Patologie

Cos’è la dismenorrea primaria?

Cos’è la dismenorrea primaria?

Cos’è la dismenorrea primaria? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Ginecologia In questo Articolo Parliamo di: Cos’è la dismenorrea primaria? La dismenorrea primaria è una condizione caratterizzata da dolori mestruali intensi e ricorrenti che si verificano durante il ciclo mestruale, senza che ci siano cause mediche sottostanti.  Questo disturbo può influenzare significativamente la qualità della vita delle persone colpite. In questo articolo, esamineremo in dettaglio cos’è la dismenorrea primaria, a cosa è dovuta, come curarla, capire se si ha la dismenorrea e prevenirne gli effetti. A cosa è dovuta? La dismenorrea primaria è causata da contrazioni uterine eccessivamente intense durante il ciclo mestruale, che possono portare a dolore e disagio.  Queste contrazioni sono il risultato della produzione elevata di prostaglandine, sostanze chimiche nel corpo che aiutano l’utero a contrarsi per espellere il rivestimento uterino durante il periodo mestruale.  Livelli elevati di prostaglandine possono causare contrazioni più forti e dolorose, che possono essere particolarmente intense nelle donne con dismenorrea primaria. Come si può curare? Il trattamento della dismenorrea primaria può variare a seconda della gravità dei sintomi e delle preferenze individuali della persona. Alcune opzioni di trattamento comuni includono: 1. Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): I FANS come ibuprofene e naproxene possono aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione associati alla dismenorrea primaria. Questi farmaci agiscono bloccando la produzione di prostaglandine nel corpo. 2. Contraccettivi orali: La pillola anticoncezionale può essere prescritta per ridurre la gravità dei sintomi della dismenorrea primaria. Questi farmaci lavorano regolando il ciclo mestruale e riducendo la produzione di prostaglandine. 3. Rilassamento e tecniche di gestione dello stress: Alcune persone possono trovare sollievo dal dolore mestruale attraverso tecniche di rilassamento come lo yoga, la meditazione o la respirazione profonda. 4. Rimedi casalinghi: Applicare calore sulla zona dolorante, prendere bagni caldi o fare esercizio leggero possono aiutare a ridurre il dolore mestruale per alcune persone. Come capire se si ha la dismenorrea? La dismenorrea primaria si manifesta con sintomi come: 1. Dolore pelvico intenso: Il dolore può essere localizzato nella parte inferiore dell’addome o nella zona lombare e può essere crampi o crampi. 2. Dolore che inizia prima o durante il ciclo mestruale: Il dolore mestruale di solito inizia poco prima o all’inizio del ciclo mestruale e può durare da alcune ore a diversi giorni. 3. Nausea o vomito: Alcune persone con dismenorrea primaria possono sperimentare nausea o vomito durante i periodi mestruali. 4. Affaticamento: Il dolore mestruale intenso può causare affaticamento e stanchezza generale. Se una persona sospetta di avere la dismenorrea primaria, è importante consultare un medico per una valutazione accurata e raccomandazioni di trattamento appropriate. Come fare prevenzione? Alcuni suggerimenti per prevenire o ridurre i sintomi della dismenorrea primaria includono: 1. Esercizio regolare: Mantenere un programma di esercizio regolare può aiutare a ridurre lo stress e migliorare il benessere generale, riducendo così il dolore mestruale. 2. Dieta sana: Consumare una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre può favorire il benessere generale e ridurre l’infiammazione nel corpo, riducendo così il rischio di dolore mestruale. 3. Gestione dello stress: Utilizzare tecniche di gestione dello stress come lo yoga, la meditazione o la terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a ridurre il dolore mestruale e migliorare la qualità della vita. 4. Evitare fumo e alcol: Fumare e consumare alcol possono aumentare l’infiammazione nel corpo e peggiorare i sintomi della dismenorrea primaria. Evitare o limitare il consumo di queste sostanze può aiutare a prevenire o ridurre il dolore mestruale. In conclusione, la dismenorrea primaria è una condizione caratterizzata da dolori mestruali intensi e ricorrenti causati da contrazioni uterine eccessivamente intense.  È importante riconoscere i sintomi e cercare assistenza medica se necessario per una valutazione accurata e un trattamento appropriato.  Seguire uno stile di vita sano, gestire lo stress e utilizzare tecniche di gestione del dolore possono aiutare a ridurre i sintomi e migliorare la qualità della vita per coloro che ne sono affetti.  Consultare sempre un medico esperto per una consulenza personalizzata. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Ginecologia con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua  Visita Ginecologia dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. 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Quali sono le conseguenze dell’amenorrea e dell’anoressia?

