2022

ablazione tartaro

Ablazione Tartaro

Come fa il dentista a rimuovere il tartaro? Salute Indice Detartrasi: in cosa consiste? La Detrartrasi o ablazione tartaro è una procedura dentistica utilizzata per la rimozione della placca e del tartaro che si sedimenta sui denti formandosi nel cavo orale. L’ablazione del tartaro è sicuramente la procedura principale durante la seduta di igiene orale professionale in poltrona. Si tratta di una pulizia molto profonda che coinvolge anche i bordi delle gengive e gli spazi tra i denti dove di solito si accumulano la placca e  il tartaro. Ablazione Tartaro fa male? Le persone che si affacciano per la prima volta a una seduta di igiene orale professionale, si chiedono se l’ablazione del tartaro fa male. Potete stare tranquilli, l’ablazione dentale non è dolorosa anche se alcune persone possono sperimentare un leggero fastidio durante la pulizia e una sensibilità dentale dopo la seduta. Fastidio che normalmente tende a scomparire con i giorni. Perché la Detartrasi è necessaria? Essendo la procedura di rimozione del tartaro la principale componente della pulizia dentale professionale, dobbiamo procedere alla detartrasi almeno 2 volte all’anno per evitare accumuli di placca e tartaro. Se sedimentano e non procediamo alla pulizia profonda, rischiate problematiche dentali ben peggiori. Un accumulo di placca e batteri infatti può portare a, problemi gengivali, parodontite e carie. Questo perché un accumulo di tartaro non permette nemmeno un accurata igiene orale a casa, non permettendo di spazzolare bene i colletti dentali. L‘ablazione tartaro entra di diritto tra le principali attività di prevenzione dentale. Come si esegue l’Ablazione? Possiamo eseguire 2 tipi di ablazione del tartaro. Gengivale e Sotto-Gengivale. La seconda lavora, come dice il nome stesso, sotto la gengiva. Per questo è una pulizia molto più profonda. Non tutti devono però necessariamente sottoporsi al procedimento sotto gengivale. Solitamente ne hanno bisogno solo i pazienti con problematiche alle gengive e accumuli di placca e tartaro molto importanti. In questi casi viene eseguita sia l’ablazione gengivale che sotto la gengiva. Si esegue con uno strumento chiamato ablatore che tende a scollare il tartaro dal dente e dalla gengiva per poi rimuoverlo. Possiamo utilizzare sia l’ablazione con ultrasuoni che con tecnica manuale. Per chiudere il procedimento spesso si utilizza poi una pasta abrasiva per eliminare eventuali residui di placca. Ablazione Tartaro a Milano Per prenotare una Seduta di igiene professionale con connessa ablazione del tartaro a Milano, gli esperti del Centro Dentistico Unisalus sono a vostra disposizione. Ci trovate in via Gustavo Fara 39.  Solitamente, sono consigliate almeno 2 sedute all’anno di ablazione dentale per la rimozione del tartaro in modo da mantenere in salute il vostro cavo orale. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Seduta di Igiene Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Seduta Igiene Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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demineralizzazione denti

Demineralizzazione denti

Demineralizzazione denti: posso prevenirla? Salute Indice Quando il minerale presente sui nostri denti inizia ad essere consumato, andiamo incontro a quel processo che viene definito come demineralizzazione dei denti. Questo accadimento rende i nostri denti meno forti, più esposti alle carie e più facilmente soggetti a macchiarsi. Lo smalto dei denti ha un altissimo contenuto di minerali e funziona come prima barriera protettiva del dente stesso. Quando la placca inizia ad accumularsi, magari a causa di una scarsa igiene dentale, la barriera protettiva dello smalto inizia ad incrinarsi. Questo è il primo passaggio verso la demineralizzazione dentale, un processo che rende la dentina più debole e le radici dentali più sensibili. Con la conseguenza che siamo molto più esposti a carie frequenti e infiltrazioni di placca e batteri nelle cavità del dente. La demineralizzazione denti influisce anche sull’aspetto estetico del sorriso. I denti infatti perdono quella loro caratteristica forma liscia per diventare più ruvidi e spenti. Ciò comporta una facilità maggiore per la placca e il tartaro di fermarsi sul dente e anche una difficoltà e “fastidio” a lavarsi i denti. Come arrestare o invertire il processo di Demineralizzazione Una volta perso lo smalto dei denti non è più possibile rigenerarlo. La demineralizzazione del dente rischia appunto di farci perdere smalto dentale. A questo punto è utile fermare per tempo o invertire il processo di demineralizzazione dei denti. Lo possiamo fare soprattutto attraverso corrette strategie di prevenzione o con alcuni tipi di trattamento. Ecco alcuni modi per agire, che vedremo nello specifico: dieta povera di acidi e zuccheri aumenta la salivazione assumi probiotici trattamenti al fluoro Demineralizzazione denti: posso prevenirla? Come per molte condizione mediche, la prevenzione è fondamentale, anche per quanto riguarda il concetto demineralizzazione denti dobbiamo tenere a mente alcuni accorgimenti. Le bevande zuccherine o acide ad esempio, sono molto aggressive sullo smalto dentale. Per questo motivo, sono una delle prime cause di demineralizzazione dei denti. Così che andrebbero ridotte o addirittura eliminate dalla nostra dieta. Sono invece consigliati alcuni tipi di latticini e verdure a foglia verde, proprio perché ricche di calcio. L’igiene orale a casa è molto importante in tema di prevenzione. I consigli sono quelli di lavare sempre i denti dopo i pasti principali, non spazzolare troppo forte e fare attenzione a come vi prendete cura della vostra salute orale. Attenzione perché lo smalto non si rigenera e non abbiamo altre fonti di smalto nel corpo. Possiamo tuttavia fermare il processo di demineralizzazione dei denti grazie all’utilizzo del fluoro e altri utili consigli. Questo può permettere di salvaguardare lo smalto dei denti. Un consiglio naturale è quello di masticare ogni tanto dei chewingum senza zucchero per incrementare la salivazione. Infatti la produzione di saliva serve a proteggere lo smalto dentale ed evitare di incappare in denti demineralizzati. Trattamenti al fluoro contro la demineralizzazione dei denti Abbiamo anticipato che il fluoro è un ottimo elemento per frenare il processo di demineralizzazione denti.  Il fluoro è un minerale presente in natura e serve per fortificare le ossa favorendo i depositi di calcio all’interno delle stesse. Una carenza di fluoro può portare problematiche dentali. L’utilizzo di trattamenti al fluoro è in grado di favore la mineralizzare dei denti o meglio remineralizzazione dei denti rendendoli più forti e lisci. Solitamente un gel al fluoro viene applicato dopo le sedute di igiene professionale dal dentista.  Due sedute all’anno di igiene professionale in poltrona sono sempre consigliate.  Potresti anche comprare un gel al fluoro in farmacia oppure un dentifricio con un contenuto extra di questo elemento. Per prevenire, bloccare o invertire il processo di demineralizzazione dentale affidatevi sempre al dentista professionista.  Prenotate per tempo le sedute di igiene orale professionale e seguite i suoi consigli su alimentazione e procedure di igiene orale “casalinga” che vi verranno forniti durante una visita. Se vi rendete conto che, nell’ultimo periodo, siete soggetti a carie frequenti, problemi alle gengive e i denti si macchiano facilmente, contattate senza esitazione il medico.  Potreste essere nelle prime fasi di un processo di demineralizzazione denti ancora facilmente arrestabile.  Non perdete tempo, per evitare il rischio di perdere lo smalto dentale e subire poi problematiche peggiori. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Labiopalatoschisi cause

