Settembre 2023

Intolleranza-al-Lattosio-breath test

Breath Test Lattosio

Breath Test Lattosio​ Salute Indice Pensi di essere intollerante al lattosio? Sai in cosa consiste il Breath Test Lattosio? Questo esame è indicato qualora si sospetti di essere intolleranti al lattosio. Se vuoi scoprire di più su questo esame leggi ora il nostro articolo sul Breath Test Lattosio. Al termine, potrai prenotare comodamente il tuo esame.  Cos’è il Breath Test Lattosio? Si tratta di un esame che viene impiegato per identificare un’eventuale Intolleranza al Lattosio. Si tratta di un esame semplice, non invasivo e sicuro sia per il paziente che per l’operatore che lo esegue, che  si basa sull’analisi dell’aria espirata dal soggetto prima e dopo l’assunzione di una determinata quantità di lattosio.  Come si svolge? Lo svolgimento di questo esame è molto simile a quanto avviene con i Breath Test al sorbitolo, al lattulosio e al fruttosio.  Il paziente dovrà quindi soffiare all’interno di un apposito sacchetto una prima volta. Successivamente verrà somministrata al paziente una soluzione contenente lattosio. A quel punto, il paziente dovrà soffiare nuovamente ogni 30 minuti per circa tre ore.  Al termine dell’esame si procederà ad effettuare, mediante apposita apparecchiatura, un’analisi dell’aria espirata. Se emergono dall’analisi elevati valori di idrogeno, il test avrà avuto esito positivo.  Questo si basa sul meccanismo mediante il quale, in condizioni normali, l’enzima lattasi è in grado di scindere il lattosio nei suoi due zuccheri più semplici, glucosio e galattosio.  Quando questo enzima non funziona correttamente o è insufficiente, la produzione di idrogeno risulterà elevata in quanto i batteri presenti nel colon né produrranno una maggiore quantità, avendo a disposizione una maggiore quantità di lattosio.  Quando fare Breath Test Lattosio? E’ consigliato effettuare il Lattosio Breath Test in presenza di sintomi che possono essere riconducibili ad un’Intolleranza al Lattosio. Tra i sintomi di Intolleranza al Lattosio troviamo: disturbi gastrointestinali diarrea flatulenza meteorismo Se manifesti questi sintomi dopo aver consumato prodotti come latte o derivati del latte, è consigliato rivolgersi ad uno specialista per una più accurata diagnosi.  Preparazione Il Breath Test Lattosio richiede, da parte della paziente, una preparazione da seguire nei giorni precedenti. Per sottoporsi al test per Intolleranza al Lattosio è necessario: Non mangiare nulla nelle 12 ore precedenti l’esame. La mattina dell’esame bere soltanto mezzo bicchiere di acqua non gassata Evitare di fumare la mattina dell’esame La sera precedente l’esame cenare con riso bollito condito con olio, carne oppure pesce. Non bere acqua frizzante la sera prima dell’esame Nei 7 giorni precedenti l’esame il paziente non deve aver assunto lassativi, fermenti lattici o antibiotici. Puoi continuare a prendere i farmaci assunti quotidianamente con una piccola quantità d’acqua. Ricordati solo di informare che effettua il test degli eventuali farmaci da prescrizione che assumi. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare il tuo Breath Test Lattosio? Prenota comodamente il tuo esame tramite il pulsante qui sotto oppure contattaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere un’email a info@unisalus.it oppure scriverci attraverso la sezione contatti del nostro sito. Prenota Breath Test News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Breath Test Lattosio Leggi tutto »