Quali sono le conseguenze dell’amenorrea e dell’anoressia?

Quali sono le conseguenze dell’Amenorrea e dell’Anoressia? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Dietologica In questo Articolo Parliamo di: Quali sono le conseguenze dell’amenorrea e dell’anoressia? L’amenorrea e l’anoressia sono due condizioni correlate che possono avere conseguenze significative sulla salute fisica e mentale delle persone colpite. In questo articolo, esamineremo in dettaglio quali disturbi porta l’anoressia, quando si inizia a parlare di anoressia e amenorrea, quali sono le conseguenze di queste condizioni e quando preoccuparsi per l’amenorrea. Quali disturbi porta l’anoressia? L’anoressia nervosa è un disturbo alimentare caratterizzato da una grave restrizione dell’apporto calorico, paura intensa di aumentare di peso e una distorsione dell’immagine corporea. Questa condizione può portare a una serie di disturbi fisici e psicologici, tra cui: 1. Perdita di peso e malnutrizione: La restrizione alimentare estrema può portare a una significativa perdita di peso e carenze nutrizionali che possono compromettere la salute generale. 2. Problemi cardiaci: L’anoressia può causare disturbi del ritmo cardiaco, ipotensione e in alcuni casi insufficienza cardiaca. 3. Problemi gastrointestinali: La restrizione alimentare può causare costipazione, gonfiore, ulcere gastriche e altri problemi gastrointestinali. 4. Osteoporosi: La malnutrizione può portare a una ridotta densità minerale ossea e aumentare il rischio di fratture e altri problemi ossei. 5. Disturbi ormonali: L’anoressia può influenzare negativamente il sistema endocrino, causando alterazioni ormonali che possono portare a irregolarità mestruali, amenorrea e altri problemi legati alla fertilità. Quando si inizia a parlare di anoressia e amenorrea? L’anoressia e l’amenorrea sono spesso correlate, poiché la restrizione alimentare estrema associata all’anoressia può influenzare negativamente il ciclo mestruale.  Si inizia a parlare di anoressia e amenorrea quando una persona manifesta una grave restrizione alimentare, paura intensa di aumentare di peso e smette di avere il ciclo mestruale, che è un segno di amenorrea.  Questi sintomi sono spesso presenti insieme e possono indicare la presenza di un disturbo alimentare come l’anoressia. Quando preoccuparsi per l’amenorrea? L’amenorrea può essere causata da una serie di fattori, tra cui gravidanza, allattamento al seno, menopausa e condizioni mediche come l’anoressia nervosa, la sindrome dell’ovaio policistico e l’ipotalamo ipogonadico. Si dovrebbe preoccuparsi per l’amenorrea quando una donna ha smesso di avere il ciclo mestruale per più di tre cicli consecutivi senza una causa ovvia come gravidanza o menopausa. Questo può indicare un problema di salute sottostante che richiede valutazione e trattamento medico. In conclusione, l’amenorrea e l’anoressia sono due condizioni correlate che possono avere conseguenze significative sulla salute fisica e mentale delle persone colpite. È importante riconoscere i segni e i sintomi di queste condizioni e cercare assistenza medica tempestiva se necessario. Il trattamento precoce e mirato può aiutare a prevenire complicazioni e migliorare la qualità della vita per coloro che ne sono affetti. Consultare sempre un medico esperto per una valutazione accurata e un trattamento appropriato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Nutrizionista con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Nutrizionista  dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Nutrizionista NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Che cos'è la sindrome di tourette?

Che cos’è la sindrome di tourette?

