Patologie

Iperplasia Prostatica

Iperplasia Prostatica

Iperplasia Prostatica​ Urologia Indice L’Iperplasia Prostatica (IPB) rappresenta una condizione comune tra gli uomini, soprattutto con l’avanzare dell’età. Questo disturbo coinvolge l’aumento del volume della prostata, con conseguenti sintomi che possono influire sulla qualità della vita. In questa guida, esploreremo approfonditamente l’Iperplasia Prostatica Benigna, analizzando i sintomi, le cause e le opzioni di gestione disponibili. Che cos’è l’Iperplasia Prostatica ? L’Iperplasia Prostatica, nota anche come Iperplasia Prostatica Benigna, è una condizione comune tra gli uomini anziani, che coinvolge un ingrossamento non cancerogeno della ghiandola prostatica. La prostata circonda l’uretra, il condotto che trasporta l’urina dalla vescica attraverso il pene. Con l’IPB, la crescita e l’ingrossamento della prostata possono causare sintomi legati alla minzione e al flusso urinario. Clicca Qui se vuoi scoprire quali sono le altre Patologie Urologiche Sintomi dell’Iperplasia prostatica I sintomi associati all’Iperplasia Prostatica Benigna possono variare in intensità, ma esistono segnali comuni a cui prestare attenzione: Difficoltà nell’Urinare: questa condizione può causare difficoltà nell’iniziare e nel terminare la minzione; Minzione Frequente: Gli uomini affetti da questa condizione spesso avvertono un aumento della frequenza urinaria, specialmente durante la notte; Sensazione di Svuotamento Incompleto della Vescica: Dopo aver urinato, si può avvertire la sensazione di non aver svuotato completamente la vescica; Ritenzione Urinaria: Nei casi più gravi, l’Iperplasia Prostatica Benigna può portare a una completa incapacità di urinare, richiedendo assistenza medica immediata. Cause dell’Iperplasia prostatica benigna Le cause esatte dell’Iperplasia Prostatica Benigna non sono completamente comprese, ma alcuni fattori noti possono contribuire al suo sviluppo: Invecchiamento: L’Iperplasia Prostatica Benigna è più comune negli uomini anziani, con la maggior parte degli uomini che ne soffre dopo i 50 anni; Cambiamenti Ormonali: Le variazioni nei livelli di ormoni maschili, come il Testosterone e il Diidrotestosterone (DHT), sembrano avere un ruolo nell’ingrossamento della prostata; Fattori Genetici: La predisposizione genetica può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia, quindi chi ha parenti con questa condizione potrebbe essere più suscettibile. Opzioni Terapeutiche L’Iperplasia Prostatica Benigna può essere gestita attraverso diverse opzioni terapeutiche. Queste includono: Cambiamenti nello stile di vita: Apportare modifiche come ridurre il consumo di caffeina e alcol, fare esercizio fisico regolare e gestire lo stress può contribuire a ridurre i sintomi; Farmaci: Il Medico può prescrivere farmaci per alleviare i sintomi dell’IPB. Questi farmaci possono rilassare i muscoli della prostata e ridurre l’infiammazione; Interventi Chirurgici: In situazioni più gravi o quando altri trattamenti non hanno successo, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere o ridurre la ghiandola prostatica ingrossata. Queste procedure sono efficaci, ma comportano alcuni rischi. In conclusione, l’Iperplasia Prostatica Benigna è una condizione comune che colpisce molti uomini anziani. Riconoscere i sintomi e consultare un Medico per valutare le opzioni terapeutiche è fondamentale per migliorare la qualità della vita e la salute generale. La gestione di questa patologia può essere efficace e contribuire a ridurre i disagi causati da questa condizione. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Urologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Urologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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allergia al nichel