Labiopalatoschisi Salute Indice Labiopalatoschisi cause: quali sono? Ma soprattutto, cos’è? E come si cura? Cominciamo a parlare di questa malformazione. La labiopalatoschisi è un’anomalia congenita della bocca. Capita 1 caso di labiopalatoschisi circa ogni 800 bambini all’anno. Nei Paesi più ricchi, questa malformazione viene risolta entro pochi mesi di vita. Nei Paesi più poveri, invece, mancano le competenze, le strutture e le risorse per trattare adeguatamente questa patologia. Cos’è la labiopalatoschisi? La labiopalatoschisi (LPS), o meglio, cheilognatopalatoschisi (CGPS), è una malformazione congenita che coinvolge labbro, osso mascellare e palato. Si tratta di un’anomalia dello sviluppo provocata dalla non completa fusione di parti del viso del neonato quando è ancora nell’utero. Di conseguenza, il bambino nasce con un’apertura o una fessura del labbro superiore e/o nel palato. Si ha, dunque, un’interruzione della gengiva, del palato e del labbro superiore. Tipi di Schisi La labiopalatoschisi, come la palatoschisi e la cheiloschisi, fa parte della famiglia delle schisi oro-facciali. La labiopalatoschisi Essa si caratterizza per la contemporanea presenza della palatoschisi e della cheiloschisi (o labioschisi). Coinvolge, dunque, labbro, gengiva, naso e tutto il palato. Nei due terzi dei casi è monolaterale. Quindi interessa la parte destra o sinistra. Ma possiamo anche avere una labioschisi bilaterale che implica entrambe le parti. Il palato può essere colpito solo nella parte posteriore (palato molle) o anche nella parte anteriore (palato duro). La Cheiloschisi (CS) La cheiloschisi può riguardare solo il labbro superiore. Questo può presentare una o due fessure, in parte o completamente e monolateralmente o bilateralmente, che si estendono dal labbro superiore fino al pavimento delle narici.  La cheilognatoschisi (CGS) Questa schisi interessa l’osso mascellare e il labbro superiore, monolateralmente o bilateralmente. La Palatoschisi La Palatoschisi coinvolge solamente il palato. Abbiamo, dunque, una fessura a livello del palato duro e/o del palato molle, a volte collegata alle cavità nasali. Dunque, la Labiopalatoschisi comporta una o due fessure del labbro superiore. Queste possono coinvolgere anche lo spazio cutaneo sotto al naso. Inoltre, questa schisi implica anche una fessura sul palato, che può essere talmente profonda da coinvolgere anche le cavità nasali. Sintomi Per quanto riguarda la labioschisi, il sintomo più evidente è l’aspetto del volto del bambino. Possiamo avere una o due fessure. Queste fessure possono estendersi fino al naso o apparire come piccoli solchi. Invece, la Palatoschisi può essere meno visibile perché è una cavità del palato. Questa può essere coperta dal rivestimento del palato e può essere di diverse dimensioni. Può, quindi, variare da un piccolo foro nella parte posteriore della bocca a una fessura che percorre tutto il palato per congiungersi al labbro. I sintomi tipici della labiopalatoschisi consistono in: Difficoltà nella suzione e nel mangiare. Non essendo in grado di chiudere del tutto la bocca, il bambino potrebbe presentare difficoltà con l’allattamento al seno o con il biberon. Problemi ai denti. La dentatura di chi soffre di labiopalatoschisi spesso è disallineata, anomala e più facilmente soggetta a carie. Problemi nel linguaggio. Se la malformazione non viene risolta, il bambino può inficiare il modo di esprimersi del bambino. Infezioni ricorrenti dell’orecchio (otiti). La fessura che i bambini affetti da labiopalatoschisi presentano sul palato è responsabile di una distorsione della tromba di Eustachio. Ciò comporta l’accumulo di liquido all’interno dell’orecchio che, di conseguenza, favorisce la proliferazione batterica e la successiva manifestazione di otiti. Se le otiti non vengono trattate e curate, alla lunga possono portare alla sordità. Labiopalatoschisi cause I motivi alla base della mancata chiusura delle strutture che formano il labbro superiore e il palato durante lo sviluppo nell’utero materno non sono chiari. Labioschisi cause: dunque quali sono? Non c’è certezza sulle labiopalatoschisi cause. L’anomalia dipenderebbe da una combinazione di fattori ambientali e genetici. Ci sarebbero, dunque, dei fattori ambientali che innescherebbero determinati geni, che renderebbero alcuni bambini più predisposti a sviluppare la labiopalatoschisi. I fattori ambientali ai quali la malformazione è stata collegata sono: obesità in gravidanza insufficiente assunzione di acido folico in gravidanza fumo e consumo di alcol da parte della madre durante la gestazione assunzione di determinati farmaci in gravidanza diabete età avanzata della madre Per quanto riguarda, invece, i fattori genetici, gli studiosi credono che la labioschisi possa derivare da mutazioni o anomalie del DNA che avvengono dopo il concepimento. Le ricerche eseguite a proposito hanno rilevato che ci sono dei geni nel genoma umano la cui alterazione comporta uno scorretto sviluppo delle caratteristiche facciali. I genitori che hanno già un figlio affetto da labiopalatoschisi corrono un rischio più alto di avere un secondo figlio con lo stesso problema. Palatoschisi e labioschisi possono, poi, associarsi a sindromi genetiche o ad altre patologie come la sindrome di Pierre Robin. Altre possibili motivazioni sono l’oligoidramnios, la miotonia o le malattie del tessuto connettivo. Infine, un terzo dei pazienti soffre anche della Sindrome Velocardiofacciale. Labiopalatoschisi: è una condizione ereditaria? Vari studiosi, in passato, hanno pensato che potesse esserci un’origine ereditaria alla base delle schisi, dopo aver osservato la ricorrenza della malformazione in determinati nuclei familiari. Nonostante ciò, gli studi successivi effettuati a riguardo non hanno evidenziato dati che sostenessero questa tesi. Dunque, i ricercatori hanno eliminato l’idea che la labiopalatoschisi possa essere ereditaria. Diagnosi di palatoschisi, labioschisi e labiopalatoschisi La diagnosi può essere formulata anche prima della nascita se, durante un’ecografia, appare visibile la malformazione. Per lo più, le schisi vengono individuate durante l’ecografia, volta a individuare anomalie, che viene eseguita a metà della gravidanza (tra la 18° e la 21° settimana). Non sempre, però, la malformazione è evidente durante la scansione. Si nota, quindi, solo dopo la nascita del bambino. Infatti, mentre la labioschisi potrebbe vedersi durante l’ecografia, così non è per la palatoschisi. Infatti questa, riguardando il palato, non è una malformazione riconoscibile dall’ecografia. La cura Il trattamento definitivo è l’intervento chirurgico. Tramite questo, il medico ricollega i tessuti e chiude la fessura. Di norma, però, i medici stilano anche un piano di cura a lungo termine che tenga conto di tutto l’aiuto e di tutti i trattamenti che il bambino necessiterà nel corso della sua vita. Parliamo di