Che cos’è la sindrome di tourette? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Neurologia In questo Articolo Parliamo di: Che cos’è la sindrome di Tourette? La sindrome di Tourette è una condizione neurologica caratterizzata da movimenti e voci involontarie, chiamati tic.  Questa condizione può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana delle persone che ne sono affette.  In questo articolo, esamineremo in dettaglio che cos’è la sindrome di Tourette, come nasce, quando può comparire e come farsi diagnosticare questa condizione. Come nasce la Tourette? La sindrome di Tourette è una condizione complessa e la sua origine esatta non è ancora completamente compresa.  Tuttavia, si ritiene che sia causata da una combinazione di fattori genetici, ambientali e neurobiologici.  Gli studi hanno dimostrato che ci sono anomalie nella funzione del cervello e nella regolazione dei neurotrasmettitori, come la dopamina e la serotonina, nelle persone con sindrome di Tourette. Quando può venire la sindrome di Tourette? La sindrome di Tourette di solito si manifesta durante l’infanzia o l’adolescenza, con la maggior parte delle persone che sviluppano i primi sintomi tra i 2 ei 12 anni di età.  Tuttavia, la gravità dei sintomi può variare notevolmente da persona a persona e molti individui possono non ricevere una diagnosi fino all’età adulta. Come si diagnostica? La diagnosi della sindrome di Tourette di solito coinvolge una valutazione approfondita dei sintomi da parte di un medico esperto, come un neurologo.  Alcuni passaggi comuni coinvolti nella diagnosi includono: 1. Esame fisico e storico: Il medico può eseguire un esame fisico completo e raccogliere una storia medica dettagliata per escludere altre cause dei sintomi. 2. Valutazione dei sintomi: Il medico può chiedere al paziente di descrivere i suoi sintomi, compresi i tipi di tic che sperimenta, la frequenza e la gravità. 3. Esclusione di altre condizioni: Alcune condizioni mediche, come disturbi del movimento o malattie neuropsichiatriche, possono causare sintomi simili alla sindrome di Tourette. Il medico può eseguire test specifici per escludere queste altre condizioni. 4. Osservazione dei sintomi: Il medico può richiedere al paziente di tenere un diario dei suoi sintomi e può osservare i tic durante l’esame fisico. Una volta che la sindrome di Tourette è stata diagnosticata, il medico può collaborare con il paziente per sviluppare un piano di trattamento personalizzato che può includere terapie comportamentali, farmaci o una combinazione di entrambi. In conclusione, la sindrome di Tourette è una condizione neurologica caratterizzata da tic involontari che possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana.  Sebbene la causa esatta non sia completamente compresa, la diagnosi precoce e il trattamento mirato possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita per coloro che ne sono affetti.  Consultare un medico esperto è fondamentale per una valutazione accurata e un trattamento appropriato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Neurologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Neurologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito.   Prenota Visita Neurologica NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come riconoscere un mini ictus?

Come riconoscere un mini ictus?

Come riconoscere un mini ictus? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Neurologia In questo Articolo Parliamo di: Come riconoscere un ictus? Un mini ictus, noto anche come attacco ischemico transitorio (TIA), è un evento cerebrovascolare che può causare sintomi simili a quelli di un ictus, ma di solito si risolvono entro poche ore.  Tuttavia, riconoscere un mini ictus è fondamentale per prevenire ictus più gravi e potenzialmente letali. In questo articolo, esamineremo come riconoscere un mini ictus, cosa provoca un ictus, chi è più a rischio e cosa fare per evitare infarti e ictus. Cos’è che lo provoca? Un ictus è causato da un’interruzione del flusso sanguigno al cervello, che può essere causata da 2 principali tipi di evento: Ictus ischemico: Questo tipo di ictus è causato da un’ostruzione o un restringimento delle arterie che forniscono sangue al cervello, riducendo così l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule cerebrali. Ictus emorragico: In questo caso, un vaso sanguigno nel cervello si rompe, causando una fuoriuscita di sangue nel tessuto cerebrale circostante. Ciò può causare danni diretti alle cellule cerebrali e aumentare la pressione all’interno del cranio. Chi è più a rischio? Alcuni fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare un ictus includono: 1. Ipertensione: La pressione sanguigna elevata è uno dei principali fattori di rischio per gli ictus, poiché può danneggiare le pareti delle arterie cerebrali e aumentare il rischio di ostruzioni. 2. Diabete: Il diabete può danneggiare i vasi sanguigni in tutto il corpo, aumentando il rischio di ictus ischemico. 3. Fumo: Il fumo di sigaretta può danneggiare i vasi sanguigni e aumentare il rischio di formazione di coaguli che possono causare un ictus. 4. Colesterolo alto: Livelli elevati di colesterolo possono causare accumulo di placca nelle arterie, aumentando il rischio di ostruzione delle arterie cerebrali. 5. Obesità: L’obesità è associata a un aumento del rischio di ipertensione, diabete e colesterolo alto, tutti fattori di rischio per gli ictus. Cosa fare per evitare infarti e ictus? Ci sono diverse misure che possono essere adottate per ridurre il rischio di ictus e infarti, tra cui: 1. Mantenere una dieta sana: Consumare una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e grassi sani può aiutare a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, compresi gli ictus e gli infarti. 2. Esercizio regolare: L’attività fisica regolare può aiutare a mantenere un peso sano, ridurre la pressione sanguigna e migliorare la salute del cuore e dei vasi sanguigni. 3. Smettere di fumare: Smettere di fumare è uno dei modi più efficaci per ridurre il rischio di ictus e infarti, poiché il fumo danneggia i vasi sanguigni e aumenta la pressione sanguigna. 4. Controllo della pressione sanguigna: Monitorare regolarmente la pressione sanguigna e prendere le misure necessarie per mantenerla sotto controllo può aiutare a ridurre il rischio di ictus e infarti. 5. Gestione dello stress: Ridurre lo stress attraverso tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o l’esercizio può contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Cosa succede al nostro cervello dopo un ictus? Dopo un ictus, il cervello può subire danni permanenti a causa della mancanza di ossigeno e nutrienti durante l’evento.  La gravità dei danni dipende dalla durata e dalla gravità dell’interruzione del flusso sanguigno. Alcune persone possono sperimentare sintomi a lungo termine come debolezza muscolare, difficoltà nel parlare o problemi di memoria e concentrazione. In conclusione, riconoscere un mini ictus è cruciale per prevenire ictus più gravi e potenzialmente letali.  Ci sono diverse misure che possono essere adottate per ridurre il rischio di infarti e ictus, compresa l’adozione di uno stile di vita sano e il controllo dei fattori di rischio.  Consultare sempre un medico per una valutazione accurata e raccomandazioni personalizzate. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Neurologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Neurologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Neurologica NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come si manifesta il vaiolo delle scimmie?