Intolleranza al Lattosio​​

Intolleranza al Lattosio

Intolleranza al Lattosio​ Salute Indice Intolleranza al Lattosio Cause Le cause che possono comportare l’insorgenza dell’Intolleranza al lattosio possono essere molteplici. Tra queste si annoverano: cause genetiche, correlate soprattutto al fatto che nel codice genetico del paziente è poco presente la porzione che consente di produrre elevate quantità di enzima lattasi riduzione della lattasi a causa di malattie pregresse quali, ad esempio, gastroenteriti o malattie dell’intestino intolleranza congenita al lattosio Come capire se si è intolleranti al lattosio? I sintomi della Intolleranza al Lattosio possono essere differenti. La tipologia e la gravità dei sintomi possono dipendere dalla quantità di lattosio assunto e da quanto carente risulta essere l’enzima lattasi. I sintomi del malassorbimento del lattosio più frequenti sono: flatulenza gonfiore addominale dolore addominale diarrea nausea Diagnosi del Malassorbimento del Lattosio La diagnosi dell’eventuale Intolleranza viene effettuata dal medico specialista attraverso un’apposito esame chiamato Breath Test. Il Breath Test Lattosio è un semplice esame, tramite cui è possibile infatti individuare un’eventuale intolleranza.  Si tratta di un esame semplice, non invasivo che ha una durata complessiva di circa 3 ore. L’esame si basa sull’analisi di un campione di aria espirata dal paziente. Quali Trattamenti? La terapia per l’Intolleranza al Lattosio si basa sull’esclusione, dalla dieta, degli alimenti contenenti questo zucchero. E’ necessario però considerare che molti alimenti che contengono lattosio presentano, al loro interno, altre sostanze nutritive importanti quali, ad esempio, calcio, vitamina A e proteine ad elevato valore biologico. Per questo motivo è fondamentale che le persone intolleranti al lattosio si rivolgano ad uno specialista, al fine di ottenere una dieta equilibrata alle esigenze nutrizionali del singolo individuo.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare il tuo esame per l’Intolleranza al Lattosio? Prenota tramite il pulsante qui sotto oppure chiama il n.0248013784. Puoi anche scriverci all’email info@unisalus.it oppure contattaci tramite la sezione contatti del nostro sito.  Prenota Breath Test Lattosio News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Intolleranza al Lattosio Leggi tutto »

ozonoterapia paravertebrale Centro Medico Unisalus

Ozonoterapia Paravertebrale

Ozonoterapia Paravertebrale In questo articolo parliamo di Ozonoterapia Paravertebrale. Se vuoi scoprire in cosa consiste questa terapia, quali vantaggi fornisce e chi può effettuarla leggi il nostro articolo. Potrai poi prenotare la tua visita per l’ozonoterapia paravertebrale.  Cos’è L’Ozonoterapia? Prima di parlare nel dettaglio dell’Ozonoterapia Paravertebrale facciamo una breve panoramica su che cos’è l’Ozonoterapia.  L’Ozonoterapia è una terapia utilizzata per il trattamento della sintomatologia del dolore. Si tratta di una terapia che può essere utilizzata per il trattamento del dolore cronico, in presenza di mal di schiena, protrusioni discali o fibromialgia.  L’ozonoterapia è un approccio terapeutico innovativo che sfrutta le proprietà curative dell’ozono per alleviare il dolore e promuovere la guarigione nella zona paravertebrale. A Milano, puoi contare su una rete di cliniche specializzate nel fornire trattamenti di ozonoterapia paravertebrale di prima classe. L’Ozonoterapia può essere effettuata, in funzione delle indicazioni fornite dallo specialista, anche per via endovenosa.  Quando fare Ozonoterapia Paravertebrale? L’impiego dell’Ozonoterapia Paravertebrale può essere indicato in presenza di condizioni che comportano la presenza di dolore. Può quindi essere consigliata in presenza di: ernie discali artrosi protrusioni discali fibromialgia Chi può effettuare Ozonoterapia Paravertebrale? Questa tipologia di terapia può essere indicata da Medici specialisti in Terapia del Dolore. Viene indicata, a seguito di una visita medica, sulla base della sintomatologia che il paziente riferisce e sulle evidenze emerse in sede di visita.  Si tratta di una terapia avente molteplici funzioni: presenta infatti una funzione sia antiinfiammatoria che antidolorifica.  I nostri specialisti in ozonoterapia a Milano sono altamente qualificati e dedicati a offrirti il massimo sollievo. Siamo impegnati a fornire trattamenti personalizzati che tengono conto delle tue specifiche esigenze.  Durante questa visita il medico si impegna a fornire ai nostri pazienti informazioni chiare e trasparenti sulle opzioni di trattamento, sui costi e sui tempi di recupero.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare la tua seduta di ozonoterapia paravertebrale oppure effettuare una visita con i nostri medici esperti? Prenota tramite il pulsante qui sotto oppure chiama il n.0248013784.  Prenota la tua visita