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malocclusione dentale nei bambini

Malocclusione dentale nei bambini

Malocclusione dentale nei bambini Salute Indice Cos’è la malocclusione dentale nei bambini? Per malocclusione si intende un disallineamento tra l’arcata superiore dei denti e quella inferiore. Negli adulti si interviene sul posizionamento dei denti. Ossia, in caso di spaziatura, affollamento, disallineamento, denti sopra o sotto sporgenti, morso coperto o morso aperto. Invece, nei bambini si può direttamente agire sullo scheletro. In questo modo, si facilita la fuoriuscita corretta dei denti e si evita di dover correggere il difetto in età adulta tramite la chirurgia. Malocclusione dentale nei bambini: cos’è? Abbiamo detto che ci troviamo di fronte a una malocclusione in caso di mancato allineamento tra le due arcate dentali. Quindi, si crea un disequilibrio tra mascella e mandibola. Questo rapporto non equilibrato implica tutta una serie di disturbi che non coinvolgono solo la bocca. Infatti, provocano ripercussioni su tutto l’organismo. Causano mal di testa, problemi di udito e mal di schiena. Oltre, quindi, a essere un problema estetico, è un disturbo che compromette le strutture scheletriche e muscolari e, in primo luogo, il processo masticatorio. Solamente una visita odontoiatrica può individuare la presenza di una malocclusione e determinarne l’entità arrivando, anche, a indicarne la terapia risolutiva. Quali sono le cause della malocclusione dentale bambini? Le cause della malocclusione bambini possono rientrare in due categorie: possono essere ereditarie o ambientali. Se la malocclusione dipende da fattori ereditari vuol dire che è ereditata dai genitori. Solitamente è semplice accorgersene perché altri membri della famiglia soffrono dello stesso problema. Se, invece, la malocclusione dipende da fattori ambientali, significa che è causata da fattori esterni. Parliamo di abuso di ciuccio o biberon, suzione del pollice o interposizione della lingua o del labbro tra i denti. Insomma, ci riferiamo ad abitudini viziate che ormai il bambino ha appreso e fatto sue. Nel secondo caso, i primi segnali di malocclusione solitamente si vedono all’incirca a 3 anni d’età (completata l’eruzione dei denti decidui). Ma può anche capitare che l’alterazione sia visibile intorno ai 6-8 anni con l’eruzione dei primi denti permanenti. È bene che il primo appuntamento dal dentista si svolga quanto prima a scopo preventivo. Prima si interviene, infatti, più semplice e con esito favorevole sarà l’intervento. Sintomi della malocclusione bambini Quali sono i sintomi della malocclusione dentale nei bambini? Ci sono dei segnali evidenti che possono rendere palese la presenza di una malocclusione. In primis, il bambino potrebbe mostrare difficoltà nel mangiare e nel masticare, difficoltà di deglutizione e nella respirazione, affollamento dei denti o dolori alla mandibola. Tutti disturbi che possono causare lo sviluppo di carie, gengiviti, parodontiti. Potrebbe, altresì, presentare difetti di pronuncia, soprattutto per quanto riguarda le lettere S, Z ed R. In questo caso, potrebbe rendersi necessario rivolgersi anche a un logopedista. Una malocclusione dentale, poi, può portare a una postura sbagliata della colonna vertebrale. Inoltre, se il bambino lamenta spesso mal di testa, tosse, acufene o vertigini, potrebbe soffrire di malocclusione. Infine, ultimo ma non per importanza, la malocclusione dentale nei bambini ha una ripercussione anche sull’aspetto estetico. Infatti, causa un disallineamento nei tratti del viso e un sorriso poco armonico. Tipi di malocclusione Innanzitutto, sottolineiamo che le malocclusioni non sono tipiche solo dell’infanzia. Ci sono, infatti, molti adulti che soffrono di malocclusione. Solitamente questo disturbo appare in tenera età, quando è anche più semplice correggerlo. Morso Aperto È un’alterazione che implica che i denti anteriori dell’arcata superiore non tocchino quelli dell’arcata inferiore quando si chiude la bocca. Morso inverso o incrociato È una malocclusione che comporta che i denti dell’arcata superiore, quando si chiude la mascella, si posizionino dietro a quelli inferiori. Affollamento dentale È un tipo di alterazione per cui i denti non hanno sufficiente spazio per disporsi in modo corretto e quindi alcuni si posizionano più avanti o più indietro di quanto dovrebbero. Retrognatismo Denota una malocclusione tale per cui la mandibola si trova in una posizione più arretrata del normale. Quindi, i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore non si toccano quando si serra la mascella. Morso profondo Si tratta dell’ipotesi in cui i denti dell’arcata superiore coprono quelli dell’arcata inferiore. Se il problema è particolarmente grave, gli incisivi inferiori toccano il palato. Diagnosi di malocclusione La diagnosi viene formulata da un odontoiatra, da un dentista o da un ortodontista. Spesso, si vede già a occhio nudo la presenza di una malocclusione. Ma per valutarne la gravità è necessario effettuare degli esami, quali radiografie o telegrafie di mandibola e mascella. Come si cura la malocclusione dentale bambini? In seguito alla diagnosi, il medico formula anche il trattamento medico necessario. A seconda dell’età del paziente e della gravità della malocclusione, la terapia è differente. A grandi linee, la terapia più usata è l’ortodonzia. Più raramente, può essere necessario effettuare l’estrazione di uno o più denti per diminuire il sovraffollamento delle arcate. Nei casi peggiori, può rendersi indispensabile il ricorso all’intervento chirurgico su mandibola e/o mandibola. Il trattamento ortodontico può essere realizzato attraverso l’uso di apparecchi mobili e/o fissi. In questo modo, si può indirizzare in modo corretto la crescita dell’osso mascellare, dell’osso mandibolare e dei denti. Si può sempre curare una Malocclusione? Tendenzialmente sì. La cosa importante è che si agisca non appena il problema si presenta. Meglio ancora se in età pediatrica, in quanto le ossa non sono ancora del tutto sviluppate ed è più facile trattarle. In età adulta, invece, il trattamento è molto più invasivo e impegnativo. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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ortodontista e logopedista