Allergia al Nichel

Allergia al Nichel​ Allergologia Indice L‘allergia al nichel è una reazione ipersensibile del sistema immunitario a questo metallo, che è ampiamente presente nell’ambiente e in molti alimenti. In questo articolo, esamineremo i sintomi dell’allergia al nichel, cosa mangiare per evitare le reazioni e il suo impatto sui sintomi gastroenterologici. Allergia al Nichel Sintomi I sintomi di allergia da Nichel possono essere differenti. Tra i più comuni si annoverano: Prurito Cutaneo: Uno dei sintomi più comuni dell’allergia al nichel è il prurito cutaneo. Questo può verificarsi quando la pelle entra in contatto con oggetti contenenti nichel, come gioielli, bottoni o cerniere. Rash Cutaneo: La pelle può sviluppare un’eruzione cutanea rossa, gonfia e pruriginosa in seguito all’esposizione al nichel. Orticaria: L’orticaria è un’altra reazione comune, che causa la comparsa di zone pruriginose e gonfie sulla pelle. Oltre a questi sintomi, che interessano principalmente la nostra pelle, altri sintomi allergia da nichel sono: disturbi gastrointestinali quali gonfiore addominale, dolore all’addome e stipsi disturbi urinari quali bruciore o episodi di cistite perdita dei capelli sintomi neurologici quali cefalea, capogiri o vertigini Allergia al Nichel Sintomi Gastroenterologici Per coloro che sperimentano sintomi gastrointestinali in seguito all’assunzione di nichel, è fondamentale adottare una dieta bassa in nichel e tenere sotto controllo i sintomi. Consultare un medico o un dietista può aiutare a pianificare un piano dietetico adeguato. In conclusione, l’allergia al nichel può manifestarsi in vari sintomi, tra cui quelli gastroenterologici, e può essere gestita attraverso una dieta adeguata.  Evitare gli alimenti ad alto contenuto di nichel e consultare un professionista della salute può aiutare a migliorare la qualità della vita per coloro che ne soffrono. Allergia al Nichel: diagnosi L’allergia al Nichel può essere diagnosticata dal medico specialista a seguito di una visita allergologica.  L’eventuale allergia nichel viene individuata anche mediante l’esecuzione di alcuni specifici esami quali, per esempio, patch test con lo scopo di individuare eventuali allergie al metallo testato.  In presenza invece di allergie alimentari al nichel lo specialista potrà indicare la sospensione, limitata nel tempo, dell’assunzione di determinati alimenti, al fine di valutare se siano effettivamente questi i responsabili dell’insorgenza dei sintomi. Dove si trova il Nichel? Il Nichel è un metallo che si trova molto comunemente in natura. E’ presente infatti in molti alimenti, nell’acqua e in tantissimi oggetti di uso comune.  Il Nichel è presente, entro i limiti normativi dettati dal Regolamento Europeo, in moltissimi oggetti di utilizzo comune come, per esempio: pentole, stoviglie detersivi, saponi e cosmetici gioielleria Se vuoi avere alcuni consigli pratici su come gestire la tua allergia al Nichel, scarica qui i nostri consigli. Alimenti che contengono nichel Sono diversi i cibi che contengono nichel. In particolare tra questi si possono trovare: legumi tè frutta secca pomodoro alcuni vegetali e frutti cacao Se pensi di essere allergico al nichel e vorresti avere alcuni consigli su cosa mangiare consulta un medico specialista. Egli potrà infatti indicarti la soluzione migliore per te, indicandoti quali alimenti assumere e come seguire una dieta sana ed equilibrata anche in presenza di questa condizione.  Allergia al Nichel: Cosa Mangiare e Cosa Evitare Alimenti e nichel: vediamo quali alimenti possiamo mangiare e quali invece è necessario evitare.  Per gestire i sintomi dell’allergia al nichel, è importante adottare una dieta che limiti l’assunzione di nichel. Ecco alcune linee guida: Cibi da Mangiare: Carne: Carni magre come pollo, tacchino e manzo sono solitamente ben tollerate. Pesce: Pesci come il salmone e il merluzzo tendono ad avere bassi livelli di nichel. Frutta: Mele, pere e banane sono opzioni sicure. Verdure: Patate, zucchine e carote sono a basso contenuto di nichel. Cibi da Evitare: Frutta a Guscio: Noci, arachidi e semi contengono quantità significative di nichel. Alimenti Processati: Cibi come cioccolato, cibi in scatola e cibi precotti spesso contengono nichel. Alimenti Integrali: Evitare il grano integrale, l’avena e la quinoa, che possono contenere nichel. Alimentazione per allergia al nichel: scopri di più scaricando il file con l’elenco dei cibi che puoi, e non puoi, mangiare. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Allergologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Allergologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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testicolo mobile

