bambini

sesta malattia

Sesta Malattia

Come si capisce che è sesta malattia? Salute Indice Sesta malattia: sai cos’è e perché si chiama così? E’ un’infezione che colpisce prevalentemente i bambini piccoli. Si tratta di una malattia contagiosa ma benigna, che raramente comporta gravi complicanze. Sesta malattia: cos’è? La sesta malattia è un’infezione che interessa i lattanti e i bambini molto piccoli, causata dall’herpes virus umano di tipo 6B (HHV-6B) oppure, meno comunemente, dall’herpes virus umano di tipo 7 (HHV-7). Colpisce a preferenza soggetti di età da 6 mesi ai 3 anni, il più delle volte in primavera e in autunno. Solo raramente si verifica negli adulti. Viene chiamata sesta malattia perché, in ordine cronologico, è la sesta delle malattie esantematiche ad essere stata identificata. Cause La sesta malattia è causata da un’infezione virale, causata dall’herpes virus umano di tipo 6B, oppure di tipo 7. Questa infezione attacca i globuli bianchi e le cellule delle ghiandole salivari. Il virus appartiene alla famiglia degli Herpesviridae, famiglia di virus molto diffusa, caratterizzati dal fatto di rimanere nell’organismo umano una volta che lo abbiano infettato, rendendo possibili le riattivazioni della malattia. La sesta malattia è contagiosa? La malattia è contagiosa e il contagio avviene per via respiratoria. Il contagio avviene quindi mediante contatto diretto con il paziente, attraverso goccioline respiratorie emesse con la tosse oppure tramite il contatto con saliva o muco. Sintomi della sesta malattia La sesta malattia nei bambini è generalmente una condizione benigna, che raramente comporta complicazioni. L’incubazione è di circa 5-15 giorni. La malattia esordisce improvvisamente con febbre persistente, a tipo continuo o quasi, talora elevata sino a 39-40°. Il bambino è inoltre molto agitato e irascibile. Altri sintomi sesta malattia sono: Angina Artralgia Rinofaringite Cefalea Congiuntivite Otite Più raramente compaiono nausea, vomito o diarrea. Lo sfebbramento di solito interviene dopo 3-4 giorni. Contemporaneamente ai sintomi della sesta malattia descritti sopra, compare l’esantema, che si diffonde rapidamente. L’esantema si caratterizza per la comparsa di macule o maculopapule puntiformi, di colorito roseo, della grandezza di qualche millimetro, circondate da cute sana. Nella maggior parte dei casi la malattia si manifesta senza prurito. Queste macchie compaiono dapprima sul tronco e si estendono alle regioni retro auricolari, al collo, alla fronte e agli arti superiori, rispettando in genere il volto, le palme delle mani e le piante dei piedi. L’esantema ha una durata breve , da poche ore a 3 giorni, e scompare altrettanto rapidamente. Diagnosi Poiché questa patologia è benigna e provoca sintomi lievi, la sua diagnosi si basa sull’osservazione clinica. Per ottenere la certezza che si tratti di sesta malattia, il pediatra può indicare l’esecuzione di analisi del sangue, l’unico esame che permette di individuare il virus. A causa della natura benigna della patologia, tali analisi non sono sempre necessarie. Terapia La terapia può essere tranquillamente somministrata a casa, fino alla completa guarigione.  Tuttavia, è preferibile consultare il pediatra per una diagnosi e una terapia accurata. Di solito, la terapia avviene in base ai sintomi del bambino. Durante il decorso è importante idratare frequentemente il bambino, mantenerlo fresco, usare antipiretici in caso di febbre ( del tipo paracetamolo). Prevenzione sesta malattia Questa patologia si diffonde come attraverso tosse, starnuti e contatto con superfici e oggetti contaminati. Al fine di ridurre il rischio di contagio, è importante adottare alcune semplici precauzioni igieniche quali: È importante assicurarsi che al bambino malato vengano lavate spesso le mani e il viso; Insegnargli a non condividere piatti e posate con gli altri; Assicurarsi che tossisca e/o starnutisca nei fazzoletti e che vengano smaltiti immediatamente. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Pediatrica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Pediatrica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Sesta Malattia Leggi tutto »