Ozonoterapia Paravertebrale Leggi tutto »

PRP capelli

PRP Capelli

PRP Capelli In questo articolo parliamo di PRP per i capelli. Se vuoi scoprire di più su questa metodica di trattamento per i capelli leggi ora il nostro articolo su PRP capelli. Cos’è il PRP? PRP è l’acronimo di plasma ricco di piastrine. Si tratta di una procedura che consiste nell’esecuzione di un semplicissimo prelievo di sangue che, adeguatamente trattato, permette di trattare varie tipi di alopecia non cicatriziale. In questa procedura il sangue prelevato viene poi inserito in un’apposita centrifuga. Questa centrifuga permette di separare il plasma, che è la parte gialla che si osserva nella provetta, dai globuli rossi che invece rappresenta la parte corpuscolata che precipita.  A questo punto si andrà a prelevare la frazione di plasma ricca di piastrine, che contengono appunto alcuni fattori di crescita che sono molto utili per il benessere dei nostri capelli.  A cosa serve il PRP? Il PRP in tricologia viene utilizzato come terapia di supporto per il trattamento dell’alopecia androgenetica.  Dell’alopecia androgenetica sappiamo che affligge, in buona percentuale, sia uomini che donne in maniera importante, al punto tale da essere definita “calvizie comune” . Attraverso la microiniezione, quindi piccole punturine di plasma ricco di piastrine, questa terapia è in grado di fornire un’importante stimolo rigenerativo al follicolo.  Si tratta di una procedura di medicina rigenerativa che può essere applicata non soltanto ai capelli, ma anche in ambito ortopedico e dermatologico.  Come funzione il PRP? Il PRP agisce sul follicolo determinando un aumento della sezione del fusto del capello, consentendo quindi di aumentare lo spessore del capello. Questa tecnica non permette la ricrescita dei capelli nelle aree glabre laddove ormai la calvizia risulti essere conclamata da anni. Chi può eseguire il PRP? La metodica del plasma ricco di proteine per capelli è indicata sia per uomini che per le donne in qualsiasi età. E’ chiaro che una singola seduta non ha senso, si tratta infatti di una terapia che deve essere accompagnata da un numero di sedute che vengono comunque indicate dallo specialista in sede di visita.  Il PRP non ha alcuna controindicazione e non presenta alcun effetto collaterale. Quante sedute di PRP sono necessarie? Generalmente, per ottenere risultati soddisfacenti dal trattamento PRP capelli, sono indicate almeno tre o quattro sedute prima di poter osservare i primi benefici della PRP. La seduta singola, isolata, è infatti poco utile. Normalmente si effettuano una seduta al mese ripetuta per tre o quattro mesi. E’ chiaro che questa indicazione può essere valutata singolarmente dallo specialista in funzione del grado di calvizia e delle singola problematiche del paziente. Si tratta infatti di un piano personalizzato alle singole esigenze del paziente.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una visita tricologica o un trattamento PRP? Prenota tramite il pulsante qui sotto oppure chiama il n.0248013784. Puoi anche contattarci tramite l’indirizzo email info@unisalus.it oppure contattaci tramite la sezione contatti del nostro sito.  Prenota la tua visita

