visita dentistica

Faccette dentali

Faccette Dentali Salute Indice Oggi parliamo in modo approfondito delle faccette dentali.  Se vuoi correggere le imperfezioni del tuo sorriso senza ricorrere a operazioni invasive, le faccette dentali estetiche sono la soluzione ideale. Queste, infatti, permettono di cambiare forma, colore, allineamento e posizione dei denti in modo rapido e duraturo, donando un effetto naturale al tuo sorriso. Cosa sono le faccette dentali? Fin dai primi anni del 2000 le faccette dentali, anche chiamate faccette estetiche, sono considerate uno dei trattamenti meno invasivi ad alta valenza estetica. Le faccette ai denti non sono altro che piccolissime e sottilissime lamine che vanno all’incirca dai 0,2 ai 0,7 mm e che vengono applicate e cementate sulla parte vestibolare dei denti, quindi sulla parte anteriore.  Servono, come già anticipato, a modificare forma, colore, allineamento e posizione dei denti.  Quali problemi possono risolvere le faccette dentali? Le faccette possono essere utilizzate per correggere un’ampia gamma di problemi dentali come: denti macchiati che non possono essere sbiancati con altre procedure  dentatura con denti storti o deformi problemi di denti scheggiati o consumati spazi irregolari tra i denti Quali materiali si utilizzano? I materiali che vengono utilizzati per le faccette sono differenti e la scelta dipende dal caso clinico.  Si possono realizzare faccette:  ceramica  composito  disilicato di litio Lo spessore e il materiale cambiano in base al tipo di problema su cui bisogna intervenire. Ad esempio, se bisogna attuare una grande modifica di posizione o di forma del dente, è sempre meglio utilizzare una faccetta in ceramica. Infatti, questa ha una durata molto lunga e copre bene il dente, ottenendo un risultato estetico migliore rispetto alla faccetta estetica dentale in composito.   Ogni tipo di materiale, poi, ha i suoi vantaggi. Vediamoli, di seguito, nel dettaglio.  Faccette in ceramica Ecco i vantaggi delle faccette in porcellana: sono forti e durevoli  hanno un colore più naturale non si macchiano facilmente durano in media 10-15 anni Faccette in composito Le faccette in resina hanno numerosi vantaggi: non prevedono molaggio, cioè il rimodellamento della superficie dei denti. Il composito viene applicato direttamente sui denti, senza danneggiare lo smalto e la struttura dei denti hanno un costo inferiore rispetto a quelle in ceramica  facili da riparare più veloci da impiantare (vengono applicate in un sola seduta) durano in media 5-7 anni non necessitano di limatura e possono prevedere soltanto una successiva seduta di lucidatura Faccette in disilicato di litio Le faccette in disilicato di litio hanno i seguenti vantaggi:  comportano una preparazione mininvasiva  sono una soluzione di lunga durata consentono di realizzare faccette anche in situazioni biomeccanicamente non ideali (come nel caso dei pazienti portatori di bite o nel caso di severa usura dei margini incisali) Come si impiantano le faccette dentali? Le procedure per l’applicazione delle faccette sono piuttosto brevi e prevedono poche sedute dal dentista.  Le faccette dentali si applicano in maniera differente a seconda del materiale di cui sono fatte.  Faccette ceramica: come si applicano Ci sono vari passaggi che il dentista deve seguire per applicare le faccette in ceramica.  Si comincia con la fase di progettazione. Qui, il paziente discute insieme al dentista dei difetti che vuole correggere. In questo momento, viene anche deciso il colore delle faccette, basandosi sulla tonalità degli altri elementi dentari presenti nell’arcata.    