Gengivite bambini

La gengivite bambini è una patologia che può compromettere la salute dentale nell\’età adulta. Oltre agli adulti, infatti, anche bambini e adolescenti possono incorrere in varie infezioni o infiammazioni gengivali. Anzi, ne sono spesso molto più colpiti. In particolare dalla problematica della gengivite. Questa possibilità aumenta in quei bambini che presentano alcune malattie sistemiche, di cui la gengivite può essere un campanello d\’allarme. Al giorno d\’oggi, la consapevolezza in merito alle infezioni gengivali e alla cura dell\’igiene orale è sicuramente più sviluppata che in passato. Ma per quanto riguarda i bambini, c\’è ancora molta disinformazione e poca attenzione.  In generale, la prevenzione orale nei bambini è molto sottovalutata. Ciò non permette lo sviluppo di una consapevolezza in merito all\’igiene orale. Secondo alcuni dati, la prevalenza della gengivite aumenta di molto durante l\’adolescenza. Una diagnosi precoce di gengivite è però molto importante, anche in vista di prevenzione di problematiche future. Ecco perché è fondamentale parlarne e comprendere i danni che la gengivite, nei bambini piccoli e negli adolescenti, può causare, le strategie di prevenzione e i trattamenti migliori tramite cui curarla. Cos\’è la gengivite nei bambini Iniziamo col dire che esistono delle differenze strutturali nelle gengive e nei denti, tra adulti e bambini. Ad esempio, le gengive dei bambini sono molto meno larghe rispetto a quelle degli adulti. Inoltre, i punti i cui i denti decidui entrano in contatto sono più ampi rispetto a quelli della dentatura permanente e adulta. Ciò lascia più spazio alla proliferazione batterica e di conseguenza allo sviluppo di patologie e problematiche dentali e gengivali. Gengive gonfie nei bambini in un certo periodo di vita possono essere normali. Ad esempio nel periodo di transizione tra denti decidui, da latte, e quelli permanenti. Periodo che prende il nome di dentizione. Ma ci sono alcuni casi in cui gengive rosse nei bambini, insieme ad una determinata sintomatologia, sono in realtà il risultato di problematiche gengivali. La gengivite, o malattia gengivale, è un\’irritazione e infiammazione del tessuto gengivale che circonda i denti, data principalmente dalla placca, sostanza appiccicosa che si attacca ai denti e al tessuto gengivale e permette la proliferazione batterica. Come si crea l\’infiammazione gengivale Se la placca dentale non viene rimossa tramite corretto spazzolamento, si trasforma in tartaro. Quest\’ultimo raccoglie ancora più batteri e ciò causa il disturbo della gengivite. Solitamente questa problematica si presenta con una sintomatologia lieve. Ma se non curata, si configura come il primo stadio di malattie parodontali che possono essere anche molto gravi e comportare perdita dei denti o addirittura perdita ossea. Spesso, questa ed altre infiammazioni gengivali vengono trascurate col pensiero che, riguardando i denti da latte, scompariranno da sole col ricambio del dente. In realtà è importante ripetere che, se non trattate, queste patologie non migliorano. Anzi, possono rendere più difficoltosa la dentizione e dare luogo alle patologie serie di cui abbiamo parlato. Fortunatamente, se si presta la giusta attenzione alla tematica, prevenire e curare la gengivite bambini può essere semplice e ridurre la possibilità di incorrere in patologie in età adulta. Infiammazione gengivale bambini: ascesso gengivale Oltre alla gengivite, un\’altra patologia di origine batterica ancor più grave, che si manifesta spesso nei bambini, è il cosiddetto ascesso gengivale, che fa parte della più ampia categoria di ascesso dentale. Si tratta di una problematica che si manifesta con gonfiore e arrossamento delle gengive. A volte presenta anche pus e febbre. L\’ascesso è causato da infezioni o traumi alle gengive, ma può essere dato anche da una scorretta gestione della carie. In questo caso, i rimedi naturali o casalinghi non sono utili a curare l\’infiammazione. È necessario rivolgersi immediatamente al dentista per bambini se si nota questo tipo di sintomatologia. Questo solitamente prescriverà una cura antibiotica, spesso accompagnata da antidolorifici per diminuire il dolore. Se la situazione è molto grave, potrà scegliere di effettuare una piccola incisione sulla gengiva per far uscire il pus accumulato. Gengivite bambini 1 anno Nonostante queste problematiche siano da tenere particolarmente sotto controllo, nel caso in cui il nostro bambino, intorno all\’anno di età, presenti delle gengive gonfie, non è sempre necessario allarmarsi.  Questo infatti può essere sintomo del normale processo di dentizione di cui abbiamo parlato, da non confondere con la gengivite. Si tratta di una sorta di \”infiammazione naturale\”, giustificata dal processo di crescita. I genitori però dovrebbero essere in grado di riconoscere il resto della sintomatologia, come febbre, irritazioni sulla bocca o abbondante salivazione. Nel neonato, il gonfiore gengivale può apparire intorno ai quattro mesi o all\’anno e i denti decidui tendono a scomparire intorno ai sei anni. Sapere che il gonfiore può essere sinonimo di dentizione è importante per i genitori, per escludere la necessità di intervenire rispetto a problematiche più importanti. Non sempre però è semplice capire cosa sia normale e cosa invece sia la manifestazione di una patologia. Ecco perché essere seguiti da un dentista pediatrico a cui rivolgersi in caso di dubbio è sempre la scelta migliore. Gengivite bambini sintomi Quando le gengive sono sane si presentano di colore rosa e non sanguinano. Se ti stai chiedendo che sintomi da la gengivite nei bambini, la risposta è che la manifestazione della problematica è pressoché identica ad una gengivite che colpisce gli adulti. Vediamo insieme alcuni sintomi che ci permettono di riconoscere problematiche rispetto alle gengive bambini: Sanguinamento. Si tratta del segno più comune. Si verifica più spesso quando il bambino si sta lavando i denti o passa il filo interdentale. Gengive rosse e gonfie. Dovute all\’edema e all\’infiammazione in corso. Alitosi. La placca infatti contiene dei batteri che risultano maleodoranti. Dolore. Che può riguardare sia le gengive che i denti Sensibilità dentale. Ad esempio ai cibi freddi o caldi. Tasche gengivali. Piccoli spazi che si formano tra i denti e le gengive. Sintomi meno comuni possono essere la febbre, gonfiore del viso o la recessione gengivale, fenomeno in cui le gengive iniziano man mano a ritirarsi e a lasciare scoperta una porzione sempre maggiore del dente. Se questi sintomi si presentano, in combinazione o tutti insieme, si tratta

Gengivite bambini Leggi tutto »

Fluoroprofilassi

La fluoroprofilassi è il miglior alleato nella prevenzione della carie.  Oltre che per il mantenimento della salute orale generale, dei denti decidui e di quelli adulti. Può essere effettuata tramite somministrazione topica o sistemica.  Il quantitativo di fluoro da somministrare è sempre deciso dal dentista. Se uno scarso utilizzo può provocare delle carie, una somministrazione eccessiva di fluoro può portare a problematiche come la fluorosi.  Cos’è la fluoroprofilassi La fluoroprofilassi è una tecnica medica che utilizza il fluoro per prevenire problematiche e mantenere la salute orale. Può essere scelta a tutte le età ma è uno dei pilastri della prevenzione orale nei bambini. Il fluoro è essenziale sia per la formazione dei denti che delle ossa.  Da un lato rafforza la struttura del dente agendo sullo smalto, combinandosi coi suoi minerali. Dall’altro, esercita una funzione antibatterica. Agendo sui microrganismi della placca che producono acidi, disincentivando l’adesione allo smalto.  L’esposizione al fluoruro deve essere regolare e avvenire per piccole quantità ma per lunghi periodi.  La presenza costante del fluoro nella saliva, remineralizza lo smalto e aiuta nelle prime fasi della carie. L’uso deve essere controllato. Il sovradosaggio può creare problematiche dentali come la fluorosi, che può avere molte complicanze su tutto il corpo.  Le linee guida raccomandate dal Ministero della Salute sono stilate dall’OMS. Abbiamo un quadro preciso per la somministrazione, in particolare in età pediatrica.  Approfondiamo ora insieme a cosa serve, come si fa la fluoroprofilassi e le due tipologie di somministrazione. A cosa serve Come anticipato fluoroprofilassi è utile per mantenere i corretti livelli di fluoro ad esempio nella prevenzione delle carie, malattia dentale degenerativa, provocata da batteri che, deteriorando lo smalto, creano cavità nel dente, fino a lenire la polpa. Viene utilizzata anche per chi soffre di sensibilità dentinale.  I denti sensibili possono diventare un problema anche invalidante, che può essere ridotto tramite sedute di applicazione al fluoro.  Gli effetti positivi della fluoroprofilassi (topica) sono quindi: Effetto sbiancante Azione antibatterica Rallentamento della carie Remineralizzazione dello smalto Riduzione della sensibilità dei colli scoperti e dentale Effetto cicatrizzante Fluoroprofilassi come si fa Il principale obiettivo della fluoroprofilassi è quello di evitare sia un eccesso che un difetto di fluoro. Entrambi infatti hanno effetti negativi. È quindi fondamentale individuare il corretto metodo di somministrazione.  Parliamo innanzitutto dei metodi, che si classificano come: Naturali. Cibi, acqua contengono fluoro.  Artificiali. Prodotti per l’igiene orale, integratori, compresse o gel per fluoroprofilassi. Prima di parlare delle due modalità di somministrazione chiariamo cosa può comportare un eccessivo uso di fluoro.  Fluorosi dentale Con la fluorosi c’è un’alterazione della formazione dello smalto. Questa ipomineralizzazione causa la comparsa di macchie bianche in cui il dente risulta decolorato. In casi gravi, possono provocare lesioni del dente. Per prevenire questa situazione ci sono strategie come: Scelta del dentifricio corretto  Attenzione particolare agli alimenti. Fluoroprofilassi topica e sistemica Le due modalità di somministrazione del fluoro sono topica e sistemica. La prima è quella consigliata oggi in Italia, soprattutto nei bambini.  In Italia infatti non c’è la fluorazione delle acque potabili. Quindi l’assunzione sistemica non sarebbe sufficiente per garantire il minimo livello di assunzione.  Somministrazione topica La fluoroprofilassi topica avviene con un’applicazione del fluoro direttamente sul dente.   Può avvenire per via Professionale. Effettuata dal dentista, ad esempio con applicatori di gel al fluoro. Domiciliare. A casa propria, con dentifrici fluorati o colluttori. La somministrazione topica è più efficace nei bambini perché quando un dente erutta, la sua superficie non è totalmente mineralizzata. Quindi il dente è più suscettibile alla carie.  Tendenzialmente, nei bambini ad alto rischio, la somministrazione domiciliare e professionale sono associate in modo strategico. Fluoroprofilassi sistemica Il fluoro si assume per via orale tramite, ad esempio Gocce o pastiglie Acqua fluorata Cibo La somministrazione sistemica, viene utilizzata prima che i denti eruttino.La quantità di fluoro consumata oralmente varia e dipende dalla dieta o dalle sostanze assunte. Come già detto, in Italia non si effettua la fluorazione dell’acqua.  E l’aggiunta di fluoro al sale o al latte non ha avuto riscontri utili. Per bambini ad alto rischio, solitamente vengono integrate pastiglie o gocce.  Per funzionare, la fluoroprofilassi deve essere sempre accompagnata da una corretta igiene orale.  Somministrazione nei bambini Secondo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la somministrazione del fluoro per fluoroprofilassi, deve avvenire con la comparsa del primo dente da latte e continuare fino ai tredici anni circa, tranne in situazioni specifiche. Le linee guida fluoroprofilassi OMS, stabiliscono i seguenti passaggi in base all’età: zero – sei mesi. Utilizzare solo acqua sei mesi – due anni. Iniziare ad introdurre una piccola quantità di dentifricio, in base alla risposta del bambino due – sei anni. Lavare i denti due volte al giorno con un dentifricio con 1000 ppm di fluoro. La quantità deve avere le dimensioni di un pisello.  Dopo i sei anni. Dentifricio con 1450 ppm di fluoruro, due volte al giorno, con una quantità maggiore. Nella fluoroprofilassi per i bambini è importante ricordare alcune cose.  Il dentifricio deve essere selezionato in base all’età. Non deve essere ingerito, per evitare che ci sia un assorbimento sistemico, quindi in tutto il corpo.  Il risciacquo è sconsigliato, in modo da lasciare al fluoro il tempo di agire.  Rivolgiti al tuo dentista pediatrico per sapere qual è la quantità di fluoro corretta il tuo bambino.  La somministrazione di eventuali integratori deve essere prescritta da un medico competente per evitare problemi come la fluorosi.  Fluoroprofilassi in gravidanza Esistono due correnti di pensiero in merito alla fluoroprofilassi in gravidanza.  Il primo suggerisce l’assunzione sistemica di compresse.  L’altro invece è scettico sull’efficacia della fluoroprofilassi in questa fase.  Fluoroprofilassi topica in gravidanza. Viene consigliato l’utilizzo topico anche per soggetti con predisposizione alla carie, per evitare la proliferazione di batteri che possono causare problematiche come aborti o parti prematuri.  Solitamente è il Dentista Esperto a valutare la necessità della terapia.  Negli adulti La fluoroprofilassi topica è utilizzata per la prevenzione di patologie cariose in soggetti predisposti.  Inoltre può essere consigliata per chi soffre di ipersensibilità dentale, bocca secca o infiammazione delle gengive. Viene suggerita anche per chi si

