Giugno 2021

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Anestesia dentale

Anestesia Dentale Salute Indice La paura del dentista è molto diffusa. Alcuni pazienti solo al pensiero di provare dolore rinunciano a curarsi. In questo viene in aiuto l’anestesia, attraverso la quale, è possibile eliminare il dolore anche nel caso di interventi più invasivi. L’anestesia dentale è generalmente di tipo locale, cioè viene anestetizzata solo la zona interessata, senza causare la totale incoscienza del paziente. Al contrario di quanto si possa pensare, ci possono essere diverse tipologie di anestesia che si differenziano tra di loro in funzione dell’intensità e della durata dell’intervento. L’anestesia dal dentista è una procedura comune e praticata in tutti quei casi in cui occorre intervenire, limitando il dolore, come nel caso di carie, interventi di devitalizzazione, estrazione denti, rimozione di ascessi dentali e così via. Tipologie anestesia dentale Prima di scegliere il farmaco anestetico locale, il dentista si basa su cinque fattori: durata dell’intervento complessità dell’intervento necessità di emostasi la necessità di controllare il dolore dopo l’intervento per via di allergie o altre contraddizioni all’uso di alcuni farmaci per il paziente. Nel caso di interventi di lieve entità, è sufficiente l’anestesia superficiale, somministrabile sotto forma di spray o soluzione oppure l’anestesia d’infiltrazione che viene iniettata direttamente nei tessuti, vicino al dente che si deve curare. Se l’intervento è più invasivo, invece, si può ricorrere all’anestesia tronculare che agisce anche sui nervi grandi come il nervus alveolaris inferior, in modo da addormentare una superficie più ampia. La tipologia di anestesia quindi può essere categorizzata in questo modo: Tipo intervento Tipologia anestesia Lieve entità Spray o soluzione Piccoli interventi Anestesia d’infiltrazione Interventi invasivi Anestesia tronculare Se si vuole evitare il sanguinamento Anestesia intraligamentosa Interventi su denti affetti a pulpite Anestesia intrapulpare L’anestesia dentale fa male? Si può avvertire un piccolo fastidio, una sensazione simile ad un pizzico di zanzara, nel momento in cui si ha l’ingresso dell’ago e di pressione quando viene iniettato l’anestetico. Questo fastidio può variare in intensità da individuo a individuo. Il dolore durante e dopo il trattamento, invece, dipende dal tipo d’intervento stesso e può essere alleviato con antidolorifici prescritti dal dentista. L’effetto anestetico tende a scomparire dopo un’ora circa dall’iniezione, ma può prolungarsi anche per due ore o più, in relazione alla dose iniettata e al tipo di anestesia scelta. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Gnatologo

A cosa serve lo gnatologo? Salute Indice Chi è lo Gnatologo? Lo Gnatologo è un dentista che ha una specializzazione specifica all’interno dei vasti campi di applicazione dell’odontoiatria. Vediamo allora cos’è la gnatologia. È il campo dell’odontoiatria che, studia la fisiologia e fisiopatologia del complesso cranio-cervico-mandibolare. Per essere più chiari e specifici possiamo dire che il dentista gnatologo si occupa di studio, cura e trattamento di patologie legate al movimento mandibolare, alla masticazione, alla deglutizione, e alla respirazione. Ad esempio il bruxismo o le problematiche dell’ATM (articolazione temporo mandibolare). Genericamente le diverse problematiche che interessano la gnatologia clinica vengono definite disordini cranio-mandibolari. Gli gnatologi sono, quindi, la figura medica di riferimento per queste problematiche. Lo Gnatologo, infine, decide anche se il bite dentale può essere la soluzione a problemi di bruxismo, postura o malocclusioni. Patologie trattate dallo Gnatologo Vediamo ora le patologie specifiche trattate dal dentista Gnatologo. Quando ci dobbiamo rivolgere a questo specialista? Principalmente ci rivogliamo a questa figura nei casi di: bruxismo patologie legate al movimento mandibolare disturbi della masticazione deglutizione Bruxismo Di solito è considerato una para funzione, ossia un movimento senza alcun scopo finalizzato. Banalmente è il digrignamento dei denti, dovuto allo spasmo della muscolatura masticatoria. Questo più spesso avviene durante il sonno e parliamo quindi di bruxismo notturno. Disturbo di masticazione Il Dentista Gnatologo si occupa anche dei disturbi della masticazione. Usando parole semplici per spiegarlo, il disturbo di masticazione è una difficoltà nello “sminuzzamento” del cibo in bocca. Spesso vengono