Testicolo Mobile

Testicolo Mobile​ Andrologia Indice Il fenomeno noto come “testicolo mobile” o  anche detto “testicolo in ascensore” (o più formalmente “testicolo retrattile” o “pseudo-criptorchidismo”) indica una condizione in cui il testicolo, originariamente situato normalmente nello scroto, si solleva verso la regione inguinale. Questo movimento ascendente del testicolo è temporaneo e reversibile, a differenza del criptorchidismo, una condizione in cui il testicolo rimane permanentemente nella regione inguinale o addominale a causa di un mancato spostamento durante lo sviluppo fetale. Le cause del testicolo ascendente includono una fissazione anomala del testicolo nello scroto e un aumento della sua mobilità, che talvolta provoca il suo spostamento verso l’inguine. La maggior parte delle volte, questa condizione è asintomatica, sebbene in rari casi possa manifestarsi con dolore, infiammazione o gonfiore. Riconosciuta e trattata tempestivamente, non rappresenta un rischio significativo per la salute, ma in caso contrario, possono insorgere complicazioni a lungo termine come l’infertilità, l’ischemia e la necrosi del testicolo. La diagnosi può portare a un trattamento che include la riposizione manuale o, se la condizione si ripresenta frequentemente, un intervento chirurgico minore per fissare il testicolo definitivamente nello scroto. Quali sono le cause del Testicolo Mobile?  Il testicolo in ascensore può manifestarsi a qualsiasi età, in particolare durante il periodo perinatale, che va dalla nascita fino ai 12-24 mesi di età, e durante l’adolescenza, tra i 12 e i 18 anni. I fattori di rischio principali includono l’obesità infantile, la prematurità e le infezioni durante la gravidanza. Le cause del testicolo in ascensore derivano da: – Fissazione anomala del testicolo – Aumento della mobilità del testicolo – Iperattività del muscolo cremastere – Permeabilità del dotto peritoneo-vaginale Durante lo sviluppo fetale, il testicolo inizia il suo percorso dalla regione addominale verso lo scroto attraverso il canale inguinale. Questo spostamento può essere influenzato da vari fattori patogeni che causano il testicolo ascendente. Quali sono i sintomi del Testicolo Mobile? Spesso, questa condizione è asintomatica, ma in rari casi può provocare: – Dolore nell’area inguinale e testicolare – Segni di infiammazione sistemica come febbre, malessere generale, astenia e debolezza – Gonfiore nell’area inguinale I sintomi principali includono: – La visibilità temporanea del testicolo nella sacca scrotale, seguita dalla sua risalita – La capacità del testicolo di salire verso l’inguine e di ritornare nella posizione corretta tramite una manovra manuale – La capacità del testicolo di riposizionarsi autonomamente nello scroto Quali sono le complicazioni del Testicolo Mobile?  Nella maggior parte dei casi, questa condizione si risolve spontaneamente prima o durante la pubertà, ma in una piccola percentuale di casi può richiedere un intervento chirurgico. Le complicazioni a lungo termine includono: Atrofia testicolare Ischemia testicolare Necrosi testicolare Infertilità Come si diagnostica il Testicolo Mobile?  La diagnosi inizia con una storia clinica dettagliata, che include informazioni sulla gravidanza, infezioni congenite, prematurità, fattori di rischio e storia familiare. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Andrologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Andrologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Cos’è la tiroide e come funziona?

Cos’è la tiroide e come funziona?