Il dentista prosegue realizzando una ceratura che permette la realizzazione di un provvisorio, chiamato mock up. Il mock up è una simulazione fedele di come sarà il lavoro finito da posizionare sui denti del paziente non ancora limati. Se al paziente piace forma e colore, si passa alla fase della limatura. Si arriva, così, alla preparazione dei denti, che avviene limando leggermente la loro superficie anteriore esterna. Viene tolta una piccola porzione di smalto dentale, di spessore uguale alle faccette che devono essere applicate. Finita la preparazione dei denti, vengono prese le impronte di precisione. Per fare ciò, viene utilizzato uno scanner digitale intraorale, che permette di rilevare tutti i parametri fondamentali per costruire in modo preciso la protesi estetica. Le impronte vengono trasmesse, attraverso un computer, all’odontotecnico che si occupa di costruire le faccette. Prese le impronte, viene riposizionato il mock up perché permette di evitare la sensibilità dentale e il disagio estetico dato dai denti limati. Una volta pronte, le faccette vengono cementate sui denti naturali. Faccette dentali in composito Richiedono almeno due sedute dal dentista. Prima di tutto si preparano i denti cambiando le vecchie otturazioni. In alcuni casi, la superficie esterna dei denti viene levigata per riuscire a far aderire meglio le faccette. Viene poi realizzata un’impronta per avere un modello sul quale confezionare le faccette e si sceglie il colore dei rivestimenti dentali. Segue, poi, l’applicazione delle faccette dentali. Il dentista si assicura che ciascuna faccetta dentale sia ottimizzata per colore e dimensione; quando trova la soluzione migliore, procede alla cementazione adesiva sul dente. Faccette sui denti: cosa evitare Pur essendo un trattamento molto resistente, è comunque necessario averne la giusta cura e rispettare alcune accortezze: non masticare cibi troppo duri non mangiare le unghie  lavare i denti almeno 3 volte al giorno per evitare l’accumulo di tartaro e placca effettuare una pulizia dentale dal dentista due volte all’anno proteggere i denti con le protezioni adeguate nel caso in cui si pratichino sport pericolosi  evitare il fumo per evitare che le faccette si macchino o si rovinino evitare bibite e alimenti che tendono a macchiare i denti come caffè, tè o vino rosso  Tutti possono fare le faccette dentali?  No, non tutti possono applicare le faccette dentali.  Chi non può sottoporsi a questo trattamento? Non possono essere usate faccette dentali: da pazienti che praticano una cattiva o insufficiente routine correlata all’igiene orale pazienti che praticano sport di contatto senza usare protezioni per i denti in caso di morso incrociato anteriore per chiudere un grande diastema Sono necessari dei controlli? Sì, le faccette richiedono sempre un controllo periodico.  Le faccette in ceramica o in disilicato di litio, avendo una durata più lunga, prevedono una minor quantità di controlli. Le faccette in composito, invece, avendo una durata

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bruxismo

Bruxismo

Bruxismo Salute Indice Il Bruxismo che cos’è? Il bruxismo è causato dalla contrazione involontaria dei muscoli implicati nella masticazione, con conseguente digrignamento dei denti e sfregamento, tra di loro, delle due arcate dentarie superiore e inferiore. Se si ha il bruxismo, si può inconsciamente serrare i denti quando si è svegli (bruxismo sveglio) o serrarli o digrignarli durante il sonno (bruxismo del sonno). Il bruxismo del sonno è considerato un disturbo del movimento correlato al sonno. Le persone che serrano o digrignano i denti (brux) durante il sonno hanno maggiori probabilità di avere altri disturbi del sonno, come il russare e l’apnee notturne. Il bruxismo lieve potrebbe non richiedere un trattamento. Tuttavia, in alcune persone, il bruxismo può essere abbastanza frequente e grave da causare disturbi alla mascella, mal di testa, denti danneggiati e altri problemi. Poiché si potrebbe avere il bruxismo del sonno e non esserne consapevoli fino allo sviluppo di complicanze, è importante conoscere i segni e i sintomi del bruxismo e cercare cure dentistiche regolari. Sintomi bruxismo I segni e sintomi di bruxismo possono includere: Denti che digrignano o stringono, che possono essere abbastanza rumorosi da svegliare il compagno di sonno Denti appiattiti, fratturati, scheggiati o allentati Smalto dei denti usurati, esponendo gli strati più profondi del dente Aumento del dolore o della sensibilità dei denti Muscoli della mascella stanchi o stretti