Come si manifesta il vaiolo delle scimmie?

Come si manifesta il vaiolo delle scimmie? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute In questo Articolo Parliamo di: Come si manifesta il vaiolo delle scimmie? Il vaiolo delle scimmie, noto anche come monkeypox, è una malattia virale che colpisce sia gli esseri umani che alcuni primati non umani. È causato dal virus del vaiolo delle scimmie, un parente stretto del virus del vaiolo umano. In questo articolo, esamineremo come si manifesta il vaiolo delle scimmie, i suoi sintomi, la trasmissione, gli organi colpiti, la pericolosità e le opzioni di trattamento disponibili. Cosa sono i sintomi del vaiolo delle scimmie? I sintomi del vaiolo delle scimmie possono variare da lievi a gravi e possono includere: 1. Febbre: La febbre è uno dei sintomi più comuni del vaiolo delle scimmie e può variare in gravità. 2. Eruzione cutanea: Una eruzione cutanea è spesso uno dei sintomi distintivi del vaiolo delle scimmie. Questa eruzione può iniziare come macchie rosse e svilupparsi in pustole piene di liquido. 3. Mal di testa: Molte persone con vaiolo delle scimmie possono sperimentare mal di testa, che può variare in intensità. 4. Dolori muscolari: Dolori muscolari e affaticamento possono essere segni comuni del vaiolo delle scimmie. 5. Gonfiore dei linfonodi: I linfonodi possono gonfiarsi come parte della risposta del sistema immunitario al virus. Come si trasmette il virus che provoca il vaiolo? Il virus del vaiolo delle scimmie può essere trasmesso attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti, come saliva, secrezioni nasali o lesioni cutanee infette. Può anche essere trasmesso attraverso il contatto con animali infetti o il consumo di carne infetta. Quali organi colpisce? Il vaiolo delle scimmie può interessare diversi organi e sistemi del corpo, tra cui: 1. Cute: La pelle è spesso l’organo più colpito dal vaiolo delle scimmie, con la comparsa di eruzioni cutanee e pustole. 2. Sistema linfatico: Il virus può causare gonfiore dei linfonodi, che fanno parte del sistema immunitario. 3. Sistema respiratorio: Nei casi più gravi, il vaiolo delle scimmie può causare sintomi respiratori come tosse e difficoltà respiratorie. Quanto è pericoloso? Il vaiolo delle scimmie può essere pericoloso, specialmente per i gruppi di persone vulnerabili come i bambini piccoli, gli anziani e coloro che hanno un sistema immunitario compromesso. Sebbene la maggior parte dei casi di vaiolo delle scimmie sia lieve e si risolva spontaneamente, in alcuni casi può portare a complicazioni gravi come polmonite o encefalite. Come si cura? Al momento, non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie. Tuttavia, il trattamento mira a gestire i sintomi e prevenire complicazioni. Alcune opzioni di trattamento possono includere: 1. Farmaci antivirali: In alcuni casi gravi, possono essere prescritti farmaci antivirali per aiutare a ridurre la gravità dei sintomi e accelerare la guarigione. 2. Cure di supporto: Le cure di supporto, come il riposo, l’idratazione adeguata e il trattamento del dolore, possono aiutare a migliorare il comfort del paziente e favorire una pronta guarigione. 3. Vaccinazione: La vaccinazione può essere utilizzata come misura preventiva per proteggere contro il vaiolo delle scimmie in comunità a rischio elevato. In conclusione, il vaiolo delle scimmie è una malattia virale che può causare una serie di sintomi, tra cui febbre, eruzione cutanea e dolori muscolari. Sebbene nella maggior parte dei casi sia lieve e si risolva spontaneamente, può essere pericoloso nei casi più gravi e richiedere trattamento medico. Consultare un medico esperto è fondamentale per una valutazione accurata e un trattamento appropriato. NEWS PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come ti accorgi di avere i diverticoli?

