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All on Four

Cosa vuol dire All on Four? Per All on Four si intende un protocollo chirurgico e protesico che permette di finalizzare una protesi che viene fissata su quattro impianti. Parliamo di All on Four perché questa tecnica prevede che la protesi finale venga ancorata su quattro impianti. Questa tecnica viene proposta spesso al paziente, perché mettendo quattro impianti si ha la possibilità di realizzare una protesi molto performante. Diciamo che quattro è la discriminante tra una protesi che assomiglia più a una dentiera; viceversa dai quattro in poi è già una protesi più performante, più estetica e che garantisce una funzione masticatoria ottimale e anche una durata ottimale. Come funziona All on Four? Inizialmente si effettua una valutazione del paziente. Si valuta quindi lo stato di salute del paziente, la valutazione delle radiografie, specialmente una TAC che fornisce un\’immagine in tre dimensioni dell\’osso. In funzione di questi esami si valuta se il paziente è il candidato ideale a questo tipo di protesi. A quel punto se l\’osso lo consente, ovvero se la quantità e la qualità di osso lo permettono, c\’è prima una fase chirurgica dove verranno inseriti quattro impianti nell\’osso mascellare o nell\’osso mandibolare. Dopodiché c\’è una fase protesica definitiva, caratterizzata da finalizzazione e confezionamento di una protesi definitiva. Circa invece la protesi provvisoria, se l\’osso del paziente lo consente, è possibile realizzare già una protesi provvisoria fissa ancorata sugli impianti, già il giorno stesso della chirurgia. Questa procedura si chiama carico immediato e si può fare anche quando si mettono anche meno impianti. Questo significa che non è una discriminante il fatto che si mettano quattro impianti per poter fare una protesi a carico immediato, poiché la vera discriminante è il tipo di osso. Quindi, quando il protocollo lo permette, questo prevede l\’inserimento di impianti, la consegna di una protesi provvisoria immediata, cioè entro le 48 ore massimo, e la successiva sostituzione della protesi provvisoria con quella definitiva. Quali materiali vengono utilizzati? I materiali utilizzati per impianti All on Four sono i classici impianti in titanio per quanto riguarda la fase chirurgica. Per quanto riguarda invece la parte protesica occorre distinguere tra la parte provvisoria e la parte definitiva. Nella parte provvisoria, il materiale è per forza di materiale morbido, in quanto gli impianti sono stati appena posizionati, quindi sono ancora in guarigione. Tali impianti non si possono infatti caricare e stressare in modo eccessivo. Di conseguenza la protesi è una protesi in resina, comunque performante e funzionale, perché le resine che si utilizzano ad oggi sono stampate con stampante che lavorano in tre dimensioni. Ciò permette di ottenere delle resine molto performanti, senza nessun metallo o zirconio presente al suo interno. Per quanto riguarda invece la seconda fase, la protesi definitiva, viene consegnata al paziente a guarigione, di conseguenza circa quattro o cinque mesi dopo l\’inserimento degli impianti della protesi provvisoria. I materiali in questo caso sono, per quanto riguarda la dentatura, sempre resine o resine composite, soltanto che hanno un rinforzo in titanio all\’interno. Questo garantisce la stabilità e la durata del manufatto nel tempo. Quindi si avranno: inizialmente, una parte provvisoria di sola resina perché non bisogna stressare gli impianti secondariamente, una protesi definitiva rinforzata con barre in titanio, che permettono la durezza e la durata della protesi negli anni. Quanto dura un impianto All on Four? Un lavoro ben fatto, ben studiato anche su quattro impianti, deve garantire una durata di almeno 15 anni. Tendenzialmente la durata di un impianto All on Four ben fatto è di 15-20 anni. La durata dell\’impianto dentale All-on-4 è garantita soprattutto dall\’Igiene che la persona fa casa e dai controlli periodici che devono essere effettuati in studio. Questo consente allo specialista di verificare e controllare  se ci sono zone particolari di accumulo di placca, di difficile detersione, permettendogli nel caso di intervenire per garantire l\’Igiene intorno agli impianti. Quindi, riassumendo, la durata di un impianto All on Four dipende da due fattori: il primo è che il lavoro deve essere ben progettato il secondo fattore è rappresentato dall\’Igiene, quindi raccomandare al paziente di pulire le protesi e di sottoporsi a controlli periodici, in modo da fare un\’Igiene più approfondita e professionale possibile. Dopo aver letto l\’articolo vorresti prenotare una visita con i nostri Specialisti? Per effettuare una visita con Medici Esperti del Centro Dentistico Unisalus, chiama il numero 02.48.013.784 oppure scrivici alla mail info@centrodentisticounisalus.it o sul form nella sezione contatti del nostro sito.

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A cosa serve il collutorio?