Fluoroprofilassi Leggi tutto »

prevenzione orale nei bambini

Prevenzione orale nei bambini

Prevenzione Orale nei Bambini Salute Indice La prevenzione orale nei bambini e nei neonati è particolarmente importante. Oltre ad anticipare il verificarsi di problematiche a livello dentale, aiuta a rendere il bambino fin da subito consapevole del valore dell’igiene orale. Tra le varie attività di prevenzione, la prima visita odontoiatrica è sicuramente la prima cosa da fare che viene fatta intorno ai sei mesi, massimo un anno di vita del bambino. In sede di visita il Dentista Pediatrico dispenserà tanti consigli su come deve essere eseguita l’igiene orale quotidiana in casa. Ma vediamo ora come si deve fare per prevenire le problematiche legate ad una scarsa igiene orale. Analizziamo l’iter di cura dei denti dei bambini fin dall’infanzia fornendovi alcuni consigli utili per creare consapevolezza nei bimbi e garantire un ottimo stato di salute dentale. Prevenzione orale nei neonati Prestare attenzione alla salute orale dei bambini è importante ancor prima dello spuntare del primo dentino. Fin dalla nascita del bambino, i dentisti consigliano di pulire le gengive, almeno due volte al giorno con un panno umido e morbido. Questa azione deve essere fatta dopo la prima poppata e subito prima di dormire, in modo da eliminare eventuali batteri che possono essersi depositati all’interno della bocca. Le gengive dei neonati devono risultare ben pulite e di un colore rosa per essere considerate sane. Oltre che per la pura igiene, l’attenzione per la prevenzione orale nei neonati è importante anche perché mette in luce malattie che possono essere nascoste. Se si notano residui di placca, degli accenni di gengivite o delle macchie marroni o bianche sui primi dentini, infatti, potrebbero essere presenti dei batteri. Questi, oltre alla carie possono portare ad altre problematiche gravi. Situazioni del genere si verificano spesso quando i bambini o i neonati sono nutriti con latte artificiale o liquidi zuccherati, è quindi necessario fare più attenzione. Nei neonati quindi, l’allattamento al seno è ideale per garantire anche un buono stato di salute delle gengive. Quando iniziano a spuntare i primi dentini, invece, inizia ad essere sconsigliato perché diventa una possibile causa di carie. Come gestire la comparsa dei primi dentini Con la comparsa del primo dentino che avviene tra i sei e gli otto mesi di età, inoltre, avvengono anche altri cambiamenti. La prevenzione orale nei bambini prevede a questo punto l’inserimento dello spazzolino. Nei bambini molto piccoli, i denti andrebbero lavati due volte al giorno con uno spazzolino a setole morbide e acqua possibilmente naturale. Inserire fin da subito nella vita del bambino delle abitudini sane, è la prima arma che abbiamo per la prevenzione orale nei bambini. In questa fase di transizione le gengive non vanno dimenticate: è necessario continuare a pulirle con un panno umido e a massaggiarle per alleviare il dolore della dentizione, ovvero lo sviluppo dei primi dentini. In questa fase è consigliato dare al bambino un anello da dentizione pulito o lavare le gengive e i denti con l’acqua fredda. Lavare i dentini in questa fase quindi può essere anche un sollievo per il bambino. E’ importante ricordare che la carie è una malattia infettiva trasmissibile. È quindi sconsigliato, ad esempio, testare la temperatura dei biberon con la bocca o condividere cucchiaini o altro. Tra i 6 mesi e il primo anno arriva il momento di fissare il primo appuntamento dal dentista, sia in caso di segni evidenti di problematiche, sia che la situazione sembri normale: già con la comparsa del primo dentino è necessario contattare l’odontoiatra pediatrico per applicare sul dente la vernice al fluoro, sempre in ottica di prevenzione della carie. Dal punto di vista dell’igiene orale, invece, è necessario continuare a lavare i denti più volte al giorno con uno spazzolino adatto che non dia sensazioni spiacevoli al bambino, continuando ad associare la pulizia della bocca ad un momento positivo della giornata. Come fare la Prevenzione orale nei bambini Entro i 30 mesi tutti i dentini dovrebbero essere usciti e il bambino dovrebbe essersi allontanato pian piano dal ciuccio o dall’istinto di succhiare il pollice. Se ciò non è avvenuto, è necessario contattare un dentista pediatrico, per valutare insieme il da farsi. Proprio intorno ai 2 anni, viene solitamente inserito nella quotidianità, il dentifricio al fluoro. Questo passaggio avviene sempre con la consulenza di uno specialista odontoiatrico che si occupa di prevenzione orale nei bambini. Da questo momento in poi, i controlli dovrebbero diventare regolari. A 4 anni il bambino inizia ad imparare a lavarsi i denti da solo, sotto supervisione. Il compito dei genitori è quello di mostrare ai bambini il modo giusto di spazzolare i denti: avanti e indietro, su e giù per almeno cinque volte. E’ anche importante insegnare al bambino il risciacquo. Una buona strategia da utilizzare, è quella di configurare questo momento come gioco: i bambini si annoiano facilmente e rendere la pulizia dei denti un impegno quotidiano può stancarli. Inserire il divertimento, aiuta il bambino ad apprezzare il momento e contemporaneamente ad iniziare a costruire la propria indipendenza. Intorno ai 6 anni il bambino dovrebbe conoscere le tecniche di spazzolamento di base. A questo punto ci si spinge un po’ oltre. Si insegna al bimbo a spazzolare bene la parte interna dei denti, spesso sottovalutata, cercando di integrare e alternare i movimenti: su e giù, destra e sinistra. Il movimento circolare rimuove meglio ciò che si deposita nello spazio tra i denti. Dai 10 anni in poi, appreso totalmente il movimento e l’importanza della prevenzione orale nei bambini, si può inserire il filo interdentale da utilizzare in maniera autonoma. Prevenzione orale nei bambini efficace Affinché il bambino si occupi della sua igiene orale in maniera ottimale, ci sono dei trucchetti da seguire: Lo spazzolino deve essere adeguato all’età. Le setole degli spazzolini, così come la testina e l’impugnatura devono essere adeguate. Consulta il tuo dentista se sei insicuro della tua scelta Così come lo spazzolino, anche il dentifricio e la quantità usata devono essere selezionati. La quantità di fluoro contenuto è scelta in base all’età. Per i bambini sono studiati anche degli

