chirurgia

chirurgia mucogengivale

Chirurgia Mucogengivale

La chirurgia mucogengivale, o chirurgia plastica mucogengivale, è una serie di tecniche utilizzate per correggere i tessuti molli intorno ai denti. Che cos’è la chirurgia mucogengivale La chirurgia mucogengivale ha acquisito importanza negli ultimi anni. Questi interventi sono secondari alla conservazione della salute parodontale. Tuttavia, le esigenze estetiche dei pazienti e le peculiarità morfologiche hanno aumentato la frequenza di tali interventi. Gli obiettivi principali sono: fermare la recessione gengivale allargare la gengiva approfondire il vestibolo coprire la recessione esistente È utile per correggere o prevenire difetti anatomici, evolutivi, traumatici e patologici della gengiva, della mucosa alveolare o del tessuto osseo. Grazie a questa chirurgia si aumenta lo spessore o la lunghezza dei tessuti gengivali per curare o fermare l’esistenza di una recessione. Di conseguenza si elimina l’ipersensibilità. In questo modo l’estetica del paziente migliora molto. Tecniche Molte delle tecniche utilizzate di chirurgia mucogengivale creano delle gengive a partire da altri tessuti per coprire la recessione gengivale. Le tecniche per ottenere tessuto mucogengivale sono innesto: libero di tessuto connettivo, questo metodo prevede il prelievo di tessuto connettivo dal palato e successivamente posizionato nella zona interessata. gengivale libero, il dentista preleva un pezzo di tessuto dal palato ed effettua la suturazione nell’area interessata peduncolato in cui il medico crea un lembo proprio da un’area accanto alla recessione gengivale. Il lembo viene spostato fino a coprire la gengiva. Perché funzioni occorre che sia presente molto tessuto nella zona limitrofa alla recessione. L’innesto di tessuto connettivo è la tipologia più comune, mentre, l’innesto peduncolato è quello con maggior successo. Infatti nel peduncolato non si interrompe il flusso sanguigno in nessuna zona della bocca. Quando è necessaria la chirurgia mucogengivale La comparsa di problemi mucogengivali è solitamente dovuta a particolarità morfologiche, determinate dalla genetica. Tra queste ci sono: un osso vestibolare sottile o assente ampiezza e spessore del fenotipo gengivale bretelle inserite troppo vicine alle gengive La chirurgia estetica mucogengivale è necessaria quando è impossibile risolvere tali problemi con procedure conservative. È altresì importante sottolineare che la chirurgia mucogengivale può essere eseguita solo: dopo un miglioramento dell’igiene orale stabilità nel caso di una patologia parodontale dopo aver eliminato traumi occlusali Gli interventi da eseguire di fronte a queste problematiche mucogengivali sono la frenulectomia e l’innesto gengivale libero. Solo dopo aver arrestato il motivo alla base della recessione, si promuove la copertura della recessione. Per questo motivo vengono eseguiti i suddetti innesti. Perché si esegue Le gengive sono molto importanti per la bocca. Infatti proteggono dai germi e dall\’ingresso di cibo, oltre che a sostenere il dente stesso. Infatti l’assenza di gengiva può provocare infiammazioni oltre che ad influire sull’aspetto. Per coprire recessioni gengivali si segue la classificazione di Miller che si basa su quattro classi: prima, una recessione che raggiunge la linea muco gengivale seconda, la recessione supera la linea muco gengivale terza, definita recessione apicale in quanto si perde l’osso interprossimale tra smalto e cemento verticalmente quarta, la recessione supera il livello muco gengivale e la perdita di osso raggiunge il livello apicale rispetto all’estremità della recessione. Chirurgia Mucogengivali costi Il costo di questi interventi varia molto, soprattutto in base al livello del danno gengivale. Infatti per la ricostruzione gengivale di un dente il prezzo può essere di € 400,00 ma nel caso di più denti il costo può salire da € 750,00 a €1.500,00 circa. Conclusioni Gli interventi mucogengivali richiedono esperienza e competenza da parte del professionista e anche la collaborazione da parte del paziente. Spetta, infatti, al paziente rispettare le istruzioni post operatorie, come l’igiene orale, ma anche eliminare i fattori di rischio come il fumo.

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nevralgia dentale

Nevralgia dentale

Nevralgia Dentale: che cos’è? Salute Indice La nevralgia dentale è un disturbo che colpisce la dentatura e si presenta nel momento in cui hai un’infiammazione ad uno o più nervi dei denti. Le Nevralgie ai Denti possono causare dolore ad un solo dente oppure a tutta l’arcata dentale sia inferiore che superiore. Può inoltre colpire le gengive (Nevralgia Gengivale). Quando parliamo di nevralgia ai denti dobbiamo prestare attenzione. Infatti può essere confusa con il classico mal di denti, ma la sintomatologia è diversa. Per questo motivo è bene fare un po’ di chiarezza. Nevralgia Dentale che cos’è Innanzitutto occorre specificare che la Nevralgia Dentale è un disturbo ampio e che in generale si presenta quando c’è un’infiammazione ad un nervo. In caso venissi colpito da nevralgie dentarie, devi bene sapere che possono essere coinvolte diverse parti del corpo e la nevralgia può provocare dolore da lieve a grave. Una nevralgia grave può interferire con la capacità di una persona di svolgere le attività quotidiane e può influire sulla qualità della sua vita. Nevralgia Dentale sintomi Questa condizione si presenta con un dolore acuto e forte della durata di circa due minuti a differenza del classico mal di denti. Infatti per il classico mal di denti il dolore si presenta come costante e pulsante. I sintomi della Nevralgia Dentale sono intensi e distinti. Tra questi abbiamo: episodi improvvisi di dolore estremo lancinante che segue il percorso di un nervo dolore persistente o bruciore formicolio o intorpidimento contrazioni o crampi muscolari involontari L’origine di questi dolori nel corpo dipende dal tipo di Nevralgia Dentaria che colpisce le persone. Nevralgia ai denti cause La causa esatta della nevralgia dentale non è nota, ma spesso si pensa che sia causata dalla compressione del nervo trigemino (nevralgia del trigemino) o da un’altra condizione medica che colpisce questo nervo. In generale queste possono essere le cause della nevralgia: un tumore una ciste, una sacca piena di liquido malformazione artero-venosa: un groviglio anormale di arterie e vene sclerosi multipla (SM) – una condizione a lungo termine che colpisce il sistema nervoso lesione facciale danni causati da interventi chirurgici, compresa la chirurgia dentale Inoltre bisogna distinguere se questa condizione si presenta in giovane età o dopo i 40- 50 anni. Infatti, nei pazienti con oltre 40 anni, i vasi sanguigni possono perdere elasticità e questo porta le loro pareti a cedere. Di conseguenza si crea un aneurisma. L’aneurisma è in sostanza un rigonfiamento del vaso sanguigno e può andare a comprimere un nervo e provocare quindi la nevralgia. Se la nevralgia dei denti si presenta invece in giovane età le cause possono essere diverse. Analizziamo nelle specifico le altre cause di nevralgie dentali. Nel caso di un tumore, questo potrebbe andare a premere su un nervo e portare quindi ai sintomi della nevralgia. Invece se parliamo di sclerosi multipla che per sua natura provoca lesioni alla guaina mielinica dei nervi e pertanto porta alle nevralgia. Oltre a queste cause la nevralgia ai denti può essere causata dal virus dell’Herpes Zoster, ovvero il “Fuoco di sant’Antonio”. Questo virus rimane annidato nell’organismo e in caso di debilitazione del sistema immunitario può attaccare il nervo trigemino e provocare la nevralgia. Diagnosi Nevralgia Dentale La nevralgia ai denti non è semplice da diagnosticare in quanto i sintomi altalenanti. Infatti il dolore può essere assente per mesi o addirittura anni. Quindi per arrivare ad una diagnosi definita il medico deve basarsi su almeno tre fattori: la storia clinica del paziente analizzare la sintomatologia del paziente valutare le zone interessate dal dolore e il tipo effettuare test specifici Nevralgia Denti: rimedi Numerosi trattamenti possono offrire sollievo dal dolore causato dalla nevralgia del trigemino e dalla nevralgia dentale. Anche identificare i trigger ed evitarli può aiutare. I trigger sono eventi scatenanti del dolore. Ad esempio se il dolore compare a seguito dall’esposizione di una corrente d’aria allora è bene evitare tali situazioni. Tra le cure mediche annoveriamo farmaci per la cura dell’epilessia. Tali medicinali, se presi ad un basso dosaggio, portano sollievo ai nervi perché rallentano gli impulsi elettrici negli stessi e riducono la loro capacità di inviare messaggi di dolore. Per questo motivo li usiamo per combattere la nevralgia. Invece, in caso di nevralgia provocata da aneurisma, l’unico intervento possibile è quello chirurgico. L’operazione si basa sul metodo di decompressione microvascolare, che è abbastanza difficile e non si può eseguire su tutti i pazienti. Per combattere il virus dell’herpes Zoster si usano antivirali anche se hanno più uno scopo preventivo che curativo. Mentre se la causa della nevralgia è la sclerosi multipla purtroppo ad oggi non esistono cure per questa patologia, quindi si può intervenire con farmaci che riducono le ricadute. Infine, quando un tumore è la causa della nevralgia, si può agire come per ogni altro tumore. Ovvero con un’intervento chirurgico o con cicli di radio e chemioterapia oppure con entrambe le soluzioni. Chiedi sempre parere al tuo Medico di fiducia per avere una diagnosi certa di nevralgia dentale, individuarne la causa e impostare il corretto piano di cura. Se vuoi prenotare una visita con i professionisti del nostro Centro Dentistico Unisalus di Milano, puoi scrivere o chiamare i riferimenti che trovi nella sezione contatti del nostro sito. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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morso crociato anteriore