A cosa serve il collutorio? Salute Indice Sappiamo tutti, o quasi, cos’è il collutorio, come si presenta e come si utilizza. Ma siamo sicuri di utilizzarlo nella maniera corretta? E di sapere, nello specifico a cosa serve il collutorio? Di tipologie di collutorio ce ne sono molte, che sono più o meno specifiche per determinate condizioni o patologie. Inoltre, questo prodotto può essere una strategia di prevenzione per il mantenimento di una buona salute orale, se si configura però come affiancamento ad una corretta igiene orale. In generale, il suo utilizzo non comporta particolari danni. Ci sono però dei casi in cui, la scelta non ponderata di un collutorio, può amplificare alcune problematiche preesistenti. Ecco perché è importante sapere come funziona e a cosa serve il collutorio e in base a cosa possiamo effettuare la nostra scelta, se decidiamo di introdurre questo prodotto nella nostra routine di igiene orale.  Cos’è e a cosa serve il collutorio? Il collutorio è un prodotto utilizzato per il risciacquo orale. Quindi di denti, gengive, lingua. E in generale dell’interno della bocca. La maggior parte delle volte, il collutorio contiene degli antisettici, che hanno lo scopo di uccidere i batteri “cattivi“, quelli nocivi per la nostra salute orale, che si depositano sulla lingua o tra i denti. I motivi per cui possiamo utilizzare il collutorio sono tantissimi: prevenzione di patologie, problematiche specifiche, alito cattivo, estetica. È importante specificare che, questo prodotto, non può essere utilizzato in sostituzione di una corretta igiene orale, che implica lavarsi i denti almeno due volte al giorno (dopo i pasti) e utilizzare in maniera corretta il filo interdentale. Si tratta però di un forte alleato alle pratiche di igiene orale. In particolare, se contiene la formulazione giusta e adatta alla situazione della nostra bocca e alle nostre necessità. Ecco perché, il momento migliore per utilizzarlo è proprio dopo aver lavato i denti e praticato l’igiene orale. Un aspetto spesso sottovalutato, a cui vogliamo rivolgere l’attenzione, riguarda la presenza di alcol in alcuni collutori, che può essere il 18% o il 26% del liquido. Ciò implica che il collutorio non va assolutamente ingerito.  Tipi di collutorio Come anticipato, il collutorio può essere utilizzato in moltissimi casi. Di conseguenza, ne esistono moltissimi tipi che contengono sostanze più o meno specifiche per agire in modo efficace in situazioni differenti. Una prima distinzione importante da fare è quella tra collutori che, in base allo scopo, possono essere: Estetico o cosmetico. Si tratta di un prodotto da banco, che migliora l’alito e lascia in bocca un sapore gradevole, ma non combatte problematiche specifiche come placca e tartaro, gengiviti o carie. Aiuta però ad eliminare i residui di cibo che potrebbero non essere stati tolti dallo spazzolamento dei denti e dall’utilizzo del filo interdentale. Terapeutico. Queste tipologie di collutori hanno diversi benifici. Si tratta di principi attivi che possono aiutare ad affrontare o prevenire patologie orali fastidiose o dolorose. Tra queste abbiamo le carie, le malattie gengivali, l’alitosi o la secchezza delle fauci, ad esempio. Ciò avviene perché questi prodotti presentano una formulazione con principi attivi specifici. In alcuni casi, hanno anche capacità di sbiancamento dei denti. È importante specificare che alcuni collutori terapeutici sono prodotti da banco, altri invece necessitano di prescrizione medica. I collutori, a fini estetici o terapeutici, possono essere quindi di diversi tipi. Ad esempio, per la protezione dai batteri, la riduzione della placca o la gengivite, puoi selezionare dei prodotti che contengano fluoro, cloruro di cetilpiridinio (CPC, ingrediente che combatte i germi, seppur a volte sgradevole al gusto) o clorexidina nella loro formulazione. Altri ingredienti che possono essere contenuti nei collutori sono ad esempio lo iodio povidone o alcuni oli essenzali, sempre per problematiche come placca o gengivite. Ovviamente, se soffri di patologie specifiche, dovresti rivolgerti al tuo dentista di fiducia per trattare le condizioni alla base. Il collutorio può aiutarci, ma non si sostituisce ad una cura. Tranne nel caso di formulazioni specifiche che devono però essere prescritte dal proprio dentista. In generale, l’utilizzo del collutorio non comporta particolari rischi. Ma, anche senza una patologia dentale o orale specifica, se non sei sicuro della tua scelta, contatta il tuo dentista e chiedi la sua opinione in merito. Come si utilizza il collutorio Per quanto sembri un’operazione banale, c’è un modo corretto di utilizzare il collutorio. Dovresti sempre seguire le istruzioni specificate sulla confezione del collutorio che acquisti. In generale però, possiamo darti le linee guida che riguardano la maggior parte dei collutori in commercio: Lava i denti prima di utilizzarlo. Il collutorio non si sostituisce ad una corretta igiene orale, quindi dovrebbe essere usato dopo lo spazzolino e il filo interdentale. In particolare, se utilizzi un dentifricio al fluoro (utile per remineralizzare i denti), fai passare un po’ di tempo prima di usare il collutorio. Quest’ultimo potrebbe lavare via il fluoro rimasto in bocca dopo lo spazzolamento. Utilizza la dose corretta. Solitamente, il tappo del collutorio funge anche da misurino. In generale, la quantità corretta va dai tre ai cinque cucchiaini di prodotto per volta. Fai un risciacquo profondo. Ti consigliamo, durante il risciacquo, di fare dei gargarismi per 30 secondi, in modo da pulire a fondo la bocca. Non ingoiare il collutorio, sputalo. Non è consigliato sciacquare la bocca dopo l’utilizzo del collutorio. Per non perdere i suoi effetti benefici. Altre informazioni da tenere a mente sono: Se necessario, diluisci il prodotto. Assicurati di leggere l’etichetta del prodotto che scegli. Ogni prodotto ha una concentrazione specifica dei suoi principi attivi e ingredienti. Se il collutorio non richiede il di essere diluito, farlo potrebbe diminuire l’efficacia dei principi attivi che contiene. Calcola le tempistiche. È importante che il collutorio venga tenuto in bocca per la giusta quantità di tempo, che va da 30 secondi ad un minuto circa. Se il tuo risciacquo dura meno di trenta seconda, potresti non ottenere i benefici massimi. Come funziona il collutorio? Come abbiamo detto, il collutorio uccide i batteri e i germi nocivi, grazie agli ingredienti atisettici: il mentolo, l’alcol, l’eucalipto. Andando ad agire anche nei