Prevenzione orale nei bambini Leggi tutto »

amelogenesi imperfetta cura

Amelogenesi imperfetta cura

Amelogenesi imperfetta: quale cura? Salute Indice Amelogenesi Imperfetta Cura: una serie di trattamenti possono aiutare a combattere e a prevenire questo gruppo di patologie. Per capire come intervenire, dobbiamo innanzitutto partire da che cos’è l’Amelogenesi Imperfetta. Vediamola nel dettaglio. Amelogenesi imperfetta: cos’è? L’amelogenesi imperfetta è un gruppo di patologie che riguardano lo sviluppo dello smalto. Le cause sono principalmente genetiche. Infatti, è ereditata dal cromosoma X, come carattere dominante o come carattere recessivo. Nel primo caso vuol dire che più componenti per generazione saranno colpiti da questa patologia. Questa malattia fa sì che i denti siano insolitamente piccoli, scoloriti, bucherellati e soggetti a rapida usura e rottura. Lo smalto dei denti è molto più sottile e di colore giallo o marrone. Cause L’Amelogenesi Imperfetta è causata da fattori genetici. Infatti, nei soggetti in cui si presenta, vi sono mutazioni dei geni AMELX, ENAM o MMP20. Questi sono responsabili dello sviluppo delle proteine necessarie per la formazione dello smalto. Questo è il materiale che riveste i denti ed è ricco di minerali. A causa dell’Amelogenesi Imperfetta, si verificano mutazioni in questi geni che portano allo sviluppo di uno smalto sottile o morbido. Sintomi dell’Amelogenesi Imperfetta Il sintomo principale di questa malattia è lo smalto imperfetto. Può manifestarsi sia nei denti da latte che nei denti degli adulti. Altri sintomi sono: denti piccoli e di colore giallo o marrone sensibilità dentale fragilità nei denti malocclusione da morso aperto Tipi di Amelogenesi imperfetta Questa patologia può essere suddivisa in quattro tipi principali: ipoplastico ipomaturazione ipocalcificato tipo ibrido Ipoplasico Questo tipo riguarda un difetto nella quantità di smalto creato che risulta piuttosto sottile. Esso è duro ma non è presente abbastanza sui denti. Ne consegue che i denti sono piccoli, di colore marrone o giallo con fosse e scanalature. Le corone dei denti vanno da piccole a normali. Inoltre, denti superiori e inferiori non si incontrano dando origine a un morso scadente. Ipomaturazione Questa tipologia indica che c’è un difetto nella crescita finale dello smalto. I denti sono di un colore crema opaco. Lo smalto ha uno spessore normale, ma è morbido e i denti appaiono a chiazze. Possono anche consumarsi e rompersi. In generale, chi presenta questa tipologia di amelogenesi imperfetta mostra anche un morso aperto. Inoltre, presentano denti dalla superficie ruvida che possono essere morbidi e doloranti. Ipocalcificato L’ipocalcificato riguarda un difetto nelle fasi iniziali di sviluppo dello smalto. Infatti, quest’ultimo può avere uno spessore normale ma risulta morbido. In alcuni casi può anche essere assente o cariato. Ibrido Questo tipo di amelogenesi  è ibrido. Infatti ha particolarità sia di quello ipoplasico sia di quello ipomaturato così come il taurodontismo. Di solito i denti delle persone che soffrono di questo tipo sono più piccoli del consueto. Lo smalto è più sottile del normale con zone in cui non è presente (ipomineralizzate). Diagnosi dell’Amelogenesi Imperfetta La diagnosi di questa patologia viene svolta da un dentista. Di solito basta un esame visivo, ma ci sono anche delle procedure specifiche per diagnosticarla. Tra queste troviamo un’analisi della storia familiare ed esami orali per valutare lo smalto. Il dentista esegue delle radiografie dentro e fuori la bocca per vedere il contrasto tra smalto e dentina. Le radiografie aiutano a valutare la densità dello smalto. Quindi a determinare il tipo di trattamento necessario. Amelogenesi imperfetta cura Ad oggi per l’amelogenesi imperfetta non esiste una cura definitiva e standard. È importante però intervenire per evitare complicazioni spiacevoli come gengiviti, parodontiti o carie.  Patologie, come la gengivite nei bambini, che sono spesso sottovalutate in età pediatrica. Infatti, le persone con questa malattia devono essere rigorose nell’igiene orale e nelle visite dal dentista. Questa condizione influisce molto sull’aspetto dei denti. Pertanto chi ne soffre può avere anche ripercussioni a livello psicologico. Bassa autostima e, in casi più gravi, depressione possono essere causate dall’amelogenesi imperfetta. Soprattutto in adolescenti. Quindi il trattamento di questa patologia dipende molto da quando viene diagnosticata, dall’età del paziente e dalle condizioni generali dei denti. Alcuni trattamenti possibili sono: bonding dentale corone dentali apparecchi ortodontici abitudini alimentari igiene orale protesi Bonding dentale Questo trattamento è spesso utilizzato per contrastare l’amelogenesi imperfetta di tipo ipoplasico. Infatti, le resine utilizzate per il bonding dentale aderiscono in modo congeniale a questi denti perché sono molto duri. Questo trattamento consiste nell’applicare ai denti moderne resine composite per riempire gli spazi vuoti. Corone dentali Le corone dentali sono protesi che ricoprono completamente il dente reale. Aiutano a ripristinare la forma e la dimensione del dente. Inoltre aiutano a combattere e prevenire le carie. Questo tipo di trattamento è particolarmente adatto a chi soffre di amelogenesi imperfetta di tipo ipocalcificato e ipomaturato. Corone temporanee in porcellana o acciaio possono essere particolarmente utili nel caso di pazienti bambini o adolescenti. I dentisti procedono poi a installare corone permanenti quando i denti sono tutti presenti e stabili. Apparecchi ortodontici Gli apparecchi ortodontici sono spesso utilizzati come trattamento dell’amelogenesi imperfetta. L’obiettivo è quello di riportare i denti in posizione adatta per procedere poi con i restauri. Abitudini alimentari Per chi soffre di amelogenesi imperfetta è bene adottare una dieta sana e povera di zuccheri. Infatti i denti di queste persone sono deboli e fragili, se si assumono troppi zuccheri si rischia di incorrere in altre patologie. Ad esempio carie e malattie gengivali. Igiene orale Per qualsiasi trattamento è indispensabile una buona igiene orale. Infatti, bonding dentali o corone sono difficili da installare con gengive infiammate o sanguinanti. Per la sensibilità al caldo al freddo, ad esempio, si possono usare dentifrici desensibilizzanti. Inoltre, eseguire visite regolari dal dentista per pulizie professionali è molto importante. Protesi Un’altra soluzione per trattare l’amelogenesi imperfetta sono le protesi dentali. Queste possono essere fisse o mobili e possono essere applicate sopra il dente naturale. Amelogenesi imperfetta bambini Come anticipato questa malattia è genetica. Pertanto può essere diagnosticata anche nei bambini. La diagnosi precoce è essenziale. Infatti in questo modo si può intervenire tempestivamente con trattamenti appropriati. Nei bambini, questa patologia è trattata con delle strisce metalliche inserite sui denti posteriori. In