Come ti accorgi di avere i diverticoli?

Come ti accorgi di avere i diverticoli? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Gastroenterologia In questo Articolo Parliamo di: Come ti accorgi di avere i diverticoli? I diverticoli sono piccole sacche che si formano nella parete del colon, una parte del sistema digestivo. Molte persone possono avere diverticoli senza rendersene conto, ma in alcuni casi possono causare sintomi o complicazioni, come la diverticolite. In questo articolo, esamineremo come ci si accorge di avere i diverticoli, cosa può causare la diverticolite e come è possibile guarire da questa condizione. Spesso, i diverticoli sono asintomatici e vengono scoperti durante esami di routine, come una colonscopia o una radiografia dell’addome. Tuttavia, in alcuni casi, i diverticoli possono infatti causare sintomi come: 1. Dolore addominale: Il dolore addominale è uno dei sintomi più comuni associati ai diverticoli. Questo dolore può essere localizzato nell’addome inferiore sinistro, dove si trova solitamente il colon discendente. 2. Meteori: Gonfiore o sensazione di pienezza addominale, spesso accompagnati da flatulenza, possono essere segni di diverticoli. 3. Stipsi o diarrea: Le persone con diverticoli infatti possono sperimentare cambiamenti nei movimenti intestinali, come stipsi o diarrea. 4. Sanguinamento rettale: In alcuni casi, i diverticoli possono sanguinare, causando sangue rosso vivo nelle feci. Cosa può causarla? La diverticolite è l’infiammazione o l’infezione dei diverticoli, che può causare sintomi più gravi e richiedere trattamento medico. Alcuni fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare diverticolite includono: 1. Dieta povera di fibre: Una dieta povera di fibre può portare a stitichezza e feci dure, che possono aumentare la pressione all’interno del colon e contribuire alla formazione di diverticoli. 2. Invecchiamento: L’invecchiamento appunto è un fattore di rischio per lo sviluppo dei diverticoli e della diverticolite. Con l’età, il tessuto muscolare del colon può diventare più debole e predisporre alla formazione dei diverticoli. 3. Obesità: L’obesità è associata a un aumento della pressione all’interno del colon, che può contribuire alla formazione dei diverticoli e aumentare il rischio di diverticolite. 4. Stile di vita sedentario: La mancanza di attività fisica può contribuire alla stipsi e all’aumento della pressione all’interno del colon, aumentando il rischio di diverticolite. Perché ci si ammala di diverticolite? La diverticolite può essere infatti causata da diversi fattori, tra cui l’infiammazione dei diverticoli, l’infezione batterica o il blocco dei diverticoli da parte di feci o altre sostanze. Quando i diverticoli diventano infiammati o infettati, possono verificarsi sintomi come dolore addominale acuto, febbre, nausea e vomito. Come si può guarire? Il trattamento dei diverticoli dipende dalla gravità dei sintomi e dalle complicazioni associate. Alcune opzioni di trattamento comuni includono: 1. Dieta ricca di fibre: Consumare una dieta ricca di fibre può aiutare a prevenire la stitichezza e migliorare la salute del colon. Frutta, verdura, cereali integrali e legumi sono tutte fonti eccellenti di fibre. 2. Farmaci: Il medico può prescrivere farmaci, come antibiotici o antidolorifici, per aiutare a gestire l’infiammazione e il dolore associati alla diverticolite. 3. Riposo intestinale: Durante un attacco di diverticolite acuta, è importante riposare l’intestino e limitare l’assunzione di cibi solidi per consentire al colon di guarire. 4. Intervento chirurgico: In casi gravi di diverticolite che non rispondono al trattamento conservativo o che causano complicazioni come perforazione o fistole, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere i diverticoli infiammati o danneggiati. In conclusione, i diverticoli sono di fatto sacche nella parete del colon che possono causare sintomi come dolore addominale e stitichezza. La diverticolite, o l’infiammazione dei diverticoli, può causare sintomi più gravi e richiedere trattamento medico. È molto importante infatti seguire una dieta equilibrata ricca di fibre e mantenere uno stile di vita sano per prevenire la formazione dei diverticoli e ridurre il rischio di diverticolite. Consultare sempre un medico per una valutazione accurata e un piano di trattamento appropriato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Gastroenterologa con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Gastroenterologica NEWS Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Cos’è la tenosinovite di De Quervain?

