Marzo 2024

Quali sono i sintomi della gonorrea?

quali sono i sintomi della gonorrea?

Quali sono i sintomi della gonorrea? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Ginecologia In questo Articolo Parliamo di: Quali Sono i Sintomi della Gonorrea La gonorrea è un’infezione sessualmente trasmissibile (IST) comune che può causare gravi complicazioni se non trattata tempestivamente. In questo articolo, esamineremo i sintomi della gonorrea, quanto è pericolosa questa infezione, come si cura e cosa la causa. La gonorrea può essere asintomatica in molti casi, soprattutto nelle donne. Tuttavia, quando si manifestano, i sintomi della gonorrea possono includere: 1. Secrezione di muco o pus dal pene o dalla vagina.2. Dolore o bruciore durante la minzione.3. Dolore pelvico nelle donne.4. Dolore o gonfiore dei testicoli negli uomini.5. Sanguinamento vaginale anomalo nelle donne.6. Prurito anale. È importante notare che i sintomi della gonorrea possono essere simili ad altre condizioni, quindi è essenziale consultare un medico per una diagnosi accurata se si sospetta di avere questa infezione. Quanto è Pericolosa? Se non trattata, la gonorrea può portare a gravi complicazioni sia per gli uomini che per le donne. Tra queste complicazioni vi sono: 1. Infertilità: L’infezione non trattata può causare danni alle tube di Falloppio nelle donne e ai condotti deferenti negli uomini, rendendo difficile o impossibile concepire.2. Malattie infiammatorie pelviche (PID): La gonorrea non trattata può diffondersi nell’utero e nelle tube di Falloppio nelle donne, causando PID, che può portare a dolore pelvico cronico e infertilità.3. Prostatite: Negli uomini, l’infezione può diffondersi alla prostata, causando infiammazione e dolore.4. Complicazioni durante la gravidanza: La gonorrea non trattata può aumentare il rischio di aborto spontaneo, parto prematuro e trasmissione dell’infezione al neonato durante il parto. La gonorrea può anche aumentare il rischio di contrarre altre IST, compreso l’HIV. Come Si Cura? La gonorrea può essere trattata con successo con antibiotici. Tuttavia, è importante seguire il regime antibiotico prescritto dal medico e completare il ciclo completo di trattamento, anche se i sintomi scompaiono prima. È inoltre consigliabile evitare qualsiasi forma di attività sessuale durante il trattamento e attendere fino a quando entrambi i partner non hanno completato il trattamento e ricevuto una conferma medica della guarigione. Cosa Causa la Gonorrea? La gonorrea è causata da un batterio chiamato Neisseria gonorrhoeae, che può infettare l’uretra, il collo dell’utero, la vagina, l’ano e la gola. La trasmissione avviene principalmente attraverso il contatto sessuale non protetto con una persona infetta. La gonorrea può anche essere trasmessa dalla madre al neonato durante il parto. In conclusione, la gonorrea è un’infezione sessualmente trasmissibile che può causare gravi complicazioni se non trattata. È importante riconoscere i sintomi della gonorrea e consultare immediatamente un medico se si sospetta di avere l’infezione. Con un trattamento tempestivo e appropriato, la gonorrea può essere curata con successo e le complicazioni possono essere evitate. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Ginecologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Ginecologia NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Che cos’è l’iperidrosi ai piedi?

Che cos’è l’iperidrosi ai piedi?