PRP Capelli Leggi tutto »

ozonoterapia unisalus

Ozonoterapia Endovenosa

Ozonoterapia Endovenosa​ Salute Indice La Ozonoterapia Endovenosa è una terapia  che sta guadagnando sempre più attenzione nel campo della medicina. Questa tecnica, che coinvolge l’uso di ozono medicalmente puro e l’infusione endovenosa, offre una serie di benefici notevoli per i pazienti in diverse condizioni di salute. Se vuoi scoprire di più sull’Ozonoterapia leggi ora il nostro articolo! Al termine dell’articolo puoi prenotare la tua visita di Terapia del Dolore.  Cos’è l’ozonoterapia endovenosa? L’Ozonoterapia è una metodica terapeutica avente una funzione antinfiammatoria e antidolorifica.  Si tratta di una terapia che può essere indicata, dal medico specialista in Terapia del Dolore, in presenza di molteplici patologie, soprattutto per quanto concerne quelle malattie che determinano la comparsa di dolore cronico o di Fibromialgia.  Quando effettuare Ozonoterapia? Come abbiamo detto, l’Ozonoterapia può essere utilizzata in presenza di pazienti che presentino patologie o problematiche correlate al dolore cronico. Può essere indicata presenza di: mal di schiena  artrite reumatismi fibromialgia dolori causati da ernia del disco protrusioni discali Chi esegue l’Ozonoterapia Endovenosa? Questa terapia può essere indicata dallo specialista di Terapia del Dolore a seguito di una visita. Durante questa visita infatti il medico, oltre a raccogliere i dati sull’anamnesi del paziente, effettuerà un’esame obiettivo del paziente e indicherà ad esso la migliore terapia sulla base delle evidenze emerse in sede di visita. Durante la visita, il medico spiegherà inoltre al paziente come avviene questa terapia e le indicazioni concernente la durata e le modalità del trattamento. Benefici dell’Ozonoterapia Endovenosa Tra i benefici dell’Ozonoterapia Endovenosa troviamo: Riduzione dell’Infiammazione, l‘ozonoterapia ha dimostrato di avere effetti anti-infiammatori, il che la rende utile per il trattamento di condizioni croniche infiammatorie come l’artrite. Azione Antidolorifica grazie all’induzione della produzione di endorfine. Azione analgesica, importante per il rilassamento muscolare e la vasodilatazione.  Ozonoterapia Endovenosa Controindicazioni Generalmente la terapia mediante Ozonoterapia Endovenosa non presenta particolari controindicazioni. Si tratta infatti di una procedura sicura, sia per il paziente che per l’operatore che la esegue. In sintesi, la ozonoterapia endovenosa offre una serie di vantaggi per la salute e ha un ampio spettro di applicazioni. Tuttavia, la decisione di sottoporsi a questo trattamento dovrebbe essere presa in consultazione con un professionista medico esperto. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Seduta di Ozonoterapia Endovenosa con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Seduta Endovenosa News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Ozonoterapia Endovenosa Leggi tutto »

cannabis

Chi può accedere alla cannabis terapeutica?

Chi può accedere alla Cannabis terapeutica? Salute Indice La cannabis terapeutica viene impiegata nel trattamento di decine di malattie, in particolare quelle neurodegenerative. Può essere usata per contrastare: Dolore cronico moderato-severo refrattario alle terapie farmacologiche attualmente disponibili; Analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale) resistente alle terapie convenzionali; Analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno) in cui il trattamento con antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi si sia rivelato inefficace; Effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV, che non può essere ottenuto con trattamenti tradizionali; Effetto stimolante l’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, che non può essere ottenuto con trattamenti standard; Effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali; Riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette che non può essere ottenuta con trattamenti standard. Qual è la normativa di riferimento? La normativa di riferimento è la Legge 94/98 del 2015. Il medico che prescrive tale tipologia di terapia deve occuparsi delle seguenti azioni: Sottoporre il paziente alla visita di terapia del dolore Acquisire il consenso informato e firmato dal paziente, che spieghi i rischi della terapia e possibili effetti collaterali Compilare la scheda di raccolta dati Predisporre il piano terapeutico per la prescrizione di cannabis indicando in tale piano preparazione, forma farmaceutica, modalità di assunzione e posologia della terapia. Utilizzo della Cannabis terapeutica Cannabis terapeutica per quali patologie? L’ elenco delle malattie (non esaustivo ma indicativo) per cui è possibile accedere all’uso terapeutico della Cannabis sono: Fibromialgia Sclerosi Multipla Dolori cronici e oncologici Cachessia Disturbi legati alla chemioterapia Glaucoma Sindrome di Tourette Per effettuare una visita con Medici Esperti del Centro Medico Unisalus, chiama il numero 02.48.013.784 oppure scrivici alla mail info@unisalus.it o sul form nella sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Chi può accedere alla cannabis terapeutica? Leggi tutto »