Cos’è la tiroide e come funziona? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Endocrinologia In questo Articolo Parliamo di: Cos’è la tiroide e come funziona? La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla situata nella parte anteriore del collo, appena sotto l’Apparato Iguanico.  Nonostante le sue dimensioni, la tiroide svolge un ruolo fondamentale nel regolare numerose funzioni vitali del corpo umano.  Questa ghiandola produce gli ormoni tiroidei, che influenzano il metabolismo, la crescita e lo sviluppo, la temperatura corporea e molte altre funzioni fisiologiche. Ma come funziona esattamente la tiroide? La tiroide produce principalmente due ormoni: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3).  Questi ormoni sono prodotti dalle cellule della tiroide, chiamate cellule follicolari, e sono fondamentali per il funzionamento ottimale del corpo.  La produzione degli ormoni tiroidei è regolata da un meccanismo di feedback complesso che coinvolge l’ipotalamo e l’ipofisi, due regioni del cervello, oltre alla stessa tiroide. L’ipotalamo rilascia una sostanza chiamata ormone ipotalamico che stimola l’ipofisi a produrre l’ormone tireostimolante (TSH).  Questo ormone, a sua volta, agisce sulla tiroide, stimolando la produzione e il rilascio di T4 e T3. Quando i livelli di T4 e T3 nel sangue raggiungono un certo punto, l’ipofisi riduce la produzione di TSH, contribuendo a mantenere un equilibrio fisiologico degli ormoni tiroidei nel corpo. In breve, la tiroide funziona come una sorta di termostato per il metabolismo e altre funzioni vitali del corpo, regolando la produzione e il rilascio degli ormoni tiroidei in risposta alle esigenze del corpo. Quali sono i sintomi? I sintomi associati ai disturbi della tiroide possono variare a seconda del tipo di disturbo e della gravità della condizione.  Tuttavia, alcuni sintomi comuni che possono indicare un problema alla tiroide includono: – Aumento o diminuzione improvvisa del peso corporeo senza apparente motivo.– Stanchezza e affaticamento cronici.– Cambiamenti nell’umore, come irritabilità, ansia o depressione.– Problemi di sonno, come insonnia o eccessiva sonnolenza diurna.– Palpitazioni o battito cardiaco irregolare.– Sensazione di freddo o intolleranza al freddo.– Pelle secca e capelli fragili o caduta dei capelli.– Gonfiore del viso, mani o piedi.– Problemi di concentrazione o difficoltà di memoria.– Irregolarità del ciclo mestruale nelle donne. Questi sintomi possono essere indicativi di un problema alla tiroide e possono richiedere un’adeguata valutazione e trattamento medico. Come ci si accorge di problemi alla tiroide? Ci sono diverse modalità attraverso le quali è possibile accorgersi di potenziali problemi alla tiroide. In primo luogo, i sintomi sopra menzionati possono suggerire un possibile disfunzione della tiroide e possono portare una persona a consultare un medico per una valutazione.  Tuttavia, molti disturbi della tiroide possono anche essere individuati attraverso esami di laboratorio specifici. Uno dei test più comuni per valutare la funzione tiroidea è il dosaggio dei livelli di TSH nel sangue. Livelli elevati di TSH possono indicare ipotiroidismo, mentre livelli bassi possono essere associati all’ipertiroidismo.  Tuttavia, il dosaggio degli ormoni tiroidei T4 e T3 è spesso necessario per una valutazione completa della funzione tiroidea. In alcuni casi, possono essere eseguiti anche esami di imaging, come l’ecografia della tiroide o la scintigrafia tiroidea, per valutare le dimensioni e la struttura della ghiandola tiroidea e individuare eventuali anomalie o noduli. Quali sono i disturbi che si possono avere? Ci sono diversi disturbi della tiroide che possono influenzare la sua funzione e causare sintomi e problemi di salute. Alcuni dei disturbi più comuni legati alla tiroide includono: – Ipertiroidismo: Condizione in cui la tiroide produce eccessivi quantità di ormoni tiroidei, causando un aumento del metabolismo e dei sintomi come perdita di peso, nervosismo e palpitazioni.– Ipotiroidismo: Condizione in cui la tiroide non produce sufficienti quantità di ormoni tiroidei, portando a una diminuzione del metabolismo e sintomi come affaticamento, aumento di peso e intolleranza al freddo.– Tiroide ingrossata (gozzo): Condizione in cui la tiroide diventa ingrandita, causando gonfiore nel collo e possibili difficoltà nella deglutizione o nella respirazione.– Noduli tiroidei: Piccoli grumi o masse che possono svilupparsi nella tiroide e possono essere benigni o maligni.– Tiroide autoimmune: Condizioni come la malattia di Basedow e la tiroidite di Hashimoto, in cui il sistema immunitario attacca la tiroide, causando ipertiroidismo o ipotiroidismo. Questi sono solo alcuni dei disturbi più comuni legati alla tiroide, ma ce ne sono molti altri che possono influenzare la funzione e la salute di questa importante ghiandola. In conclusione, la tiroide è una ghiandola endocrina che svolge un ruolo fondamentale nel regolare numerose funzioni vitali del corpo, tra cui il metabolismo, la crescita e lo sviluppo.  I sintomi di chi soffre di problemi alla tiroide possono variare, ma includono affaticamento, cambiamenti di peso, problemi di umore e altri sintomi.  I disturbi legati alla tiroide possono essere diagnosticati attraverso esami di laboratorio specifici e trattati con farmaci, terapia ormonale o interventi chirurgici, a seconda della natura e della gravità del disturbo.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Endocrinologia con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Endocrinologica NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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discromie della pelle