Ortodontista e Logopedista

Ortodontista e Logopedista Salute Indice Spesso ortodontista e logopedista si trovano a lavorare insieme per il benessere del paziente. Ortodontista e Logopedista: figure complementari Sovente, infatti, gli ortodontisti rinviano pazienti al logopedista affinché segua un percorso di riabilitazione logopedica. Perché ciò accade? Perché il logopedista non si occupa solo di linguaggio, come crede l’opinione comune. Difatti, questa figura professionale si prende cura di tutte le funzioni orali: la respirazione, la suzione, la deglutizione, la masticazione, la fonazione, l’articolazione verbale e la mimica. Di che cosa si occupano Ortodontista e Logopedista? Ogni individuo ha caratteristiche diverse: il palato più o meno stretto, la lingua più o meno grande, i denti posizionati in maniera diversa. L’ortodontista si occupa dell’occlusione, ossia del modo in cui sono collocati i denti. Una chiusura corretta della bocca vuole l’arcata superiore allineata con l’arcata inferiore. In caso contrario, abbiamo una malocclusione che dovrà essere risolta. Il logopedista, invece, interviene qualora una o più tra le funzioni orali (respirazione, suzione, deglutizione, masticazione, fonazione, articolazione verbale e mimica) risulti alterata. In questo caso abbiamo uno SMOF, ossia uno squilibrio muscolare orofacciale. Quindi, l’ortodontista si occupa della forma, mentre il logopedista della funzione. L’ortodontista, cioè, tratta il posizionamento dei denti e delle arcate, mentre il logopedista interviene quando c’è una funzionalità alterata. Ossia, se sono presenti spinte muscolari che disequilibrano le strutture. In sintesi, l’odontoiatra si occupa della forma e della posizione dei denti. Mentre il logopedista si dedica ai tessuti molli, come lingua e guance. Cause e conseguenze di uno SMOF Le cause di uno SMOF possono essere: postura linguale inadeguata a causa di vizi orali, respirazione con postura linguale inadeguata, alterazioni delle strutture dentali e scheletriche nel corso della crescita, disfunzioni del SNC o traumi, ferite, disturbi del complesso muscolare orofacciale. Le conseguenze di uno SMOF, invece, possono essere: alterazioni dell’occlusione dentale e crescita anomala dei denti, palato alto e stretto, alterazioni estetiche e mimiche, difetti di pronuncia, anomalie posturali o problemi di masticazione. Quando interviene il logopedista? Il logopedista può intervenire prima o dopo il trattamento ortodontico o indipendentemente da esso. Interviene prima del trattamento per rimuovere abitudini che intralcerebbero la buona riuscita del trattamento ortodontico. Agisce, invece, dopo per rimettere in equilibrio le funzioni orali e per scongiurare recidive. Concludiamo qui il nostro articolo “Ortodontista e Logopedista”. Per avere ulteriori informazioni o per prenotare un consulto, non esitare a rivolgerti al nostro Centro Dentistico. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come avere denti bianchi rimedi naturali