microbiota intestinale unisalus

Microbiota Intestinale

Come si fa il test del microbiota intestinale? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute In questo Articolo Parliamo di: Prenota Esame Microbiota Il microbiota intestinale è l’insieme dei microrganismi presenti all’interno del nostro intestino. Per valutare la composizione del microbiota è presente un’apposito esame, che consente di valutare il microbiota sia in termini di composizione che di funzionalità. Leggi il nostro articolo se vuoi scoprire di più! Al termine dell’articolo, se vorrai, potrai prenotare il tuo test del Microbiota.  Cos’è il Microbiota Intestinale? Con questo termine si intende l’insieme dei miliardi di microrganismi presenti nel nostro tubo digerente. Rientrano in questa categoria i funghi, inclusi lieviti e muffe, i batteri e i protozoi che compongono il nostro microbiota. Il Microbiota Intestinale svolge, all’interno del nostro organismo, molteplici funzioni:  funzioni immunitarie funzione digestive aiuta nella biosintesi delle vitamine, specialmente nel caso della vitamina B12 regola il nostro metabolismo e la sensazione di sazietà Da cosa è influenzato? Ci sono molteplici fattori che possono influenzare la composizione del microbiota intestinale. Tra questi si annoverano: fattori ambientali assunzione di farmaci presenza di patologie quali depressione o insonnia Il fattore che più influenza la composizione è però quello rappresentato dall’alimentazione. Un’alimentazione sana, equilibrata, abbinata ad una buona dose di attività fisica permette infatti di mantenere in equilibrio il proprio microbiota.  Differenza tra Microbiota Intestinale e Microbioma Questi due termini vengono spesso, erroneamente, utilizzati come sinonimi. Si tratta in realtà di due termini aventi significati differenti.  Mentre il microbiota intestinale descrive la popolazione di microrganismi che presente nel nostro intestino, il termine microbioma intestinale descrive la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota. Esame del Microbiota Intestinale L’analisi del Microbiota Intestinale viene condotto mediante un’analisi delle feci. Questo esame consiste in un’indagine non invasiva che consente di rilevare segni di problemi gastrointestinali, inclusi disturbi come la sindrome dell’intestino irritabile, malattie infiammatorie intestinali e infezioni.  Il Test del Microbiota Intestinale consente, attraverso il semplice esame del campione di feci, di verificare la composizione del microbiota intestinale permettendo allo specialista di ottenere un quadro più dettagliato della composizione del nostro intestino. Questo esame viene condotto sempre dopo una raccolta di informazioni anamnestiche, che viene condotta dal medico specialista prima dell’effettuazione dell’esame. L’analisi del microbiota, d’altra parte, va oltre la semplice rilevazione di patologie. Non si tratta infatti di un’esame diagnostico, bensì di un esame che esamina la composizione e la diversità dei batteri intestinali, identificando squilibri che possono influire sulla salute generale. Un microbiota equilibrato è essenziale per una buona digestione, un sistema immunitario forte e persino l’umore. Alimentazione e Microbiota  Come abbiamo già detto, un’aspetto rilevante è quello correlato alla dieta dell’individuo. Ecco alcuni semplici consigli per mantenere in equilibrio il proprio microbiota: Consumare frutta, verdura, legumi e cereali non raffinati. Prediligere infatti alimenti contenenti elevate quantità di prebiotici aiuta a mantenere una maggiore diversità nella composizione microbica Evitare il consumo di alimenti contenenti elevate quantità di acidi grassi saturi poiché questi sono in grado di determinare l’insorgenza di alcune condizione quali, ad esempio, la Disbiosi Intestinale Adottare una dieta variegata ed equilibrata, che aiuta a mantenere una variegata biodiversità nel proprio intestino Praticare attività fisica. Studi hanno infatti evidenziato che lo sport contribuisce a migliorare la composizione del microbiota intestinale.  Quanto costa il test del Microbiota Intestinale? Presso il Centro Medico Unisalus è possibile eseguire il Test del Microbiota al costo di 250€.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare il tuo esame del Microbiota Intestinale?  Prenota la tua visita e il tuo esame tramite il pulsante qui sotto oppure chiama il n.0248013784. Puoi anche scriverci un’email a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito.  Prenota Esame Microbiota NEWS PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Microbiota Intestinale Leggi tutto »