considerati tali tutti quei disturbi legati a una malocclusione, cioè un’occlusione dentale scorretta. Deglutizione Inoltre gli gnatologi si occupano di eventuali problematiche legate alla deglutizione. Per quanto può sembrare banale e semplice al primo occhio questa funzionalità del nostro corpo, si tratta in realtà di una funzione tra le più complesse e complete. Difatti la deglutizione comporta una serie di azioni che devono avvenire in una sequenza orchestrata con precisione. Il che prevede il coordinamento di varie strutture anatomiche che vengono controllate da più aree del sistema nervoso. Valutazione Gnatologica La visita dallo gantologo è una valutazione diagnostica attenta ed approfondita di molteplici aspetti clinici del paziente. Fondamentale è l’iniziale raccolta di tutte le informazioni della storia clinica. Si tratta, cioè, di una visita specialistica che necessita della raccolta dei dati storici del paziente per individuare l’ordine cronologico delle eventuali problematiche sorte nel tempo al fine di dare un quadro clinico preciso. La Visita Gnatologica serve sostanzialmente a capire se i fastidi del paziente sono correlati ad eventuali malocclusioni. La visita di Gnatologia è fondamentale per individuare qual è il rapporto reale di funzionamento tra mandibola e cranio in maniera precisa ed accurata. Oltre che l’eventuale presenza di qualsiasi problematica che potrebbe impedire questa naturale correlazione. La Valutazione Gnatologica prevede anche la valutazione delle eventuali documentazioni precedenti o terapie già in atto. Le quali potrebbero essere risultate, fino a quel momento, non risolutive o inadatte per la risoluzione della patologia in corso. La fase di analisi preliminare continuerà con una valutazione complessiva dello stato dell’apparato masticatorio del paziente tramite la raccolta di altri importanti dati riguardanti i movimenti mandibolari, dei contatti occlusali e delle funzionalità articolari. Il prossimo step diagnostico sarà il controllo diretto delle A.T.M. (articolazioni temporo-mandibolari) e dei muscoli masticatori. Nel corso della raccolta dei dati clinici del paziente, lo Gnatologo, in casi particolari, potrebbe richiedere ulteriori esami strumentali o diagnostici per per avere un quadro più completo circa le problematiche del proprio paziente. Esami tra i più frequenti che potrebbero richiesti sono la Risonanza Magnetica delle ATM, orto-panoramica e kinesiografia mandibolare. Contatta lo studio dentistico Unisalus a Milano per prenotare una prima Valutazione Gnatologica con i nostri esperti Dentisti. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Gnatologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Dolore dente devitalizzato

Dolore dente devitalizzato: può capitare e perché? Salute Indice Dolore dente devitalizzato: può capitare e perché? Solitamente un dente devitalizzato è definito in modo volgare “morto”, in quanto vedremo che con la devitalizzazione del dente viene rimossa la polpa dentaria e vengono sigillati e chiusi i canali radicolari e la camera dentaria. Tuttavia può capitare di sentire un dolore a un dente devitalizzato subito dopo l’intervento di devitalizzazione (più comune) oppure a distanza di tempo (più raro, ma possibile). Quindi, in questo articolo risponderemo in modo sintetico alla domanda “fa male un dente dopo la devitalizzazione?”. Cominciamo dunque parlando di cos’è la devitalizzazione. Che cos’è la devitalizzazione? Prima di parlare di dolore dente devitalizzato, vediamo in cosa consiste la devitalizzazione. Si tratta della terapia che viene indicata in caso di compromissione della polpa dentaria, ossia una parte del dente che apporta vasi sanguigni e nervi al suo tessuto. Le cause per cui ci affidiamo a questa procedura possono essere carie profonde o necessità protesiche. Alcune volte è necessario rimuovere la polpa compromessa e sostituirla con un’otturazione, in modo tale da difendere le strutture più profonde del dente, da batteri o altre sostanze che possono essere dannose. La devitalizzazione può essere effettuata sia su un incisivo che su un molare o un premolare. Devitalizzare un incisivo o un molare è differente in quanto è diversa la loro struttura. Pertanto l’intervento per un incisivo durerà di meno rispetto a quello per un molare. La devitalizzazione fa male? Vediamo adesso se la devitalizzazione è una procedura che provoca dolore. Dopo quanto ci siamo detti, potreste pensare che la devitalizzazione faccia male. In realtà non è così perché il dentista, prima di procedere