Morso crociato anteriore

Il morso crociato anteriore è un modo errato di chiudere i denti. Anteriore perché riguarda i denti incisivi e canini superiori, che rimangono indietro rispetto ai denti inferiori. Vediamo nel dettaglio il morso crociato. Che cos’è il morso crociato? Innanzitutto il morso crociato può essere chiamato anche incrociato o inverso. Alcuni dentisti preferiscono invece la terminologia inglese cross bite. Come già accennato nell’approfondimento sulla malocclusione, il morso incrociato si verifica quando nella chiusura l’arcata inferiore prevarica quella superiore. Questo porta ad un disallineamento orizzontale tra i denti. A differenza del morso aperto (open bite), in cui i denti anteriori non si chiudono in modo totale e corretto, nel morso incrociato si serrano ma nel modo errato. Perché è importante il morso? Per quale motivo è importante avere una chiusura adeguata della bocca? Il metodo in cui ognuno di noi chiude la bocca è fondamentale, ma pochi ne sono a conoscenza. Infatti, il morso è importante per l’intero organismo, non solo per la salute orale. Chiudere male la bocca può avere ripercussioni sulla postura, sulla schiena e anche sui piedi. Per questo motivo, in caso di morso crociato è bene intervenire in tempo così da evitare problemi più grandi in futuro. Tipi di morso crociato In base al modo in cui si verifica la chiusura errata esistono diversi tipi di morso incrociato. Questi sono: laterale o monolaterale completo parziale anteriore  posteriore bilaterale Analizziamoli nel dettaglio Il morso crociato laterale si verifica solo su un lato dell’arcata dentale. È completo, invece, quando colpisce l\’intera arcata. Può essere parziale quando riguarda solo alcuni denti o anche uno solo. Come già anticipato, nel morso crociato anteriore sono coinvolti i denti dell\’arcata superiore. Invece il morso posteriore coinvolge i denti di dietro e laterali. Infine, il bilaterale si presenta quando entrambi i lati della bocca sono coinvolti. Qualunque sia il tipo di morso incrociato, deve essere corretto per evitare complicazioni future alla bocca e all’organismo. Cause del morso crociato Il morso inverso può essere causato da difetti scheletrici, dentali o da una combinazione di entrambi. Questi problemi possono essere genetici, ma anche causati da cattive abitudini, ritardi nella crescita dei denti, problemi alla struttura ossea o problemi alle vie aeree superiori. Ecco alcune cause che portano al morso incrociato: suzione del pollice, biberon spinta della lingua durante la deglutizione denti mancanti denti da latte caduti precocemente o che tardano a cadere mascella troppo piccola  denti grandi  respirazione con la bocca labiopalatoschisi palatoschisi Correzione morso incrociato Il morso crociato si corregge in base alla diagnosi effettuata. Cosa vuol dire questo? La diagnosi cambia da paziente a paziente e il trattamento risolutivo cambia anche a seconda dell’età. Ad esempio, il morso incrociato laterale adulti possiamo correggerlo con la chirurgia o con gli elastici ortodontici. Ma andiamo per gradi. Il morso inverso è sempre correggibile, cambia il metodo. Infatti, come accennavamo, sono diversi i fattori da prendere in considerazione per risolvere il problema. La gravità della situazione, il tipo di cross bite e l’età. In generale i metodi principali sono l’ortodonzia e la chirurgia. Quest’ultima nel caso di un paziente fuori dall’età dello sviluppo e con difetti scheletrici. Con ortodonzia si intende principalmente l’uso di apparecchi ortodontici. Che apparecchio si mette per il morso inverso? Per rispondere a questa domanda bisogna distinguere tra bambini ed adulti. Iniziamo analizzando il caso dei bambini. Se a presentare il morso inverso è un bambino di sicuro è più facile intervenire. Infatti, essendo molto giovane la struttura ossea è ancora in fase di sviluppo quindi facilmente modificabile. Nel caso di morso inverso scheletrico possiamo usare apparecchi ortopedici, che accompagnano la crescita delle ossa verso il modo corretto. Molto usato è l’apparecchio per l’allargamento del palato. Invece quando il problema è dentale possiamo utilizzare apparecchi fissi o mobili, visibili oppure linguali o trasparenti. Nel caso sia un adulto a presentare il problema dobbiamo intervenire in modo differente. Appunto, l’adulto ha ormai sviluppato la struttura ossea che è salda, quindi non è possibile modificarla. Invece è possibile agire sulla posizione dei denti. Ovviamente si tende sempre per soluzione poco invasive come apparecchi mobili trasparenti o apparecchi fissi linguali. Se pensi di avere il morso crociato non esitare a contattarci per un una visita dentistica ed un preventivo senza impegno.