Discromie della Pelle

Discromie della Pelle​ Dermatologia Indice Discromie della Pelle: Cause, Sintomi e Trattamenti Le discromie della pelle sono un problema comune che può influire sulla salute e sulla fiducia delle persone. In questo articolo, esamineremo le cause, i sintomi e i trattamenti delle discromie cutanee. Cos’è una Discromia della Pelle? Prima di addentrarci nei dettagli, è importante definire il termine. Una discromia della pelle è una condizione in cui la pelle mostra variazioni di colore rispetto alla norma. Queste variazioni possono manifestarsi in diverse forme, tra cui macchie scure, macchie chiare o arrossamenti. Cause delle Discromie della Pelle Le discromie della pelle possono derivare da molte fonti diverse, tra cui: Esposizione al Sole: L’iperpigmentazione, o scurimento della pelle, può essere causata da una prolungata esposizione al sole senza adeguata protezione solare. Invecchiamento: La pelle può sviluppare macchie scure a causa dell’invecchiamento e della diminuzione della produzione di melanina. Condizioni Mediche: Alcune condizioni mediche, come il melasma o la vitiligine, possono portare a discromie della pelle. Traumi: Ferite, cicatrici o ustioni possono causare variazioni di colore nella pelle. Sintomi delle Discromie della Pelle I sintomi delle discromie della pelle variano a seconda della causa. Tuttavia, i segni comuni includono: Macchie chiare o scure sulla pelle Arrossamenti o eruzioni cutanee Prurito o bruciore Cambiamenti nella texture della pelle Trattamenti per le Discromie della Pelle I trattamenti per le discromie della pelle possono variare a seconda della causa e della gravità. Alcuni possibili approcci includono: – Prodotti sbiancanti: Per le discromie causate dall’iperpigmentazione, i prodotti sbiancanti della pelle possono essere utilizzati per ridurre il colore delle macchie. – Crema solare: L’uso quotidiano di crema solare può prevenire ulteriori discromie causate dalla esposizione al sole. – Procedure dermatologiche: Per discromie più gravi, come macchie scure persistenti o vitiligine, il dermatologo può raccomandare procedure come il peeling chimico, il laser o il trapianto di melanociti. – Trattamenti medici: In alcuni casi, il trattamento medico potrebbe essere necessario per gestire condizioni come il melasma o il vitiligo. In conclusione, le discromie della pelle sono una condizione comune con diverse cause e opzioni di trattamento. La prevenzione, la protezione solare e una corretta diagnosi da parte di un professionista medico sono fondamentali per affrontare questa problematica. Consultare sempre un dermatologo per valutare le opzioni di trattamento più adatte alle proprie esigenze. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dermatologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dermatologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Eiaculazione Precoce