con questo intervento, pratica l’anestesia locale. Pertanto tutta la procedura è indolore. Dolore post devitalizzazione Allora perché un dente devitalizzato fa male? Forse penserete che nonostante sia stata eliminata la polpa, il dente non dovrebbe più fare male. In realtà non è così, perché un dente devitalizzato può far male sia nel post intervento, che anche a distanza di tempo. Nel post intervento è del tutto normale. Anche se con le nuove tecniche odontoiatriche il dolore post operazione è ridotto rispetto al passato. Infatti è del tutto normale percepire un fastidio post devitalizzazione. Questo succede poiché il legamento parodontale che unisce il dente all’osso e alla gengiva si infiamma in seguito all’intervento. Il dentista, nel caso di un dente devitalizzato che fa male dopo l’intervento consiglierà sempre impacchi di ghiaccio. Nel caso il dolore fosse più intenso potrebbe anche prescrivere dei Fans (antinfiammatori per via orale). Vediamo ora i motivi per cui un dente dopo devitalizzazione fa male anche a distanza di tempo e il ruolo dei recettori di pressione nella vicenda. Dente devitalizzato dolore a lungo termine Per quanto riguarda invece il dolore dente devitalizzato che permane per un periodo più lungo, possiamo dire che è una situazione più rara, ma che può comunque accadere. Perché il dente devitalizzato fa male alla pressione? Il dolore dente devitalizzato alla pressione succede perché, nonostante l’estrazione della polpa dentaria, i recettori di pressione del dente rimangono attivi. Nel momento in cui tali recettori vengono stimolati in maniera importante (sotto forma di pressione), ecco che abbiamo di nuovo la sensazione di dolore al dente devitalizzato. Ci sono alcuni casi specifici che ci danno la sensazione di male al dente. Il dolore a un dente devitalizzato può essere causato da: infezioni dovute ad infiltrazioni batteriche infiammazioni forti pressioni o shock sul dente Come agire se il dente fa male dopo la devitalizzazione? Prima di darvi alcuni consigli e indicazioni, vi ricordiamo che bisogna agire sulle cause del dolore al dente devitalizzato. Cause che possono essere differenti da persona a persona e da caso a caso. Pertanto chiedete sempre il parere del Dentista, che valuterà la vostra situazione e vi indicherà la strada giusta da seguire. Tra le ipotesi di trattamento di dolore dente devitalizzato, c’è la possibilità di riaprire il dente che fa male, procedere con adeguata pulizia e richiudere i canali. Questo in caso di infiammazione o infezioni dovute a infiltrazioni batteriche. Il tutto viene accompagnato da una terapia antibiotica, anche se questa da sola non basta. La riapertura e la “pulizia” del dente è sempre necessaria in questi casi. Se il dente devitalizzato fa male a causa invece di una pressione eccessiva, bisognerà agire in modo differente. Vediamo come. Solitamente si devitalizza un dente con carie profonde per eseguire poi una ricostruzione o un impianto. Se alla fine del lavoro, il dente non chiude bene e risulta troppo alto, questa situazione porta appunto ad un eccessivo sforzo e pressione del dente trattato. Sarà necessario in questo caso farsi limare il dente in modo che aderisca perfettamente agli altri denti con cui è a contatto. In questo modo si attenuerà la pressione e il dente devitalizzato dolorante smetterà di far male a causa della pressione. In questo caso, come per il dolore post devitalizzazione potrebbero essere prescritti inizialmente dei farmaci antinfiammatori per placare la sintomatica dolorosa. Ovviamente senza sempre abusare dei farmaci e su prescrizione e indicazione del Medico Dentista. Per maggiori informazioni sulla devitalizzazione o se sentite dolore a dente devitalizzato fissate una prima visita senza impegno con lo Studio Dentistico Unisalus Milano. Trovate tutti i contatti all’interno del nostro sito. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? 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Dentifricio Desensibilizzante