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Radiografia endorale

Radiografia endorale: cos’è? Salute Indice La Radiografia Endorale è una procedura diagnostica che permette, tramite radiazioni ionizzate controllate, di avere un’immagine nitida di uno o più denti (di solito un massimo di 3). Si tratta di una procedura comune, rapida e indolore, che è però utile nella diagnosi di diverse patologie dentali, come la carie, o nel monitoraggio di alcune procedure dentistiche comuni. La Radiografia Endorale può essere effettuata con modalità differenti, tra queste, quella periapicale è la più comune e utilizzata. Vediamo quindi insieme per la Radiografia Endorale cosa significa, come eseguire una Radiografia Endorale e a cosa serve. Radiografia Endorale: cos’è? La Radiografia Endorale è un esame diagnostico odontoiatrico utilizzato per ottenere un’immagine dei denti, solitamente non più di tre, sfruttando l’emissione delle cosiddette radiazioni ionizzanti. Questo esame permette di evidenziare l’anatomia del dente, dalla corona, alla radice, all’osso, nel caso si sospetti una patologia che riguarda una specifica zona orale. È possibile infatti osservare i tessuti duri (le ossa, ad esempio) in maniera molto semplice, chiara e limpida. Durante la procedura viene utilizzata una lastra, che prende il nome di Lastrina Endorale, che viene posizionata nella bocca del paziente ed emette questi raggi. Grazie alle tecnologie di ultima generazione, è garantito un risultato ottimale con il minimo numero di radiazioni.  La Radiografia Endorale è una delle modalità di imaging più utilizzate dai dentisti, grazie all’alta risoluzione che permette una visione chiara sia dei denti che delle eventuali patologie, dentali e ossee, presenti. Fornendo, tramite un’attenta e meticolosa calibrazione, diagnostiche che risultano essenziali anche per la creazioni di impianti dentali. È anche utilizzata per controllare l’esito di terapie canalari. In quanto esame mirato, la radiografia endorale ha il vantaggio di visualizzare la zona con una angolazione adatta e precisa. Ciò permette una diagnosi migliore. Le radiografie endorali sono importanti perché forniscono al dentista informazioni importanti in tutte le fasi: Diagnosi Trattamento Monitoraggio in seguito al trattamento A cosa serve la radiografia endorale? Ora che abbiamo visto cosa significa radiografia endorale, vediamo a cosa serve e perché viene scelta come esame diagnostico. Abbiamo visto che tramite essa il dentista può recuperare delle informazioni specifiche che riguardano una zona circoscritta, come uno o due, massimo tre denti. In merito a tutte le parti che li compongono. L’RX endorale viene prescritto in diverse occasioni, ad esempio per verificare la presenza di: Carie Granuloma dentale Ascesso dentale Fratture dentarie Malattie parodontali (come la parodontite) Cisti Denti inclusi Anomalie di vario genere nell’arcata dentale Inoltre, può essere utilizzata durante una delle seguenti procedure: Devitalizzazione del dente Terapia canalare Terapia parodontale Per controllare stato di impianti, ponti o corone dentali Tipologie di Radiografie Endorali Esistono diverse tipologie di radiografie endorali. La radiografia endorale periapicale, bitewing e infine occlusale. Vediamole insieme: Periapicale. mostra il dente nella sua intera lunghezza, dalla corona alla radice. È consigliata per valutare la presenza di granulomi o ascessi dentali. Bite-wing. Viene utilizzata per un’analisi delle superfici interprossimali del dente e ci permette di vedere dettagliatamente le corone dentali e alcuni tessuti circostanti dei denti. È indicata per scovare la presenza di carie e valutare i livelli ossei alveolari. Occlusale. Comprende più denti, consente di ottenere l’immagine di circa 3/4 dell’arcata dentale. Radiografia endorale: come si fa? Prima di una radiografia endorale, non c’è bisogno di nessuna preparazione particolare. Si tratta di un esame tendenzialmente veloce e indolore, che dura all’incirca una decina di minuti. Il paziente deve essere seduto in posizione eretta e l’esame avviene su una normale poltrona dentistica. Al dentista o all’operatore sanitario è richiesto di indossare i guanti e sottostare a tutte le regole d’igiene previste dal sistema sanitario. Per acquisire le immagini si possono scegliere recettori digitali o a pellicola. A scopo igienico, i primi devono essere avvolti in buste di plastica monouso apposite prima del posizionamento, mentre i secondi sono già inseriti in unità sterili preconfezionati. La dimensione del recettore scelto varia principalmente in base alla posizione dei denti che si stanno valutando e ad altri fattori (ad esempio se si parla di pazienti pediatrici). Durante l’esame, il paziente non deve avere addosso oggetti metallici, perché potrebbero interferire con la qualità delle immagine. Inoltre, egli viene dotato di un particolare grembiule piombato, che funge da schermo e riduce quindi l’assorbimento delle radiazioni. Per lo stesso motivo, deve indossare anche un “collare” apposito, utile per proteggere la tiroide, organo molto sensibile alle radiazioni. Anche se, come abbiamo specificato, il numero di queste è ormai molto ridotto. La procedura Quando il paziente è “vestito” in modo adeguato, viene sistemata all’interno della sua bocca la lastrina endorale (da cui prende il nome la radiografia endorale). Questa viene sorretta da un supporto, solitamente in plastica, che il paziente deve mordere, affinché la lastrina rimanga in posizione e non si muova. L’Apparecchio Endorale per la radiografia è solitamente poggiato sulla guancia del paziente. Questo emette le radiazioni ionizzate, in direzione della lastrina. È importante che il recettore (la lastrina) sia sempre posizionato con il suo lato attivo verso la sorgente delle radiazioni ionizzate. Una volta che il paziente è in posizione e il recettore è immobile, l’operatore si posiziona dietro la classica barriera di sicurezza. Avviene quindi la “scansione“. Le immagini appaiono direttamente sul computer. Queste possono essere poi avvicinate le une alle altre per dare una visione d’insieme dei denti interessati. Il numero di immagini varia, ma si può arrivare anche a 21 radiogrammi. Essendo computerizzate, le immagini possono essere ingrandite in modo da identificare con ancora più precisione la problematica che si sta cercando di individuare. I ricettori digitali (quindi nel caso di radiografia endorale digitale) sono ora preferiti a quelli analogici, sia per la qualità delle immagini che restituiscono che per i tempi di esposizione alle radiazioni. Radiografia Endorale Periapicale La tipologia di radiografia endorale più utilizzata è sicuramente quella periapicale. Quali elementi prende in esame l’RX Endorale Periapicale? Come anticipato, questa fornisce l’immagine dell’intero dente (dalla radice alla corona) e a volte dei denti adiacenti, dell’osso circostante e delle strutture anatomiche presenti nelle circostanze. Le RX

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prevenzione orale nei bambini

Prevenzione orale nei bambini

Prevenzione Orale nei Bambini Salute Indice La prevenzione orale nei bambini e nei neonati è particolarmente importante. Oltre ad anticipare il verificarsi di problematiche a livello dentale, aiuta a rendere il bambino fin da subito consapevole del valore dell’igiene orale. Tra le varie attività di prevenzione, la prima visita odontoiatrica è sicuramente la prima cosa da fare che viene fatta intorno ai sei mesi, massimo un anno di vita del bambino. In sede di visita il Dentista Pediatrico dispenserà tanti consigli su come deve essere eseguita l’igiene orale quotidiana in casa. Ma vediamo ora come si deve fare per prevenire le problematiche legate ad una scarsa igiene orale. Analizziamo l’iter di cura dei denti dei bambini fin dall’infanzia fornendovi alcuni consigli utili per creare consapevolezza nei bimbi e garantire un ottimo stato di salute dentale. Prevenzione orale nei neonati Prestare attenzione alla salute orale dei bambini è importante ancor prima dello spuntare del primo dentino. Fin dalla nascita del bambino, i dentisti consigliano di pulire le gengive, almeno due volte al giorno con un panno umido e morbido. Questa azione deve essere fatta dopo la prima poppata e subito prima di dormire, in modo da eliminare eventuali batteri che possono essersi depositati all’interno della bocca. Le gengive dei neonati devono risultare ben pulite e di un colore rosa per essere considerate sane. Oltre che per la pura igiene, l’attenzione per la prevenzione orale nei neonati è importante anche perché mette in luce malattie che possono essere nascoste. Se si notano residui di placca, degli accenni di gengivite o delle macchie marroni o bianche sui primi dentini, infatti, potrebbero essere presenti dei batteri. Questi, oltre alla carie possono portare ad altre problematiche gravi. Situazioni del genere si verificano spesso quando i bambini o i neonati sono nutriti con latte artificiale o liquidi zuccherati, è quindi necessario fare più attenzione. Nei neonati quindi, l’allattamento al seno è ideale per garantire anche un buono stato di salute delle gengive. Quando iniziano a spuntare i primi dentini, invece, inizia ad essere sconsigliato perché diventa una possibile causa di carie. Come gestire la comparsa dei primi dentini Con la comparsa del primo dentino che avviene tra i sei e gli otto mesi di età, inoltre, avvengono anche altri cambiamenti. La prevenzione orale nei bambini prevede a questo punto l’inserimento dello spazzolino. Nei bambini molto piccoli, i denti andrebbero lavati due volte al giorno con uno spazzolino a setole morbide e acqua possibilmente naturale. Inserire fin da subito nella vita del bambino delle abitudini sane, è la prima arma che abbiamo per la prevenzione orale nei bambini. In questa fase di transizione le gengive non vanno dimenticate: è necessario continuare a pulirle con un panno umido e a massaggiarle per alleviare il dolore della dentizione, ovvero lo sviluppo dei primi dentini. In questa fase è consigliato dare al bambino un anello da dentizione pulito o lavare le gengive e i denti con l’acqua fredda. Lavare i dentini in questa fase quindi può essere anche un sollievo per il bambino. E’ importante ricordare che la carie è una malattia infettiva trasmissibile. È quindi sconsigliato, ad esempio, testare la temperatura dei biberon con la bocca o condividere cucchiaini o altro. Tra i 6 mesi e il primo anno arriva il momento di fissare il primo appuntamento dal dentista, sia in caso di segni evidenti di problematiche, sia che la situazione sembri normale: già con la comparsa del primo dentino è necessario contattare l’odontoiatra pediatrico per applicare sul dente la vernice al fluoro, sempre in ottica di prevenzione della carie. Dal punto di vista dell’igiene orale, invece, è necessario continuare a lavare i denti più volte al giorno con uno spazzolino adatto che non dia sensazioni spiacevoli al bambino, continuando ad associare la pulizia della bocca ad un momento positivo della giornata. Come fare la Prevenzione orale nei bambini Entro i 30 mesi tutti i dentini dovrebbero essere usciti e il bambino dovrebbe essersi allontanato pian piano dal ciuccio o dall’istinto di succhiare il pollice. Se ciò non è avvenuto, è necessario contattare un dentista pediatrico, per valutare insieme il da farsi. Proprio intorno ai 2 anni, viene solitamente inserito nella quotidianità, il dentifricio al fluoro. Questo passaggio avviene sempre con la consulenza di uno specialista odontoiatrico che si occupa di prevenzione orale nei bambini. Da questo momento in poi, i controlli dovrebbero diventare regolari. A 4 anni il bambino inizia ad imparare a lavarsi i denti da solo, sotto supervisione. Il compito dei genitori è quello di mostrare ai bambini il modo giusto di spazzolare i denti: avanti e indietro, su e giù per almeno cinque volte. E’ anche importante insegnare al bambino il risciacquo. Una buona strategia da utilizzare, è quella di configurare questo momento come gioco: i bambini si annoiano facilmente e rendere la pulizia dei denti un impegno quotidiano può stancarli. Inserire il divertimento, aiuta il bambino ad apprezzare il momento e contemporaneamente ad iniziare a costruire la propria indipendenza. Intorno ai 6 anni il bambino dovrebbe conoscere le tecniche di spazzolamento di base. A questo punto ci si spinge un po’ oltre. Si insegna al bimbo a spazzolare bene la parte interna dei denti, spesso sottovalutata, cercando di integrare e alternare i movimenti: su e giù, destra e sinistra. Il movimento circolare rimuove meglio ciò che si deposita nello spazio tra i denti. Dai 10 anni in poi, appreso totalmente il movimento e l’importanza della prevenzione orale nei bambini, si può inserire il filo interdentale da utilizzare in maniera autonoma. Prevenzione orale nei bambini efficace Affinché il bambino si occupi della sua igiene orale in maniera ottimale, ci sono dei trucchetti da seguire: Lo spazzolino deve essere adeguato all’età. Le setole degli spazzolini, così come la testina e l’impugnatura devono essere adeguate. Consulta il tuo dentista se sei insicuro della tua scelta Così come lo spazzolino, anche il dentifricio e la quantità usata devono essere selezionati. La quantità di fluoro contenuto è scelta in base all’età. Per i bambini sono studiati anche degli

