2024

Cosa s’intende per artrocentesi?

Cosa s’intende per artrocentesi?

Cosa s’intende per artrocentesi?​ Ortopedia Indice Cosa s’intende per artrocentesi? L’artrocentesi è un procedimento medico utilizzato per diagnosticare e trattare una serie di condizioni articolari. Ma cos’è esattamente l’artrocentesi, come si esegue e in quali circostanze è necessaria? In questo articolo, approfondiremo tutto ciò che c’è da sapere sull’artrocentesi, fornendo informazioni dettagliate sul procedimento, il suo scopo e le sue applicazioni cliniche. L’artrocentesi, anche conosciuta come “aspirazione articolare” o “puntura articolare“, è una procedura medica durante la quale il medico inserisce un ago attraverso la pelle e nella cavità articolare per rimuovere liquido sinoviale o sangue dall’artrocentesi. Il liquido sinoviale è un fluido trasparente presente nelle articolazioni che aiuta a lubrificarle e ammortizzarle durante il movimento. L’artrocentesi può essere utilizzata per diagnosticare le cause del dolore articolare, ridurre il gonfiore e alleviare i sintomi associati a una serie di condizioni articolari, come l’artrite, l’artrosi, le lesioni articolari e l’accumulo di liquido dovuto a un trauma o un’infezione. Come si esegue? Il procedimento per l’artrocentesi di solito viene eseguito in ambulatorio o in sala operatoria, a seconda delle circostanze specifiche e della gravità del caso. Ecco una panoramica generale del processo: 1. Preparazione: Il paziente viene posizionato in una posizione comoda e la zona da trattare viene pulita e sterilizzata. Il medico può anche utilizzare un’anestesia locale per intorpidire l’area e ridurre al minimo il disagio durante la procedura. 2. Posizionamento dell’ago: Utilizzando tecniche di guida adatte, il medico inserisce delicatamente un ago nella cavità articolare, sotto guida radiografica o ecografica se necessario, per assicurarsi di raggiungere l’area corretta e minimizzare il rischio di danni ai tessuti circostanti. 3. Raccolta del liquido: Una volta che l’ago è posizionato correttamente, il medico aspira il liquido sinoviale o il sangue dalla cavità articolare utilizzando una siringa collegata all’ago. Il campione raccolto viene quindi inviato per analisi di laboratorio per determinare la causa sottostante del problema articolare. 4. Finitura: Una volta completata la raccolta del campione, l’ago viene rimosso e il sito di puntura viene coperto con un cerotto o una benda sterile. Il paziente può essere monitorato per un breve periodo di tempo per assicurarsi che non vi siano complicazioni immediate. Quando si fa l’artrocentesi? L’artrocentesi può essere eseguita in una serie di circostanze cliniche, tra cui: – Quando c’è un accumulo anormale di liquido nell’articolazione, che può causare gonfiore, dolore e limitare il movimento. – Per diagnosticare le cause del dolore articolare, come l’artrite, l’artrosi o l’infiammazione articolare. – Per trattare un’emergenza medica, come un’emorragia articolare o un’infezione. La decisione di eseguire un’artrocentesi dipende dalle condizioni specifiche del paziente e dalla valutazione del medico. In genere, l’artrocentesi è considerata sicura e ben tollerata, con pochi rischi associati. In conclusione, l’artrocentesi è una procedura medica utilizzata per diagnosticare e trattare una serie di condizioni articolari, che coinvolge l’aspirazione del liquido dalla cavità articolare mediante l’uso di un ago. La procedura è relativamente semplice e ben tollerata, offrendo numerosi benefici per i pazienti con problemi articolari. Tuttavia, è importante consultare un medico qualificato per determinare se l’artrocentesi è appropriata per le proprie esigenze e condizioni mediche specifiche. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Ortopedica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Ortopedica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Ortopedica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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A cosa serve l'idrocolonterapia?

A cosa serve l’idrocolonterapia?