Cos’è la tenosinovite di De Quervain?

Cos’è la tenosinovite di De Quervain?​ Ortopedia Indice La tenosinovite di De Quervain è una condizione dolorosa che coinvolge l’infiammazione dei tendini situati alla base del pollice. Questo disturbo può causare dolore, gonfiore e difficoltà nei movimenti del pollice e del polso. In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa sia la tenosinovite di De Quervain, come viene diagnosticata trattata. Perché viene il morbo di Quervain? Il morbo di Quervain, o tenosinovite di De Quervain, è causato dall’irritazione o dall’infiammazione dei tendini che passano attraverso una piccola struttura a forma di tunnel nella parte interna del polso, chiamata “canale del tendine”. Questa condizione è conosciuta anche come “malattia delle mamme e delle nonne” in quanto si presenta frequentemente quando si mette in tensione determinati muscoli, quali abduttore lungo ed estensore breve, nel momento in cui si sollevano i neonati.  Cause Tenosinovite De Quervain Questa condizione può essere causata da vari fattori, tra cui:  Sovraccarico o uso ripetitivo: Attività che coinvolgono movimenti ripetitivi del pollice e del polso, come digitare su una tastiera o sollevare oggetti pesanti, possono mettere stress eccessivo sui tendini e causare l’infiammazione. Traumi o lesioni: Lesioni acute, come una caduta sulla mano o uno strappo muscolare, possono danneggiare i tendini e portare all’infiammazione. Gravidanza: Durante la gravidanza, i cambiamenti ormonali e l’aumento di peso possono aumentare la pressione sui tendini e contribuire allo sviluppo della tenosinovite di De Quervain. Condizioni preesistenti: Alcune condizioni preesistenti, come l’artrite reumatoide, possono aumentare il rischio di sviluppare il morbo di Quervain. Diagnosi La diagnosi della tenosinovite di De Quervain di solito viene effettuata dal Medico specialista in Ortopedia attraverso una combinazione di esame fisico e storia clinica del paziente.  Il medico, durante la visita ortopedica, può eseguire test specifici per valutare la gravità dei sintomi e confermare la diagnosi, tra cui: Test di Finkelstein: Durante questo test, il paziente piega il pollice nella mano e chiude il pugno sopra di esso. Il medico applica quindi pressione al pugno mentre il paziente inclina il polso verso l’ulna. Se questo movimento provoca dolore nella parte inferiore del polso, può essere indicativo di tenosinovite di De Quervain. Esami di imaging: A volte, possono essere eseguiti esami di imaging, come raggi X o risonanza magnetica, per escludere altre cause di dolore al polso e confermare la diagnosi. A seguito della visita lo specialista potrà indicare al paziente il trattamento più adeguato alla sua condizione.  Come si cura la tenosinovite di De Quervain? Il trattamento della tenosinovite di De Quervain dipende dalla gravità dei sintomi e dalle cause sottostanti. Alcune opzioni di trattamento comuni includono: Riposo e immobilizzazione: Riposare il polso e limitare l’attività che causa dolore può aiutare a ridurre l’infiammazione e favorire la guarigione. In alcuni casi, il medico può raccomandare l’uso di un tutore per immobilizzare il polso e prevenire movimenti eccessivi.  Fisioterapia: sulla base di quanto emerso in sede di visita la fisioterapia può essere considerata una valida alternativa per la gestione del dolore causato da questa condizione Farmaci: Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene o naprossene, possono aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione associati alla tenosinovite di De Quervain. Prima di assumere i farmaci consulta sempre un medico.  In conclusione, la tenosinovite di De Quervain è una condizione dolorosa che può limitare la funzionalità del polso e del pollice.  È importante infatti cercare un trattamento tempestivo e appropriato per gestire i sintomi e prevenire complicazioni a lungo termine.  Consultare un medico esperto è fondamentale per una valutazione accurata e per sviluppare un piano di trattamento personalizzato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Ortopedica con i Medici del Centro Medico Unisalus?  Prenota la tua Visita Ortopedica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Ortopedia News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Cos’è la leucemia mieloide cronica?