Come avere denti bianchi rimedi naturali Salute Indice Siete curiosi di sapere come avere denti bianchi rimedi naturali? In questo articolo ve lo spiegheremo.  La dentina è il tessuto osseo che si trova al di sotto dello smalto, cioè la parte più interna del dente, ed è ciò che dà il colore ai denti. Quest’ultimo dipende da fattori genetici. Ma i denti, nel corso degli anni, possono mutare colore a causa della parte esterna, lo smalto. È, infatti, poroso e lascia passare le sostanze. Queste possono ancorarsi alla dentina mutandone il colore. Quindi tutto può incidere: medicine, fumo e cibo.  Non solo cosa mangiamo influenza la dentina, ma anche come lo mangiamo. Esistono, infatti, buone consuetudini alimentari e cibi che aiutano a conservare denti più bianchi naturalmente.  Per prima cosa, partiamo con l’alimentazione. Ciò che mangiamo, infatti, influisce anche sullo smalto dentale. Seguire una giusta alimentazione, quindi, può contribuire a sbiancare denti in modo naturale. Metodi per avere denti bianchi: abitudini alimentari Come avere denti bianchi rimedi naturali? Innanzitutto, abbiamo detto che ci sono delle buone abitudini alimentari da seguire. Queste consuetudini consistono nel masticare e mangiare lentamente. In questo modo produrremo più saliva che collabora a distruggere i batteri che causano la placca. Inoltre, è molto importante bere acqua, che diminuisce il livello di acidità del cavo orale.  Denti bianchi naturalmente: cibi da evitare Ci sono degli alimenti che, più di altri, concorrono a macchiare i denti. Non occorre rinunciarvi. Basta consumarli in quantità limitate e lavarsi i denti subito dopo aver mangiato.   Ci riferiamo a:  bevande e cibi con un pH acido alto (salsa di pomodoro, aceto e sottaceti, bevande energetiche o gassate) cibi a pigmentazione scura o contenenti coloranti (tè nero, caffè, vino rosso, frutti rossi, mirtilli, barbabietole, salsa di soya, curry, caramelle, dolci) carboidrati raffinati (pane bianco, crackers). Avendo molti zuccheri, contribuiscono all’ingiallimento dei denti e allo sviluppo di carie. Rimedi naturali per denti più bianchi: cosa mangiare I cibi che contribuiscono, invece, a sbiancare i denti in modo naturale o che, comunque, contengono sostanze utili sono: alimenti croccanti e crudi (carote, sedano, mele, broccoli, cavolfiore, mandorle, pere, mandorle, noci e semi vari). Questi cibi portano più benefici: stimolano la masticazione, contribuiscono a rimuovere la placca e il tartaro, rinforzano le gengive e spazzolano i denti fragole. L’acido malico contenuto in esse favorisce la rimozione delle macchie sulla superficie dello smalto. Potete anche unire del bicarbonato di sodio alla purea di fragole, passando poi sui denti il composto ottenuto per circa un minuto. Risciacquate bene, poi, con del colluttorio e passate il filo interdentale salvia e menta. Gli oli essenziali che contengono sono uno sbiancante naturale per denti e la ruvidità delle foglie compie un’azione abrasiva sullo smalto. Strofinate delicatamente le foglie sui denti semi di sesamo e latticini sono ricchi di calcio che fortifica le ossa. Inoltre, contengono acido lattico che contribuisce a eliminare le macchie superficiali dello smalto tè verde. Diversamente dagli altri tè, include la catechina. Questa sostanza elimina i batteri frutta ricca di vitamina C (come i kiwi). Questa rafforza le gengive e ostacola la formazione di placca. Non dovete, però, abusarne perché è frutta contenente acido citrico che danneggia lo smalto funghi shiitake. Contengono il lentinano, uno zucchero vantaggioso per i denti che ostacola lo sviluppo della placca ananas. Questo frutto, infatti, contiene un enzima, la bromelina. Essa aiuta a eliminare le proteine che ingialliscono i denti posandosi sulla superficie dello smalto cipolle. Le componenti di zolfo contenute nelle cipolle combattono la creazione di placca. Solo mangiandole crude, però, mantengono questa caratteristica anti-placca Altri rimedi naturali per sbiancare i denti Ci sono altri modi naturali per far diventare i denti bianchi. Il primo consiste nell’utilizzare il succo di limone. È, infatti, uno sbiancante per denti naturale che toglie efficacemente le macchie causate dal fumo o dal caffè. Il succo di limone, però, deve essere usato di tanto in tanto perché rischia di corrodere lo smalto dei denti. Ma, ogni tanto, il succo di limone strofinato con lo spazzolino concorre a rendere i denti bianchi, a proteggere le gengive e a ridurre il tartaro.  Altro metodo casalingo per sbiancare i denti è il bicarbonato di sodio. Unite mezzo cucchiaino di bicarbonato e mezzo cucchiaino di sale. Utilizzate il composto come fosse dentifricio, bagnate lo spazzolino e passatelo sui denti. Potete anche mescolare mezzo cucchiaino di bicarbonato con un po’ d’acqua e succo di limone. In entrambi i casi, sciacquate bene la bocca dopo l’uso. Non effettuate questo trattamento troppe volte o danneggerete lo smalto. Una volta a settimana o una volta ogni due è più che sufficiente.  Altro metodo naturale per sbiancare i denti è l’aceto di mele. L’acidità dell’aceto, infatti, riesce a diminuire le macchie scure che si formano soprattutto sui denti di chi fuma e di chi beve molti tè o caffè. Diluite 25 ml di aceto di mele in 100 ml di acqua ed effettuate degli sciacqui. Non ricorrere a questo rimedio naturale per sbiancare i denti più di 1 volta a settimana. Anche l’olio di oliva è uno sbiancante naturale per i denti. Versate in un bicchiere un cucchiaino di olio di oliva e immergetevi una garza sterile. Il tessuto deve assorbire bene l’olio. Ora coprite il dito indice con la garza imbevuta e strofinate i denti. L’olio è in grado di rimuovere le macchie dentali perché, grazie alla sua bassa acidità, riesce a combattere le discromie dello smalto senza comprometterlo. Potete eseguire questo trattamento 1 volta a settimana.   Conclusioni Concludiamo qui in nostro articolo “Come avere denti bianchi rimedi naturali”. Oltre a seguire i consigli dati finora, ricordatevi sempre di effettuare una buona igiene dentale quotidiana e di sottoporvi a sedute di igiene orale professionale almeno ogni 4 – 6 mesi. Solo così manterrete i vostri denti bianchi e sani.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite

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Retrazione Gengivale

A Cosa Serve la Visita Geriatrica: approfondimento sulla Salute degli Anziani Salute Indice La retrazione gengivale è un particolare tipo di processo per il quale il margine del tessuto gengivale dei denti si consuma o si ritira. Questo porta all’esposizione di una parte di dente maggiore o addirittura della radice del dente stesso. Quando si verifica una recessione gengivale, si formano le cosiddette tasche gengivali. Ossia quegli spazi vuoti tra i denti e il bordo gengivale. Le tasche gengivali favoriscono il proliferare di batteri. Se non trattiamo la retrazione gengivale, succede che il tessuto di supporto e le strutture ossee dei denti si danneggiano gravemente. Tutto questo può avere come risultato finale anche la perdita del dente o dei denti coinvolti. La gengive che si ritirano è un problema odontoiatrico molto comune. La maggior parte delle persone non si accorge subito di avere una recessione gengivale perché questa progredisce in modo graduale. Solitamente è il dentista, durante una seduta di igiene orale o dopo un’esame strumentale, ad accorgersi dell’inizio della gengiva ritirata. Il primo segno di recesso gengivale è solitamente un problema di ipersensibilità dentale. Ci sono altri casi in cui potresti invece notare che un dente sembra più lungo del solito. In genere, si può sentire una sorta di scalino vicino al bordo delle gengive. Il ritiro gengivale non è un problema da ignorare o da tenere in secondo piano. Se hai il timore che le tue gengive si stiano ritirando, parlane con il tuo dentista di fiducia. Infatti ci sono diversi trattamenti che possono riparare la gengiva, ma soprattutto prevenire danni ben peggiori. Perché le gengive si ritirano? Ci sono una serie di fattori e cause che possono causare la retrazione gengivale, tra cui: Malattie parodontali Genetica Spazzolamento aggressivo Scarse cure dentistiche Squilibri ormonali Malattie Parodontali Si tratta di infezioni gengivali batteriche che distruggono il tessuto gengivale e l’osso di supporto che tiene i denti in posizione. Le malattie gengivali sono la principale causa di abbassamento gengive. Genetica e Malattie Gengivali Esistono persone che sono predisposte alle malattie gengivali e di conseguenza alle gengive che si ritirano. In effetti, gli studi dimostrano che il 30% della popolazione può essere predisposto a delle gengive ritirate, indipendentemente da come si prendono cura della propria salute orale. Spazzolamento troppo aggressivo Se utilizzi lo spazzolino con troppa forza o lo fai nel modo sbagliato, lo smalto dei denti rischia di consumarsi e le gengive si ritirano. Cure dentistiche non corrette Spazzolare, usare il filo interdentale e risciacquare in modo inadeguato con un collutorio antibatterico sono i consigli per una corretta igiene orale casalinga. Tuttavia queste operazioni rendono facile la trasformazione della placca in tartaro, una sostanza dura che si accumula tra i denti. Questa sostanza può essere rimossa solo con una pulizia dentale in studio professionale. Se trascurata può portare alla retrazione gengivale. Cambiamenti ormonali Le modifiche dei livelli ormonali che accadono durante la vita di una donna, ma anche durante la pubertà, la gravidanza e la menopausa, rendono le gengive più sensibili e per questo più vulnerabili alla regressione gengivale. Tabacco e Retrazione Gengivale I fumatori hanno grandi possibilità di soffrire più facilmente di gengive che si ritirano. Bruxismo e Retrazione Gengivale Digrignare i denti, stringerli o, come si dice in gergo, bruxare, esercita una forte pressione sui denti, causando il ritiro delle gengive. Denti storti o morso disallineato Quando i denti non aderiscono perfettamente tra di loro, è probabile che venga esercitata troppa forza sulle gengive e sull’osso. Tutto ciò favorisce lo scollamento gengivale. Piercing E Retrazione Gengivale Piercing sulla lingua o sulle labbra, con il metallo, possono sfregare le gengive e irritarle al punto da consumare il tessuto gengivale. Retrazione gengivale: che fare? Gengive ritirate rimedi: cosa dobbiamo fare dunque in caso di gengive che si ritirano per una delle cause che abbiamo appena visto? Una leggera retrazione gengivale può essere curata dal vostro odontoiatria di fiducia semplicemente pulendo in modo approfondito l’area interessata. Durante la pulizia profonda, la placca e il tartaro che si sono accumulati sui denti e sul bordo delle gengive vengono rimossi con cura. L’area radicolare esposta viene levigata per rendere più difficile la nuova formazione di batteri. Vi sono dei casi in cui vengono somministrati antibiotici per eradicare eventuali batteri nocivi rimanenti. Intervento Chirurgico Retrazione Gengivale Nel caso in cui non bastasse la pulizia profonda, a causa di una perdita eccessiva di osso o di tasche gengivali troppo profonde, si deve pensare all’intervento chirurgico. Intervento alle gengive per riparare i danni causati dalla retrazione gengivale. Che tipo di chirurgia viene utilizzata per trattare la recessione gengivale? Gengive che si ritirano rimedi chirurgici: Ridimensionamento e levigatura Rigenerazione ossea Innesto tessuto molle Ridimensionamento del lembo aperto e levigatura radicolare Durante questa procedura, il dentista o il parodontologo (medico gengivale) ripiega il tessuto gengivale interessato, rimuove i batteri nocivi dalle tasche e quindi riposiziona il tessuto gengivale sopra la radice dentale, eliminando così le tasche o riducendone comunque le dimensioni. Rigenerazione ossea per retrazione gengivale Quando l’osso che sostiene i denti è stato distrutto a causa della retrazione delle gengive, viene consigliata dal dentista la rigenerazione ossea. Come nella riduzione della profondità della tasca, il dentista ripiegherà il tessuto gengivale e rimuoverà i batteri. Verrà quindi applicato un materiale rigenerativo, per stimolare l’organismo a rigenerare in modo naturale ossa e tessuti in quella zona della bocca. Dopo che il materiale è stato posizionato, il tessuto gengivale viene fissato sulla radice dei denti interessati. Innesto tessuto e Retrazione Gengivale Un altro modo di curare le gengive ritirate è l’innesto di tessuto molle. Ci sono diverse procedure di innesto. Tuttavia quella più utilizzato nello studio dentistico è solitamente l’innesto di tessuto connettivo. Come funziona? Questo rimedio per le gengive che si ritirano prevede che un lembo di pelle venga tagliato sul palato, mentre il tessuto da sotto il lembo, chiamato tessuto connettivo subepiteliale, viene rimosso e cucito al tessuto gengivale che circonda la radice esposta. Gli altri tipi di innesto sono invece chiamati innesto gengivale libero e innesto