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sorriso gengivale

Sorriso gengivale

Che cos’è il sorriso gengivale? Salute Indice Si parla di Sorriso Gengivale o Gummy Smile, noto in termini medici come esposizione gengivale eccessiva, quando sorridi e si vede troppo tessuto gengivale sopra i denti superiori. Non esiste una definizione fissa di sorriso gengivale, in quanto non è un problema medico di per sé. Un Sorriso Gengivale si basa principalmente sulla percezione personale. Tuttavia, ci sono stati studi per determinare ciò che le persone considerano un’eccessiva esposizione Gengivale. Nella maggior parte dei casi, i soggetti coinvolti hanno valutato i sorrisi come attraenti quando sono visibili 2 millimetri o meno di tessuto gengivale. A circa 3 millimetri o più, il sorriso si riteneva gengivale. La condizione, inoltre, sembra essere più comune nelle donne rispetto che agli uomini. “Gummy Smile”: cause Anche se non è considerato una condizione medica, possiamo comunque discutere quali siano le cause di un Sorriso Gengivale. Ovviamente, queste cause sono tutte legate a denti, labbra, mascella e gengive. Cioè, i componenti chiave che determinano l’estetica del sorriso di una persona. Le cause più comuni delle Gengive sporgenti includono: denti che appaiono corti e rimangono parzialmente coperti da tessuto gengivale denti piccoli rispetto alle gengive, principalmente per via della genetica un labbro superiore troppo corto che non copre le gengive un labbro superiore di lunghezza normale quando il viso è a riposo ma che si solleva troppo quando si sorride, esponendo così molto tessuto gengivale. ipertrofia gengivale (tessuto gengivale ingrossato). ipersviluppo mascellare (crescita eccessiva della mascella superiore che fa gonfiare le gengive). protrusione della mascella. Solitamente la causa alla base di un sorriso gengivale è genetica, quindi non c’è nulla che si possa fare per prevenirlo. Sorriso gengivale rimedi Sono disponibili diverse opzioni per correggere un “Gummy Smile“, a seconda della causa principale alla base del problema. Ortodonzia Sorriso Gengivale Se il motivo dell’eccessiva esposizione gengivale è lieve ed è causato da problemi ortodontici della mascella o dei denti, può essere risolto solo con apparecchi ortodontici. Ad esempio, utilizzando gli apparecchi giusti è possibile spostare il morso nella posizione corretta e far apparire le gengive grandi meno prominenti. Correzione sorriso gengivale: un altro modo per risolvere il problema sono le faccette dentali. Queste possono essere utilizzate per far sembrare più lunga la dentatura superiore e migliorare, così, il rapporto dente-gengiva quando i denti sono troppo corti a causa dell’usura o della genetica. Sorriso gengivale intervento Quando la causa di un “Gummy Smile” è una protrusione della mascella da moderata a grave, i trattamenti potrebbero diventare più invasivi e richiedere un certo tipo di intervento chirurgico. Queste opzioni includono: gengivectomia. Consiste nel rimuovere il tessuto gengivale in eccesso e rimodellare il restante per esporre più denti chirurgia di allungamento della corona. È un intervento chirurgico per allungare la corona dei denti quando questi non sono completamente fuoriusciti. Si rimuove il tessuto gengivale e/o osseo per esporre una parte maggiore del dente, consentendo alle gengive di ritirarsi nella posizione corretta chirurgia della mascella superiore. Questa operazione chirurgica viene eseguita nei casi più gravi intervento di riposizionamento del labbro. Viene eseguito quando l’eccessiva esposizione gengivale è il risultato di un labbro superiore corto o iperattivo Iniezioni di tossina botulinica Se sei infastidito da un sorriso gengivale che non può essere corretto con l’ortodonzia ma non ti piace l’idea di sottoporti a un intervento chirurgico, le iniezioni di tossina botulinica potrebbero essere la soluzione. La tossina botulinica agisce paralizzando temporaneamente i muscoli elevatori, in modo che non sollevino eccessivamente il labbro superiore ogni volta che sorridi. Generalmente i risultati durano dai 3 ai 4 mesi. Quindi, se stai considerando un intervento per correggere il tuo sorriso gengivale, questa opzione può essere un ottimo modo per testare come apparirai prima di sottoporti all’operazione chirurgica. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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labiopalatoschisi cause