A cosa serve l’idrocolonterapia?​ Gastroenterologia Indice L’Idrocolonterapia è diventata sempre più popolare come opzione per migliorare la salute dell’intestino e alleviare una serie di disturbi gastrointestinali.  Tuttavia, molte persone si chiedono a cosa serve esattamente questa procedura, come ci si sente dopo averla svolta e quante volte è sicuro ripeterla. In questo articolo forniremo alcune utili informazioni complete sull’idrocolonterapia e sui suoi benefici. A cosa serve l’Idrocolonterapia? L’idrocolonterapia, nota anche come idroterapia del colon o lavaggio del colon, è una procedura che coinvolge l’irrigazione del colon con acqua o una soluzione speciale per rimuovere feci accumulate, tossine e altri detriti dal tratto intestinale. Si tratta di una procedura che può aiutare a migliorare la salute dell’intestino, promuovere la regolarità intestinale e alleviare una serie di disturbi gastrointestinali. Può quindi essere una valida soluzione in presenza di condizioni quali: Stipsi, costipazione Gonfiore Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS). Benefici della Terapia Uno dei principali benefici dell’idrocolonterapia è la pulizia approfondita del colon, che può aiutare a eliminare tossine e sostanze nocive che possono accumularsi nel tempo a causa di cattive abitudini alimentari, stress e altri fattori ambientali. Questa pulizia può favorire una migliore assorbimento dei nutrienti, una migliore regolarità intestinale e un generale senso di benessere. Come ci si sente dopo l’idrocolonterapia? Dopo aver svolto l’idrocolonterapia, molte persone riportano una sensazione di leggerezza e pulizia intestinale. Altri potrebbero sperimentare un aumento dell’energia e una migliore digestione. Tuttavia, è importante notare che le sensazioni post-idrocolonterapia possono variare da persona a persona e dipendono da una serie di fattori, tra cui lo stato di salute generale, lo stile di vita e l’alimentazione. Alcune persone potrebbero provare una lieve sensazione di stanchezza o affaticamento dopo il trattamento, che di solito scompare entro poche ore. È anche comune sperimentare un aumento della frequenza dei movimenti intestinali nelle ore successive all’idrocolonterapia, poiché il corpo espelle le tossine e i rifiuti accumulati nel colon. Quante volte si può fare? La frequenza con cui è sicuro ripetere l’idrocolonterapia può variare da persona a persona e dipende dalle esigenze individuali e dallo stato di salute generale. Il medico sarà comunque in grado di indicare al paziente il numero di sedute e la frequenza con cui sottoporsi all’esame. Preparazione  L’esame richiede, nei giorni precedenti, una semplice preparazione a cui il paziente deve sottoporsi al fine di ottenere il massimo beneficio possibile dalla terapia. Questa preparazione comprende: Nei due giorni precedenti al trattamento di idrocolonterapia è utile assumere un’alimentazione a base di pasta o riso conditi con verdura. Si consiglia inoltre di utilizzare una dieta a base di pollo, tacchino oppure pesce e contorni di verdure cotte, limitando la frutta ed i dolci. È consigliato bere almeno 2 litri di acqua al giorno. La mattina della terapia assumere una colazione leggera a base di acqua, the o altre tisane e gli eventuali farmaci abituali. Per scaricare la Preparazione per Idrocolonterapia completa Clicca Qui In conclusione, l’idrocolonterapia può essere un’opzione efficace per migliorare la salute dell’intestino e alleviare una serie di disturbi gastrointestinali. In questo articolo abbiamo cercato di rispondere alla domanda “A cosa serve l’Idrocolonterapia?” illustrandone benefici, così come cosa aspettarsi prima, durante e dopo il trattamento. Consultare sempre un medico qualificato o un terapista esperto prima di sottoporsi all’idrocolonterapia, in modo da valutare attentamente i rischi e i benefici del procedimento e determinare la frequenza migliore per il trattamento. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Seduta di Idrocolonterapia con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la Seduta di Idrocolonterapia dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Seduta idrocoloterapia News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Botox viso

quanto dura il botox al viso?