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bruxismo e faccette dentali

Bruxismo e Faccette Dentali

Bruxismo e Faccette Dentali Salute Indice Bruxismo e faccette dentali possono convivere? Sappiamo che il bruxismo è una problematica, spesso notturna, che porta le persone a digrignare inconsciamente i denti. Questa condizione è dovuta quasi sempre ad accumulo di stress e tensioni nervose. Vi lasciamo un link a un nostro articolo che parla di bruxismo. Le faccette dentali sono un procedimento di estetica dentale che permette di posizionare davanti al dente naturale delle protesi sottilissime in ceramica. In questo modo possiamo dare al dente una forma estetica e un colore ottimale.  Ecco allora il link al nostro articolo sulle faccette ai denti. Sappiamo che il Bruxismo (digrignamento dei denti) può logorare e fratturare i denti naturali. Quindi, se stai seriamente valutando la possibilità di comprare delle faccette in porcellana, dovresti pensarci bene. Perché digrignare i denti può fratturare anche le faccette. Le faccette in porcellana sono il modo più naturale per ripristinare i denti scheggiati, scoloriti o disallineati. Questo perché imita le caratteristiche dei denti naturali. Tuttavia le faccette hanno un costo non indifferente e devi stare attento a fare una scelta corretta per non perdere i tuoi soldi. Per questo motivo, prima di andare dal dentista e chiedere di posizionarti le protesi, ci sono alcune cose che devi sapere sul bruxismo e faccette dentali. Veniamo dunque alla domanda che ci siamo posti. Il bruxismo e le faccette dentali possono coesistere? Chi soffre di Bruxismo può avere delle faccette estetiche o deve cercare altre soluzioni? Ecco alcuni consigli dal Medico. Statistiche su bruxismo e faccette dentali Uno studio Americano del 2017 pubblicato sul portale web della National Library of Medicine – National Institutes of Health (Stati Uniti) ci spiega qualcosa in più sul tema delle faccette in porcellana e pazienti con bruxismo: Frattura del dente: Le faccette estetiche hanno più probabilità di rompersi nei pazienti con bruxismo. Debonding: così come per le fratture c’è maggiore possibilità di allentamento o caduta delle protesi in porcellana nei i pazienti che digrignano. Bite dentale :I bite dentali possono diminuire i rischi appena elencati sopra. Se bruxi ma non indossi un paradenti, le tue faccette avranno una probabilità otto volte maggiore di fratturarsi. (A proposito, scopri di più sui bite dentali) Risolvere il bruxismo prima di procedere? Prima di acquistare delle faccette estetiche in porcellana, devi dire al dentista che soffri di bruxismo. In questo modo potrai scoprire le causa di digrignamento e impostare una terapia. Il trattamento può includere un bite dentale personalizzato da indossare di notte o tecniche di rilassamento per ridurre lo stress. Ci sono anche bite sportivi da indossare di giorno e adatti a rilassare la muscolatora per chi fa molta attività fisica. Tra le cause del bruxismo ricordiamo: Stress o ansia Soffrire di Apnea notturna Malocclusione dentale (qui un articolo sulla malocclusione nei bambini) Altre diverse condizioni mediche o farmaci da prescrizione Bruxismo e faccette dentali: prenota una visita dentistica Adesso sai qualcosa in più su bruxismo e faccette dentali, ma andiamo avanti per gradi. Prima di farti mettere delle faccette estetiche in porcellana, è necessario svolgere un esame approfondito dello stato di salute della tua bocca. Perché? Devi sapere se i tuoi denti e gengive sono abbastanza forti e sani da poter mantenere le faccette Se hai denti già rotti o danneggiati dal bruxismo devi prima ripristinarli Potresti avere un disturbo dell’ATM che va curato prima di ricevere le faccette dentali Potrebbero essere necessari esercizi per aiutarti a ripristinare la corretta funzione dell’ATM e alleviare il dolore o il disagio del disturbo. Ti verrà consigliato un bite personalizzato come protezione per le faccette e per prevenire le fratture. Una protezione non solo per le faccette, ma anche per il tuo investimento. Scegliere bene i Materiali La giusta convivenza di bruxismo e faccette dentali passa anche dalla scelta dei materiali della protesi. I marchi delle faccette sono davvero tanti. Ognuno con i suoi punti di forza per quanto riguarda le faccette in porcellana. Un dentista esperto può determinare se la porcellana ad alta resistenza è adatta al tuo caso e se ti permette di ottenere i risultati che desideri. Pensa a delle alternative Attenzione. La risposta alla domanda se bruxismo e faccette dentali possono coesistere varia di caso in caso. Sicuramente chi digrigna di denti avrà più difficoltà con le faccette dentali. Ma non sempre è così. Abbiamo visto che il bruxismo può rompere o allentare le faccette. Tuttavia sappiamo anche che il bite può ridurre questo rischio. In questo caso anche chi soffre di bruxismo può ottenere delle faccette in porcellana. Anche il “grado di bruxismo” permette di capire se puoi ottenere delle faccette oppure no. Se digrigni costantemente giorno e notte e lo fai con molta intensità non è il caso che tu acquisti le faccette estetiche. Dovrai prima provare a risolvere i problemi di bruxismo e poi pensare di procedere con la parte di estetica. Oppure potresti pensare delle alternative alle faccette. Quali? A seconda della condizioni di partenza dei denti e del risultato che vuoi speri di ottenere, il tuo dentista potrebbe consigliarti delle valide alternative. Ad esempio le corone in ceramica. Se hai selezionato un dentista cosmetico esperto, ti dirà esattamente cosa aspettarti da ogni diversa opzione e quale scelta è migliore per te. Conclusioni su bruxismo e faccette dentali Per concludere il nostro articolo sulle faccette dentali e bruxismo, ti suggeriamo di sentire sempre il parere di un professionista esperto in estetica dentale. Cerca dentisti cosmetici accreditati o comunque assicurati di sceglere dentisti con una formazione avanzata ed esperienza in odontoiatria estetica. Infatti la scelta è molto importante e devi trovare un dentista che ti possa aiutare a capire se le faccette sono la soluzione idonea prendersi cura del tuo sorriso. Al contrario dovrà consigliarti, se necessario, un trattamento alternativo. Presso il Centro Dentistico Unisalus di Milano, vicino alla stazione centrale, è presente un team di Dentistici Estetici che può aiutarti a risolvere i tuoi problemi. Abbiamo nel nostro staff esperti odontoiatri, gnatologi, ortodonzisti, igienisti dentali. A tua completa disposizione per una