o mascella bloccata che non si apre o si chiude completamente Dolore alla mascella, al collo o al viso Dolore che sembra un mal d’orecchi, anche se in realtà non è un problema con l’orecchio Mal di testa sordo a partire dalle tempie Danni causati dalla masticazione all’interno della guancia Interruzione del sonno Occorre consultare il dentista o il medico se si dispone di uno dei sintomi elencati in precedenza o se si hanno altre preoccupazioni riguardo ai denti o alla mascella. Cause del Bruxismo I medici non comprendono completamente ciò che provoca il bruxismo, ma potrebbe essere dovuto a una combinazione di fattori fisici, psicologici e genetici. Il bruxismo sveglio può essere dovuto a emozioni come ansia, stress, rabbia, frustrazione o tensione. Il bruxismo del sonno può essere un’attività di masticazione legata al sonno associata ad eccitazioni durante il sonno. Fattori di rischio I fattori di rischio più comuni del bruxismo sono: Stress. L’ansia o lo stress aumentati possono portare a digrignare i denti. Così possono rabbia e frustrazione. Età. Il bruxismo è comune nei bambini piccoli, ma di solito scompare dall’età adulta. Tipo di personalità. Avere un tipo di personalità aggressivo, competitivo o iperattivo può aumentare il rischio di bruxismo Farmaci e altre sostanze. Il bruxismo può essere un effetto indesiderato non comune di alcuni farmaci psichiatrici, come alcuni antidepressivi. Fumare tabacco, bere bevande contenenti caffeina o alcol o usare droghe ricreative può aumentare il rischio di bruxismo. Membri della famiglia con bruxismo. Il bruxismo del sonno tende a manifestarsi nelle famiglie. Se hai il bruxismo, anche altri membri della tua famiglia potrebbero avere il bruxismo o storia familiare. Altri disturbi. Il bruxismo può essere associato ad alcuni disturbi mentali e medici, come il morbo di Parkinson, la demenza, il disturbo da reflusso gastroesofageo, l’epilessia, i terrori notturni, i disturbi legati al sonno come l’apnea notturna e il disturbo da deficit di attenzione. Complicazioni Nella maggior parte dei casi, il bruxismo non causa gravi complicazioni. Ma il bruxismo grave può portare a: Danni a denti, restauri, corone o mascelle Mal di testa di tipo tensivo Grave dolore al viso o alla mascella Disturbi che si verificano nelle articolazioni temporo-mandibolari Diagnosi del Bruxismo Durante gli esami dentali regolari, il dentista probabilmente verificherà la presenza di segni di digrignamento. Valutazione Se il paziente presenta qualche segno, il dentista cercherà cambiamenti nei denti e nella bocca. Nelle successive visite valuterà se il processo è progressivo e determinerà se è necessario un trattamento. Anamnesi bruxismo Se il dentista sospetta la presenza di digrignamento cercherà di determinarne la causa ponendo domande sulla salute dentale generale, sui farmaci, sulle routine quotidiane e sulle abitudini del sonno. Per valutare l’estensione del bruxismo, il dentista può verificare: Fragilità nei muscoli della mascella Anomalie dentali evidenti, come denti rotti o mancanti Altri danni ai denti, all’osso sottostante e all’interno delle guance, di solito con l’aiuto dei raggi X. Un esame dentale può rilevare altri disturbi che possono causare dolore simile alla mascella o all’orecchio, come disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare, altri problemi dentali o condizioni di salute. Trattamenti del Bruxismo In molti casi, il trattamento non è necessario. Molti bambini superano il bruxismo senza trattamento e molti adulti non digrignano o serrano i denti abbastanza male da richiedere una terapia. Tuttavia, se il problema è grave, le opzioni includono alcuni approcci dentali, terapie e farmaci per prevenire ulteriori danni ai denti e alleviare il dolore o il disagio della mascella. Approcci dentali Se si ha il bruxismo, il medico può suggerire modi per preservare o migliorare i denti. Sebbene questi metodi possano prevenire o correggere l’usura dei denti, potrebbero non arrestare il bruxismo: Stecche e paradenti. Questi sono progettati per mantenere i denti separati per evitare