Quanto dura il botox al viso?​ Medicina Estetica Indice Quanto dura il botox al viso? Il Botox è diventato uno dei trattamenti più popolari per ridurre le rughe e le linee di espressione del viso. Ma quanti sanno veramente quanto dura il Botox? E quali sono le controindicazioni da considerare? Inoltre, c’è spesso confusione tra il Botox e i filler. Qual è esattamente la differenza tra i 2? In questo articolo, esploreremo tutte queste domande, fornendo informazioni approfondite sul Botox, le sue controindicazioni e la differenza tra il Botox e i filler. Una delle domande più comuni riguardo al Botox è quanto duri il suo effetto. In genere, l’effetto del Botox dura da 3 a 6 mesi. Tuttavia, la durata può variare da persona a persona, a seconda di diversi fattori, tra cui la dose somministrata, la zona trattata e la risposta individuale del paziente al trattamento. Dopo che l’effetto del Botox svanisce, è possibile ripetere il trattamento per mantenere i risultati desiderati nel tempo. Quali sono le controindicazioni? Prima di sottoporsi a un trattamento con Botox, è importante essere consapevoli delle controindicazioni associate a questo procedimento. Le controindicazioni possono includere: 1. Allergie al Botox: Alcune persone possono essere allergiche al principio attivo del Botox, la tossina botulinica. È importante informare il proprio medico se si ha una storia di allergie o reazioni avverse a qualsiasi tipo di farmaco o sostanza. 2. Gravidanza e allattamento: Le donne in gravidanza o che stanno allattando di solito non sono candidate ideali per il trattamento con Botox, poiché non ci sono studi sufficienti per determinare la sicurezza del Botox in queste circostanze. 3. Malattie neuromuscolari: Le persone con malattie neuromuscolari, come la miastenia grave o il morbo di Lou Gehrig, potrebbero non essere idonee al trattamento con Botox, poiché potrebbe peggiorare i sintomi di queste condizioni. 4. Infezioni cutanee: Il Botox non dovrebbe essere somministrato in aree della pelle con infezioni attive o lesioni cutanee. È importante consultare sempre un medico qualificato prima di sottoporsi a qualsiasi trattamento con Botox, in modo da valutare attentamente i rischi e i benefici del procedimento. Qual è la differenza tra Botox e filler? Mentre il Botox e i filler sono entrambi trattamenti utilizzati per ridurre le rughe e le linee di espressione del viso, hanno meccanismi di azione e obiettivi diversi: – Botox: Il Botox è una tossina botulinica che agisce bloccando temporaneamente i segnali nervosi ai muscoli, impedendo loro di contrarsi e formare rughe dinamiche. Viene comunemente utilizzato per trattare: rughe della fronte  rughe della glabella (fra le sopracciglia) zampe di gallina intorno agli occhi. – Filler: I filler, invece, sono sostanze iniettabili che riempiono le rughe e le depressioni della pelle per ridurre l’aspetto delle linee sottili e delle pieghe. I filler possono anche essere utilizzati per aggiungere volume a labbra, guance e zigomi. Sono composti da sostanze come l’acido ialuronico, il collagene o gli idrossiapatiti di calcio. In conclusione, il Botox è un trattamento efficace per ridurre le rughe dinamiche del viso, con una durata di solito compresa tra 3 e 6 mesi.  Tuttavia, è importante considerare le controindicazioni associate al Botox prima di sottoporsi al trattamento. Inoltre, è utile comprendere la differenza tra Botox e filler, poiché sono due tipi di trattamento con scopi e meccanismi di azione diversi.  Consultare sempre un medico qualificato per determinare il trattamento migliore per le proprie esigenze e obiettivi estetici. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Consulto di Medicina Estetica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota Consulto di Medicina Estetica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Consulto per Botox News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Chi è predisposto alla celiachia?

Chi è predisposto alla celiachia?