Labiopalatoschisi cause

Labiopalatoschisi Salute Indice Labiopalatoschisi cause: quali sono? Ma soprattutto, cos’è? E come si cura? Cominciamo a parlare di questa malformazione. La labiopalatoschisi è un’anomalia congenita della bocca. Capita 1 caso di labiopalatoschisi circa ogni 800 bambini all’anno. Nei Paesi più ricchi, questa malformazione viene risolta entro pochi mesi di vita. Nei Paesi più poveri, invece, mancano le competenze, le strutture e le risorse per trattare adeguatamente questa patologia. Cos’è la labiopalatoschisi? La labiopalatoschisi (LPS), o meglio, cheilognatopalatoschisi (CGPS), è una malformazione congenita che coinvolge labbro, osso mascellare e palato. Si tratta di un’anomalia dello sviluppo provocata dalla non completa fusione di parti del viso del neonato quando è ancora nell’utero. Di conseguenza, il bambino nasce con un’apertura o una fessura del labbro superiore e/o nel palato. Si ha, dunque, un’interruzione della gengiva, del palato e del labbro superiore. Tipi di Schisi La labiopalatoschisi, come la palatoschisi e la cheiloschisi, fa parte della famiglia delle schisi oro-facciali. La labiopalatoschisi Essa si caratterizza per la contemporanea presenza della palatoschisi e della cheiloschisi (o labioschisi). Coinvolge, dunque, labbro, gengiva, naso e tutto il palato. Nei due terzi dei casi è monolaterale. Quindi interessa la parte destra o sinistra. Ma possiamo anche avere una labioschisi bilaterale che implica entrambe le parti. Il palato può essere colpito solo nella parte posteriore (palato molle) o anche nella parte anteriore (palato duro). La Cheiloschisi (CS) La cheiloschisi può riguardare solo il labbro superiore. Questo può presentare una o due fessure, in parte o completamente e monolateralmente o bilateralmente, che si estendono dal labbro superiore fino al pavimento delle narici.  La cheilognatoschisi (CGS) Questa schisi interessa l’osso mascellare e il labbro superiore, monolateralmente o bilateralmente. La Palatoschisi La Palatoschisi coinvolge solamente il palato. Abbiamo, dunque, una fessura a livello del palato duro e/o del palato molle, a volte collegata alle cavità nasali. Dunque, la Labiopalatoschisi comporta una o due fessure del labbro superiore. Queste possono coinvolgere anche lo spazio cutaneo sotto al naso. Inoltre, questa schisi implica anche una fessura sul palato, che può essere talmente profonda da coinvolgere anche le cavità nasali. Sintomi Per quanto riguarda la labioschisi, il sintomo più evidente è l’aspetto del volto del bambino. Possiamo avere una o due fessure. Queste fessure possono estendersi fino al naso o apparire come piccoli solchi. Invece, la Palatoschisi può essere meno visibile perché è una cavità del palato. Questa può essere coperta dal rivestimento del palato e può essere di diverse dimensioni. Può, quindi, variare da un piccolo foro nella parte posteriore della bocca a una fessura che percorre tutto il palato per congiungersi al labbro. I sintomi tipici della labiopalatoschisi consistono in: Difficoltà nella suzione e nel mangiare. Non essendo in grado di chiudere del tutto la bocca, il bambino potrebbe presentare difficoltà con l’allattamento al seno o con il biberon. Problemi ai denti. La dentatura di chi soffre di labiopalatoschisi spesso è disallineata, anomala e più facilmente soggetta a carie. Problemi nel linguaggio. Se la malformazione non viene risolta, il bambino può inficiare il modo di esprimersi del bambino. Infezioni ricorrenti dell’orecchio (otiti). La fessura che i bambini affetti da labiopalatoschisi presentano sul palato è responsabile di una distorsione della tromba di Eustachio. Ciò comporta l’accumulo di liquido all’interno dell’orecchio che, di conseguenza, favorisce la proliferazione batterica e la successiva manifestazione di otiti. Se le otiti non vengono trattate e curate, alla lunga possono portare alla sordità. Labiopalatoschisi cause I motivi alla base della mancata chiusura delle strutture che formano il labbro superiore e il palato durante lo sviluppo nell’utero materno non sono chiari. Labioschisi cause: dunque quali sono? Non c’è certezza sulle labiopalatoschisi cause. L’anomalia dipenderebbe da una combinazione di fattori ambientali e genetici. Ci sarebbero, dunque, dei fattori ambientali che innescherebbero determinati geni, che renderebbero alcuni bambini più predisposti a sviluppare la labiopalatoschisi. I fattori ambientali ai quali la malformazione è stata collegata sono: obesità in gravidanza insufficiente assunzione di acido folico in gravidanza fumo e consumo di alcol da parte della madre durante la gestazione assunzione di determinati farmaci in gravidanza diabete età avanzata della madre Per quanto riguarda, invece, i fattori genetici, gli studiosi credono che la labioschisi possa derivare da mutazioni o anomalie del DNA che avvengono dopo il concepimento. Le ricerche eseguite a proposito hanno rilevato che ci sono dei geni nel genoma umano la cui alterazione comporta uno scorretto sviluppo delle caratteristiche facciali. I genitori che hanno già un figlio affetto da labiopalatoschisi corrono un rischio più alto di avere un secondo figlio con lo stesso problema. Palatoschisi e labioschisi possono, poi, associarsi a sindromi genetiche o ad altre patologie come la sindrome di Pierre Robin. Altre possibili motivazioni sono l’oligoidramnios, la miotonia o le malattie del tessuto connettivo. Infine, un terzo dei pazienti soffre anche della Sindrome Velocardiofacciale. Labiopalatoschisi: è una condizione ereditaria? Vari studiosi, in passato, hanno pensato che potesse esserci un’origine ereditaria alla base delle schisi, dopo aver osservato la ricorrenza della malformazione in determinati nuclei familiari. Nonostante ciò, gli studi successivi effettuati a riguardo non hanno evidenziato dati che sostenessero questa tesi. Dunque, i ricercatori hanno eliminato l’idea che la labiopalatoschisi possa essere ereditaria. Diagnosi di palatoschisi, labioschisi e labiopalatoschisi La diagnosi può essere formulata anche prima della nascita se, durante un’ecografia, appare visibile la malformazione. Per lo più, le schisi vengono individuate durante l’ecografia, volta a individuare anomalie, che viene eseguita a metà della gravidanza (tra la 18° e la 21° settimana). Non sempre, però, la malformazione è evidente durante la scansione. Si nota, quindi, solo dopo la nascita del bambino. Infatti, mentre la labioschisi potrebbe vedersi durante l’ecografia, così non è per la palatoschisi. Infatti questa, riguardando il palato, non è una malformazione riconoscibile dall’ecografia. La cura Il trattamento definitivo è l’intervento chirurgico. Tramite questo, il medico ricollega i tessuti e chiude la fessura. Di norma, però, i medici stilano anche un piano di cura a lungo termine che tenga conto di tutto l’aiuto e di tutti i trattamenti che il bambino necessiterà nel corso della sua vita. Parliamo di

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malocclusione dentale nei bambini