Che cos’è l’iperidrosi ai piedi?​ Dermatologia Indice Che Cos’è l’Iperidrosi ai Piedi L’iperidrosi ai piedi è una condizione caratterizzata da una sudorazione eccessiva dei piedi, che può essere sgradevole e causare disagio fisico e sociale. In questo articolo, esamineremo che cos’è l’iperidrosi ai piedi, come si manifesta, a cosa è dovuta, come si cura e come si ferma questa condizione. Che Cos’è? L’iperidrosi ai piedi è una condizione caratterizzata da una produzione eccessiva di sudore da parte delle ghiandole sudoripare presenti sulla pianta dei piedi e sulle piante plantari. Questo eccesso di sudore può rendere i piedi costantemente umidi e favorire la proliferazione di batteri e funghi, causando odore sgradevole e aumentando il rischio di infezioni cutanee come la micosi. A Cosa è Dovuta? Le cause esatte dell’iperidrosi ai piedi non sono completamente comprese, ma si ritiene che possano essere influenzate da diversi fattori, tra cui: 1. Fattori genetici: L’iperidrosi può essere ereditata e quindi avere una componente genetica. 2. Disfunzione del sistema nervoso autonomo: Il sistema nervoso autonomo, che controlla le funzioni involontarie del corpo, potrebbe essere iperattivo nei pazienti con iperidrosi, causando una produzione eccessiva di sudore. 3. Condizioni mediche sottostanti: Alcune condizioni mediche come l’ipertiroidismo, il diabete e l’obesità possono essere associate a un aumento della sudorazione dei piedi. 4. Fattori ambientali: Il caldo e l’umidità possono aumentare la sudorazione dei piedi, aggravando i sintomi dell’iperidrosi. Come Si Manifesta l’Iperidrosi ai Piedi? I sintomi dell’iperidrosi ai piedi possono variare da persona a persona, ma tipicamente includono: Piedi costantemente umidi o bagnati. Sensazione di disagio e fastidio a causa dell’umidità. Odore sgradevole causato dalla proliferazione di batteri e funghi. Aumento del rischio di sviluppare infezioni cutanee come la micosi. Compromissione della qualità della vita a causa di disagio fisico e sociale. Come Si Cura? Esistono diversi approcci per il trattamento dell’iperidrosi ai piedi, tra cui: 1. Antiperspiranti: Prodotti contenenti sali di alluminio possono aiutare a ridurre la sudorazione eccessiva dei piedi. Possono essere applicati direttamente sulla pelle prima di coricarsi. 2. Terapia ionoforesi: Questa tecnica utilizza una corrente elettrica per bloccare temporaneamente le ghiandole sudoripare e ridurre la produzione di sudore. 3. Iniezioni di tossina botulinica: La tossina botulinica può essere iniettata nella pianta dei piedi per bloccare temporaneamente i segnali nervosi che stimolano la sudorazione eccessiva. 4. Terapia con laser: Alcuni trattamenti laser possono essere utilizzati per distruggere le ghiandole sudoripare e ridurre la produzione di sudore. 5. Chirurgia: Nei casi più gravi e resistenti agli altri trattamenti, è possibile considerare la simpatectomia, un intervento chirurgico che coinvolge la rimozione delle ghiandole sudoripare responsabili della sudorazione eccessiva. Come Si Ferma? Fermare completamente l’iperidrosi ai piedi può essere difficile, ma è possibile gestire e ridurre i sintomi attraverso i trattamenti sopra menzionati. È importante consultare un medico dermatologo per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato, in quanto la scelta del trattamento dipenderà dalla gravità della condizione e dalle esigenze individuali del paziente. In conclusione, l’iperidrosi ai piedi è una condizione comune che può causare disagio fisico e sociale. Tuttavia, esistono diversi trattamenti efficaci disponibili per gestire e ridurre i sintomi dell’iperidrosi ai piedi. Consultare un medico dermatologo è il primo passo per ottenere una valutazione accurata e un trattamento appropriato per questa condizione. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dermatologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Dermatologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dermatologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come si sblocca la spalla congelata?