Eiaculazione Precoce​ Andrologia Indice L‘Eiaculazione Precoce è un problema sessuale che può influenzare la vita di molti uomini. Se vuoi scoprire di più su questa problematica, leggi ora il nostro articolo. Potrai sapere quali sono le cause, a chi rivolgersi e come è possibile trattare questa problematica. Cosa aspetti, leggi ora il nostro articolo! Cos’è Eiaculazione Precoce? L’Eiaculazione Precoce può essere definita come la difficoltà o l’incapacità dell’uomo di esercitare il controllo volontario sull’eiaculazione.  Questa condizione è caratterizzata da una difficoltà a controllare l’eiaculazione durante un rapporto sessuale, spesso accadendo in modo inatteso e molto prima di quanto desiderato. In questo articolo, esploreremo i sintomi, le cause e le possibili opzioni di trattamento per l’eiaculazione precoce. Sintomi dell’Eiaculazione Precoce L’Eiaculazione Precoce può manifestarsi in diversi modi, ma i sintomi comuni includono: Eiaculazione Rapida: L’eiaculazione avviene entro pochi minuti dall’inizio del rapporto sessuale. Difficoltà a Ritardare l’Eiaculazione: L’uomo trova difficile ritardare l’orgasmo anche quando lo desidera. Frustrazione e Ansia: La condizione può portare a sentimenti di frustrazione, ansia e stress nelle relazioni. Eiaculazioni Precoce Cause Le varie cause possono essere complesse e variabili da persona a persona. Alcuni fattori che potrebbero contribuire includono: Fattori Psicologici: l’ansia, lo stress e la depressione possono influenzare negativamente il controllo eiaculatorio. Fattori Fisici: problemi fisici, come problemi di prostata o disfunzione erettile, possono contribuire all’eiaculazione precoce. Fattori Relazionali: problemi nella relazione o la mancanza di comunicazione possono avere un impatto negativo sulla funzione sessuale. Diagnosi Se si soffre di Eiaculazione Precoce per una corretta diagnosi è opportuno rivolgersi ad un medico specialista in Andrologia che potrà indicare, sulla base di quanto emerso in fase di visita, il miglior trattamento adeguato alla problematica del paziente.  La Visita Andrologica consentirà quindi allo specialista di individuare le cause della problematica; in sede di visita il medico potrà consigliare al paziente di sottoporsi ad alcuni esami diagnostici, quali per esempio Test Dinamico per Eiaculazione Precoce o Ecocolordoppler Penieno Dinamico per una migliore definizione della diagnosi.  In conclusione, l’Eiaculazione Precoce è un problema sessuale comune, ma ci sono molte opzioni di trattamento disponibili. La chiave è cercare aiuto da professionisti esperti per identificare la causa sottostante e trovare la soluzione migliore per te. Con il giusto trattamento, molti uomini possono migliorare notevolmente il controllo eiaculatorio e vivere una vita sessuale più appagante. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Andrologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Andrologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Steatosi Epatica

Steatosi Epatica: cause, sintomi e trattamenti Epatologia Indice Hai mai sentito parlare della Steatosi Epatica? Vuoi saperne di più su questa patologia? La Steatosi Epatica è una patologia causata dall’accumulo di grasso a livello del fegato. In questo articolo esamineremo le cause, i sintomi e i trattamenti associati alla Steatosi Epatica. Cos’è la Steatosi Epatica? La Steatosi Epatica, comunemente conosciuta come fegato grasso, è una condizione medica sempre più diffusa in tutto il mondo. Questa patologia si verifica quando il grasso si accumula nel fegato, influenzando negativamente il suo funzionamento. Si tratta di una condizione che si stima interessi maggiormente la popolazione adulta ma che, in alcuni casi, può interessare anche i bambini. E’ bene ricordare che la presenza di grassi nel fegato è una situazione fisiologica e si parla quindi di Steatosi Epatica solamente in presenza di un contenuto lipidico a livello del fegato che supera il 5% del suo peso. Cause della Steatosi Epatica La principale causa della Steatosi Epatica è un eccessivo accumulo di grasso all’interno delle cellule del fegato. Tuttavia, questa condizione può essere il risultato di diversi fattori:  Obesità: L’Obesità è spesso associata alla epatite steatosica, poiché il grasso corporeo in eccesso può influenzare il metabolismo del fegato. Alimentazione: Una dieta ricca di grassi saturi, zuccheri aggiunti e cibi altamente processati può contribuire all’accumulo di grasso nel fegato. Consumo eccessivo di alcool: L’abuso di alcol può danneggiare il fegato e portare alla formazione di grasso. Malattie metaboliche: Condizioni come il diabete di tipo 2 e l’Ipertensione Arteriosa possono aumentare il rischio di sviluppare Steatosi Epatica. Fattori di rischio Altri fattori di rischio per steatosi fegato possono essere: Sindrome dell’Ovaio Policistico Ipotiroidismo Sindrome Metabolica Resistenza all’insulina Psoriasi Sintomi della Steatosi Epatica Questa patologia può essere asintomatica nelle fasi iniziali, ma con il tempo possono manifestarsi alcuni sintomi. Tra i sintomi steatosi epatica si annoverano: Affaticamento: La fatica cronica è comune tra le persone con steatosi epatica. Dolore addominale superiore: Alcune persone possono sperimentare dolore o disagio nella parte superiore destra dell’addome. Perdita di peso incontrollata: La perdita di peso non spiegata può essere un segnale della malattia. Ittero: In casi avanzati, può verificarsi la comparsa di ittero (ingiallimento della pelle e degli occhi). Diagnosi La diagnosi viene effettuata dal medico specialista a seguito di una visita Epatologica. Nel corso della visita il medico, oltre a raccogliere l’anamnesi del paziente e gli stili di vita dello stesso, procederà all’effettuazione dell’esame obiettivo con lo scopo di facilitare la diagnosi. Per una più accurata diagnosi lo specialista potrà, inoltre, indicare lo svolgimento di alcuni esami del sangue o di esami diagnostici, quali per esempio ecografia, con lo scopo di ottenere un quadro più accurato della situazione e indicare i trattamenti più appropriati.  Prevenzione e Trattamento Il trattamento per la Steatosi Epatica parte dall’importanza dell’effettuazione di una visita epatologica e dal cambiamento dello stile di vita.  E’ importante quindi seguire alcuni semplici consigli che possano aiutare a prevenire l’insorgenza di questa condizione. Tra queste indicazioni troviamo: Seguire una dieta equilibrata, non esagerando con i grassi di origine animale Praticare una regolare attività fisica Consultare uno specialista per ottenere indicazioni su come prevenire l’insorgenza di questa condizione In conclusione, la Steatosi Epatica è una condizione del fegato che richiede attenzione e un intervento tempestivo. La prevenzione attraverso uno stile di vita sano e il controllo dei fattori di rischio è essenziale. Consultare un medico per una valutazione accurata e un piano di trattamento personalizzato è fondamentale per affrontare questa malattia. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Epatologica per Steatosi con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Epatologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Ipertensione Arteriosa: Cause, sintomi e trattamento