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chirurgia mucogengivale

Chirurgia Mucogengivale

La chirurgia mucogengivale, o chirurgia plastica mucogengivale, è una serie di tecniche utilizzate per correggere i tessuti molli intorno ai denti. Che cos’è la chirurgia mucogengivale La chirurgia mucogengivale ha acquisito importanza negli ultimi anni. Questi interventi sono secondari alla conservazione della salute parodontale. Tuttavia, le esigenze estetiche dei pazienti e le peculiarità morfologiche hanno aumentato la frequenza di tali interventi. Gli obiettivi principali sono: fermare la recessione gengivale allargare la gengiva approfondire il vestibolo coprire la recessione esistente È utile per correggere o prevenire difetti anatomici, evolutivi, traumatici e patologici della gengiva, della mucosa alveolare o del tessuto osseo. Grazie a questa chirurgia si aumenta lo spessore o la lunghezza dei tessuti gengivali per curare o fermare l’esistenza di una recessione. Di conseguenza si elimina l’ipersensibilità. In questo modo l’estetica del paziente migliora molto. Tecniche Molte delle tecniche utilizzate di chirurgia mucogengivale creano delle gengive a partire da altri tessuti per coprire la recessione gengivale. Le tecniche per ottenere tessuto mucogengivale sono innesto: libero di tessuto connettivo, questo metodo prevede il prelievo di tessuto connettivo dal palato e successivamente posizionato nella zona interessata. gengivale libero, il dentista preleva un pezzo di tessuto dal palato ed effettua la suturazione nell’area interessata peduncolato in cui il medico crea un lembo proprio da un’area accanto alla recessione gengivale. Il lembo viene spostato fino a coprire la gengiva. Perché funzioni occorre che sia presente molto tessuto nella zona limitrofa alla recessione. L’innesto di tessuto connettivo è la tipologia più comune, mentre, l’innesto peduncolato è quello con maggior successo. Infatti nel peduncolato non si interrompe il flusso sanguigno in nessuna zona della bocca. Quando è necessaria la chirurgia mucogengivale La comparsa di problemi mucogengivali è solitamente dovuta a particolarità morfologiche, determinate dalla genetica. Tra queste ci sono: un osso vestibolare sottile o assente ampiezza e spessore del fenotipo gengivale bretelle inserite troppo vicine alle gengive La chirurgia estetica mucogengivale è necessaria quando è impossibile risolvere tali problemi con procedure conservative. È altresì importante sottolineare che la chirurgia mucogengivale può essere eseguita solo: dopo un miglioramento dell’igiene orale stabilità nel caso di una patologia parodontale dopo aver eliminato traumi occlusali Gli interventi da eseguire di fronte a queste problematiche mucogengivali sono la frenulectomia e l’innesto gengivale libero. Solo dopo aver arrestato il motivo alla base della recessione, si promuove la copertura della recessione. Per questo motivo vengono eseguiti i suddetti innesti. Perché si esegue Le gengive sono molto importanti per la bocca. Infatti proteggono dai germi e dall\’ingresso di cibo, oltre che a sostenere il dente stesso. Infatti l’assenza di gengiva può provocare infiammazioni oltre che ad influire sull’aspetto. Per coprire recessioni gengivali si segue la classificazione di Miller che si basa su quattro classi: prima, una recessione che raggiunge la linea muco gengivale seconda, la recessione supera la linea muco gengivale terza, definita recessione apicale in quanto si perde l’osso interprossimale tra smalto e cemento verticalmente quarta, la recessione supera il livello muco gengivale e la perdita di osso raggiunge il livello apicale rispetto all’estremità della recessione. Chirurgia Mucogengivali costi Il costo di questi interventi varia molto, soprattutto in base al livello del danno gengivale. Infatti per la ricostruzione gengivale di un dente il prezzo può essere di € 400,00 ma nel caso di più denti il costo può salire da € 750,00 a €1.500,00 circa. Conclusioni Gli interventi mucogengivali richiedono esperienza e competenza da parte del professionista e anche la collaborazione da parte del paziente. Spetta, infatti, al paziente rispettare le istruzioni post operatorie, come l’igiene orale, ma anche eliminare i fattori di rischio come il fumo.