Cos’è la leucemia mieloide cronica?

Cos’è la leucemia mieloide cronica? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute In questo Articolo Parliamo di: Quali sono i sintomi, l’evoluzione e le cure della leucemia mieloide cronica? La leucemia mieloide cronica (LMC) è una forma di cancro del sangue che colpisce i globuli bianchi, o leucociti, prodotti nel midollo osseo. Questa condizione è caratterizzata da un’eccessiva produzione di globuli bianchi maturi, noti come granulociti, che possono accumularsi nel sangue e in altri tessuti del corpo. In questo articolo, esamineremo i sintomi, l’evoluzione e le opzioni di trattamento disponibili per la leucemia mieloide cronica. Sintomi della leucemia mieloide cronica I sintomi della leucemia mieloide cronica possono variare da persona a persona e possono anche cambiare nel corso del tempo. Alcuni dei sintomi più comuni includono: 1. Fatica: La fatica eccessiva è spesso uno dei primi sintomi segnalati dai pazienti affetti da LMC. Questo può essere attribuito alla presenza di un’elevata quantità di globuli bianchi nel sangue, che può ostacolare la normale funzione del corpo. 2. Dolore o gonfiore addominale: A causa dell’accumulo di globuli bianchi nel fegato o nella milza, è possibile sperimentare dolore o gonfiore addominale. 3. Sudorazioni notturne: Le sudorazioni notturne possono essere un sintomo della leucemia mieloide cronica, sebbene possano anche essere causate da altre condizioni. È importante consultare un medico per una diagnosi accurata. 4. Perdita di peso involontaria: La perdita di peso può verificarsi come risultato dell’attività metabolica accelerata associata alla presenza di cellule tumorali nel corpo. 5. Dolore osseo: Il dolore osseo è un sintomo comune in molti tipi di cancro del sangue, compresa la leucemia mieloide cronica. Può essere causato dall’accumulo di cellule tumorali nel midollo osseo. Evoluzione della leucemia mieloide cronica La leucemia mieloide cronica è caratterizzata da tre fasi principali: 1. Fase cronica: In questa fase iniziale, la malattia progredisce lentamente e i pazienti possono non manifestare sintomi evidenti. Tuttavia, durante questa fase, le cellule tumorali continuano a moltiplicarsi nel midollo osseo. 2. Fase accelerata: Con il passare del tempo, alcuni pazienti possono progredire verso una fase accelerata della malattia, durante la quale le cellule tumorali iniziano a moltiplicarsi più rapidamente e possono sviluppare mutazioni genetiche che le rendono più aggressive. 3. Fase blastica: Questa è la fase più avanzata della leucemia mieloide cronica, in cui le cellule tumorali, note come blasti, si moltiplicano incontrollatamente nel midollo osseo e nel flusso sanguigno. La fase blastica è caratterizzata da un’alta probabilità di complicanze gravi e richiede un trattamento aggressivo. Cura della leucemia mieloide cronica Il trattamento della leucemia mieloide cronica dipende dalla fase della malattia e dalla risposta del paziente alla terapia. Alcune opzioni di trattamento comuni includono: 1. Terapia farmacologica: La terapia farmacologica è spesso il primo approccio nel trattamento della leucemia mieloide cronica. I farmaci come gli inibitori tirosin-chinasi possono aiutare a controllare la proliferazione delle cellule tumorali nel corpo. 2. Trapianto di midollo osseo: Per i pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica o che hanno raggiunto la fase blastica della malattia, il trapianto di midollo osseo può essere considerato come opzione di trattamento. Questa procedura coinvolge il sostituzione del midollo osseo malato con cellule staminali sane da un donatore compatibile. 3. Radioterapia: La radioterapia può essere utilizzata per ridurre le dimensioni di masse tumorali localizzate, come nel caso di ingrossamento della milza o del fegato. In conclusione, la leucemia mieloide cronica è una malattia complessa che richiede una gestione multidisciplinare e un trattamento personalizzato in base alle esigenze specifiche di ogni paziente. È importante consultare un ematologo esperto per una valutazione accurata e per sviluppare un piano di trattamento appropriato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Oncologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. NEWS Prenota Visita Oncologica Salute PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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cistocele

Come si convive con il cistocele?