Dentifricio Desensibilizzante Salute Indice Quando bisogna usare un dentifricio desensibilizzante e di cosa si tratta? I casi in cui il vostro dentista vi consiglierà di utilizzare questo particolare tipo di dentifricio riguardano soprattutto l’ipersensibilità dentale. Quest’ultima è una problematica molto comune che può essere scatenata da un normale sfregamento dello spazzolino sui denti e sulle gengive. Come ci accorgiamo di soffrire di ipersensibilità dentinale? Molto semplice. Ce ne accorgiamo, quando avviene il contatto dei denti con cibi troppo caldi o troppo freddi. A volte può anche capitare che cibi molto acidi o molto zuccherini contenuti in alcuni piatti, possano scatenare questo disturbo. Come risolvere la situazione? Diversi studi dimostrano che alcuni dentifrici desensibilizzanti presenti sul mercato possono aiutare ad affrontare in maniera efficace il problema dell’ipersensibilità. Il dentifricio desensibilizzante contiene principi attivi che bloccano i segnali del dolore che viaggiano tra la superficie del dente e i nervi sensoriali all’interno. Gli ingredienti che fanno parte normalmente di un dentifricio desensibilizzante, vengono divisi in due gruppi a seconda della funzione: bloccare l’impulso nervoso riparare lo smalto e chiudere i tubuli dentinali Il primo gruppo di dentifrici potrebbe contenere: nitrato di potassio o cloruro di potassio. Mentre il secondo gruppo potrebbe contenere queste sostanze: cloruro di stronzio, fluoruro amminico, fluoruro stannoso, fluoruro di sodio, cloruro di potassio ad alte concentrazioni, fosfosilicato di calcio e sodio. Ingredienti del dentifricio desensibilizzante L’azione del potassio e dei suoi derivati consiste nell’interrompere la trasmissione dello stimolo nervoso che causa il fastidio. Stiamo parlando dunque del primo gruppo di dentifrici desensibilizzanti che vi abbiamo citato. Per quanto riguarda invece lo stronzio, ci sono state alcune preoccupazioni. Questo perché è noto che alte dosi di stronzio possano causare lievi effetti collaterali come mal di testa, diarrea e mal di stomaco. Inoltre non sembra che lo stronzio sia poi così efficace nell’alleviare i sintomi dell’ipersensibilità dentinale. Date le preoccupazioni sulla sua sicurezza, non lo troverai in tutti i dentifrici desensibilizzanti. L’effetto migliore sembra invece che sia dato dall’arginina in combinazione con il bicarbonato di calcio. Questi 2 elementi riescono a migliorare l’occlusione naturale dei tubuli dentinali e alleviano i sintomi dell’ipersensibilità. Quando aspettarsi risultati Non aspettarti che grazie al dentifricio desensibilizzante il sollievo sia immediato. Infatti possono essere necessarie anche alcune settimane prima che i benefici del dentifricio abbiano effetto. Si consiglia poi un utilizzo costante e prolungato nel tempo per arrivare ad un evidente risultato nella gestione del fastidio ai denti e alle gengive. Come abbiamo già detto, l’efficacia del dentifricio desensibilizzante dipende in gran parte dagli ingredienti all’interno del tubo. Quale dentifricio desensibilizzante scegliere? Il giusto dentifricio desensibilizzante può aiutare a ridurre al minimo la sensibilità dei denti. Ciò abbasserà il dolore e migliorerà la qualità della vita. Tuttavia la scelta non dovrebbe essere presa alla leggera in caso di ipersensibilità. Ma andrebbe concordata con il vostro dentista di fiducia che saprà consigliarvi il miglior dentifricio desensibilizzante per il vostro caso. Quando andare dal dentista? Non bisogna sottovalutare il problema, ma per tenere sempre sotto controllo la situazione è meglio farlo con l’aiuto di un dentista. Prima che la situazione degeneri in problematiche più complesse da gestire, come la ricostruzione dei colletti scoperti, la devitalizzazione o interventi chirurgici per il riposizionamento della gengiva ritirata. Per quanto efficace sia il dentifricio desensibilizzante, affronta solo i sintomi della sensibilità dei denti. Se hai a che fare con denti sensibili, questo potrebbe essere parte di un problema più ampio, che solo il tuo dentista può risolvere. Per questo motivo, si devono fare visite di controllo regolari dal professionista, unitamente a sedute di igiene professionale periodiche. La prevenzione principale parte sempre e comunque da casa vostra. Quindi bisogna lavarsi spesso e correttamente i denti e seguire le buone norme di igiene orale consigliate dal dentista. Un consiglio dai medici Uno dei consigli che molti Odontoiatri ci danno per massimizzare l’efficacia del prodotto è questo. Dopo aver lavato i denti bisognerebbe massaggiare specificatamente le zone sensibili con il dito e un poco di dentifricio. Se siamo invece di fronte ad una sensibilità più generalizzata e non localizzata, allora bisognerebbe usare un collutorio per denti che abbia caratteristiche uguali o simili al dentifricio desensibilizzante. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentistica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentistica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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