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piercing lingua denti

Piercing lingua denti

Il piercing sulla lingua rovina i denti? Salute Indice Piercing lingua denti: cosa è necessario sapere sulla presenza di questo piercing nella bocca? In questo articolo parleremo dei rischi che i piercing orali implicano per la salute della bocca. Con “piercing orali” ci riferiamo a qualsiasi tipo di foratura che implichi l’inserzione di un oggetto estraneo all’interno della lingua, delle labbra o delle guance. Comportando maggiori rischi per la salute orale, consigliamo di consultare il dentista per avere più informazioni sugli eventuali pericoli che si corrono e, soprattutto, su come prevenire eventuali danni. Il piercing sulla lingua rovina i denti? Sì, il piercing alla lingua o al labbro può recare danno alla salute orale. Infatti, tale gioiello può provocare infiammazioni alle gengive e, addirittura, può portare alla perdita precoce dei denti in casi gravi. Piercing alla lingua rovina denti: lo studio Un team di ricercatori dell’Università di Basilea ha preso in considerazione un gruppo di ragazze con piercing alla lingua o al labbro. Raccolti tutti i parametri clinici, li ha paragonati a quelli di pazienti senza piercing. Il risultato è che nel gruppo delle ragazze con piercing, i ricercatori hanno rilevato segni di infiammazione gengivale o principi di parodontite. Nello specifico, sono risultati più colpiti i denti maggiormente in contatto con la pallina metallica del gioiello. Piercing alla lingua rischi denti Le due palline metalliche di cui è composto il piercing possono provocare: microfratture e fratture dentali, difficoltà nella funzione masticatoria, diastemi e abrasioni dello smalto. Una cattiva igiene orale e il fumo possono aumentare il rischio di imbattersi in questi problemi. Ipersensibilità dentale Altra eventualità è che l’abrasione o la frattura dello smalto provochino ipersensibilità dentale e aumentino la possibilità di contrarre infezioni (ascessi e carie). Infatti, lo smalto ripara la parte più interna del dente (la dentina) che, a sua volta, comprende la polpa del dente. Nel caso in cui lo smalto si assottigli o si rovini, le terminazioni nervose che si trovano all’interno della dentina reagiranno con maggiore intensità agli stimoli esterni, ossia al caldo, al freddo o agli stimoli tattili. Infezioni Lo smalto assottigliato o rovinato, dunque, non è più in grado di proteggere il dente. Ciò consente ai batteri di infettare il dente con più facilità. Diastemi Il diastema è lo spazio tra due denti contigui. Chi ha un piercing alla lingua spesso prende l’abitudine di giocare col gioiello spingendo la pallina metallica contro gli incisivi. Questa continua pressione sui denti può far sì che questi si spostino, creando, appunto, il diastema. Piercing lingua danni denti Gli eventuali ulteriori effetti collaterali possono essere: infezioni. Nella nostra bocca sono presenti milioni di batteri che possono provocare un’infezione dopo un piercing. Anche maneggiare il gioiello una volta introdotto può originare infezioni gonfiore e dolore. Il gonfiore dopo un piercing, specialmente alla lingua, è normale. Ma se il corpo rigetta il gioiello, la lingua può gonfiarsi al punto di chiudere le vie respiratorie. emorragia prolungata. Se il piercer a cui ti rivolgi non è professionale e affidabile, rischi che, durante il piercing, punga con l’ago un vaso sanguigno, determinando un’emorragia anche difficile da controllare. denti scheggiati. Il piercing, se entra in contatto con i denti per lungo tempo, può fratturarli. malattie a trasmissione ematica. Se realizzato in studi non professionali, il piercing orale può essere un fattore di trasmissione dell’epatite B, C, D e G. endocardite. Il piercing orale può comportare il rischio di endocardite. Ossia, l’infiammazione delle valvole e dei tessuti cardiaci. Infatti, la ferita creata dal piercing può consentire ai batteri che stanno nella bocca di entrare nel sangue e arrivare al cuore. interferenza con le normali funzioni orali. Un gioiello nella bocca può comportare un’eccessiva produzione di saliva. Questo interferisce con la normale capacità di pronunciare correttamente le parole e con la masticazione e la deglutizione. retrazione delle gengive. Il contatto prolungato del piercing contro le gengive può provocare ferite. Questo attrito continuo può causare l’arretramento delle gengive, lasciando scoperta la maggior parte del dente. La retrazione gengivale può, poi, dare origine a tasche gengivali. Queste possono portare a infezioni fino anche a causare la perdita del dente. alitosi. I batteri che proliferano, la maggiore difficoltà nell’igiene orale, l’eccessiva salivazione e il materiale di cui è fatto il piercing sono alla base dell’alito cattivo. Come risolvere i danni ai denti? I danni provocati da infezioni si possono risolvere con una maggiore igiene orale. Il diastema o le fratture, invece, richiederanno l’intervento di un dentista o di un ortodontista che, ad esempio, potrà optare per l’inserimento di faccette dentali. Piercing lingua e denti: prevenzione Se avete in testa l’idea di fare un piercing orale, quindi, pensateci bene e chiedete consiglio anche al vostro dentista. Ma se decidete di farlo, ecco qualche consiglio per evitare di incorrere nei rischi detti finora. lavate i denti almeno 3 volte al giorno con uno spazzolino morbido usando anche il collutorio. pulite il piercing frequentemente. Infatti, anche su di esso può depositarsi il tartaro. fate regolarmente visite dal dentista e sottoponetevi ad almeno 3 sedute di igiene orale professionale all’anno per diminuire il rischio di infezioni. non giocate con il gioiello. Ecco qui concluso il nostro articolo “Piercing lingua denti”. Per avere maggiori informazioni o per prenotare un consulto contatta i nostri esperti. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come avere denti bianchi rimedi naturali