Ipertensione Arteriosa: Cause, sintomi e trattamento PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI In questo articolo parliamo di una delle più conosciute patologie che possono interessare il nostro corpo: l’Ipertensione Arteriosa.  Se vuoi scoprire di più sulle cause, i sintomi e come diagnosticata leggi ora il nostro articolo. Cardiologia In questo Articolo Parliamo di: Cos’è l’Ipertensione Arteriosa? L’Ipertensione Arteriosa, o più comunemente conosciuta come pressione alta, è una condizione cronica caratterizzata da un aumento persistente della pressione del sangue nelle arterie. Questo stato mette sotto sforzo il sistema cardiovascolare, aumentando significativamente il rischio di sviluppare malattie cardiache, ictus e altre complicanze gravi. Dal punto di vista medico, l’Ipertensione Arteriosa si verifica quando la pressione sistolica (il valore più alto) supera costantemente i 140 mmHg e/o la pressione diastolica (il valore più basso) supera i 90 mmHg. Questo disturbo può essere classificato in diversi stadi a seconda della gravità e dei valori pressori riscontrati. Spesso definita “il killer silenzioso”, l’ipertensione arteriosa non presenta sintomi evidenti nelle fasi iniziali, rendendo fondamentale il monitoraggio regolare della pressione arteriosa, specialmente per le persone a rischio.  L’ipertensione arteriosa può essere inoltre classificata in due principali tipologie: Ipertensione primaria (essenziale): è la forma più comune e non ha una causa precisa identificabile. Spesso è legata a una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali. Ipertensione secondaria: deriva da condizioni mediche specifiche, come malattie renali croniche, disturbi endocrini (ad esempio, ipertiroidismo o sindrome di Cushing), apnee notturne o l’uso di farmaci particolari, come corticosteroidi o contraccettivi orali. Cause dell’ipertensione arteriosa I fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo dell’ipertensione arteriosa possono essere molteplici. Tra le principali cause ci sono: forte stress: l’esposizione costante a situazioni stressanti può influire negativamente sui livelli di pressione arteriosa, favorendo un aumento cronico; obesità o sovrappeso: un eccesso di peso corporeo rappresenta uno dei principali fattori di rischio, in quanto aumenta il carico di lavoro del cuore e predispone a problemi metabolici; familiarità: una storia familiare di ipertensione arteriosa è un indicatore importante. La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo nello sviluppo di questa condizione; fumo di sigaretta: le sostanze chimiche presenti nel fumo, come la nicotina, danneggiano le pareti delle arterie, riducendone l’elasticità e favorendo l’insorgenza dell’ipertensione; alimentazione ricca di sodio: un consumo eccessivo di sale è strettamente correlato all’aumento della pressione arteriosa. Il sodio trattiene i liquidi nel corpo, aumentando il volume ematico; sedentarietà: l’assenza di attività fisica regolare può portare ad un indebolimento del sistema cardiovascolare e ad un aumento della pressione; consumo eccessivo di alcol: l’abuso di alcolici influisce negativamente sulla pressione arteriosa, oltre ad aumentare il rischio di altre patologie correlate; disturbi del sonno: condizioni come le apnee notturne possono influire sulla pressione sanguigna, causando episodi di ipertensione secondaria. condizioni mediche sottostanti: malattie renali croniche, disfunzioni tiroidee o patologie endocrine rappresentano cause di ipertensione secondaria, una forma meno comune ma altrettanto pericolosa. Le conseguenze dell’Ipertensione Arteriosa possono essere devastanti: insufficienza cardiaca, danni renali, ictus e retinopatia ipertensiva sono solo alcune delle complicazioni che possono emergere se la condizione non viene trattata adeguatamente. Ipertensione sintomi Abbiamo sottolineato nei paragrafi precedenti come l’ipertensione arteriosa venga spesso chiamata “il killer silenzioso”, in quanto molte persone non manifestano sintomi evidenti fino a quando la condizione non raggiunge uno stadio avanzato.  