Come si sblocca la spalla congelata

Come si sblocca la spalla congelata?​ Fisioterapia Indice Come Si Sblocca la Spalla Congelata La spalla congelata è una condizione dolorosa e limitante che può causare rigidità e difficoltà nei movimenti del braccio. In questo articolo, esamineremo come si sblocca la spalla congelata, quanto tempo ci vuole per sfiammare la spalla, perché viene la spalla congelata, i sintomi associati e quando il dolore alla spalla deve preoccupare. Come Si Sblocca? Sbloccare una spalla congelata può richiedere tempo e un trattamento adeguato. Alcuni dei metodi utilizzati per migliorare la mobilità della spalla includono: 1. Terapia fisica: Gli esercizi di stretching e rinforzo possono aiutare a migliorare la flessibilità e la forza muscolare intorno alla spalla. 2. Terapia manuale: Manipolazioni e mobilizzazioni eseguite da un fisioterapista possono aiutare a rompere le aderenze e migliorare la mobilità articolare. 3. Iniezioni di cortisone: Le iniezioni di corticosteroidi direttamente nella spalla possono ridurre l’infiammazione e il dolore, facilitando così il movimento. 4. Terapia dell’onda d’urto: Questa procedura utilizza onde sonore ad alta energia per stimolare la guarigione dei tessuti e ridurre il dolore. 5. Chirurgia: Nei casi più gravi e persistenti, la chirurgia può essere necessaria per rimuovere le aderenze e ripristinare la mobilità della spalla. È importante consultare un medico o un fisioterapista per determinare il miglior approccio di trattamento basato sullo specifico caso di spalla congelata. Quanto Tempo Ci Vuole per Sfiammare la Spalla? Il tempo necessario per sfiammare una spalla infiammata può variare da persona a persona e dipende dalla gravità della condizione e dalla risposta al trattamento. In alcuni casi, i sintomi possono migliorare entro poche settimane con terapia fisica e farmaci anti-infiammatori. Tuttavia, in casi più gravi, può essere necessario un periodo più lungo di trattamento per ottenere un sollievo completo. Perché Viene? Le cause esatte della spalla congelata non sono completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori possa contribuire allo sviluppo della condizione. Alcuni dei fattori di rischio noti includono: 1. Trauma o lesioni alla spalla: Incidenti o cadute possono danneggiare i tessuti della spalla e causare infiammazione e rigidità. 2. Condizioni mediche: La spalla congelata può essere associata a condizioni come il diabete, la malattia di Parkinson e la tiroidite. 3. Periodi di immobilizzazione: Lunghi periodi di inattività o immobilizzazione della spalla, ad esempio a seguito di un intervento chirurgico o un infortunio, possono aumentare il rischio di sviluppare aderenze e rigidità articolari. Che Sintomi si hanno? I sintomi della spalla congelata possono includere: 1. Dolore persistente e sordo nella spalla.2. Rigidità e difficoltà nei movimenti del braccio, soprattutto durante il sollevamento o l’estensione.3. Limitazione della gamma di movimento della spalla.4. Dolore che peggiora di notte o durante l’utilizzo della spalla.5. Difficoltà nel vestirsi o nell’eseguire attività quotidiane che coinvolgono il movimento della spalla. Quando il Dolore alla Spalla Deve Preoccupare? Il dolore alla spalla dovrebbe essere motivo di preoccupazione quando è persistente, grave o limitante, soprattutto se è accompagnato da altri sintomi come febbre, perdita di peso involontaria o debolezza muscolare. Inoltre, se il dolore alla spalla è il risultato di un trauma grave o di un incidente, è importante cercare immediatamente assistenza medica per valutare la gravità delle lesioni. In conclusione, la spalla congelata è una condizione dolorosa e limitante che può richiedere un trattamento mirato per migliorare la mobilità e ridurre il dolore. Con un’adeguata terapia fisica, farmaci anti-infiammatori e altri interventi, è possibile sbloccare la spalla e ripristinare la funzione articolare. Tuttavia, è importante consultare un medico per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Fisioterapica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Fisioterapica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Fisioterapica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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quali sono i sintomi del QT lungo?

quali sono i sintomi del QT lungo?

Quali sono i sintomi del QT lungo?​ Cardiologia Indice Quali Sono i Sintomi del QT Lungo Il QT lungo è una condizione cardiaca che può essere associata a diversi rischi e complicazioni. In questo articolo, esamineremo i sintomi del QT lungo, quando questa condizione è pericolosa, il significato di QT, cosa evitare con il QT lungo e quali farmaci possono prolungare il QT. Sintomi del QT Lungo I sintomi del QT lungo possono variare da persona a persona e possono includere: 1. Palpitazioni o sensazione di battito cardiaco irregolare.2. Svenimenti o episodi di sincope.3. Vertigini o sensazione di testa leggera.4. Mancanza di respiro o difficoltà respiratorie.5. Dolore toracico o oppressione al petto.6. Sensazione di debolezza generale o affaticamento. È importante notare che molte persone con QT lungo possono essere asintomatiche o possono sperimentare solo sintomi occasionali. Tuttavia, la presenza di sintomi, soprattutto svenimenti o palpitazioni, dovrebbe essere presa molto seriamente e richiedere una valutazione medica immediata. Quando il QT Lungo è Pericoloso? Il QT lungo può essere pericoloso quando aumenta il rischio di aritmie cardiache potenzialmente fatali, come la torsione di punta, che può portare a svenimenti improvvisi, sincope o addirittura arresto cardiaco improvviso. La gravità della condizione dipende dalla durata del QT e dalla presenza di altri fattori di rischio cardiaci. Inoltre, il QT lungo può aumentare il rischio di eventi cardiaci gravi durante situazioni di stress fisico o emotivo, come l’esercizio fisico intenso o situazioni di ansia o panico. Significato di QT Il QT è un intervallo elettrocardiografico che rappresenta il tempo tra l’inizio della depolarizzazione ventricolare e il completamento della ripolarizzazione ventricolare. In altre parole, il QT indica il periodo durante il quale il cuore si contrae e si rilassa completamente. Un QT lungo significa che il cuore impiega più tempo del normale per ripolarizzarsi completamente, aumentando così il rischio di aritmie ventricolari. Cosa Evitare con il QT Lungo? Per ridurre il rischio di complicazioni legate al QT lungo, è consigliabile evitare: 1. L’assunzione di farmaci noti per prolungare il QT, come alcuni antibiotici, antifungini, antipsicotici, antidepressivi e farmaci per il controllo del ritmo cardiaco. È importante consultare sempre un medico prima di assumere qualsiasi nuovo farmaco, soprattutto se si ha una storia di QT lungo.2. L’abuso di sostanze come alcol e droghe, che possono influenzare il ritmo cardiaco.3. Situazioni di stress eccessivo, che possono aumentare il rischio di aritmie cardiache.4. L’eccessivo consumo di caffeina o altre sostanze stimolanti, che possono influenzare il ritmo cardiaco. Farmaci che Prolungano il QT Alcuni farmaci noti per prolungare il QT includono: 1. Antibiotici macrolidi, come azitromicina e eritromicina.2. Antifungini azolici, come fluconazolo e itraconazolo.3. Antipsicotici, come clozapina e olanzapina.4. Alcuni antidepressivi, come citalopram e escitalopram. È importante sottolineare che non tutti i pazienti che assumono questi farmaci sviluppano QT lungo, ma il rischio aumenta con dosi elevate o con l’uso prolungato. In conclusione, il QT lungo è una condizione cardiaca che può essere associata a sintomi come palpitazioni, svenimenti e difficoltà respiratorie. È importante consultare un medico se si sospetta di avere questa condizione per una valutazione accurata e per determinare il miglior approccio di gestione e trattamento. Evitare farmaci noti per prolungare il QT e adottare uno stile di vita sano possono contribuire a ridurre il rischio di complicazioni legate al QT lungo. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Cardiologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Cardiologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Cardiologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Cosa succede se si ferma l’eiaculazione?​​