bruciore ai piedi e fibromialgia

Bruciore ai piedi e Fibromialgia

Bruciore ai piedi e Fibromialgia Il bruciore ai piedi è un sintomo fastidioso che può essere associato a diverse condizioni, tra cui la Fibromialgia. Se vuoi scoprire di più su questo argomento, leggi ora il nostro articolo. Al termine potrai comodamente prenotare la tua visita per Fibromialgia.   Fibromialgia e bruciore ai piedi Il bruciore ai piedi rappresenta una problematica rilevante per molteplici persone. Questo disturbo cronico del sistema nervoso centrale colpisce infatti milioni di persone in tutto il mondo, e spesso è accompagnato da sensazioni dolorose e strane nei piedi. Molto spesso questa condizione è correlata alla Fibromialgia, una patologia reumatica particolarmente difficile da diagnosticare caratterizzata da un dolore cronico diffuso. Si tratta in particolare di un dolore polidistrettuale, che interessa quindi più parti del corpo quali, ad esempio, colonna vertebrale, spalle, braccia, polsi e appunto piedi. Sintomi di Bruciore ai Piedi nella Fibromialgia Le persone che soffrono di Sindrome Fibromialgica possono sperimentare una vasta gamma di sintomi, tra cui il bruciore ai piedi. Altri sintomi tipici della Fibromialgia possono essere: Stanchezza cronica Alterata o aumentata percezione del dolore Depressione o Ansietà Disturbi del sonno Questo dolore può variare da una sensazione di formicolio o pizzicore a una sensazione di calore eccessivo. È importante notare che il bruciore ai piedi nella Fibromialgia è spesso cronico e può essere difficile da gestire. Per questo motivo è fondamentale rivolgersi ad uno specialista che, a seguito di una visita, potrà indicare la miglior gestione e il miglior trattamento sulla base dei sintomi del paziente.  Cause Le cause esatte del bruciore ai piedi nella Fibromialgia non sono completamente comprese, ma alcuni fattori possono contribuire a questo sintomo. La Fibromialgia è caratterizzata, infatti, da una sensibilità aumentata ai segnali del dolore, e ciò potrebbe rendere i piedi particolarmente sensibili alle sensazioni di bruciore. Alla base dell’insorgenza di questa sindrome si ritiene vi siano, tra le altre, cause di tipo genetico e ambientale. Alcuni fattori, quali riattivazione immunitaria da parte di virus herpetici o disordini endocrini, possono concorrere all’insorgenza della Fibromialgia. Gestione del Bruciore ai Piedi nella Fibromialgia La gestione del bruciore ai piedi nella Fibromialgia può essere sfidante, ma esistono diverse strategie che possono aiutare a migliorare la qualità della vita. La Fibromialgia può essere trattata mediante l’Ozonoterapia. Questo approccio terapeutico viene indicato dallo specialista di Terapia del Dolore sulla base delle evidenze emerse in sede di visita. Un ulteriore terapia che può aiutare per la Fibromialgia è rappresentata dall’agopuntura. Questa terapia infatti permette una corretta gestione del dolore causato dalla sindrome Fibromialgica. Altri consigli utili per gestire il bruciore dei piedi nella Fibromialgia possono essere: Rivolgersi ad fisioterapista che può suggerire esercizi mirati per migliorare la forza e la flessibilità dei muscoli dei piedi. Adottare uno stile di vita sano: Mantenere uno stile di vita sano con una dieta equilibrata e regolare attività fisica può contribuire a ridurre i sintomi. Gestire correttamente lo stress: La gestione dello stress può essere cruciale per le persone con Fibromialgia, poiché lo stress può aggravare i sintomi. In conclusione, il bruciore ai piedi nella Fibromialgia è un sintomo comune che può essere gestito efficacemente con il supporto del tuo medico e una combinazione di trattamenti. Consulta sempre uno specialista di Terapia del Dolore per una diagnosi accurata e un piano di trattamento personalizzato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una visita per Fibromialgia? Prenota comodamente tramite il pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scriverci all’indirizzo email info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito.  Prenota la tua visita