Come si convive con il cistocele? Ginecologia Indice Cosa comporta? Il cistocele è una condizione che coinvolge il prolasso della vescica nella cavità vaginale, causando disagio e potenziali complicazioni per coloro che ne sono affetti. In questo articolo, esploreremo i dettagli di come si convive con il cistocele, cosa comporta questa condizione e i problemi associati al prolasso della vescica, nonché le opzioni disponibili per guarire da questa condizione. Il cistocele è una patologia pelvica caratterizzata dal prolasso della vescica attraverso la parete anteriore della vagina.  Questo può verificarsi quando i muscoli e i legamenti che supportano la vescica diventano deboli o danneggiati, spesso a causa di gravidanza, parto, obesità, tosse cronica o sforzi fisici intensi.  Quando la vescica si sposta dalla sua posizione anatomica normale, può causare una serie di sintomi scomodi e avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Quali Sintomi del Cistocele? I sintomi comuni associati al cistocele includono: Sensazione di peso o pressione nella regione pelvica. Incontinenza urinaria, che può manifestarsi come perdite di urina durante l’esercizio fisico, la risata o la tosse. Difficoltà a svuotare completamente la vescica. Sensazione di una massa o un nodulo nella vagina. Disagio durante i rapporti sessuali. Oltre ai sintomi fisici, il cistocele può anche avere un impatto emotivo e sociale significativo, causando imbarazzo, ansia e limitazioni nelle attività quotidiane. Che problemi dà il prolasso della vescica? Il prolasso della vescica può portare a una serie di complicazioni e problemi che influenzano la salute e il benessere generale di un individuo. Tra questi: Infezioni urinarie ricorrenti: Poiché la vescica non si svuota completamente, possono accumularsi residui di urina che aumentano il rischio di infezioni del tratto urinario. Deterioramento della funzione renale: Se non trattato, il cistocele può interferire con la normale funzione della vescica e del tratto urinario, potenzialmente portando a danni renali a lungo termine. Sindrome da vescica iperattiva: Il prolasso della vescica può aumentare la sensazione di urgenza e la frequenza urinaria, causando una condizione nota come sindrome da vescica iperattiva, che può essere estremamente fastidiosa e influenzare negativamente la qualità della vita. Impatto sulla vita quotidiana: I sintomi del cistocele possono limitare le attività quotidiane, influenzando la partecipazione a esercizi fisici, lavoro e relazioni personali. Depressione e ansia: L’impatto emotivo del cistocele non può essere sottovalutato. Molte persone che soffrono di questa condizione possono sperimentare depressione, ansia e ridotta autostima a causa dei sintomi fisici e delle limitazioni che comporta. Come guarire dal prolasso vescicale? Fortunatamente, ci sono diverse opzioni disponibili per trattare il cistocele e alleviare i sintomi associati. Il trattamento dipende dalla gravità dei sintomi, dalla salute generale del paziente e dalla sua preferenza personale. Le opzioni di trattamento includono: Terapia conservativa: Questo approccio comprende modifiche dello stile di vita, esercizi del pavimento pelvico e l’uso di dispositivi come pesi vaginali per rinforzare i muscoli pelvici e migliorare il sostegno della vescica. Fisioterapia del pavimento pelvico: Un fisioterapista specializzato può fornire un programma di esercizi personalizzato per rafforzare i muscoli del pavimento pelvico e migliorare il controllo della vescica. Pessari vaginali: Questi dispositivi inseriti nella vagina sostengono la vescica e alleviano i sintomi del cistocele. Intervento chirurgico: In casi più gravi o quando altri trattamenti non hanno avuto successo, può essere raccomandato un intervento chirurgico per riparare il prolasso della vescica e ripristinare la normale anatomia pelvica. Terapia farmacologica: In alcuni casi, possono essere prescritti farmaci per gestire i sintomi associati al cistocele, come gli agenti antimuscarinici per ridurre l’urgenza urinaria. È importante consultare un medico o uno specialista in urologia o ginecologia per valutare i sintomi del cistocele e determinare il miglior piano di trattamento per le esigenze individuali.  Con il trattamento appropriato, molte persone possono gestire con successo il cistocele e migliorare la loro qualità della vita. In conclusione, il cistocele può essere una condizione debilitante che influisce sulla salute fisica, emotiva e sociale di un individuo.  Tuttavia, con il giusto approccio di trattamento e supporto, è possibile convivere con questa condizione e migliorare la qualità della vita.  Educarsi sui sintomi, cercare supporto medico e considerare le opzioni di trattamento disponibili sono passi fondamentali per affrontare il cistocele in modo efficace e mitigare i suoi effetti negativi sulla salute e sul benessere complessivo. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Ginecologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Ginecologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. 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