Cosa succede se si ferma l’eiaculazione?

Cosa succede se si ferma l’eiaculazione? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute In questo Articolo Parliamo di: Cosa Succede se si Ferma l’Eiaculazione Quando l’uomo deve svuotarsi? Cosa succede se non si eiacula da tanto tempo? A quale età non si eiacula più? Queste sono domande comuni che molti uomini si pongono riguardo all’eiaculazione e alla sua frequenza. In questo articolo, esploreremo cosa accade se si ferma l’eiaculazione, i potenziali rischi associati a non eiaculare per un lungo periodo e a quale età potrebbe diminuire la frequenza dell’eiaculazione. Quando l’Uomo Deve Svuotarsi? La frequenza dell’eiaculazione può variare notevolmente da individuo a individuo. Non esiste una regola fissa su quanto spesso un uomo debba eiaculare. Alcuni uomini possono sentirsi il bisogno di eiaculare più frequentemente di altri, mentre per altri può essere meno frequente. Tuttavia, la maggior parte degli esperti ritiene che non ci sia nulla di dannoso nell’evitare l’eiaculazione per un breve periodo di tempo. Il corpo umano è in grado di assorbire e riciclare lo sperma non eiaculato senza causare problemi di salute. Cosa Succede se non si Eiacula da Tanto Tempo? Se un uomo evita l’eiaculazione per un lungo periodo, potrebbero verificarsi alcuni effetti collaterali. Uno dei principali rischi è l’accumulo di sperma vecchio e inattivo negli epididimi, i tubi che trasportano lo sperma dai testicoli al pene. Questo può portare a un aumento del rischio di infezioni e infiammazioni degli epididimi, noti come epididimite. Inoltre, la mancanza di eiaculazione può causare un aumento della tensione sessuale e della frustrazione, che potrebbe influenzare negativamente il benessere psicologico e emotivo di un individuo. Alcuni uomini potrebbero sperimentare un aumento del desiderio sessuale o una diminuzione della libido a causa della mancanza di rilascio di tensione sessuale. A Quale Età non si Eiacula Più? Non esiste un’età specifica in cui gli uomini smettono completamente di eiaculare. La frequenza dell’eiaculazione può diminuire naturalmente con l’avanzare dell’età a causa di cambiamenti ormonali, ridotta libido e altri fattori fisici e psicologici. Tuttavia, è importante notare che la capacità di eiaculare può persistere fino a tarda età, anche se potrebbe essere necessario più tempo per raggiungere l’eccitazione sessuale o potrebbe essere necessario uno stimolo sessuale più intenso. In conclusione, la frequenza dell’eiaculazione può variare da individuo a individuo e non esiste una regola fissa su quanto spesso un uomo debba eiaculare. Evitare l’eiaculazione per un breve periodo di tempo di solito non causa problemi di salute, ma la mancanza di eiaculazione prolungata potrebbe comportare rischi come epididimite e tensione sessuale. Consultare sempre un medico se si hanno preoccupazioni riguardo alla propria salute sessuale. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Andrologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. NEWS Prenota Visita Andrologica Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Quali sono i sintomi della demenza fronto temporale?