Chi è predisposto alla celiachia? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Esami di Laboratorio In questo Articolo Parliamo di: Chi è predisposto alla celiachia? La Celiachia è una condizione autoimmune che colpisce l’intestino tenue in risposta all’assunzione di glutine, una proteina presente nel grano, nell’orzo, nella segale e in alcuni altri cereali.  Mentre la celiachia può colpire chiunque, ci sono individui che sono particolarmente predisposti a sviluppare questa patologia a causa di una combinazione di fattori genetici e ambientali.  In questo articolo, esploreremo chi è predisposto alla Celiachia, cosa significa avere una predisposizione genetica e quando sospettare questa condizione. Cosa vuol dire avere una predisposizione genetica? La celiachia è una malattia autoimmune complessa che è influenzata da fattori genetici.  La maggior parte delle persone con Celiachia ha una particolare sequenza genetica nota come HLA-DQ2 o HLA-DQ8.  Questi geni giocano un ruolo chiave nella risposta immunitaria del corpo al Glutine.  Tuttavia, non tutte le persone con questi geni sviluppano necessariamente la Celiachia, il che suggerisce che altri fattori, come l’esposizione al Glutine nell’alimentazione, possono contribuire allo sviluppo della malattia. Avere una predisposizione genetica alla Celiachia significa che un individuo ha una maggiore probabilità di sviluppare la condizione se esposto al glutine.  Tuttavia, è importante sottolineare che la predisposizione genetica da sola non è sufficiente per causare la Celiachia .  È necessaria anche l’esposizione al Glutine per innescare la risposta autoimmune nell’intestino tenue. Quando sospettare la celiachia? Sospettare la presenza della Celiachia può essere difficile poiché i sintomi possono variare notevolmente da persona a persona e possono essere simili a quelli di altre condizioni gastrointestinali.  Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui potrebbe essere opportuno considerare la possibilità di celiachia: Storia familiare: Se un familiare stretto ha la Celiachia, c’è una maggiore probabilità che altri membri della famiglia possano esserne affetti, poiché la condizione ha una forte componente genetica. Sintomi gastrointestinali: Sintomi comuni della Celiachia includono diarrea cronica, gonfiore addominale, dolore addominale, stitichezza e nausea. Se si verificano sintomi gastrointestinali persistenti, è consigliabile consultare un medico per una valutazione approfondita. Problemi di salute correlati: La celiachia può essere associata a una serie di problemi di salute, tra cui anemia, osteoporosi, rash cutanei, disturbi neurologici e ritardo della crescita nei bambini. Se si verificano complicazioni o problemi di salute correlati, potrebbe essere indicato uno screening per la celiachia. Risposta alla dieta senza glutine: Alcune persone sperimentano un miglioramento dei sintomi quando seguono una dieta priva di glutine, anche se non è stata diagnosticata ufficialmente la celiachia. Se si riscontra un miglioramento dei sintomi con l’eliminazione del glutine dalla dieta, potrebbe essere indicato uno screening per confermare la presenza della Celiachia. In conclusione, la Celiachia è una condizione complessa influenzata da fattori genetici e ambientali. Avere una predisposizione genetica aumenta il rischio di sviluppare la malattia, ma non è sufficiente per causarla da sola.  È importante sospettare la Celiachia in presenza di sintomi gastrointestinali persistenti, storia familiare della malattia o problemi di salute correlati.  Se si sospetta la presenza della Celiachia, è consigliabile consultare un medico per una valutazione appropriata e uno screening accurato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare degli Esami per Celiachia con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Esame Celiachia NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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A cosa serve il NIPT test?

A cosa serve il NIPT test?