i danni causati da serraggio e rettifica. Possono essere costruiti con materiali acrilici duri o morbidi e adattarsi ai denti superiori o inferiori. Correzione dentale. Nei casi più gravi – quando l’usura dei denti ha comportato la sensibilità o l’incapacità di masticare correttamente – il dentista potrebbe aver bisogno di rimodellare le superfici masticatorie dei denti o utilizzare le corone per riparare il danno. Lo strumento per risolvere al 100% il problema del bruxismo è un bite dentale personalizzato, ossia un apparecchio mobile fatto su misura dal medico che si adatta perfettamente alle arcate dentarie del paziente e che impedisce lo sfregamento dei denti. Altri approcci Uno o più di questi approcci possono aiutare ad alleviare il bruxismo: Gestione dello stress o dell’ansia. Se digrigni i denti a causa dello stress, potresti essere in grado di prevenire il problema imparando strategie che promuovono il rilassamento, come la meditazione. Se il digrignare è correlato all’ansia, possono essere d’aiuto i

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Anestesia dentale

Anestesia Dentale Salute Indice La paura del dentista è molto diffusa. Alcuni pazienti solo al pensiero di provare dolore rinunciano a curarsi. In questo viene in aiuto l’anestesia, attraverso la quale, è possibile eliminare il dolore anche nel caso di interventi più invasivi. L’anestesia dentale è generalmente di tipo locale, cioè viene anestetizzata solo la zona interessata, senza causare la totale incoscienza del paziente. Al contrario di quanto si possa pensare, ci possono essere diverse tipologie di anestesia che si differenziano tra di loro in funzione dell’intensità e della durata dell’intervento. L’anestesia dal dentista è una procedura comune e praticata in tutti quei casi in cui occorre intervenire, limitando il dolore, come nel caso di carie, interventi di devitalizzazione, estrazione denti, rimozione di ascessi dentali e così via. Tipologie anestesia dentale Prima di scegliere il farmaco anestetico locale, il dentista si basa su cinque fattori: durata dell’intervento complessità dell’intervento necessità di emostasi la necessità di controllare il dolore dopo l’intervento per via di allergie o altre contraddizioni all’uso di alcuni farmaci per il paziente. Nel caso di interventi di lieve entità, è sufficiente l’anestesia superficiale, somministrabile sotto forma di spray o soluzione oppure l’anestesia d’infiltrazione che viene iniettata direttamente nei tessuti, vicino al dente che si deve curare. Se l’intervento è più invasivo, invece, si può ricorrere all’anestesia tronculare che agisce anche sui nervi grandi come il nervus alveolaris inferior, in modo da addormentare una superficie più ampia. La tipologia di anestesia quindi può essere categorizzata in questo modo: Tipo intervento Tipologia anestesia Lieve entità Spray o soluzione Piccoli interventi Anestesia d’infiltrazione Interventi invasivi Anestesia tronculare Se si vuole evitare il sanguinamento Anestesia intraligamentosa Interventi su denti affetti a pulpite Anestesia intrapulpare L’anestesia dentale fa male? Si può avvertire un piccolo fastidio, una sensazione simile ad un pizzico di zanzara, nel momento in cui si ha l’ingresso dell’ago e di pressione quando viene iniettato l’anestetico. Questo fastidio può variare in intensità da individuo a individuo. Il dolore durante e dopo il trattamento, invece, dipende dal tipo d’intervento stesso e può essere alleviato con antidolorifici prescritti dal dentista. L’effetto anestetico tende a scomparire dopo un’ora circa dall’iniezione, ma può prolungarsi anche per due ore o più, in relazione alla dose iniettata e al tipo di anestesia scelta. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Gnatologo