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amalgama dentale e sclerosi multipla

Amalgama dentale e sclerosi multipla

C’è una correlazione tra amalgama dentale e sclerosi multipla? Salute Indice Correlazione tra amalgama dentale e sclerosi multipla? Uno studio canadese pubblicato nel 2007 dal Journal of Public Health Dentistry ha messo insieme lavori pubblicati dal 1966 al 2006. Da questi, è emerso che le persone con otturazioni in amalgama dentale avevano una probabilità più alta di ammalarsi di sclerosi multipla.  Nonostante ciò, nelle conclusioni gli studiosi affermano che è necessario svolgere ulteriori analisi che tengano conto non solo della presenza dell’amalgama. Ma anche delle sue dimensioni e della superficie che occupa, oltre che della durata dell’esposizione.  Altri lavori ancora hanno evidenziato che il mercurio delle otturazioni in amalgama costituisce solo il 10% del mercurio totale assunto da una persona. Infatti, il mercurio deriva da altre fonti importanti come alimenti (soprattutto pesce), inquinamento, vernici, disinfettanti e farmaci. Come si esprime la Mulitple Sclerosis International Federation? Riguardo il dibattito su un possibile legame tra amalgama dentale e sclerosi multipla, la MSIF (Multiple Sclerosis International Federation – Comitato Scientifico della Federazione Internazionale delle Associazioni Sclerosi Multipla) afferma che ad oggi non ci siano dati sufficienti. Infatti, non esistono dati sufficienti a riprova del fatto che il mercurio contenuto nelle amalgame provochi la sclerosi multipla o che la loro rimozione arrechi benefici sui sintomi o sull’andamento clinico della malattia.  Amalgama dentale e sclerosi multipla: cosa dice l’ANDI? Il Presidente dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) Gianfranco Prada afferma che le otturazioni in amalgama non possono essere ritenute nocive per la salute. Anzi, il materiale è considerato dalla comunità scientifica internazionale come uno dei migliori, in quanto permette di raggiungere risultati clinici ottimali per eseguire la ricostruzione di un dente compromesso dalla carie.  L’AISM come si pronuncia? L’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) si basa sullo studio del 2007 e su ciò che dicono MSIF e ANDI per esprimere la sua opinione sull’eventuale correlazione tra amalgama dentale e sclerosi multipla.  Quello che afferma, infatti, è che non ci sia un legame tra le 2 e che non esistano dimostrazioni che provino che le amalgame in mercurio abbiano effetti tossici per la salute tanto da provocare la sclerosi multipla.  Ciò che l’AISM sottolinea, però, è l’importanza di sottoporsi a controlli periodici dal dentista e di continuare ad avere una buona igiene dentale. Anche tramite l’eventuale uso di farmaci e/o ausili. Alcuni sintomi della malattia, infatti, possono influenzare l’igiene dentale quotidiana. Pensiamo, ad esempio, alla spasticità, ai tremori, alla fatica, alla nevralgia trigeminale.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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cura denti in gravidanza