Quali sono i sintomi della demenza fronto temporale?

Quali sono i sintomi della demenza fronto temporale? Neurologia Indice Come Esordisce la Demenza Fronto Temporale La demenza fronto temporale è una condizione neurodegenerativa che colpisce prevalentemente i lobi frontali e temporali del cervello. È importante riconoscere i sintomi precoci di questa patologia per una diagnosi tempestiva e un trattamento appropriato.  In questo articolo, esamineremo come esordisce la demenza fronto temporale, perché si manifesta e il ruolo del test dell’orologio nel processo diagnostico. Come Esordisce? La demenza fronto temporale può manifestarsi in modi diversi a seconda della variante specifica della malattia. Tuttavia, ci sono sintomi comuni che possono essere indicativi di questa condizione. Tra questi, vi è infatti una progressiva perdita di capacità cognitive, che può includere difficoltà di linguaggio, problemi di memoria, disattenzione e scarsa capacità di pianificazione e organizzazione. Inoltre, i pazienti possono mostrare cambiamenti nella personalità e nel comportamento, come impulsività, mancanza di empatia, eccessiva ricerca di gratificazione e perdita di inibizioni sociali. Altri segni precoci possono includere difficoltà a eseguire attività quotidiane che prima venivano svolte senza problemi, problemi di orientamento spaziale e temporale e diminuzione dell’interesse per le attività precedentemente gradite.  È importante notare che i sintomi possono variare da persona a persona e possono progredire gradualmente nel tempo. Perché Viene la Demenza Fronto Temporale? Le cause esatte della demenza fronto temporale non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici e ambientali possa contribuire allo sviluppo della malattia.  Anomalie genetiche, inclusi mutamenti nei geni coinvolti nella regolazione della proteina tau e della proteina TDP-43, sono stati identificati in alcuni pazienti con demenza fronto temporale. Tuttavia, non tutti i casi sono correlati a fattori ereditari, e ci sono molte domande ancora aperte sulla patogenesi della malattia. Alcuni fattori di rischio noti di fatto includono l’invecchiamento, la storia familiare di demenza, lesioni cerebrali traumatiche e alcune condizioni mediche, come la sclerosi multipla e la malattia di Parkinson.  Inoltre, alcuni studi hanno suggerito che lo stile di vita e i fattori ambientali potrebbero giocare un ruolo nel determinare il rischio di sviluppare demenza fronto temporale, anche se ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno questi meccanismi. A Cosa Serve il Test dell’Orologio? Il test dell’orologio è una semplice valutazione cognitiva utilizzata per valutare le funzioni esecutive e visuo-spaziali.  Questo test coinvolge chiedere al paziente di disegnare un orologio che indichi un’ora specifica, ad esempio le 10:00.  Il modo in cui il paziente completa il disegno può fornire informazioni preziose sullo stato delle sue funzioni cognitive. Nel contesto della demenza fronto temporale, il test dell’orologio può essere utile nel rilevare eventuali difficoltà nella pianificazione e nell’organizzazione, nonché nella percezione spaziale. I pazienti affetti da questa forma di demenza possono avere difficoltà a rappresentare correttamente i numeri sul quadrante dell’orologio o a posizionare correttamente le lancette per indicare l’ora richiesta. Questo può essere un segno precoce della compromissione delle funzioni cerebrali associate ai lobi frontali e temporali. In conclusione, riconoscere i sintomi precoci della demenza fronto temporale è fondamentale per una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. Mentre la ricerca continua a migliorare la nostra comprensione della patogenesi della malattia, è importante essere consapevoli dei segni e sintomi che possono indicare la presenza di questa condizione. Il test dell’orologio, insieme ad altre valutazioni cognitive, può svolgere un ruolo cruciale nel processo diagnostico e nella gestione della demenza fronto temporale. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Neurologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Neurologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Neurologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Cosa fare quando esce sangue dal naso di un bambino?

Cosa fare quando esce sangue dal naso di un bambino?