Amelogenesi imperfetta cura Leggi tutto »

morso crociato anteriore

Morso crociato anteriore

Il morso crociato anteriore è un modo errato di chiudere i denti. Anteriore perché riguarda i denti incisivi e canini superiori, che rimangono indietro rispetto ai denti inferiori. Vediamo nel dettaglio il morso crociato. Che cos’è il morso crociato? Innanzitutto il morso crociato può essere chiamato anche incrociato o inverso. Alcuni dentisti preferiscono invece la terminologia inglese cross bite. Come già accennato nell’approfondimento sulla malocclusione, il morso incrociato si verifica quando nella chiusura l’arcata inferiore prevarica quella superiore. Questo porta ad un disallineamento orizzontale tra i denti. A differenza del morso aperto (open bite), in cui i denti anteriori non si chiudono in modo totale e corretto, nel morso incrociato si serrano ma nel modo errato. Perché è importante il morso? Per quale motivo è importante avere una chiusura adeguata della bocca? Il metodo in cui ognuno di noi chiude la bocca è fondamentale, ma pochi ne sono a conoscenza. Infatti, il morso è importante per l’intero organismo, non solo per la salute orale. Chiudere male la bocca può avere ripercussioni sulla postura, sulla schiena e anche sui piedi. Per questo motivo, in caso di morso crociato è bene intervenire in tempo così da evitare problemi più grandi in futuro. Tipi di morso crociato In base al modo in cui si verifica la chiusura errata esistono diversi tipi di morso incrociato. Questi sono: laterale o monolaterale completo parziale anteriore  posteriore bilaterale Analizziamoli nel dettaglio Il morso crociato laterale si verifica solo su un lato dell’arcata dentale. È completo, invece, quando colpisce l\’intera arcata. Può essere parziale quando riguarda solo alcuni denti o anche uno solo. Come già anticipato, nel morso crociato anteriore sono coinvolti i denti dell\’arcata superiore. Invece il morso posteriore coinvolge i denti di dietro e laterali. Infine, il bilaterale si presenta quando entrambi i lati della bocca sono coinvolti. Qualunque sia il tipo di morso incrociato, deve essere corretto per evitare complicazioni future alla bocca e all’organismo. Cause del morso crociato Il morso inverso può essere causato da difetti scheletrici, dentali o da una combinazione di entrambi. Questi problemi possono essere genetici, ma anche causati da cattive abitudini, ritardi nella crescita dei denti, problemi alla struttura ossea o problemi alle vie aeree superiori. Ecco alcune cause che portano al morso incrociato: suzione del pollice, biberon spinta della lingua durante la deglutizione denti mancanti denti da latte caduti precocemente o che tardano a cadere mascella troppo piccola  denti grandi  respirazione con la bocca labiopalatoschisi palatoschisi Correzione morso incrociato Il morso crociato si corregge in base alla diagnosi effettuata. Cosa vuol dire questo? La diagnosi cambia da paziente a paziente e il trattamento risolutivo cambia anche a seconda dell’età. Ad esempio, il morso incrociato laterale adulti possiamo correggerlo con la chirurgia o con gli elastici ortodontici. Ma andiamo per gradi. Il morso inverso è sempre correggibile, cambia il metodo. Infatti, come accennavamo, sono diversi i fattori da prendere in considerazione per risolvere il problema. La gravità della situazione, il tipo di cross bite e l’età. In generale i metodi principali sono l’ortodonzia e la chirurgia. Quest’ultima nel caso di un paziente fuori dall’età dello sviluppo e con difetti scheletrici. Con ortodonzia si intende principalmente l’uso di apparecchi ortodontici. Che apparecchio si mette per il morso inverso? Per rispondere a questa domanda bisogna distinguere tra bambini ed adulti. Iniziamo analizzando il caso dei bambini. Se a presentare il morso inverso è un bambino di sicuro è più facile intervenire. Infatti, essendo molto giovane la struttura ossea è ancora in fase di sviluppo quindi facilmente modificabile. Nel caso di morso inverso scheletrico possiamo usare apparecchi ortopedici, che accompagnano la crescita delle ossa verso il modo corretto. Molto usato è l’apparecchio per l’allargamento del palato. Invece quando il problema è dentale possiamo utilizzare apparecchi fissi o mobili, visibili oppure linguali o trasparenti. Nel caso sia un adulto a presentare il problema dobbiamo intervenire in modo differente. Appunto, l’adulto ha ormai sviluppato la struttura ossea che è salda, quindi non è possibile modificarla. Invece è possibile agire sulla posizione dei denti. Ovviamente si tende sempre per soluzione poco invasive come apparecchi mobili trasparenti o apparecchi fissi linguali. Se pensi di avere il morso crociato non esitare a contattarci per un una visita dentistica ed un preventivo senza impegno.