Bruciore ai piedi e Fibromialgia Leggi tutto »

placche alle tonsille

Placche alle tonsille

Placche alle tonsille​ Salute Indice Le placche alle tonsille rappresentano un disturbo comune, e sono spesso accompagnate da sintomi come mal di gola, difficoltà a deglutire e febbre.  Questo articolo approfondirà le cause principali delle placche alla gola, i sintomi, i rimedi efficaci e le strategie di prevenzione, fornendo una guida completa per comprendere e affrontare questa condizione. Cosa sono le placche alle tonsille? Le placche alle tonsille sono depositi biancastri o giallastri che si formano sulla superficie delle tonsille, spesso causati da un’infiammazione o un’infezione. Sono l’espressione di un processo infiammatorio che può colpire non solo le tonsille, ma anche la gola, il palato molle e l’ugola. Per determinare la natura e la causa è necessaria una diagnosi accurata. Il medico potrebbe eseguire un tampone faringeo per identificare eventuali batteri, come lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A, o richiedere esami del sangue per escludere infezioni virali come la mononucleosi. Questo disturbo, noto anche come placche alla gola, può essere accompagnato da dolore alla gola, febbre e difficoltà a deglutire. Le cause e i sintomi possono essere variegati e di seguito troverai una disamina dei più comuni. Un trattamento adeguato è essenziale per evitare complicazioni come ascessi peritonsillari o febbre reumatica. Sintomi delle placche alle tonsille I sintomi associati alle placche alle tonsille variano a seconda della causa, ma includono spesso: Macchie bianche o giallastre sulle tonsille: visibili durante un’osservazione diretta della gola. Mal di gola: che può essere lieve o intenso. Difficoltà a deglutire: dovuta all’infiammazione e al gonfiore delle tonsille. Alitosi: spesso presente a causa dell’accumulo di batteri. Febbre: un segnale comune di infezione in corso. Ingrandimento dei linfonodi del collo: indice di una reazione immunitaria. Cause delle placche alle tonsille Le placche possono derivare da diverse condizioni, tra cui: 1. Infezioni virali Le infezioni virali, come il comune raffreddore, l’influenza o la mononucleosi, sono cause frequenti di placche alle tonsille. Questi agenti patogeni tendono a scatenare una reazione immunitaria che provoca l’accumulo di materiale purulento sulle tonsille. Spesso, queste infezioni sono accompagnate da sintomi sistemici come febbre leggera, malessere generale e congestione nasale. 2. Infezioni batteriche Un’infezione batterica, come quella causata dallo streptococco di gruppo A, è una delle principali responsabili delle placche alle tonsille. In questi casi, le placche sono solitamente più estese e accompagnate da febbre alta, dolore acuto alla gola e ingrossamento dei linfonodi cervicali. Se non trattate adeguatamente, le infezioni batteriche possono portare a complicanze come ascessi peritonsillari, che richiedono un drenaggio chirurgico, o febbre reumatica, una condizione che può colpire il cuore e le articolazioni. La diagnosi tempestiva e il trattamento con antibiotici sono essenziali per evitare tali complicazioni. 3. Tonsillite La tonsillite è un’infiammazione delle tonsille che può essere di origine virale o batterica. Nei casi più gravi, la presenza di placche è accompagnata da un marcato gonfiore delle tonsille, difficoltà respiratorie e disfagia. Questa condizione richiede spesso una valutazione medica per stabilire il trattamento adeguato. 