A cosa serve lo gnatologo? Salute Indice Chi è lo Gnatologo? Lo Gnatologo è un dentista che ha una specializzazione specifica all’interno dei vasti campi di applicazione dell’odontoiatria. Vediamo allora cos’è la gnatologia. È il campo dell’odontoiatria che, studia la fisiologia e fisiopatologia del complesso cranio-cervico-mandibolare. Per essere più chiari e specifici possiamo dire che il dentista gnatologo si occupa di studio, cura e trattamento di patologie legate al movimento mandibolare, alla masticazione, alla deglutizione, e alla respirazione. Ad esempio il bruxismo o le problematiche dell’ATM (articolazione temporo mandibolare). Genericamente le diverse problematiche che interessano la gnatologia clinica vengono definite disordini cranio-mandibolari. Gli gnatologi sono, quindi, la figura medica di riferimento per queste problematiche. Lo Gnatologo, infine, decide anche se il bite dentale può essere la soluzione a problemi di bruxismo, postura o malocclusioni. Patologie trattate dallo Gnatologo Vediamo ora le patologie specifiche trattate dal dentista Gnatologo. Quando ci dobbiamo rivolgere a questo specialista? Principalmente ci rivogliamo a questa figura nei casi di: bruxismo patologie legate al movimento mandibolare disturbi della masticazione deglutizione Bruxismo Di solito è considerato una para funzione, ossia un movimento senza alcun scopo finalizzato. Banalmente è il digrignamento dei denti, dovuto allo spasmo della muscolatura masticatoria. Questo più spesso avviene durante il sonno e parliamo quindi di bruxismo notturno. Disturbo di masticazione Il Dentista Gnatologo si occupa anche dei disturbi della masticazione. Usando parole semplici per spiegarlo, il disturbo di masticazione è una difficoltà nello “sminuzzamento” del cibo in bocca. Spesso vengono considerati tali tutti quei disturbi legati a una malocclusione, cioè un’occlusione dentale scorretta. Deglutizione Inoltre gli gnatologi si occupano di eventuali problematiche legate alla deglutizione. Per quanto può sembrare banale e semplice al primo occhio questa funzionalità del nostro corpo, si tratta in realtà di una funzione tra le più complesse e complete. Difatti la deglutizione comporta una serie di azioni che devono avvenire in una sequenza orchestrata con precisione. Il che prevede il coordinamento di varie strutture anatomiche che vengono controllate da più aree del sistema nervoso. Valutazione Gnatologica La visita dallo gantologo è una valutazione diagnostica attenta ed approfondita di molteplici aspetti clinici del paziente. Fondamentale è l’iniziale raccolta di tutte le informazioni della storia clinica. Si tratta, cioè, di una visita specialistica che necessita della raccolta dei dati storici del paziente per individuare l’ordine cronologico delle eventuali problematiche sorte nel tempo al fine di dare un quadro clinico preciso. La Visita Gnatologica serve sostanzialmente a capire se i fastidi del paziente sono correlati ad eventuali malocclusioni. La visita di Gnatologia è fondamentale per individuare qual è il rapporto reale di funzionamento tra mandibola e cranio in maniera precisa ed accurata. Oltre che l’eventuale presenza di qualsiasi problematica che potrebbe impedire questa naturale correlazione. La Valutazione Gnatologica prevede anche la valutazione delle eventuali documentazioni precedenti o terapie già in atto. Le quali potrebbero essere risultate, fino a quel momento, non risolutive o inadatte per la risoluzione della patologia in corso. La fase di analisi preliminare continuerà con una valutazione complessiva dello stato dell’apparato masticatorio del paziente tramite la raccolta di altri importanti dati riguardanti i movimenti mandibolari, dei contatti occlusali e delle funzionalità articolari. Il prossimo step diagnostico sarà il controllo diretto delle A.T.M. (articolazioni temporo-mandibolari) e dei muscoli masticatori. Nel corso della raccolta dei dati clinici del paziente, lo Gnatologo, in casi particolari, potrebbe richiedere ulteriori esami strumentali o diagnostici per per avere un quadro più completo circa le problematiche del proprio paziente. Esami tra i più frequenti che potrebbero richiesti sono la Risonanza Magnetica delle ATM, orto-panoramica e kinesiografia mandibolare. Contatta lo studio dentistico Unisalus a Milano per prenotare una prima Valutazione Gnatologica con i nostri esperti Dentisti. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Gnatologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Dolore dente devitalizzato