Malocclusione dentale nei bambini

Malocclusione dentale nei bambini Salute Indice Cos’è la malocclusione dentale nei bambini? Per malocclusione si intende un disallineamento tra l’arcata superiore dei denti e quella inferiore. Negli adulti si interviene sul posizionamento dei denti. Ossia, in caso di spaziatura, affollamento, disallineamento, denti sopra o sotto sporgenti, morso coperto o morso aperto. Invece, nei bambini si può direttamente agire sullo scheletro. In questo modo, si facilita la fuoriuscita corretta dei denti e si evita di dover correggere il difetto in età adulta tramite la chirurgia. Malocclusione dentale nei bambini: cos’è? Abbiamo detto che ci troviamo di fronte a una malocclusione in caso di mancato allineamento tra le due arcate dentali. Quindi, si crea un disequilibrio tra mascella e mandibola. Questo rapporto non equilibrato implica tutta una serie di disturbi che non coinvolgono solo la bocca. Infatti, provocano ripercussioni su tutto l’organismo. Causano mal di testa, problemi di udito e mal di schiena. Oltre, quindi, a essere un problema estetico, è un disturbo che compromette le strutture scheletriche e muscolari e, in primo luogo, il processo masticatorio. Solamente una visita odontoiatrica può individuare la presenza di una malocclusione e determinarne l’entità arrivando, anche, a indicarne la terapia risolutiva. Quali sono le cause della malocclusione dentale bambini? Le cause della malocclusione bambini possono rientrare in due categorie: possono essere ereditarie o ambientali. Se la malocclusione dipende da fattori ereditari vuol dire che è ereditata dai genitori. Solitamente è semplice accorgersene perché altri membri della famiglia soffrono dello stesso problema. Se, invece, la malocclusione dipende da fattori ambientali, significa che è causata da fattori esterni. Parliamo di abuso di ciuccio o biberon, suzione del pollice o interposizione della lingua o del labbro tra i denti. Insomma, ci riferiamo ad abitudini viziate che ormai il bambino ha appreso e fatto sue. Nel secondo caso, i primi segnali di malocclusione solitamente si vedono all’incirca a 3 anni d’età (completata l’eruzione dei denti decidui). Ma può anche capitare che l’alterazione sia visibile intorno ai 6-8 anni con l’eruzione dei primi denti permanenti. È bene che il primo appuntamento dal dentista si svolga quanto prima a scopo preventivo. Prima si interviene, infatti, più semplice e con esito favorevole sarà l’intervento. Sintomi della malocclusione bambini Quali sono i sintomi della malocclusione dentale nei bambini? Ci sono dei segnali evidenti che possono rendere palese la presenza di una malocclusione. In primis, il bambino potrebbe mostrare difficoltà nel mangiare e nel masticare, difficoltà di deglutizione e nella respirazione, affollamento dei denti o dolori alla mandibola. Tutti disturbi che possono causare lo sviluppo di carie, gengiviti, parodontiti. Potrebbe, altresì, presentare difetti di pronuncia, soprattutto per quanto riguarda le lettere S, Z ed R. In questo caso, potrebbe rendersi necessario rivolgersi anche a un logopedista. Una malocclusione dentale, poi, può portare a una postura sbagliata della colonna vertebrale. Inoltre, se il bambino lamenta spesso mal di testa, tosse, acufene o vertigini, potrebbe soffrire di malocclusione. Infine, ultimo ma non per importanza, la malocclusione dentale nei bambini ha una ripercussione anche sull’aspetto estetico. Infatti, causa un disallineamento nei tratti del viso e un sorriso poco armonico. Tipi di malocclusione Innanzitutto, sottolineiamo che le malocclusioni non sono tipiche solo dell’infanzia. Ci sono, infatti, molti adulti che soffrono di malocclusione. Solitamente questo disturbo appare in tenera età, quando è anche più semplice correggerlo. Morso Aperto È un’alterazione che implica che i denti anteriori dell’arcata superiore non tocchino quelli dell’arcata inferiore quando si chiude la bocca. Morso inverso o incrociato È una malocclusione che comporta che i denti dell’arcata superiore, quando si chiude la mascella, si posizionino dietro a quelli inferiori. Affollamento dentale È un tipo di alterazione per cui i denti non hanno sufficiente spazio per disporsi in modo corretto e quindi alcuni si posizionano più avanti o più indietro di quanto dovrebbero. Retrognatismo Denota una malocclusione tale per cui la mandibola si trova in una posizione più arretrata del normale. Quindi, i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore non si toccano quando si serra la mascella. Morso profondo Si tratta dell’ipotesi in cui i denti dell’arcata superiore coprono quelli dell’arcata inferiore. Se il problema è particolarmente grave, gli incisivi inferiori toccano il palato. Diagnosi di malocclusione La diagnosi viene formulata da un odontoiatra, da un dentista o da un ortodontista. Spesso, si vede già a occhio nudo la presenza di una malocclusione. Ma per valutarne la gravità è necessario effettuare degli esami, quali radiografie o telegrafie di mandibola e mascella. Come si cura la malocclusione dentale bambini? In seguito alla diagnosi, il medico formula anche il trattamento medico necessario. A seconda dell’età del paziente e della gravità della malocclusione, la terapia è differente. A grandi linee, la terapia più usata è l’ortodonzia. Più raramente, può essere necessario effettuare l’estrazione di uno o più denti per diminuire il sovraffollamento delle arcate. Nei casi peggiori, può rendersi indispensabile il ricorso all’intervento chirurgico su mandibola e/o mandibola. Il trattamento ortodontico può essere realizzato attraverso l’uso di apparecchi mobili e/o fissi. In questo modo, si può indirizzare in modo corretto la crescita dell’osso mascellare, dell’osso mandibolare e dei denti. Si può sempre curare una Malocclusione? Tendenzialmente sì. La cosa importante è che si agisca non appena il problema si presenta. Meglio ancora se in età pediatrica, in quanto le ossa non sono ancora del tutto sviluppate ed è più facile trattarle. In età adulta, invece, il trattamento è molto più invasivo e impegnativo. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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bambina durante una visita dal dentista

Retrazione Gengivale

A Cosa Serve la Visita Geriatrica: approfondimento sulla Salute degli Anziani Salute Indice La retrazione gengivale è un particolare tipo di processo per il quale il margine del tessuto gengivale dei denti si consuma o si ritira. Questo porta all’esposizione di una parte di dente maggiore o addirittura della radice del dente stesso. Quando si verifica una recessione gengivale, si formano le cosiddette tasche gengivali. Ossia quegli spazi vuoti tra i denti e il bordo gengivale. Le tasche gengivali favoriscono il proliferare di batteri. Se non trattiamo la retrazione gengivale, succede che il tessuto di supporto e le strutture ossee dei denti si danneggiano gravemente. Tutto questo può avere come risultato finale anche la perdita del dente o dei denti coinvolti. La gengive che si ritirano è un problema odontoiatrico molto comune. La maggior parte delle persone non si accorge subito di avere una recessione gengivale perché questa progredisce in modo graduale. Solitamente è il dentista, durante una seduta di igiene orale o dopo un’esame strumentale, ad accorgersi dell’inizio della gengiva ritirata. Il primo segno di recesso gengivale è solitamente un problema di ipersensibilità dentale. Ci sono altri casi in cui potresti invece notare che un dente sembra più lungo del solito. In genere, si può sentire una sorta di scalino vicino al bordo delle gengive. Il ritiro gengivale non è un problema da ignorare o da tenere in secondo piano. Se hai il timore che le tue gengive si stiano ritirando, parlane con il tuo dentista di fiducia. Infatti ci sono diversi trattamenti che possono riparare la gengiva, ma soprattutto prevenire danni ben peggiori. Perché le gengive si ritirano? Ci sono una serie di fattori e cause che possono causare la retrazione gengivale, tra cui: Malattie parodontali Genetica Spazzolamento aggressivo Scarse cure dentistiche Squilibri ormonali Malattie Parodontali Si tratta di infezioni gengivali batteriche che distruggono il tessuto gengivale e l’osso di supporto che tiene i denti in posizione. Le malattie gengivali sono la principale causa di abbassamento gengive. Genetica e Malattie Gengivali Esistono persone che sono predisposte alle malattie gengivali e di conseguenza alle gengive che si ritirano. In effetti, gli studi dimostrano che il 30% della popolazione può essere predisposto a delle gengive ritirate, indipendentemente da come si prendono cura della propria salute orale. Spazzolamento troppo aggressivo Se utilizzi lo spazzolino con troppa forza o lo fai nel modo sbagliato, lo smalto dei denti rischia di consumarsi e le gengive si ritirano. Cure dentistiche non corrette Spazzolare, usare il filo interdentale e risciacquare in modo inadeguato con un collutorio antibatterico sono i consigli per una corretta igiene orale casalinga. Tuttavia queste operazioni rendono facile la trasformazione della placca in tartaro, una sostanza dura che si accumula tra i denti. Questa sostanza può essere rimossa solo con una pulizia dentale in studio professionale. Se trascurata può portare alla retrazione gengivale. Cambiamenti ormonali Le modifiche dei livelli ormonali che accadono durante la vita di una donna, ma anche durante la pubertà, la gravidanza e la menopausa, rendono le gengive più sensibili e per questo più vulnerabili alla regressione gengivale. Tabacco e Retrazione Gengivale I fumatori hanno grandi possibilità di soffrire più facilmente di gengive che si ritirano. Bruxismo e Retrazione Gengivale Digrignare i denti, stringerli o, come si dice in gergo, bruxare, esercita una forte pressione sui denti, causando il ritiro delle gengive. Denti storti o morso disallineato Quando i denti non aderiscono perfettamente tra di loro, è probabile che venga esercitata troppa forza sulle gengive e sull’osso. Tutto ciò favorisce lo scollamento gengivale. Piercing E Retrazione Gengivale Piercing sulla lingua o sulle labbra, con il metallo, possono sfregare le gengive e irritarle al punto da consumare il tessuto gengivale. Retrazione gengivale: che fare? Gengive ritirate rimedi: cosa dobbiamo fare dunque in caso di gengive che si ritirano per una delle cause che abbiamo appena visto? Una leggera retrazione gengivale può essere curata dal vostro odontoiatria di fiducia semplicemente pulendo in modo approfondito l’area interessata. Durante la pulizia profonda, la placca e il tartaro che si sono accumulati sui denti e sul bordo delle gengive vengono rimossi con cura. L’area radicolare esposta viene levigata per rendere più difficile la nuova formazione di batteri. Vi sono dei casi in cui vengono somministrati antibiotici per eradicare eventuali batteri nocivi rimanenti. Intervento Chirurgico Retrazione Gengivale Nel caso in cui non bastasse la pulizia profonda, a causa di una perdita eccessiva di osso o di tasche gengivali troppo profonde, si deve pensare all’intervento chirurgico. Intervento alle gengive per riparare i danni causati dalla retrazione gengivale. Che tipo di chirurgia viene utilizzata per trattare la recessione gengivale? Gengive che si ritirano rimedi chirurgici: Ridimensionamento e levigatura Rigenerazione ossea Innesto tessuto molle Ridimensionamento del lembo aperto e levigatura radicolare Durante questa procedura, il dentista o il parodontologo (medico gengivale) ripiega il tessuto gengivale interessato, rimuove i batteri nocivi dalle tasche e quindi riposiziona il tessuto gengivale sopra la radice dentale, eliminando così le tasche o riducendone comunque le dimensioni. Rigenerazione ossea per retrazione gengivale Quando l’osso che sostiene i denti è stato distrutto a causa della retrazione delle gengive, viene consigliata dal dentista la rigenerazione ossea. Come nella riduzione della profondità della tasca, il dentista ripiegherà il tessuto gengivale e rimuoverà i batteri. Verrà quindi applicato un materiale rigenerativo, per stimolare l’organismo a rigenerare in modo naturale ossa e tessuti in quella zona della bocca. Dopo che il materiale è stato posizionato, il tessuto gengivale viene fissato sulla radice dei denti interessati. Innesto tessuto e Retrazione Gengivale Un altro modo di curare le gengive ritirate è l’innesto di tessuto molle. Ci sono diverse procedure di innesto. Tuttavia quella più utilizzato nello studio dentistico è solitamente l’innesto di tessuto connettivo. Come funziona? Questo rimedio per le gengive che si ritirano prevede che un lembo di pelle venga tagliato sul palato, mentre il tessuto da sotto il lembo, chiamato tessuto connettivo subepiteliale, viene rimosso e cucito al tessuto gengivale che circonda la radice esposta. Gli altri tipi di innesto sono invece chiamati innesto gengivale libero e innesto