Cosa fare quando esce sangue dal naso di un bambino? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Pediatria In questo Articolo Parliamo di: Quando un bambino ha un episodio di sanguinamento nasale, noto anche come epistassi, può essere una situazione spaventosa sia per il bambino che per i genitori. Tuttavia, in molti casi, il sangue dal naso nei bambini non è motivo di preoccupazione e può essere gestito facilmente a casa. In questo articolo, esamineremo più a fondo i motivi di questi episodi, spiegando cosa fare quando si verifica il sanguinamento dal naso. Sangue dal Naso nel Bambino L’Epistassi è una condizione abbastanza frequente nei bambini.  Alla base di questa condizione vi possono essere una moltitudine di cause.  Tra queste troviamo: Piccoli traumi Raffreddore, correlata al maggior numero di volte in cui soffiano il naso Utilizzo di spray nasali, specialmente se prolungato Vasodilatazione dovuta al caldo La maggior parte delle volte si tratta di situazioni che risolvono senza alcun tipo di conseguenza. Vediamo ora in quali situazioni però è necessario rivolgersi ad uno specialista.  Quando preoccuparsi? Ci sono alcune situazioni in cui potrebbe essere necessario cercare assistenza medica immediata: – Se il sanguinamento è il risultato di un trauma alla testa o al naso.– Se il sangue dal naso continua per più di 20-30 minuti nonostante l’applicazione di pressione.– Se il bambino ha difficoltà a respirare o presenta altri sintomi gravi come vertigini, confusione o perdita di coscienza. In questi casi, è consigliabile contattare immediatamente un medico oppure rivolgersi in breve tempo al Pronto Soccorso per una valutazione immediata.  Come rinforzare i capillari? Per rinforzare i capillari del naso nei bambini e ridurre il rischio di epistassi, è possibile adottare alcune misure preventive: Mantenere l’umidità nell’aria: Utilizzare un umidificatore nelle stanze in cui il bambino trascorre molto tempo può aiutare a prevenire l’asciugamento delle mucose nasali, riducendo così il rischio di sanguinamento. Evitare l’esposizione a sostanze irritanti: Ridurre l’esposizione del bambino a sostanze irritanti come fumo di sigaretta, inquinamento atmosferico e prodotti chimici aggressivi può contribuire a mantenere sani i capillari nasali. Mantenere unghie corte: Mantenere le unghie del bambino corte può ridurre il rischio di graffi o lesioni al naso che possono causare epistassi. Cosa Fare in presenza di sangue dal naso In caso di epistassi nei bambini è necessario: Cercare, nel limite del possibile, di mantenere la calma in quanto nella maggior parte dei casi si tratta di problematiche di lieve entità Non ritrarre all’indietro la testa del paziente, invitandolo invece a chinarsi in avanti Schiacciare delicatamente, possibilmente con un fazzoletto bagnato, il lato del naso utilizzando le dita.  Non inserire tamponi o garze nel naso In conclusione, il sangue dal naso nei bambini è spesso un evento benigno e può essere gestito facilmente a casa.  Tuttavia, è importante essere consapevoli delle situazioni in cui è necessario cercare assistenza medica immediata.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Pediatrica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Pediatrica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Pediatrica NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Cos’è la dismenorrea primaria?

Cos’è la dismenorrea primaria?