Ci sono però alcuni segnali che possono suggerire la presenza di una pressione alta: cefalea persistente: soprattutto nella zona occipitale, spesso più intensa al mattino; vertigini o capogiri: sensazione di instabilità o perdita di equilibrio; problemi visivi: visione offuscata o comparsa di macchie davanti agli occhi; dispnea: difficoltà respiratorie durante attività fisica o a riposo; palpitazioni: percezione di battiti cardiaci irregolari o accelerati.ì; epistassi: sanguinamenti nasali ricorrenti senza una causa apparente. In alcuni casi, l’ipertensione arteriosa può causare sintomi più gravi, come dolore toracico, affaticamento estremo e confusione mentale. Questi segnali richiedono un intervento medico immediato e una visita cardiologica. Pressione alta: le conseguenze L’Ipertensione Arteriosa rappresenta un fattore di rischio significativo per molte condizioni mediche, alcune delle quali possono mettere seriamente a repentaglio la salute. Malattie cardiache, come l’ispessimento delle pareti delle arterie (ipertrofia ventricolare sinistra), aumentano il rischio di insufficienza cardiaca, infarto del miocardio e angina pectoris. L’ictus è un’altra grave complicanza, poiché l’elevata pressione arteriosa contribuisce sia agli ictus ischemici che a quelli emorragici, con conseguenze spesso debilitanti o fatali. Anche i reni possono subire danni significativi: l’ipertensione compromette i vasi sanguigni renali, riducendo la loro capacità di filtrare efficacemente i liquidi e le tossine, portando a insufficienza renale. Inoltre, i danni oculari, come la retinopatia ipertensiva, danneggiano i vasi sanguigni della retina e possono causare perdita della vista. La pressione costantemente elevata può anche indebolire le pareti delle arterie, favorendo la formazione di aneurismi, i quali possono rompersi con esiti fatali. Infine, l’ipertensione è strettamente collegata al deterioramento cognitivo, aumentando il rischio di demenza e declino mentale, spesso causati da una ridotta perfusione cerebrale. La gestione dell’Ipertensione è cruciale per prevenire queste complicanze.  Diagnosi e monitoraggio dell’ipertensione Una diagnosi precoce dell’ipertensione arteriosa è fondamentale per prevenire complicanze gravi. La misurazione regolare della pressione arteriosa è il primo passo per identificare questa condizione. Questo processo prevede l’uso di un sfigmomanometro, un dispositivo che misura la pressione sanguigna sia sistolica che diastolica. Per ottenere risultati accurati, le misurazioni devono essere effettuate in momenti diversi della giornata e in condizioni di riposo. Questo consente di rilevare eventuali variazioni giornaliere e di identificare fenomeni come l’ipertensione mascherata o l’ipertensione da camice bianco. Esami aggiuntivi possono includere analisi del sangue e delle urine, elettrocardiogramma (ECG) e, in alcuni casi, monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24 ore (ABPM) per una valutazione più dettagliata. Questi test aiutano a individuare eventuali danni agli organi bersaglio, come cuore, reni e occhi, o a identificare cause secondarie di ipertensione. Prevenzione e gestione dell’ipertensione Adottare misure preventive e strategie di gestione è essenziale per controllare l’ipertensione arteriosa e ridurre i rischi associati. Una delle azioni più efficaci è seguire un’alimentazione equilibrata, limitando il consumo di sale e favorendo cibi ricchi di potassio, come frutta

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