Cura denti in gravidanza

Cura denti in gravidanza Salute Indice Cura denti in gravidanza La cura denti in gravidanza è di fondamentale importanza.  Spesso accade che le donne abbiano dei problemi ai denti durante il periodo di gestazione. Per questo motivo è necessario che intensifichino l’igiene orale.  Difatti, ci sono delle patologie dentali che possono avere effetti negativi sulla gestazione. Ci riferiamo, ad esempio, alla piorrea. È stato dimostrato che possa essere causa della nascita di feti prematuri o sottopeso. Perché i denti peggiorano durante la gravidanza? Ci sono vari motivi alla base del peggioramento della salute dei denti in gravidanza.  Innanzitutto, la donna subisce un cambiamento degli ormoni nel corpo. Aumenta, infatti, il rilascio di progesterone che causa un’alterazione della flora orale.  Inoltre, arriva più sangue alle gengive che, quindi, sono più sensibili e possono sanguinare o infiammarsi. Nei casi più gravi le gengive possono essere colpite da batteri che portano all’allentamento e alla caduta dei denti.  Muta, poi, l’acidità della saliva e questo può danneggiare lo smalto dei denti o generare carie. Anche la frequente emesi può ripercuotersi negativamente sui denti. Oltre alle gengive, altresì i denti diventano più sensibili al freddo e al caldo a causa dei cambiamenti ormonali. Prevenzione  È essenziale intensificare la cura denti in gravidanza per evitare l’insorgenza di grandi problematiche. Cura denti in gravidanza: quali sono le regole da seguire?  Per mantenere una buona igiene orale è opportuno lavarsi i denti 2 volte al giorno, utilizzare il filo interdentale e usare un dentifricio o un collutorio contenenti fluoro.  Per evitare l’infiammazione delle gengive, può essere utile effettuare delicati massaggi con le dita o con uno spazzolino morbido. Se le gengive sanguinano o sono infiammate, potete ricorrere a camomilla e salvia che hanno un effetto disinfettante e calmante.  Oltre a una minuziosa igiene orale e a regolari controlli dal dentista, anche seguire una dieta povera di zuccheri e ricca di frutta e verdura può evitare lo sviluppo di patologie dentali durante la gravidanza.  Gravidanza e dentista Se sorge la necessità di recarsi dal dentista per risolvere patologie dentali, occorre informare il medico della gravidanza. È raccomandabile rimandare a dopo la gestazione gli interventi chirurgici importanti e le estrazioni dentarie. Queste, infatti, richiedono una radiografia che è meglio evitare in stato interessante. Le otturazioni, invece, sono permesse. Anzi, sono indispensabili in caso di carie perché un’infezione potrebbe propagarsi velocemente. Tuttavia, viene utilizzata la plastica per le otturazioni e non l’amalgama.  L’anestesia locale è eseguibile e non comporta rischi per il bambino in quanto viene eliminata in breve tempo dall’organismo.  In ogni caso, la cosa migliore sarebbe rimandare tutti gli interventi non urgenti ma necessari al secondo trimestre. Si possono fare radiografie ai denti in gravidanza? È meglio limitare le radiografie ai casi strettamente necessari e sono assolutamente da non fare nel primo trimestre di gravidanza.  Qualora la radiografia sia indispensabile, vengono fatti indossare alla donna un grembiule di piombo e una protezione in piombo a tutela della ghiandola tiroidea.  Dentista in gravidanza Di norma, consigliamo di effettuare almeno 2 visite di controllo dal dentista durante lo stato di gravidanza e una seduta di igiene professionale ogni 3 mesi per scongiurare eventuali complicazioni.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Dente incluso

Cosa vuol dire dente incluso? Salute Indice Cosa vuol dire “Dente Incluso”? Un dente incluso è quel dente che non ha concluso, completamente o in parte, la sua eruzione, rimanendo così bloccato in modo parziale o totale all’interno della gengiva o dell’osso. I denti inclusi possono essere di ogni tipologia. Tuttavia i denti che più comunemente rimangono, appunto, inclusi, sono i denti del giudizio.  I terzi molari inclusi sono, quindi, i denti che più di tutti subiscono questa situazione. Per questo motivo, spesso, le persone ricorrono all’estrazione dei denti del giudizio. A livello puramente statistico, gli altri denti che più frequentemente subiscono inclusione dentale sono i canini.  Il dente incluso canino è, dunque, il secondo che si manifesta più frequentemente. In ogni caso, a differenza del dente del giudizio (che appare solitamente tra i 18 e i 25 anni), il canino incluso si manifesta già in età adolescenziale. Quindi intorno ai 10-12 anni di età. Dato che il dente canino ha una funzione sia masticatoria, per cibarsi, che estetica, essendo frontale, il Dentista dovrà correre subito ai ripari.  Anche nel caso di altri denti inclusi, il Dentista deve sempre intervenire il prima possibile. Questo perché un dente incluso preme su tutta la bocca generando problemi correlati di malocclusione o dolore dentale. Non solo malocclusione. Un’inclusione dentale non risolta, porta anche a infiammazioni gengivali causate dalla placca batterica. Cause di dente incluso Il dente incluso può avere diverse cause. Le più frequenti sono: affollamento dentale evento traumatico occorso prima della crescita del dente definitivo alcuni denti storti mancanza di spazio caduta precoce dei denti da latte (durante la dentizione) malattie genetiche Parlando nello specifico della fase di dentizione, la caduta precoce dei denti da latte è causa di dente incluso.  Infatti se perdiamo un dente da latte, molto prima della crescita del definitivo, i denti definitivi circostanti potrebbero prenderne il posto. Creando così il problema dei denti inclusi. La mancanza di spazio è, invece, la causa principale di dente del giudizio incluso. Denti inclusi diagnosi Per diagnosticare un dente incluso il modo migliore è quello di effettuare una radiografia dentale. Per questo motivo i denti inclusi vengono spesso scoperti dopo una panoramica dentale a seguito di visita dentistica.  Non è raro che il paziente, si presenti a visita perché sente dolore alla pressione del dente e abbia spesso una gengiva dolorante e infiammata.  A seguito di radiografia dentale, il dentista esegue diagnosi di dente incluso.  Cosa fare se ho un dente incluso Denti inclusi cosa fare? Nel caso tu abbia un dente incluso, devi affidarti alle cure di un Odontoiatra per l’estrazione o comunque la risoluzione del problema.  Un’inclusione dentale non risolta, può portare infatti problematiche più serie ai denti e alla bocca. Partiamo col dire che l’estrazione non è l’unica terapia possibile. Bisogna valutare caso per caso.  Nel caso di terzo molare incluso, quindi dente del giudizio, l’estrazione è la prassi. Anche perché il terzo molare non ha caratteristiche fondamentali né dal punto di vista estetico né da quello funzionale.  L’estrazione dei denti del giudizio diventa fondamentale quando la loro posizione è critica e dolorosa per il paziente.  Per quanto riguarda l’inclusione dentaria degli altri denti bisogna valutare invece caso per caso.  Per quanto riguarda il canino incluso nella gengiva, ad esempio, esistono dei casi in cui è possibile riportarli in sede senza estrarli.  Con un intervento di trazione possiamo, infatti, far emergere completamente il dente riposizionandolo correttamente nella sua arcata. Senza dover per forza procedere all’estrazione. Bisogna comunque ricordare che, per evitare l’estrazione, bisogna anche riconoscere il problema tempestivamente e iniziare la terapia prima possibile. Al fine di evitare complicanze più gravi e non correre il rischio di perdere il dente. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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