Cos’è la dismenorrea primaria? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Ginecologia In questo Articolo Parliamo di: Cos’è la dismenorrea primaria? La dismenorrea primaria è una condizione caratterizzata da dolori mestruali intensi e ricorrenti che si verificano durante il ciclo mestruale, senza che ci siano cause mediche sottostanti.  Questo disturbo può influenzare significativamente la qualità della vita delle persone colpite. In questo articolo, esamineremo in dettaglio cos’è la dismenorrea primaria, a cosa è dovuta, come curarla, capire se si ha la dismenorrea e prevenirne gli effetti. A cosa è dovuta? La dismenorrea primaria è causata da contrazioni uterine eccessivamente intense durante il ciclo mestruale, che possono portare a dolore e disagio.  Queste contrazioni sono il risultato della produzione elevata di prostaglandine, sostanze chimiche nel corpo che aiutano l’utero a contrarsi per espellere il rivestimento uterino durante il periodo mestruale.  Livelli elevati di prostaglandine possono causare contrazioni più forti e dolorose, che possono essere particolarmente intense nelle donne con dismenorrea primaria. Come si può curare? Il trattamento della dismenorrea primaria può variare a seconda della gravità dei sintomi e delle preferenze individuali della persona. Alcune opzioni di trattamento comuni includono: 1. Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): I FANS come ibuprofene e naproxene possono aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione associati alla dismenorrea primaria. Questi farmaci agiscono bloccando la produzione di prostaglandine nel corpo. 2. Contraccettivi orali: La pillola anticoncezionale può essere prescritta per ridurre la gravità dei sintomi della dismenorrea primaria. Questi farmaci lavorano regolando il ciclo mestruale e riducendo la produzione di prostaglandine. 3. Rilassamento e tecniche di gestione dello stress: Alcune persone possono trovare sollievo dal dolore mestruale attraverso tecniche di rilassamento come lo yoga, la meditazione o la respirazione profonda. 4. Rimedi casalinghi: Applicare calore sulla zona dolorante, prendere bagni caldi o fare esercizio leggero possono aiutare a ridurre il dolore mestruale per alcune persone. Come capire se si ha la dismenorrea? La dismenorrea primaria si manifesta con sintomi come: 1. Dolore pelvico intenso: Il dolore può essere localizzato nella parte inferiore dell’addome o nella zona lombare e può essere crampi o crampi. 2. Dolore che inizia prima o durante il ciclo mestruale: Il dolore mestruale di solito inizia poco prima o all’inizio del ciclo mestruale e può durare da alcune ore a diversi giorni. 3. Nausea o vomito: Alcune persone con dismenorrea primaria possono sperimentare nausea o vomito durante i periodi mestruali. 4. Affaticamento: Il dolore mestruale intenso può causare affaticamento e stanchezza generale. Se una persona sospetta di avere la dismenorrea primaria, è importante consultare un medico per una valutazione accurata e raccomandazioni di trattamento appropriate. Come fare prevenzione? Alcuni suggerimenti per prevenire o ridurre i sintomi della dismenorrea primaria includono: 1. Esercizio regolare: Mantenere un programma di esercizio regolare può aiutare a ridurre lo stress e migliorare il benessere generale, riducendo così il dolore mestruale. 2. Dieta sana: Consumare una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre può favorire il benessere generale e ridurre l’infiammazione nel corpo, riducendo così il rischio di dolore mestruale. 3. Gestione dello stress: Utilizzare tecniche di gestione dello stress come lo yoga, la meditazione o la terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a ridurre il dolore mestruale e migliorare la qualità della vita. 4. Evitare fumo e alcol: Fumare e consumare alcol possono aumentare l’infiammazione nel corpo e peggiorare i sintomi della dismenorrea primaria. Evitare o limitare il consumo di queste sostanze può aiutare a prevenire o ridurre il dolore mestruale. In conclusione, la dismenorrea primaria è una condizione caratterizzata da dolori mestruali intensi e ricorrenti causati da contrazioni uterine eccessivamente intense.  È importante riconoscere i sintomi e cercare assistenza medica se necessario per una valutazione accurata e un trattamento appropriato.  Seguire uno stile di vita sano, gestire lo stress e utilizzare tecniche di gestione del dolore possono aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita per coloro che ne sono affetti.  Consultare sempre un medico esperto per una consulenza personalizzata. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Ginecologia con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua  Visita Ginecologia dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. 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Quali sono le conseguenze dell’amenorrea e dell’anoressia?

Quali sono le conseguenze dell’amenorrea e dell’anoressia?

Quali sono le conseguenze dell’Amenorrea e dell’Anoressia? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Dietologica In questo Articolo Parliamo di: Quali sono le conseguenze dell’amenorrea e dell’anoressia? L’amenorrea e l’anoressia sono due condizioni correlate che possono avere conseguenze significative sulla salute fisica e mentale delle persone colpite. In questo articolo, esamineremo in dettaglio quali disturbi porta l’anoressia, quando si inizia a parlare di anoressia e amenorrea, quali sono le conseguenze di queste condizioni e quando preoccuparsi per l’amenorrea. Quali disturbi porta l’anoressia? L’anoressia nervosa è un disturbo alimentare caratterizzato da una grave restrizione dell’apporto calorico, paura intensa di aumentare di peso e una distorsione dell’immagine corporea. Questa condizione può portare a una serie di disturbi fisici e psicologici, tra cui: 1. Perdita di peso e malnutrizione: La restrizione alimentare estrema può portare a una significativa perdita di peso e carenze nutrizionali che possono compromettere la salute generale. 2. Problemi cardiaci: L’anoressia può causare disturbi del ritmo cardiaco, ipotensione e in alcuni casi insufficienza cardiaca. 3. Problemi gastrointestinali: La restrizione alimentare può causare costipazione, gonfiore, ulcere gastriche e altri problemi gastrointestinali. 4. Osteoporosi: La malnutrizione può portare a una ridotta densità minerale ossea e aumentare il rischio di fratture e altri problemi ossei. 5. Disturbi ormonali: L’anoressia può influenzare negativamente il sistema endocrino, causando alterazioni ormonali che possono portare a irregolarità mestruali, amenorrea e altri problemi legati alla fertilità. Quando si inizia a parlare di anoressia e amenorrea? L’anoressia e l’amenorrea sono spesso correlate, poiché la restrizione alimentare estrema associata all’anoressia può influenzare negativamente il ciclo mestruale.  Si inizia a parlare di anoressia e amenorrea quando una persona manifesta una grave restrizione alimentare, paura intensa di aumentare di peso e smette di avere il ciclo mestruale, che è un segno di amenorrea.  Questi sintomi sono spesso presenti insieme e possono indicare la presenza di un disturbo alimentare come l’anoressia. Quando preoccuparsi per l’amenorrea? L’amenorrea può essere causata da una serie di fattori, tra cui gravidanza, allattamento al seno, menopausa e condizioni mediche come l’anoressia nervosa, la sindrome dell’ovaio policistico e l’ipotalamo ipogonadico. Si dovrebbe preoccuparsi per l’amenorrea quando una donna ha smesso di avere il ciclo mestruale per più di tre cicli consecutivi senza una causa ovvia come gravidanza o menopausa. Questo può indicare un problema di salute sottostante che richiede valutazione e trattamento medico. In conclusione, l’amenorrea e l’anoressia sono due condizioni correlate che possono avere conseguenze significative sulla salute fisica e mentale delle persone colpite. È importante riconoscere i segni e i sintomi di queste condizioni e cercare assistenza medica tempestiva se necessario. Il trattamento precoce e mirato può aiutare a prevenire complicazioni e migliorare la qualità della vita per coloro che ne sono affetti. Consultare sempre un medico esperto per una valutazione accurata e un trattamento appropriato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Nutrizionista con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Nutrizionista  dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Nutrizionista NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Che cos'è la sindrome di tourette?