Morso crociato anteriore Leggi tutto »

dentifricio per bambini

Dentifricio per bambini

Come scegliere il dentifricio per bambini? Salute Indice Dentifricio per bambini: come sceglierlo? Il mercato, oggi, offre tante opzioni di dentifricio per bambini. Per questo motivo può essere complicato scegliere il prodotto migliore per l’igiene orale di tuo figlio. La bocca dei bambini è in continuo sviluppo, perciò è importante assicurarsi che i loro denti siano curati il più possibile sin dalla nascita. Quando iniziare l’igiene orale? L’Associazione Dentistica Americana (ADA) raccomanda ai genitori di iniziare una routine di igiene dentale fin dai pochi giorni di vita del bambino. Consiglia, infatti, di inumidire una garza o un panno e di pulire le gengive del bambino. Difatti, anche se non puoi vederli, ogni bambino nasce con 20 denti pronti a spuntare fuori. Pulendo le gengive del neonato ogni giorno, crei una bocca sana pronta ad accogliere quei denti. Per la maggior parte dei bambini, il primo dente compare quando hanno circa 6 mesi. E più o meno a 3 anni, hanno 20 denti da latte. Sfortunatamente, però, i denti da latte sono soggetti a rischio carie non appena spuntano. Ciò significa che, senza le cure adeguate, il tuo bambino avrà le carie. Prenderti cura dei denti da latte di tuo figlio può sembrare complicato. Potresti avere molte domande sulla prevenzione orale nei bambini, tra cui, probabilmente, come dovresti scegliere il dentifricio bimbi adatto. Come scegliere il dentifricio per bambini? La risposta potrebbe essere più complicata di quanto sembri. Ecco, quindi, alcune cose da considerare prima di scegliere il dentifricio per tuo figlio. Controlla il contenuto di fluoro del dentifricio bambini I dentifrici contengono fluoro, agenti antibatterici e abrasivi delicati che aiutano a prevenire le carie e a mantenere i denti sani. Ognuno di questi ingredienti ha un ruolo specifico da svolgere. Gli agenti antibatterici inibiscono la crescita di batteri e aiutano a ridurre la placca e la gengivite. La gengivite nei bambini è una patologia che è spesso sottovalutata nei bambini. Gli abrasivi rendono più efficace l’azione meccanica della spazzolatura. Il fluoro concorre a rafforzare lo smalto dei denti e a prevenire la carie. I dentifrici per bambini e per adulti variano nel contenuto di fluoro. Guarda, quindi, la confezione del dentifricio per controllare la quantità di fluoro che contiene. La maggior parte dei normali dentifrici contengono 1000-1500 ppm di fluoro. I bambini fino a 2 anni di età tendono a ingoiare il dentifricio. Questo è dannoso poiché l’ingestione di fluoro può causare malattie. Troppo fluoro, poi, può causare una condizione nota come fluorosi. Per questo motivo, scegli sempre un dentifricio x bambini con un contenuto di fluoro non superiore a 1000 ppm. Dentifricio fluoro bambini: ne hanno bisogno? Consulta il tuo dentista per scoprire se tuo figlio ha bisogno di un dentifricio al fluoro. Infatti, già l’acqua potabile contiene una piccola quantità di fluoro. Di solito, i bambini al di sotto dei 2 anni ottengono abbastanza fluoro dalla sola acqua e non hanno bisogno di un dentifricio che lo contenga. Tuttavia, se il dentista ritiene che tuo figlio abbia bisogno di assumere più fluoro, ti consiglierà un dentifricio per bambini. Inoltre, se tuo figlio ha l’abitudine di ingoiare il dentifricio, utilizzarne uno senza fluoro è la scelta migliore. Una volta che il bambino, poi, ha imparato a non deglutire il dentifricio, puoi passare a uno al fluoro. Scegli un sapore adatto ai bambini La menta è il gusto più popolare per i prodotti orali. Tuttavia, quando si tratta di bambini, spesso preferiscono i sapori fruttati come la fragola o l’anguria. A molti bambini, infatti, non piace lavarsi i denti perché non amano il sapore dei normali dentifrici. La maggior parte dei dentifrici per bambini, però, ha un sapore delicato. Quindi i bambini si divertiranno a lavarsi i denti e a costruire, così, buone abitudini. Inoltre, i personaggi dei cartoni animati sulla confezione possono incoraggiare il tuo bambino a divertirsi lavandosi i denti promuovendo, così, una buona igiene orale. Controlla le certificazioni Per garantire la completa sicurezza di un prodotto, verifica sempre se dispone della necessaria certificazione governativa. In caso di dubbi su un dentifricio, consulta il tuo dentista, che saprà dirti se utilizzare o meno quel prodotto. Inoltre, non tutti i bambini sono abbastanza pazienti da spazzolare i denti per 2 minuti interi. Quindi, prova a rendere piacevole il momento del lavaggio dei denti cantando una canzone o raccontando una storia divertente. Ulteriori consigli Prendi uno spazzolino divertente. Il modo migliore per convincere i bambini a fare qualcosa di banale è renderlo divertente. Alla maggior parte dei bambini non piace spazzolarsi i denti, ma se diventa una parte della loro routine di gioco non vedranno l’ora di farlo. Prendere ai tuoi figli uno spazzolino divertente, magari con personaggi dei cartoni animati, può essere un ottimo modo per coinvolgere i bambini e dare loro l’abitudine di seguire le regole per una buona igiene orale. Infine, i bambini hanno bisogno solo di un po’ di dentifricio. Potresti essere abituato a spremere abbastanza dentifricio per coprire la superficie dello spazzolino. Ma i bambini hanno denti piccoli, quindi hanno bisogno di una quantità minore. Per i bambini sotto i 2 anni, spalma semplicemente il dentifricio o usa una quantità di dentifricio delle dimensioni di un chicco di riso. Per i bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni, invece, usa una quantità di dentifricio della dimensione di un pisello. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Dentifricio per bambini Leggi tutto »