A cosa serve il NIPT test?​ Genetica Medica Indice A cosa serve il NIPT test? Il NIPT, acronimo di Non-Invasive Prenatal Testing, è diventato una risorsa cruciale nel campo della medicina prenatale. Questo test del DNA fetale offre una panoramica dettagliata sulla salute del feto senza la necessità di procedure invasive come l’amniocentesi o la villocentesi. In questo articolo, esploreremo in dettaglio a cosa serve il NIPT test, quali malattie si possono individuare attraverso questa procedura e quanti tipi di NIPT sono attualmente disponibili. Cosa si vede dall’esami? Il NIPT è un test di screening prenatale che analizza il DNA fetale presente nel sangue materno. Questo test può rilevare anomalie cromosomiche comuni, come la sindrome di Down (trisomia 21), la sindrome di Edwards (trisomia 18) e la sindrome di Patau (trisomia 13), con un’elevata precisione. Inoltre, il NIPT può identificare anomalie cromosomiche sessuali, come la sindrome di Turner (monosomia X) e la sindrome di Klinefelter (trisomia XXY). Oltre alle anomalie cromosomiche, il NIPT può anche individuare altre condizioni genetiche che coinvolgono alterazioni specifiche nel DNA fetale. Queste includono malattie ereditarie come la fibrosi cistica, la distrofia muscolare di Duchenne e la sindrome di X fragile. È importante sottolineare che il NIPT è uno strumento di screening e non fornisce una diagnosi definitiva. Se il test risulta positivo per una condizione specifica, è necessario confermare il risultato tramite test diagnostici aggiuntivi, come l’amniocentesi o la villocentesi. Quali malattie si vedono con il test? Il test del DNA fetale utilizzato nel NIPT è in grado di individuare diverse malattie genetiche e anomalie cromosomiche nel feto. Tra le malattie più comuni che possono essere rilevate con il NIPT ci sono: 1. Sindromi da trisomia: includono: la sindrome di Down (trisomia 21)   la sindrome di Edwards (trisomia 18)   la sindrome di Patau (trisomia 13). 2. Anomalie cromosomiche sessuali: come: sindrome di Turner (monosomia X)   sindrome di Klinefelter (trisomia XXY). 3. Malattie genetiche ereditarie: tra cui: fibrosi cistica   distrofia muscolare di Duchenne   sindrome di X fragile e molte altre. Il NIPT offre ai genitori la possibilità di avere informazioni cruciali sulla salute del loro bambino in modo rapido, sicuro e non invasivo. Quanti tipi di NIPT esistono? Attualmente, ci sono diversi tipi di NIPT disponibili sul mercato, ognuno con le proprie caratteristiche e vantaggi. I principali tipi di NIPT includono: 1. NIPT basato sul sequenziamento del DNA: questo tipo di NIPT utilizza tecnologie avanzate di sequenziamento del DNA per analizzare il DNA fetale nel sangue materno e rilevare anomalie cromosomiche e malattie genetiche. 2. NIPT mirato: questo approccio si concentra su specifiche regioni del genoma per individuare anomalie cromosomiche e malattie genetiche con maggiore precisione e sensibilità. 3. NIPT esteso: questa variante del NIPT offre un’analisi più approfondita del genoma fetale, consentendo la rilevazione di un’ampia gamma di condizioni genetiche. Ogni tipo di NIPT ha i suoi vantaggi e limitazioni, ed è importante consultare un professionista sanitario per determinare quale sia il più adatto alle proprie esigenze e circostanze specifiche. In conclusione, il NIPT è diventato uno strumento prezioso nella medicina prenatale, consentendo ai genitori di ottenere informazioni cruciali sulla salute del loro bambino in modo sicuro e non invasivo. Questo test del DNA fetale può individuare una vasta gamma di malattie genetiche e anomalie cromosomiche, fornendo una panoramica dettagliata della salute del feto. Con una varietà di tipi di NIPT disponibili, è possibile scegliere l’approccio più adatto alle proprie esigenze e circostanze individuali. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare il NIPT Test con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota il NIPT Test dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Esame NIPT News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Quali sono i sintomi del tumore all’utero?