4. Altre cause Le placche possono essere associate anche a condizioni meno comuni, come la tonsillite cronica, che determina un’infiammazione persistente delle tonsille con episodi ricorrenti di infezione. Inoltre, una scarsa igiene orale o l’esposizione a sostanze irritanti come il fumo di sigaretta possono favorire l’accumulo di batteri e la formazione di placche. Rimedi per le placche alle tonsille Il trattamento delle placche alle tonsille dipende strettamente dalla causa sottostante e deve essere sempre guidato da un medico. Nel caso di infezioni batteriche, gli antibiotici rappresentano la terapia di elezione, in grado di eliminare l’agente patogeno e ridurre rapidamente i sintomi. In caso di infezioni virali, il trattamento mira a gestire i sintomi: antinfiammatori e analgesici possono essere prescritti per alleviare il dolore e migliorare la deglutizione, mentre il riposo e un’adeguata idratazione sono fondamentali per sostenere il sistema immunitario. Nei casi più complessi, come tonsilliti ricorrenti o ascessi peritonsillari, il medico può valutare l’opportunità di un intervento chirurgico di tonsillectomia. Questo approccio è particolarmente indicato per prevenire episodi futuri e migliorare la qualità di vita del paziente. Prevenzione delle placche alla gola La prevenzione delle placche alla gola richiede alcune semplici ma efficaci abitudini quotidiane per ridurre il rischio di infezioni e mantenere il benessere del cavo orale e della gola. È fondamentale mantenere una buona igiene orale, lavando i denti almeno due volte al giorno con un dentifricio di qualità e utilizzando il filo interdentale per rimuovere i residui di cibo tra i denti. L’uso regolare di un collutorio antibatterico può aiutare a eliminare i batteri che potrebbero accumularsi nella bocca, riducendo così il rischio di infiammazioni. Anche lavarsi frequentemente le mani è un gesto essenziale per prevenire la formazione di placche alla gola, poiché riduce il rischio di contrarre infezioni batteriche o virali che potrebbero coinvolgere il cavo orale. Durante i periodi di maggiore incidenza di influenze e raffreddori, è importante evitare il contatto diretto con persone malate o con oggetti contaminati. Evitare il fumo e l’esposizione a sostanze irritanti come polveri o sostanze chimiche aggressive è un ulteriore passo per proteggere la salute della gola. Questi agenti irritanti possono indebolire le difese naturali del tessuto orofaringeo, rendendolo più suscettibile alle infezioni. Infine, mantenere uno stile di vita sano, che includa un’alimentazione equilibrata ricca di vitamine, può rafforzare il sistema immunitario e contribuire a prevenire problemi come le placche alla gola. Quando rivolgersi al medico È consigliabile consultare un medico se: I sintomi persistono per più di 3-4 giorni. La febbre supera i 38°C. Si manifestano difficoltà respiratorie o gonfiore marcato. Il dolore è molto intenso o si estende alle orecchie. Il medico potrebbe eseguire un tampone faringeo per identificare la causa dell’infezione e prescrivere il trattamento più adeguato. In conclusione Le placche alle tonsille sono un disturbo comune ma che può nascondere cause importanti, come infezioni batteriche o complicazioni legate a infiammazioni croniche. Una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato sono fondamentali per evitare complicanze e migliorare la qualità di vita. Se stai riscontrando sintomi persistenti o hai dubbi sulla tua condizione, affidati a uno specialista. Prenota una visita otorinolaringoiatrica

Placche alle tonsille Leggi tutto »