Labiopalatoschisi cause

Labiopalatoschisi Salute Indice Labiopalatoschisi cause: quali sono? Ma soprattutto, cos’è? E come si cura? Cominciamo a parlare di questa malformazione. La labiopalatoschisi è un’anomalia congenita della bocca. Capita 1 caso di labiopalatoschisi circa ogni 800 bambini all’anno. Nei Paesi più ricchi, questa malformazione viene risolta entro pochi mesi di vita. Nei Paesi più poveri, invece, mancano le competenze, le strutture e le risorse per trattare adeguatamente questa patologia. Cos’è la labiopalatoschisi? La labiopalatoschisi (LPS), o meglio, cheilognatopalatoschisi (CGPS), è una malformazione congenita che coinvolge labbro, osso mascellare e palato. Si tratta di un’anomalia dello sviluppo provocata dalla non completa fusione di parti del viso del neonato quando è ancora nell’utero. Di conseguenza, il bambino nasce con un’apertura o una fessura del labbro superiore e/o nel palato. Si ha, dunque, un’interruzione della gengiva, del palato e del labbro superiore. Tipi di Schisi La labiopalatoschisi, come la palatoschisi e la cheiloschisi, fa parte della famiglia delle schisi oro-facciali. La labiopalatoschisi Essa si caratterizza per la contemporanea presenza della palatoschisi e della cheiloschisi (o labioschisi). Coinvolge, dunque, labbro, gengiva, naso e tutto il palato. Nei due terzi dei casi è monolaterale. Quindi interessa la parte destra o sinistra. Ma possiamo anche avere una labioschisi bilaterale che implica entrambe le parti. Il palato può essere colpito solo nella parte posteriore (palato molle) o anche nella parte anteriore (palato duro). La Cheiloschisi (CS) La cheiloschisi può riguardare solo il labbro superiore. Questo può presentare una o due fessure, in parte o completamente e monolateralmente o bilateralmente, che si estendono dal labbro superiore fino al pavimento delle narici.  La cheilognatoschisi (CGS) Questa schisi interessa l’osso mascellare e il labbro superiore, monolateralmente o bilateralmente. La Palatoschisi La Palatoschisi coinvolge solamente il palato. Abbiamo, dunque, una fessura a livello del palato duro e/o del palato molle, a volte collegata alle cavità nasali. Dunque, la Labiopalatoschisi comporta una o due fessure del labbro superiore. Queste possono coinvolgere anche lo spazio cutaneo sotto al naso. Inoltre, questa schisi implica anche una fessura sul palato, che può essere talmente profonda da coinvolgere anche le cavità nasali. Sintomi Per quanto riguarda la labioschisi, il sintomo più evidente è l’aspetto del volto del bambino. Possiamo avere una o due fessure. Queste fessure possono estendersi fino al naso o apparire come piccoli solchi. Invece, la Palatoschisi può essere meno visibile perché è una cavità del palato. Questa può essere coperta dal rivestimento del palato e può essere di diverse dimensioni. Può, quindi, variare da un piccolo foro nella parte posteriore della bocca a una fessura che percorre tutto il palato per congiungersi al labbro. I sintomi tipici della labiopalatoschisi consistono in: Difficoltà nella suzione e nel mangiare. Non essendo in grado di chiudere del tutto la bocca, il bambino potrebbe presentare difficoltà con l’allattamento al seno o con il biberon. Problemi ai denti. La dentatura di chi soffre di labiopalatoschisi spesso è disallineata, anomala e più facilmente soggetta a carie. Problemi nel linguaggio. Se la malformazione non viene risolta, il bambino può inficiare il modo di esprimersi del bambino. Infezioni ricorrenti dell’orecchio (otiti). La fessura che i bambini affetti da labiopalatoschisi presentano sul palato è responsabile di una distorsione della tromba di Eustachio. Ciò comporta l’accumulo di liquido all’interno dell’orecchio che, di conseguenza, favorisce la proliferazione batterica e la successiva manifestazione di otiti. Se le otiti non vengono trattate e curate, alla lunga possono portare alla sordità. Labiopalatoschisi cause I motivi alla base della mancata chiusura delle strutture che formano il labbro superiore e il palato durante lo sviluppo nell’utero materno non sono chiari. Labioschisi cause: dunque quali sono? Non c’è certezza sulle labiopalatoschisi cause. L’anomalia dipenderebbe da una combinazione di fattori ambientali e genetici. Ci sarebbero, dunque, dei fattori ambientali che innescherebbero determinati geni, che renderebbero alcuni bambini più predisposti a sviluppare la labiopalatoschisi. I fattori ambientali ai quali la malformazione è stata collegata sono: obesità in gravidanza insufficiente assunzione di acido folico in gravidanza fumo e consumo di alcol da parte della madre durante la gestazione assunzione di determinati farmaci in gravidanza diabete età avanzata della madre Per quanto riguarda, invece, i fattori genetici, gli studiosi credono che la labioschisi possa derivare da mutazioni o anomalie del DNA che avvengono dopo il concepimento. Le ricerche eseguite a proposito hanno rilevato che ci sono dei geni nel genoma umano la cui alterazione comporta uno scorretto sviluppo delle caratteristiche facciali. I genitori che hanno già un figlio affetto da labiopalatoschisi corrono un rischio più alto di avere un secondo figlio con lo stesso problema. Palatoschisi e labioschisi possono, poi, associarsi a sindromi genetiche o ad altre patologie come la sindrome di Pierre Robin. Altre possibili motivazioni sono l’oligoidramnios, la miotonia o le malattie del tessuto connettivo. Infine, un terzo dei pazienti soffre anche della Sindrome Velocardiofacciale. Labiopalatoschisi: è una condizione ereditaria? Vari studiosi, in passato, hanno pensato che potesse esserci un’origine ereditaria alla base delle schisi, dopo aver osservato la ricorrenza della malformazione in determinati nuclei familiari. Nonostante ciò, gli studi successivi effettuati a riguardo non hanno evidenziato dati che sostenessero questa tesi. Dunque, i ricercatori hanno eliminato l’idea che la labiopalatoschisi possa essere ereditaria. Diagnosi di palatoschisi, labioschisi e labiopalatoschisi La diagnosi può essere formulata anche prima della nascita se, durante un’ecografia, appare visibile la malformazione. Per lo più, le schisi vengono individuate durante l’ecografia, volta a individuare anomalie, che viene eseguita a metà della gravidanza (tra la 18° e la 21° settimana). Non sempre, però, la malformazione è evidente durante la scansione. Si nota, quindi, solo dopo la nascita del bambino. Infatti, mentre la labioschisi potrebbe vedersi durante l’ecografia, così non è per la palatoschisi. Infatti questa, riguardando il palato, non è una malformazione riconoscibile dall’ecografia. La cura Il trattamento definitivo è l’intervento chirurgico. Tramite questo, il medico ricollega i tessuti e chiude la fessura. Di norma, però, i medici stilano anche un piano di cura a lungo termine che tenga conto di tutto l’aiuto e di tutti i trattamenti che il bambino necessiterà nel corso della sua vita. Parliamo di

Labiopalatoschisi cause Leggi tutto »