Quali sono i sintomi del tumore all’Utero? Ginecologia Indice Quali sono i sintomi del tumore? Il tumore all’utero, noto anche come cancro dell’utero o carcinoma dell’endometrio, è una forma di cancro che colpisce l’utero femminile. È fondamentale conoscere i sintomi del tumore all’utero e comprendere  per una diagnosi precoce e un trattamento efficace. In questo articolo, esploreremo i sintomi del tumore all’utero, le cause potenziali e come si può prevenire questa malattia. Sintomi del tumore all’utero I sintomi del tumore all’utero possono variare da persona a persona e dipendere dallo stadio della malattia.  Tuttavia, alcuni dei sintomi comuni del tumore all’utero includono: – Sanguinamento anomalo:  è uno dei sintomi più comuni del tumore all’utero. Questo può manifestarsi come sanguinamento vaginale tra i periodi, sanguinamento durante o dopo il rapporto sessuale, o mestruazioni irregolari o abbondanti nelle donne in postmenopausa. – Dolore pelvico: Il dolore o disagio nella regione pelvica può essere un segno di tumore all’utero. Questo dolore può essere persistente o ricorrente, può essere accompagnato da altri sintomi. – Aumento della frequenza urinaria: Il tumore all’utero può esercitare pressione sulla vescica, causando un aumento della frequenza urinaria o una sensazione di urgenza urinaria. – Dolore durante la minzione: Alcune persone con tumore all’utero possono sperimentare dolore o bruciore durante la minzione. – Dolore durante i rapporti sessuali: Il tumore all’utero può causare dolore durante i rapporti sessuali, noto anche come dispareunia, a causa della pressione esercitata sulle strutture circostanti. – Perdita di peso involontaria: In alcuni casi, il tumore all’utero può causare una perdita di peso non spiegata. – Affaticamento: L’affaticamento e la stanchezza possono essere sintomi del tumore all’utero, causati dalle richieste energetiche del corpo per combattere la malattia. È infatti importante sottolineare che questi sintomi possono essere causati da una varietà di condizioni diverse, è essenziale consultare un medico. Quali cause possono esserci? Le cause esatte del tumore all’utero non sono completamente comprese, ma ci sono diversi fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare questa malattia. Alcuni dei fattori di rischio comuni per il tumore all’utero includono: – Età: Il rischio di tumore all’utero aumenta con l’età, con la maggior parte dei casi diagnosticati in donne di età superiore ai 50 anni. – Obesità: L’obesità è un fattore di rischio noto per il tumore all’utero, poiché il tessuto adiposo può aumentare i livelli di estrogeni nel corpo, che a loro volta possono favorire la crescita delle cellule tumorali. – Terapia ormonale sostitutiva: Le donne che assumono terapia ormonale sostitutiva per la menopausa, specialmente estrogeni senza progesterone, possono avere un rischio maggiore di sviluppare il tumore all’utero. – Storia familiare: Le donne con una storia familiare di tumore all’utero o altri tipi di cancro ginecologico possono avere un rischio maggiore di sviluppare la malattia. – Anomalie genetiche: Alcune anomalie genetiche ereditarie, come la sindrome di Lynch, possono aumentare il rischio di tumore all’utero. – Diabete: Il diabete mellito può aumentare il rischio di tumore all’utero, probabilmente a causa delle alterazioni nei livelli di insulina e di altri ormoni nel corpo. – Esposizione all’estrogeno: Alcune condizioni mediche che aumentano i livelli di estrogeni nel corpo, come la sindrome dell’ovaio policistico, possono aumentare il rischio di tumore all’utero. Come si può prevenire? Anche se non esiste un modo sicuro per prevenire completamente il tumore all’utero, ci sono alcune misure che possono essere adottate per ridurre il rischio di sviluppare questa malattia. Alcuni modi per prevenire il tumore all’utero includono: – Mantenere un peso sano: Ridurre il peso in eccesso e mantenere un peso sano può ridurre il rischio di tumore all’utero, poiché l’obesità è un fattore di rischio noto per la malattia. – Esercizio fisico regolare: L’esercizio fisico regolare può aiutare a mantenere un peso sano e ridurre il rischio di tumore all’utero. – Limitare l’uso di terapia ormonale sostitutiva: Limitare l’uso di terapia ormonale sostitutiva durante la menopausa può ridurre il rischio di tumore all’utero. – Monitorare la salute riproduttiva: Essere consapevoli della propria salute riproduttiva e monitorare eventuali cambiamenti anomali nei cicli mestruali o nel sanguinamento può aiutare a individuare precocemente eventuali problemi. – Evitare il fumo: Il fumo di tabacco è associato a un aumento del rischio di tumore all’utero, quindi evitare il fumo può contribuire a ridurre il rischio. – Seguire una dieta sana: Una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre può contribuire a mantenere un sistema immunitario sano e ridurre il rischio di tumore all’utero. In conclusione, il tumore all’utero è una forma di cancro che colpisce l’utero femminile. Le cause esatte del tumore all’utero non sono completamente comprese, ma ci sono diversi fattori di rischio che possono aumentare il rischio di sviluppare la malattia.  In fine … Anche se non esiste un modo sicuro per prevenire completamente il tumore all’utero, è possibile ridurre il rischio seguendo uno stile di vita sano, mantenendo un peso sano, limitando l’uso di terapia ormonale sostitutiva, monitorando la salute riproduttiva e evitando il fumo di tabacco.  Se si sospetta di avere il tumore all’utero o si hanno preoccupazioni riguardo ai sintomi, è importante consultare un medico per una valutazione accurata e un trattamento adeguato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Ginecologica con i Medici del Centro Medico Unisalus?  Prenota la tua Visita Ginecologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. 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Come riconoscere le patologie mammarie?

Come riconoscere le patologie mammarie?