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osteointegrazione impianti dentali

Osteointegrazione impianti dentali

Osteointegrazione impianti dentali: cos’è? Salute Indice Osteointegrazione impianti dentali: cos’è? Con osteointegrazione si intende l’unione tra osso e impianto dentale.  In particolare, l’osteointegrazione di impianti dentali si riferisce al processo biologico attraverso cui gli impianti osteointegrati si uniscono perfettamente all’osso mandibolare. L’osteointegrazione è un aspetto essenziale nell’implantologia che denota buona riuscita dell’intervento chirurgico. Un’osteointegrazione corretta è essenziale per assicurare la permanenza degli impianti dentali. Infatti, garantisce la lunga durata e la stabilità degli impianti dentali.  Gli impianti dentali sono la soluzione migliore, perché imitano le funzionalità e la forza di un dente naturale.  Excursus storico  Osteointegrazione è un termine coniato alla fine degli anni sessanta da, professore di biologia applicata Per-Ingvar Brånemark.  Il professore ha scoperto questa tecnica per caso nel 1952. Stava utilizzando camere di impianto in titanio per studiare il flusso di sangue nelle ossa dei conigli. Una volta concluso lo studio e arrivato il tempo di rimuovere le camere di titanio, il professore non è stato in grado di rimuoverle in quanto si erano fuse con l’osso. A cosa serve l’osteointegrazione? Facciamo prima una breve digressione sull’implantologia. Ricorriamo all’implantologia per sostituire denti mancanti con radici artificiali in titanio, ossia con impianti dentali. Per poter effettuare il corretto inserimento degli impianti dentali, però, deve essere presente sufficiente osso mandibolare.  Se l’osso mandibolare non è abbastanza, facciamo ricorso alla ricostruzione dell’osso dentale, ossia alla rigenerazione ossea dentale.  Di norma, gli impianti dentali sono realizzati in titanio. Scegliamo questo materiale perché è biocompatibile, ha ottime caratteristiche strutturali, è estremamente leggero, non va incontro a corrosione, ha un’elasticità simile al tessuto osseo ed è idoneo a integrarsi perfettamente con l’osso scongiurando i rigetti.  Il processo di osteointegrazione impianti dentali Questo procedimento deve essere effettuato da professionisti. Sono due i fattori che giocano un ruolo fondamentale nel processo di osteointegrazione: la stabilità primaria e la stabilità secondaria. La stabilità primaria è una stabilità meccanica. Ossia è la stabilità che un impianto raggiunge subito dopo essere stato posizionato nell’osso. Dopo 3-4 mesi, concluso il processo di osteointegrazione, non si parla più di stabilità primaria. Infatti, “osteointegrazione” denota il processo di integrazione dell’impianto con l’osso. Quest’ultimo inizia a crescere intorno all’impianto appena inserito fino a quando non lo ingloba al suo interno.  La stabilità secondaria, invece, è il risultato del processo di guarigione correlato alla formazione di nuovo tessuto osseo e al suo rimodellamento a contatto con la superficie implantare. Le fasi del processo di osteointegrazione impianti dentali Il processo di osteointegrazione può essere suddiviso in 5 fasi: preparazione emostasi infiammazione proliferazione rimodellamento. La preparazione Il dentista, prima di inserire l’impianto, deve creare lo spazio necessario nell’osso per ospitare la radice in titanio. Vengono utilizzate delle frese della stessa grandezza dell’impianto così da asportare la minor quantità possibile di osso.  L’emostasi Una volta creato lo spazio nell’osso, il medico continua praticando un foro nel sito dell’impianto e il perno in titanio viene messo in contatto con l’osso mascellare.  Una volta fatto il foro, i vasi sanguigni si rompono causando una piccola emorragia. Si tratta di una risposta naturale essenziale per iniziare la guarigione.  Il siero che fuoriesce dai vasi sanguigni inizia, entro pochi minuti, ad aderire alla superficie dell’impianto in titanio. Nel frattempo, cominciano a guarire da soli anche i vasi sanguigni. L’infiammazione Dopo qualche ora dall’intervento, le cellule responsabili della funzione immunitaria del corpo, vengono rilasciate per pulire la materia ossea scheggiata, i tessuti e i batteri orali dalla ferita. I leucociti polimorfonucleati (cellule essenziali per il funzionamento del sistema immunitario del corpo umano) iniziano a uccidere i batteri rilasciando ossigeno ed enzimi.  La proliferazione Alcuni giorni dopo l’intervento, cominciano a crearsi nuovi vasi sanguigni che vengono integrati dalla rete vascolare esistente.  Viene ripristinato l’apporto di ossigeno consentendo l’inizio della guarigione dell’osso.  Circa 1 settimana dopo l’intervento, comincia la formazione di nuovo tessuto osseo che collega l’osso mascellare e l’impianto. Il rimodellamento Poche settimane dopo l’intervento, comincia a rimodellarsi la nuova struttura ossea. Di norma, questo rimodellamento avviene attraverso strutture ossee che si collegano al perno in titanio ad angolo retto. Col passare dei mesi, si crea una struttura ossea forte che permette al dente impiantato di essere pienamente funzionale.  I tempi di osteointegrazione impianti dentali I tempi possono dipendere da vari fattori, ma, solitamente, vanno dai 3 ai 4 mesi per l’arcata inferiore e dai 5 ai 7 mesi per l’arcata superiore. La durata diversa di completamento del processo di osteointegrazione dipende dal fatto che l’osso mandibolare è più compatto di quello mascellare. Dunque, fornisce un maggior supporto. È meglio non applicare subito le protesi, capsule o ponti, per aumentare la possibilità di riuscita dell’osteointegrazione. Consigliamo di aspettare per dar tempo agli impianti di integrarsi all’osso mandibolare. Esistono, però, gli impianti a carico immediato. È una tecnica che permette di applicare le protesi fisse subito dopo l’inserimento degli impianti. Se l’osteointegrazione impianti dentali non avviene? Se l’impianto non si integrasse perfettamente all’osso,  cioè se non avvenisse l’osteointegrazione impianti, parliamo di fallimento degli impianti dentali.  Il fallimento può dipendere da: inesperienza o scarsa preparazione del chirurgo, uso di materiali di scarsa qualità, mancanza di sterilità o igiene durante l’intervento.   Precisiamo che non esiste il rigetto in implantologia. Infatti, il fallimento degli impianti dentali dipende da uno dei fattori sopraelencati e non dall’incapacità dell’osso di integrarsi con l’impianto.  Osteointegrazione e alimentazione All’osteointegrazione impianti dentali concorrono vari fattori: successo dell’intervento chirurgico, qualità e quantità dell’osso a disposizione e condizioni di salute generali del paziente. Ci riferiamo anche all’alimentazione. I principali micronutrienti che favoriscono gli impianti dentali sono:  vitamina D. Stimola la crescita, la mineralizzazione e il corretto mantenimento dei denti. magnesio. È fondamentale per l’assorbimento del calcio  fluoruri. Favoriscono la formazione delle ossa supportando la mineralizzazione dei denti resveratrolo. Stimola la formazione ossea  vitamina C. Concorre alla normale funzione di ossa e denti  calcio. È ampiamente dimostrata la sua correlazione positiva con la salute dei denti potassio. Contribuisce alla salute dei denti   zinco. Concorre alla formazione e alla salute delle ossa e dei denti   Una dieta ricca di questi nutrienti contribuisce alla salute delle