Che cos’è la sindrome di tourette?

Che cos’è la sindrome di tourette? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Neurologia In questo Articolo Parliamo di: Che cos’è la sindrome di Tourette? La sindrome di Tourette è una condizione neurologica caratterizzata da movimenti e voci involontarie, chiamati tic.  Questa condizione può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana delle persone che ne sono affette.  In questo articolo, esamineremo in dettaglio che cos’è la sindrome di Tourette, come nasce, quando può comparire e come farsi diagnosticare questa condizione. Come nasce la Tourette? La sindrome di Tourette è una condizione complessa e la sua origine esatta non è ancora completamente compresa.  Tuttavia, si ritiene che sia causata da una combinazione di fattori genetici, ambientali e neurobiologici.  Gli studi hanno dimostrato che ci sono anomalie nella funzione del cervello e nella regolazione dei neurotrasmettitori, come la dopamina e la serotonina, nelle persone con sindrome di Tourette. Quando può venire la sindrome di Tourette? La sindrome di Tourette di solito si manifesta durante l’infanzia o l’adolescenza, con la maggior parte delle persone che sviluppano i primi sintomi tra i 2 ei 12 anni di età.  Tuttavia, la gravità dei sintomi può variare notevolmente da persona a persona e molti individui possono non ricevere una diagnosi fino all’età adulta. Come si diagnostica? La diagnosi della sindrome di Tourette di solito coinvolge una valutazione approfondita dei sintomi da parte di un medico esperto, come un neurologo.  Alcuni passaggi comuni coinvolti nella diagnosi includono: 1. Esame fisico e storico: Il medico può eseguire un esame fisico completo e raccogliere una storia medica dettagliata per escludere altre cause dei sintomi. 2. Valutazione dei sintomi: Il medico può chiedere al paziente di descrivere i suoi sintomi, compresi i tipi di tic che sperimenta, la frequenza e la gravità. 3. Esclusione di altre condizioni: Alcune condizioni mediche, come disturbi del movimento o malattie neuropsichiatriche, possono causare sintomi simili alla sindrome di Tourette. Il medico può eseguire test specifici per escludere queste altre condizioni. 4. Osservazione dei sintomi: Il medico può richiedere al paziente di tenere un diario dei suoi sintomi e può osservare i tic durante l’esame fisico. Una volta che la sindrome di Tourette è stata diagnosticata, il medico può collaborare con il paziente per sviluppare un piano di trattamento personalizzato che può includere terapie comportamentali, farmaci o una combinazione di entrambi. In conclusione, la sindrome di Tourette è una condizione neurologica caratterizzata da tic involontari che possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana.  Sebbene la causa esatta non sia completamente compresa, la diagnosi precoce e il trattamento mirato possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita per coloro che ne sono affetti.  Consultare un medico esperto è fondamentale per una valutazione accurata e un trattamento appropriato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Neurologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Neurologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito.   Prenota Visita Neurologica NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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