malocclusione dentale nei bambini

Malocclusione dentale nei bambini

Malocclusione dentale nei bambini Salute Indice Cos’è la malocclusione dentale nei bambini? Per malocclusione si intende un disallineamento tra l’arcata superiore dei denti e quella inferiore. Negli adulti si interviene sul posizionamento dei denti. Ossia, in caso di spaziatura, affollamento, disallineamento, denti sopra o sotto sporgenti, morso coperto o morso aperto. Invece, nei bambini si può direttamente agire sullo scheletro. In questo modo, si facilita la fuoriuscita corretta dei denti e si evita di dover correggere il difetto in età adulta tramite la chirurgia. Malocclusione dentale nei bambini: cos’è? Abbiamo detto che ci troviamo di fronte a una malocclusione in caso di mancato allineamento tra le due arcate dentali. Quindi, si crea un disequilibrio tra mascella e mandibola. Questo rapporto non equilibrato implica tutta una serie di disturbi che non coinvolgono solo la bocca. Infatti, provocano ripercussioni su tutto l’organismo. Causano mal di testa, problemi di udito e mal di schiena. Oltre, quindi, a essere un problema estetico, è un disturbo che compromette le strutture scheletriche e muscolari e, in primo luogo, il processo masticatorio. Solamente una visita odontoiatrica può individuare la presenza di una malocclusione e determinarne l’entità arrivando, anche, a indicarne la terapia risolutiva. Quali sono le cause della malocclusione dentale bambini? Le cause della malocclusione bambini possono rientrare in due categorie: possono essere ereditarie o ambientali. Se la malocclusione dipende da fattori ereditari vuol dire che è ereditata dai genitori. Solitamente è semplice accorgersene perché altri membri della famiglia soffrono dello stesso problema. Se, invece, la malocclusione dipende da fattori ambientali, significa che è causata da fattori esterni. Parliamo di abuso di ciuccio o biberon, suzione del pollice o interposizione della lingua o del labbro tra i denti. Insomma, ci riferiamo ad abitudini viziate che ormai il bambino ha appreso e fatto sue. Nel secondo caso, i primi segnali di malocclusione solitamente si vedono all’incirca a 3 anni d’età (completata l’eruzione dei denti decidui). Ma può anche capitare che l’alterazione sia visibile intorno ai 6-8 anni con l’eruzione dei primi denti permanenti. È bene che il primo appuntamento dal dentista si svolga quanto prima a scopo preventivo. Prima si interviene, infatti, più semplice e con esito favorevole sarà l’intervento. Sintomi della malocclusione bambini Quali sono i sintomi della malocclusione dentale nei bambini? Ci sono dei segnali evidenti che possono rendere palese la presenza di una malocclusione. In primis, il bambino potrebbe mostrare difficoltà nel mangiare e nel masticare, difficoltà di deglutizione e nella respirazione, affollamento dei denti o dolori alla mandibola. Tutti disturbi che possono causare lo sviluppo di carie, gengiviti, parodontiti. Potrebbe, altresì, presentare difetti di pronuncia, soprattutto per quanto riguarda le lettere S, Z ed R. In questo caso, potrebbe rendersi necessario rivolgersi anche a un logopedista. Una malocclusione dentale, poi, può portare a una postura sbagliata della colonna vertebrale. Inoltre, se il bambino lamenta spesso mal di testa, tosse, acufene o vertigini, potrebbe soffrire di malocclusione. Infine, ultimo ma non per importanza, la malocclusione dentale nei bambini ha una ripercussione anche sull’aspetto estetico. Infatti, causa un disallineamento nei tratti del viso e un sorriso poco armonico. Tipi di malocclusione Innanzitutto, sottolineiamo che le malocclusioni non sono tipiche solo dell’infanzia. Ci sono, infatti, molti adulti che soffrono di malocclusione. Solitamente questo disturbo appare in tenera età, quando è anche più semplice correggerlo. Morso Aperto È un’alterazione che implica che i denti anteriori dell’arcata superiore non tocchino quelli dell’arcata inferiore quando si chiude la bocca. Morso inverso o incrociato È una malocclusione che comporta che i denti dell’arcata superiore, quando si chiude la mascella, si posizionino dietro a quelli inferiori. Affollamento dentale È un tipo di alterazione per cui i denti non hanno sufficiente spazio per disporsi in modo corretto e quindi alcuni si posizionano più avanti o più indietro di quanto dovrebbero. Retrognatismo Denota una malocclusione tale per cui la mandibola si trova in una posizione più arretrata del normale. Quindi, i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore non si toccano quando si serra la mascella. Morso profondo Si tratta dell’ipotesi in cui i denti dell’arcata superiore coprono quelli dell’arcata inferiore. Se il problema è particolarmente grave, gli incisivi inferiori toccano il palato. Diagnosi di malocclusione La diagnosi viene formulata da un odontoiatra, da un dentista o da un ortodontista. Spesso, si vede già a occhio nudo la presenza di una malocclusione. Ma per valutarne la gravità è necessario effettuare degli esami, quali radiografie o telegrafie di mandibola e mascella. Come si cura la malocclusione dentale bambini? In seguito alla diagnosi, il medico formula anche il trattamento medico necessario. A seconda dell’età del paziente e della gravità della malocclusione, la terapia è differente. A grandi linee, la terapia più usata è l’ortodonzia. Più raramente, può essere necessario effettuare l’estrazione di uno o più denti per diminuire il sovraffollamento delle arcate. Nei casi peggiori, può rendersi indispensabile il ricorso all’intervento chirurgico su mandibola e/o mandibola. Il trattamento ortodontico può essere realizzato attraverso l’uso di apparecchi mobili e/o fissi. In questo modo, si può indirizzare in modo corretto la crescita dell’osso mascellare, dell’osso mandibolare e dei denti. Si può sempre curare una Malocclusione? Tendenzialmente sì. La cosa importante è che si agisca non appena il problema si presenta. Meglio ancora se in età pediatrica, in quanto le ossa non sono ancora del tutto sviluppate ed è più facile trattarle. In età adulta, invece, il trattamento è molto più invasivo e impegnativo. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Malocclusione dentale nei bambini Leggi tutto »

ortodontista e logopedista

Ortodontista e Logopedista

Ortodontista e Logopedista Salute Indice Spesso ortodontista e logopedista si trovano a lavorare insieme per il benessere del paziente. Ortodontista e Logopedista: figure complementari Sovente, infatti, gli ortodontisti rinviano pazienti al logopedista affinché segua un percorso di riabilitazione logopedica. Perché ciò accade? Perché il logopedista non si occupa solo di linguaggio, come crede l’opinione comune. Difatti, questa figura professionale si prende cura di tutte le funzioni orali: la respirazione, la suzione, la deglutizione, la masticazione, la fonazione, l’articolazione verbale e la mimica. Di che cosa si occupano Ortodontista e Logopedista? Ogni individuo ha caratteristiche diverse: il palato più o meno stretto, la lingua più o meno grande, i denti posizionati in maniera diversa. L’ortodontista si occupa dell’occlusione, ossia del modo in cui sono collocati i denti. Una chiusura corretta della bocca vuole l’arcata superiore allineata con l’arcata inferiore. In caso contrario, abbiamo una malocclusione che dovrà essere risolta. Il logopedista, invece, interviene qualora una o più tra le funzioni orali (respirazione, suzione, deglutizione, masticazione, fonazione, articolazione verbale e mimica) risulti alterata. In questo caso abbiamo uno SMOF, ossia uno squilibrio muscolare orofacciale. Quindi, l’ortodontista si occupa della forma, mentre il logopedista della funzione. L’ortodontista, cioè, tratta il posizionamento dei denti e delle arcate, mentre il logopedista interviene quando c’è una funzionalità alterata. Ossia, se sono presenti spinte muscolari che disequilibrano le strutture. In sintesi, l’odontoiatra si occupa della forma e della posizione dei denti. Mentre il logopedista si dedica ai tessuti molli, come lingua e guance. Cause e conseguenze di uno SMOF Le cause di uno SMOF possono essere: postura linguale inadeguata a causa di vizi orali, respirazione con postura linguale inadeguata, alterazioni delle strutture dentali e scheletriche nel corso della crescita, disfunzioni del SNC o traumi, ferite, disturbi del complesso muscolare orofacciale. Le conseguenze di uno SMOF, invece, possono essere: alterazioni dell’occlusione dentale e crescita anomala dei denti, palato alto e stretto, alterazioni estetiche e mimiche, difetti di pronuncia, anomalie posturali o problemi di masticazione. Quando interviene il logopedista? Il logopedista può intervenire prima o dopo il trattamento ortodontico o indipendentemente da esso. Interviene prima del trattamento per rimuovere abitudini che intralcerebbero la buona riuscita del trattamento ortodontico. Agisce, invece, dopo per rimettere in equilibrio le funzioni orali e per scongiurare recidive. Concludiamo qui il nostro articolo “Ortodontista e Logopedista”. Per avere ulteriori informazioni o per prenotare un consulto, non esitare a rivolgerti al nostro Centro Dentistico. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

Ortodontista e Logopedista Leggi tutto »

× Come possiamo aiutarti?