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Impianto a carico immediato

Come funziona l’impianto a carico immediato? Salute Indice Come funziona l’impianto a carico immediato?   Per impianto a carico immediato intendiamo una tecnica riferita all’implantologia, grazie alla quale possiamo innestare un impianto dentale definitivo nel giro di 24 ore.  L’Implantologia a carico immediato ha grandi vantaggi per il paziente, ma non sempre è possibile adottare questa tecnica.  Vedremo più avanti quali sono le condizioni necessarie affinché una persona possa usufruire dei vantaggi dell’impianto a carico immediato.  In una situazione “normale” e a seconda dell’indicazione del Dentista, possono essere necessari dai 3 ai 12 mesi per completare un impianto dentale. Questo comporta diverse sedute dal dentista, che divide il trattamento in più parti.  Gli impianti a carico immediato, quando indicati, offrono l’opportunità di accorciare enormemente il tempo necessario per completare il lavoro, con enormi vantaggi per il paziente, ma anche per l’odontoiatra.  Che cos’è il carico immediato? Si parla di impianto a carico immediato quando un impianto viene inserito in contemporanea all’estrazione del dente naturale. Possiamo definirlo anche impianto a carico immediato, le cui prime tecniche si sono avute già alla fine degli anni 70’. Solo alcuni pazienti, previa visita medica dal dentista, possono ottenere implantologia dentale a carico immediato.  Come funziona l’impianto a carico immediato? L’impianto a carico immediato altrimenti noto come “funzione immediata”, prevede il posizionamento dell’impianto in circa 24 ore.  Per i pazienti edentuli (senza denti in almeno un’intera arcata), si utilizza una tecnica definita all-on-four, con il posizionamento di solo 4 impianti per ricostruire l’intera arcata. In alcuni casi, vengono utilizzati sei impianti e la tecnica viene chiamata all-on-six. L’impianto all on four è quello più comune e prevede l’innesto di due impianti verticali nella parte frontale dei denti e due impianti inclinati all’altezza dei premolari. Che benefici comporta l’impianto a carico immediato? Abbiamo già detto che il primo beneficio dell’impianto a carico immediato è la tempistica. Infatti la procedura si risolve in circa 24 ore.  Questo significa che il tempo tra l’estrazione e l’innesto dell’impianto è praticamente immediato e per questo motivo il paziente rimane con il “buco” dell’estrazione per un lasso di tempo limitatissimo, con tutti i benefici del caso.  Inoltre, gli impianti a carico immediato non necessitano di diverse sedute come nella normale implantologia, quindi il flusso chirurgico si riduce a una sola operazione.  Quando è possibile fare un carico immediato? Il carico immediato in implantologia non è sempre attuabile. Sarà il dentista a valutare la tua situazione, ma ci sono delle condizioni assolutamente necessarie affinché l’impianto a carico immediato vada a buon fine. Tra queste ricordiamo: densità e qualità dell’osso dentale stabilità primaria dell’impianto gengive sane e con buon supporto totale assenza di bruxismo o altro tipo di Malocclusioni Dentali La valutazione del paziente da parte del medico è molto importante per il successo del carico immediato.  L’importanza della densità ossea Per poter posizionare denti fissi a carico immediato è molto importante valutare la densità ossea nel sito dove si deve inserire l’impianto.  Laddove non c’è sufficiente densità dell’osso, non è possibile ottenere la tecnica di implantologia immediata. Non è possibile nemmeno effettuando attività di rigenerazione ossea dentale. Per verificare la densità di osso, il dentista potrebbe chiederti di eseguire una tomografia computerizzata. In caso di mancanza di osso dentale ti verrà indicata la soluzione più adatta al tuo caso che può comportare anche un intervento di rigenerazione ossea dentale o comunque l’innesto di un impianto senza la possibilità di carico immediato. Eventuali complicanze Non ci sono grosse complicanze nell’eseguire il carico immediato. Sicuramente, bisogna attenersi alle indicazioni del dentista che deve valutare il tuo caso per capire se questa tecnica può andare a buon fine.  Eventuali complicanze possono essere quelle canoniche di un qualsiasi altro impianto.  Per quanto concerne l’impianto carico immediato, in alcuni casi è possibile avere una frattura della protesi dentale o un allentamento della vite del moncone dovuto alla guarigione gengivale.  Sono però tutte complicanze di facile risoluzione, dato che basta aggiustare la protesi o sistemare le viti, senza che questo intacchi il lavoro svolto dal dentista.  Carico Immediato a Milano Per sapere i costi e se un impianto a carico immediato a Milano è indicato nel tuo caso, puoi prenotare una prima visita senza impegno presso il Centro Dentistico Unisalus di Milano. Si trova in via Gustavo Fara 39, a pochi passi dalla stazione centrale. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale per Impianto a Carico Immediato con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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edentulia

