del nervo non è in grado di avvertire dolore o sensibilità. Cambiando colore la corona del dente naturale si demineralizza, ma si può comunque usare per la masticazione, facendo sempre riferimento alle indicazioni del proprio dentista. Quando devitalizzare e come farlo? Riassumiamo brevemente quando devitalizzare un dente prima di spiegarvi come si effettua il trattamento. I casi per cui sarà necessaria una devitalizzazione dente sono: Carie estesa Granuloma Traumi della corona dentale Alcuni casi di ipersensibilità Gravi infezioni o ascessi L’intervento per devitalizzare un dente viene preceduto sempre da una ortopantomografia dove l’odontotecnico verifica la necessità dell’intervento. Solitamente per devitalizzare un dente si procede con più step in base alla salute dello stesso. Canalizzazione Endocanalare Il paziente viene sottoposto ad anestesia locale Viene montato un foglio in lattice (diga), questo isolamento permette di proteggere il campo operatorio da eventuali batteri e microbi presenti in bocca. Si effettua un foro sulla corona dentale Vengono rimossi la polpa e tutti i residui organici di cui vasi e nervi all’interno del dente Medicazione e una disinfezione del canale/i Inserimento all’interno del canale radicolare di una resina naturale chiamata Guttaperca Otturazione temporanea del dente Ricostruzione del Dente Rimuovere l’otturazione temporanea del dente Inserire sul canale radicolare un perno in fibra di carbonio/vetro  come rinforzo per la ricostruzione Effettuare una copertura del dente con una capsula (corona dentale) riducendo cosi il rischio di fratture del dente. Cosa succede se non si esegue subito una visita? Anche la tempistica di quando devitalizzare un dente è molto importante. Anche se il dente non presenta rotture evidenti, il nervo può rimanere danneggiato. Per cui, se non si esegue una devitalizzazione nel più breve tempo possibile, si può andare incontro a problemi molto gravi. Per esempio dolori forti e non controllabili con terapia farmacologica, infezioni che possono portare ad ascessi e il rischio di perdita dell’elemento dentale. Con conseguente necessità di estrarre il dente tramite intervento chirurgico. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Ascesso dentale

Ascesso dentale che cos\’è? Per ascesso dentale si intende una raccolta di pus conseguente ad un\’infezione batterica che interessa i tessuti del cavo orale. Esistono tuttavia diversi tipi di ascesso dentale. Quando l\’infezione si sviluppa prevalentemente all\’interno ai tessuti molli a causa dai batteri che entrano, in profondità attraverso la carie, si ha un Ascesso Periapicale. La carie intacca il dente, danneggiando lo smalto dentale raggiungendo cosi i tessuti molli. In presenza di Ascesso Periapicale si può arrivare quindi alla necrosi, ossia la \”morte\” del dente e al cambiamento del suo colore. Quando invece l\’infezione è relativa all\’apparato di sostegno del dente, all\’interno della sacca parodontale, si è in presenza di un Ascesso Parodontale.  Solitamente questo avviene su pazienti affetti da parodontite o con problemi gengivali e cattive abitudini,. Infine, il più comune e meno complicato è l\’ascesso gengivale. Quest\’ultimo ha origine all\’interno della gengiva e il paziente lo riconosce a causa del gonfiore e arrossamento della gengiva stessa. Quindi per riassumere, i principali tipi di ascesso dentale sono tre: Periapicale Parodontale Gengivale Come capire se si ha un ascesso dentale? Per capire se siamo di fronte ad una ascesso dentale bisogna fare attenzione ai seguenti segni e sintomi. Tre i principali abbiamo arrossamento, gonfiore, dolore e calore nella parte interessata dall\’ascesso. Inoltre possono presentarsi anche alitosi, febbre e fistole nei casi più gravi L\’ascesso dentale può presentarsi in diversi distretti dell\’apparato maxillo facciale: Gengiva Linfonodi mandibolari Guance Seni mascellari con conseguente sinusite  Come vengono gli ascessi dentali? Le cause dell\’ascesso dentale possono essere le seguenti. Carie avanzate, trascurate o mal curate Infezioni batteriche ad esempio dopo un intervento chirurgico Gengivite causata da cattiva igiene orale domiciliare e  conseguente parodontopatia (piorrea) Traumi, per esempio la frattura del dente Cosa fare in caso si presenti un ascesso dentale Ecco cosa fare nel caso in cui si è in presenza di un ascesso dentale o si sospetti di averne uno. Rivolgersi al proprio dentista di fiducia per effettuare una radiografia panoramica per accertare l\’ascesso, scegliere  una terapia antibiotica mirata e in caso di dolore eseguire una terapia anti-infiammatoria e/o analgesica adeguata. Talvolta è necessario drenare l\’ ascesso tramite intervento chirurgico Evitare cibi troppo freddi o troppo caldi Monitorare la temperatura corporea nel caso di febbre Cosa devo fare per sgonfiare l\’ascesso? Sentite sempre il parere del vostro Dentista di fiducia in caso di ascesso ai denti. Di solito vi dirà di seguire le seguenti indicazioni, ma comunque si valuta il paziente caso per caso. Terapia antibiotica adeguata e costante prescritta dal proprio odontoiatra (gli antibiotici vanno sempre presi su indicazione medica) Migliorare la propria igiene orale, lavando accuratamente i denti con dentifricio e spazzolino dopo i pasti, lavare la superficie linguale e utilizzare il filo interdentale almeno una volta al giorno Eseguire sciacqui con collutori su indicazione del proprio odontoiatra In caso di presenza di ascesso è quindi consigliabile procedere subito ad una visita odontoiatrica per non incorrere in problemi più gravi come una infezione sistemica.

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