Come riconoscere le patologie mammarie?​ Senologia Indice Come riconoscere le patologie? Le patologie mammarie rappresentano un’ampia gamma di condizioni che possono interessare il tessuto mammario femminile. È di fondamentale importanza essere consapevoli dei segni e dei sintomi delle patologie mammarie per poter identificare precocemente eventuali problemi e richiedere un’adeguata valutazione medica. In questo articolo, esploreremo come riconoscere le patologie mammarie e le varie condizioni che possono colpire il seno femminile, incluso come si presenta un seno malato e come ci si accorge di avere un tumore al seno. Come si presenta un seno malato? Un seno malato può presentarsi con una serie di segni e sintomi che possono variare a seconda della condizione sottostante. Alcuni dei segni comuni di un seno malato includono: – Noduli o masse: La presenza di noduli o masse nel seno può essere un segno di patologia mammaria. Queste masse possono essere dolorose o indolori e possono essere palpabili durante l’autopalpazione del seno. – Dolore: Il dolore al seno può essere un sintomo di diverse condizioni mammarie, tra cui cisti, fibrosi e mastite. – Cambiamenti nella forma o nella dimensione del seno: Alterazioni nella forma o nella dimensione del seno possono essere indicative di patologie mammarie, come tumori o fibrosi. – Secrezione anomala dal capezzolo: La secrezione di liquido dal capezzolo, soprattutto se è sanguinante o sieroemorragica, può essere un segno di patologia mammaria. – Pelle arrossata, ispessita o solcata: Alterazioni della pelle del seno, come arrossamento, ispessimento o solchi, possono essere segni di patologia, inclusi il carcinoma mammario infiammatorio e la malattia di Paget del capezzolo. Come ci si accorge di avere un tumore al seno? Il tumore al seno può manifestarsi con vari segni e sintomi che possono differire da persona a persona. Alcuni segni comuni che possono indicare la presenza di un tumore al seno includono: – Noduli o masse palpabili: La presenza di un nodulo o di una massa nel seno o nell’ascella può essere un segno di tumore al seno. – Cambiamento della forma o della dimensione del seno: Alterazioni nella forma o nella dimensione del seno possono essere indicative di un tumore al seno. – Irritazione o arrossamento della pelle: L’irritazione o l’arrossamento persistente della pelle del seno può essere un segno di tumore al seno, soprattutto se accompagnato da altri sintomi. – Cambiamenti del capezzolo: Cambiamenti nel capezzolo, come retrazione, inversione o secrezione anomala, possono essere sintomi di un tumore al seno. – Dolore al seno: Il dolore al seno può essere un sintomo di tumore al seno, anche se non è comune come altri segni e sintomi. Quali sono le patologie del seno? Le patologie del seno sono un’ampia gamma di condizioni che possono interessare il tessuto mammario femminile. Alcune delle patologie più comuni del seno includono: – Fibroadenoma: Un fibroadenoma è un tumore benigno del seno costituito da tessuto ghiandolare e connettivo. Può presentarsi come un nodulo duro e rotondo che si muove facilmente sotto la pelle. – Cisti mammarie: Le cisti mammarie sono sacche piene di liquido che possono svilupparsi nel tessuto mammario. Possono causare gonfiore e dolore al seno. – Mastite: La mastite è un’infiammazione del tessuto mammario che può causare dolore, arrossamento e gonfiore del seno. Può verificarsi durante l’allattamento o in donne non allattanti. – Carcinoma mammario: Il carcinoma mammario è un tumore maligno che si sviluppa nel tessuto ghiandolare del seno. Può manifestarsi con noduli, cambiamenti del capezzolo, dolore al seno e altri sintomi. – Malattia di Paget del capezzolo: La malattia di Paget del capezzolo è una forma rara di carcinoma mammario che coinvolge la pelle del capezzolo e dell’areola. Può manifestarsi con arrossamento, prurito, croste o secrezione dal capezzolo. In conclusione, è importante essere consapevoli dei segni e dei sintomi delle patologie mammarie per poter identificare precocemente eventuali problemi e richiedere un’adeguata valutazione medica. Queste condizioni possono variare dalla presenza di noduli o masse palpabili a cambiamenti nella forma o nella dimensione del seno, irritazione della pelle, cambiamenti del capezzolo e dolore al seno. Se si sospetta la presenza di un tumore al seno o di altre patologie mammarie, è importante consultare un medico per una valutazione accurata e un trattamento appropriato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Senologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Senologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Senologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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