Edentulia

A Cosa Serve la Visita Geriatrica: approfondimento sulla Salute degli Anziani Salute Indice L’Edentulia è una condizione debilitante e irreversibile per la quale un paziente si trova senza alcun dente in bocca. In questo caso parliamo di Edentulia Totale. Possiamo risolverla con diversi tipi di impianti dentali e laddove necessario dovremmo ricorrere alla rigenerazione ossea. Sebbene parliamo di Edentulismo nel caso in cui si abbia la mancanza completa dei denti nella nostra bocca, possiamo anche definire Edentulia parziale quella che coinvolge solo una parte di essi. Nonostante la prevalenza della perdita completa dei denti sia diminuita nel corso degli ultimi anni, questa problematica rimane una delle principali malattie orali in tutto il mondo. Soprattutto nelle persone più anziane e in maniera indifferente tra uomini e donne, sebbene in alcuni paesi siano più colpite le donne. In ogni caso, ci sono variazioni di dati sia tra paesi diversi del mondo che all’interno di uno stesso paese come l’Italia Quali fattori incidono sull’Edentulia? Sappiamo che ci sono diversi fattori che vanno a incidere sulle probabilità di soffrire di Edentulismo. Alcuni fattori che possono incidere sull’Edentulia sono, ad esempio: istruzione condizioni economiche stili di vita accesso all’informazione (es. internet) credenze popolari avversione alle cure dentali copertura assicurativa del paziente edentulo Gli studi dimostrano che l’Edentulia è strettamente associata a fattori di tipo sociale ed economico e trova maggior diffusione nei paesi poveri e tra le donne. Per fortuna l’Edentulismo, nonostante sia una condizione irreversibile, si può curare grazie all’uso delle protesi dentarie. Infatti, la maggior parte delle persone sdentate sono anziani che indossano protesi complete in una o entrambe le mascelle. Cos’è l’Edentulismo totale? Ci riferiamo all’Edentulismo totale nel momento in cui, per diverse cause, ci troviamo a non avere più denti in bocca. Questa condizione è irreversibile e il problema va trattato con protesi o impianti dentali. Nei casi più gravi sarà necessario ricorrere prima ad un intervento di rigenerazione ossea dentale. Cos’è l’Edentulia parziale Sebbene la parola Edentulia indichi la completa mancanza di denti nella bocca, con il termine Edentulia parziale, stiamo indicando la mancanza di molti denti (non tutti). L’Edentulismo parziale solitamente precede quello totale. Le cause della forma parziale sono alcune condizioni patologiche della bocca quali gengivite o parodontite non tempestivamente curate. L’impatto dell’Edentulia sulla bocca L’Edentulia parziale o totale ha un forte impatto sulla salute della nostra bocca, ma anche sullo stato di salute generale. Soprattutto quella totale può portare anche ad una perdita ossea. Questo accada quando non risolviamo velocemente il problema della mancanza dei denti con una protesi. Come detto in precedenza, la perdita di osso, ci “costringerà” ad un intervento di rigenerazione ossea dentale. L’impatto sulla salute della bocca del paziente edentulo può essere molto negativo. Ovviamente la mancanza di tutti i denti o la maggior parte (Edentulismo parziale), incide sul modo di alimentarsi e sulla masticazione. La dieta sarà prevalentemente composta da cibi liquidi, facendoci così avere difficoltà a inserire nel nostro organismo una serie di nutrienti utili al corpo umano. Un altro punto negativo relativo alla mancanza dei denti è un cambio, anche sostanziale, della fisionomia del viso. Infatti un Edentulia totale, se non trattata con tempestiva porterà il nostro viso a modificarsi, ad esempio nel mento (protrusione del mento), nelle labbra, nella mascella o mandibola. Edentulismo: come incide sulla salute generale? Esistono diversi studi secondo i quali una condizione di Edentulia totale può influire sulla salute generale in diversi modi, come indicato di seguito: una dieta del paziente edentulo con scarsa assunzione di frutta, verdura e fibre e carotene porta a un aumento del colesterolo e dei grassi saturi oltre a una maggiore prevalenza di obesità che può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e disturbi gastrointestinali aumento dei tassi di alterazioni infiammatorie croniche della mucosa gastrica, cancro del tratto gastrointestinale superiore e del pancreas e tassi più elevati di ulcere peptiche o duodenali maggiore rischio di sviluppare diabete mellito incremento del rischio di anomalie elettrocardiografiche, ipertensione, insufficienza cardiaca, cardiopatia ischemica, ictus e sclerosi della valvola aortica associazione con apnee ostruttive del sonno e disturbi della respirazione durante il sonno Uno studio ha anche dimostrato una possibile associazione tra Edentulia completa e aumento del rischio di malattia coronarica. Dove trattare l’Edentulia a Milano Abbiamo visto molto bene come un paziente con Edentulia soffre di diverse conseguenze deleterie per la salute della bocca e quella generale. Per riassumere le conseguenze orali variano dalla funzione masticatoria compromessa con relativa difficoltà ad alimentarsi in modo corretto, fino ad una generica disabilità sociale e scarsa qualità della vita per la salute orale. Per quanto riguarda la salute generale il paziente edentulo è anche a maggior rischio per diverse malattie cardiovascolari con relativo aumento del tasso di mortalità. Pertanto, gli Odontoiatri, dovrebbero prevenire la perdita dei denti con un’adeguata educazione dentale, con la promozione della salute orale e un alto livello di cure odontoiatriche nel tentativo di assicurare l’esistenza di una dentatura fisiologica. Laddove questo non bastasse, i Dentisti dovrebbero intervenire tempestivamente per non lasciare senza denti il paziente per un periodo di tempo troppo prolungato. Come? Grazie all’utilizzo di protesi e impianti adeguati. Presso il Centro Dentistico Unisalus a Milano, potete trovare Dentisti professionisti in grado di trattare efficacemente i vostri problemi di salute orale e di Edentulismo. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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