Come avere denti bianchi rimedi naturali Salute Indice Siete curiosi di sapere come avere denti bianchi rimedi naturali? In questo articolo ve lo spiegheremo.  La dentina è il tessuto osseo che si trova al di sotto dello smalto, cioè la parte più interna del dente, ed è ciò che dà il colore ai denti. Quest’ultimo dipende da fattori genetici. Ma i denti, nel corso degli anni, possono mutare colore a causa della parte esterna, lo smalto. È, infatti, poroso e lascia passare le sostanze. Queste possono ancorarsi alla dentina mutandone il colore. Quindi tutto può incidere: medicine, fumo e cibo.  Non solo cosa mangiamo influenza la dentina, ma anche come lo mangiamo. Esistono, infatti, buone consuetudini alimentari e cibi che aiutano a conservare denti più bianchi naturalmente.  Per prima cosa, partiamo con l’alimentazione. Ciò che mangiamo, infatti, influisce anche sullo smalto dentale. Seguire una giusta alimentazione, quindi, può contribuire a sbiancare denti in modo naturale. Metodi per avere denti bianchi: abitudini alimentari Come avere denti bianchi rimedi naturali? Innanzitutto, abbiamo detto che ci sono delle buone abitudini alimentari da seguire. Queste consuetudini consistono nel masticare e mangiare lentamente. In questo modo produrremo più saliva che collabora a distruggere i batteri che causano la placca. Inoltre, è molto importante bere acqua, che diminuisce il livello di acidità del cavo orale.  Denti bianchi naturalmente: cibi da evitare Ci sono degli alimenti che, più di altri, concorrono a macchiare i denti. Non occorre rinunciarvi. Basta consumarli in quantità limitate e lavarsi i denti subito dopo aver mangiato.   Ci riferiamo a:  bevande e cibi con un pH acido alto (salsa di pomodoro, aceto e sottaceti, bevande energetiche o gassate) cibi a pigmentazione scura o contenenti coloranti (tè nero, caffè, vino rosso, frutti rossi, mirtilli, barbabietole, salsa di soya, curry, caramelle, dolci) carboidrati raffinati (pane bianco, crackers). Avendo molti zuccheri, contribuiscono all’ingiallimento dei denti e allo sviluppo di carie. Rimedi naturali per denti più bianchi: cosa mangiare I cibi che contribuiscono, invece, a sbiancare i denti in modo naturale o che, comunque, contengono sostanze utili sono: alimenti croccanti e crudi (carote, sedano, mele, broccoli, cavolfiore, mandorle, pere, mandorle, noci e semi vari). Questi cibi portano più benefici: stimolano la masticazione, contribuiscono a rimuovere la placca e il tartaro, rinforzano le gengive e spazzolano i denti fragole. L’acido malico contenuto in esse favorisce la rimozione delle macchie sulla superficie dello smalto. Potete anche unire del bicarbonato di sodio alla purea di fragole, passando poi sui denti il composto ottenuto per circa un minuto. Risciacquate bene, poi, con del colluttorio e passate il filo interdentale salvia e menta. Gli oli essenziali che contengono sono uno sbiancante naturale per denti e la ruvidità delle foglie compie un’azione abrasiva sullo smalto. Strofinate delicatamente le foglie sui denti semi di sesamo e latticini sono ricchi di calcio che fortifica le ossa. Inoltre, contengono acido lattico che contribuisce a eliminare le macchie superficiali dello smalto tè verde. Diversamente dagli altri tè, include la catechina. Questa sostanza elimina i batteri frutta ricca di vitamina C (come i kiwi). Questa rafforza le gengive e ostacola la formazione di placca. Non dovete, però, abusarne perché è frutta contenente acido citrico che danneggia lo smalto funghi shiitake. Contengono il lentinano, uno zucchero vantaggioso per i denti che ostacola lo sviluppo della placca ananas. Questo frutto, infatti, contiene un enzima, la bromelina. Essa aiuta a eliminare le proteine che ingialliscono i denti posandosi sulla superficie dello smalto cipolle. Le componenti di zolfo contenute nelle cipolle combattono la creazione di placca. Solo mangiandole crude, però, mantengono questa caratteristica anti-placca Altri rimedi naturali per sbiancare i denti Ci sono altri modi naturali per far diventare i denti bianchi. Il primo consiste nell’utilizzare il succo di limone. È, infatti, uno sbiancante per denti naturale che toglie efficacemente le macchie causate dal fumo o dal caffè. Il succo di limone, però, deve essere usato di tanto in tanto perché rischia di corrodere lo smalto dei denti. Ma, ogni tanto, il succo di limone strofinato con lo spazzolino concorre a rendere i denti bianchi, a proteggere le gengive e a ridurre il tartaro.  Altro metodo casalingo per sbiancare i denti è il bicarbonato di sodio. Unite mezzo cucchiaino di bicarbonato e mezzo cucchiaino di sale. Utilizzate il composto come fosse dentifricio, bagnate lo spazzolino e passatelo sui denti. Potete anche mescolare mezzo cucchiaino di bicarbonato con un po’ d’acqua e succo di limone. In entrambi i casi, sciacquate bene la bocca dopo l’uso. Non effettuate questo trattamento troppe volte o danneggerete lo smalto. Una volta a settimana o una volta ogni due è più che sufficiente.  Altro metodo naturale per sbiancare i denti è l’aceto di mele. L’acidità dell’aceto, infatti, riesce a diminuire le macchie scure che si formano soprattutto sui denti di chi fuma e di chi beve molti tè o caffè. Diluite 25 ml di aceto di mele in 100 ml di acqua ed effettuate degli sciacqui. Non ricorrere a questo rimedio naturale per sbiancare i denti più di 1 volta a settimana. Anche l’olio di oliva è uno sbiancante naturale per i denti. Versate in un bicchiere un cucchiaino di olio di oliva e immergetevi una garza sterile. Il tessuto deve assorbire bene l’olio. Ora coprite il dito indice con la garza imbevuta e strofinate i denti. L’olio è in grado di rimuovere le macchie dentali perché, grazie alla sua bassa acidità, riesce a combattere le discromie dello smalto senza comprometterlo. Potete eseguire questo trattamento 1 volta a settimana.   Conclusioni Concludiamo qui in nostro articolo “Come avere denti bianchi rimedi naturali”. Oltre a seguire i consigli dati finora, ricordatevi sempre di effettuare una buona igiene dentale quotidiana e di sottoporvi a sedute di igiene orale professionale almeno ogni 4 – 6 mesi. Solo così manterrete i vostri denti bianchi e sani.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite

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Retrazione Gengivale

A Cosa Serve la Visita Geriatrica: approfondimento sulla Salute degli Anziani Salute Indice La retrazione gengivale è un particolare tipo di processo per il quale il margine del tessuto gengivale dei denti si consuma o si ritira. Questo porta all’esposizione di una parte di dente maggiore o addirittura della radice del dente stesso. Quando si verifica una recessione gengivale, si formano le cosiddette tasche gengivali. Ossia quegli spazi vuoti tra i denti e il bordo gengivale. Le tasche gengivali favoriscono il proliferare di batteri. Se non trattiamo la retrazione gengivale, succede che il tessuto di supporto e le strutture ossee dei denti si danneggiano gravemente. Tutto questo può avere come risultato finale anche la perdita del dente o dei denti coinvolti. La gengive che si ritirano è un problema odontoiatrico molto comune. La maggior parte delle persone non si accorge subito di avere una recessione gengivale perché questa progredisce in modo graduale. Solitamente è il dentista, durante una seduta di igiene orale o dopo un’esame strumentale, ad accorgersi dell’inizio della gengiva ritirata. Il primo segno di recesso gengivale è solitamente un problema di ipersensibilità dentale. Ci sono altri casi in cui potresti invece notare che un dente sembra più lungo del solito. In genere, si può sentire una sorta di scalino vicino al bordo delle gengive. Il ritiro gengivale non è un problema da ignorare o da tenere in secondo piano. Se hai il timore che le tue gengive si stiano ritirando, parlane con il tuo dentista di fiducia. Infatti ci sono diversi trattamenti che possono riparare la gengiva, ma soprattutto prevenire danni ben peggiori. Perché le gengive si ritirano? Ci sono una serie di fattori e cause che possono causare la retrazione gengivale, tra cui: Malattie parodontali Genetica Spazzolamento aggressivo Scarse cure dentistiche Squilibri ormonali Malattie Parodontali Si tratta di infezioni gengivali batteriche che distruggono il tessuto gengivale e l’osso di supporto che tiene i denti in posizione. Le malattie gengivali sono la principale causa di abbassamento gengive. Genetica e Malattie Gengivali Esistono persone che sono predisposte alle malattie gengivali e di conseguenza alle gengive che si ritirano. In effetti, gli studi dimostrano che il 30% della popolazione può essere predisposto a delle gengive ritirate, indipendentemente da come si prendono cura della propria salute orale. Spazzolamento troppo aggressivo Se utilizzi lo spazzolino con troppa forza o lo fai nel modo sbagliato, lo smalto dei denti rischia di consumarsi e le gengive si ritirano. Cure dentistiche non corrette Spazzolare, usare il filo interdentale e risciacquare in modo inadeguato con un collutorio antibatterico sono i consigli per una corretta igiene orale casalinga. Tuttavia queste operazioni rendono facile la trasformazione della placca in tartaro, una sostanza dura che si accumula tra i denti. Questa sostanza può essere rimossa solo con una pulizia dentale in studio professionale. Se trascurata può portare alla retrazione gengivale. Cambiamenti ormonali Le modifiche dei livelli ormonali che accadono durante la vita di una donna, ma anche durante la pubertà, la gravidanza e la menopausa, rendono le gengive più sensibili e per questo più vulnerabili alla regressione gengivale. Tabacco e Retrazione Gengivale I fumatori hanno grandi possibilità di soffrire più facilmente di gengive che si ritirano. Bruxismo e Retrazione Gengivale Digrignare i denti, stringerli o, come si dice in gergo, bruxare, esercita una forte pressione sui denti, causando il ritiro delle gengive. Denti storti o morso disallineato Quando i denti non aderiscono perfettamente tra di loro, è probabile che venga esercitata troppa forza sulle gengive e sull’osso. Tutto ciò favorisce lo scollamento gengivale. Piercing E Retrazione Gengivale Piercing sulla lingua o sulle labbra, con il metallo, possono sfregare le gengive e irritarle al punto da consumare il tessuto gengivale. Retrazione gengivale: che fare? Gengive ritirate rimedi: cosa dobbiamo fare dunque in caso di gengive che si ritirano per una delle cause che abbiamo appena visto? Una leggera retrazione gengivale può essere curata dal vostro odontoiatria di fiducia semplicemente pulendo in modo approfondito l’area interessata. Durante la pulizia profonda, la placca e il tartaro che si sono accumulati sui denti e sul bordo delle gengive vengono rimossi con cura. L’area radicolare esposta viene levigata per rendere più difficile la nuova formazione di batteri. Vi sono dei casi in cui vengono somministrati antibiotici per eradicare eventuali batteri nocivi rimanenti. Intervento Chirurgico Retrazione Gengivale Nel caso in cui non bastasse la pulizia profonda, a causa di una perdita eccessiva di osso o di tasche gengivali troppo profonde, si deve pensare all’intervento chirurgico. Intervento alle gengive per riparare i danni causati dalla retrazione gengivale. Che tipo di chirurgia viene utilizzata per trattare la recessione gengivale? Gengive che si ritirano rimedi chirurgici: Ridimensionamento e levigatura Rigenerazione ossea Innesto tessuto molle Ridimensionamento del lembo aperto e levigatura radicolare Durante questa procedura, il dentista o il parodontologo (medico gengivale) ripiega il tessuto gengivale interessato, rimuove i batteri nocivi dalle tasche e quindi riposiziona il tessuto gengivale sopra la radice dentale, eliminando così le tasche o riducendone comunque le dimensioni. Rigenerazione ossea per retrazione gengivale Quando l’osso che sostiene i denti è stato distrutto a causa della retrazione delle gengive, viene consigliata dal dentista la rigenerazione ossea. Come nella riduzione della profondità della tasca, il dentista ripiegherà il tessuto gengivale e rimuoverà i batteri. Verrà quindi applicato un materiale rigenerativo, per stimolare l’organismo a rigenerare in modo naturale ossa e tessuti in quella zona della bocca. Dopo che il materiale è stato posizionato, il tessuto gengivale viene fissato sulla radice dei denti interessati. Innesto tessuto e Retrazione Gengivale Un altro modo di curare le gengive ritirate è l’innesto di tessuto molle. Ci sono diverse procedure di innesto. Tuttavia quella più utilizzato nello studio dentistico è solitamente l’innesto di tessuto connettivo. Come funziona? Questo rimedio per le gengive che si ritirano prevede che un lembo di pelle venga tagliato sul palato, mentre il tessuto da sotto il lembo, chiamato tessuto connettivo subepiteliale, viene rimosso e cucito al tessuto gengivale che circonda la radice esposta. Gli altri tipi di innesto sono invece chiamati innesto gengivale libero e innesto

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amalgama dentale e sclerosi multipla

Amalgama dentale e sclerosi multipla

C’è una correlazione tra amalgama dentale e sclerosi multipla? Salute Indice Correlazione tra amalgama dentale e sclerosi multipla? Uno studio canadese pubblicato nel 2007 dal Journal of Public Health Dentistry ha messo insieme lavori pubblicati dal 1966 al 2006. Da questi, è emerso che le persone con otturazioni in amalgama dentale avevano una probabilità più alta di ammalarsi di sclerosi multipla.  Nonostante ciò, nelle conclusioni gli studiosi affermano che è necessario svolgere ulteriori analisi che tengano conto non solo della presenza dell’amalgama. Ma anche delle sue dimensioni e della superficie che occupa, oltre che della durata dell’esposizione.  Altri lavori ancora hanno evidenziato che il mercurio delle otturazioni in amalgama costituisce solo il 10% del mercurio totale assunto da una persona. Infatti, il mercurio deriva da altre fonti importanti come alimenti (soprattutto pesce), inquinamento, vernici, disinfettanti e farmaci. Come si esprime la Mulitple Sclerosis International Federation? Riguardo il dibattito su un possibile legame tra amalgama dentale e sclerosi multipla, la MSIF (Multiple Sclerosis International Federation – Comitato Scientifico della Federazione Internazionale delle Associazioni Sclerosi Multipla) afferma che ad oggi non ci siano dati sufficienti. Infatti, non esistono dati sufficienti a riprova del fatto che il mercurio contenuto nelle amalgame provochi la sclerosi multipla o che la loro rimozione arrechi benefici sui sintomi o sull’andamento clinico della malattia.  Amalgama dentale e sclerosi multipla: cosa dice l’ANDI? Il Presidente dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI) Gianfranco Prada afferma che le otturazioni in amalgama non possono essere ritenute nocive per la salute. Anzi, il materiale è considerato dalla comunità scientifica internazionale come uno dei migliori, in quanto permette di raggiungere risultati clinici ottimali per eseguire la ricostruzione di un dente compromesso dalla carie.  L’AISM come si pronuncia? L’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) si basa sullo studio del 2007 e su ciò che dicono MSIF e ANDI per esprimere la sua opinione sull’eventuale correlazione tra amalgama dentale e sclerosi multipla.  Quello che afferma, infatti, è che non ci sia un legame tra le 2 e che non esistano dimostrazioni che provino che le amalgame in mercurio abbiano effetti tossici per la salute tanto da provocare la sclerosi multipla.  Ciò che l’AISM sottolinea, però, è l’importanza di sottoporsi a controlli periodici dal dentista e di continuare ad avere una buona igiene dentale. Anche tramite l’eventuale uso di farmaci e/o ausili. Alcuni sintomi della malattia, infatti, possono influenzare l’igiene dentale quotidiana. Pensiamo, ad esempio, alla spasticità, ai tremori, alla fatica, alla nevralgia trigeminale.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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