Dolore dente devitalizzato: può capitare e perché? Salute Indice Dolore dente devitalizzato: può capitare e perché? Solitamente un dente devitalizzato è definito in modo volgare “morto”, in quanto vedremo che con la devitalizzazione del dente viene rimossa la polpa dentaria e vengono sigillati e chiusi i canali radicolari e la camera dentaria. Tuttavia può capitare di sentire un dolore a un dente devitalizzato subito dopo l’intervento di devitalizzazione (più comune) oppure a distanza di tempo (più raro, ma possibile). Quindi, in questo articolo risponderemo in modo sintetico alla domanda “fa male un dente dopo la devitalizzazione?”. Cominciamo dunque parlando di cos’è la devitalizzazione. Che cos’è la devitalizzazione? Prima di parlare di dolore dente devitalizzato, vediamo in cosa consiste la devitalizzazione. Si tratta della terapia che viene indicata in caso di compromissione della polpa dentaria, ossia una parte del dente che apporta vasi sanguigni e nervi al suo tessuto. Le cause per cui ci affidiamo a questa procedura possono essere carie profonde o necessità protesiche. Alcune volte è necessario rimuovere la polpa compromessa e sostituirla con un’otturazione, in modo tale da difendere le strutture più profonde del dente, da batteri o altre sostanze che possono essere dannose. La devitalizzazione può essere effettuata sia su un incisivo che su un molare o un premolare. Devitalizzare un incisivo o un molare è differente in quanto è diversa la loro struttura. Pertanto l’intervento per un incisivo durerà di meno rispetto a quello per un molare. La devitalizzazione fa male? Vediamo adesso se la devitalizzazione è una procedura che provoca dolore. Dopo quanto ci siamo detti, potreste pensare che la devitalizzazione faccia male. In realtà non è così perché il dentista, prima di procedere con questo intervento, pratica l’anestesia locale. Pertanto tutta la procedura è indolore. Dolore post devitalizzazione Allora perché un dente devitalizzato fa male? Forse penserete che nonostante sia stata eliminata la polpa, il dente non dovrebbe più fare male. In realtà non è così, perché un dente devitalizzato può far male sia nel post intervento, che anche a distanza di tempo. Nel post intervento è del tutto normale. Anche se con le nuove tecniche odontoiatriche il dolore post operazione è ridotto rispetto al passato. Infatti è del tutto normale percepire un fastidio post devitalizzazione. Questo succede poiché il legamento parodontale che unisce il dente all’osso e alla gengiva si infiamma in seguito all’intervento. Il dentista, nel caso di un dente devitalizzato che fa male dopo l’intervento consiglierà sempre impacchi di ghiaccio. Nel caso il dolore fosse più intenso potrebbe anche prescrivere dei Fans (antinfiammatori per via orale). Vediamo ora i motivi per cui un dente dopo devitalizzazione fa male anche a distanza di tempo e il ruolo dei recettori di pressione nella vicenda. Dente devitalizzato dolore a lungo termine Per quanto riguarda invece il dolore dente devitalizzato che permane per un periodo più lungo, possiamo dire che è una situazione più rara, ma che può comunque accadere. Perché il dente devitalizzato fa male alla pressione? Il dolore dente devitalizzato alla pressione succede perché, nonostante l’estrazione della polpa dentaria, i recettori di pressione del dente rimangono attivi. Nel momento in cui tali recettori vengono stimolati in maniera importante (sotto forma di pressione), ecco che abbiamo di nuovo la sensazione di dolore al dente devitalizzato. Ci sono alcuni casi specifici che ci danno la sensazione di male al dente. Il dolore a un dente devitalizzato può essere causato da: infezioni dovute ad infiltrazioni batteriche infiammazioni forti pressioni o shock sul dente Come agire se il dente fa male dopo la devitalizzazione? Prima di darvi alcuni consigli e indicazioni, vi ricordiamo che bisogna agire sulle cause del dolore al dente devitalizzato. Cause che possono essere differenti da persona a persona e da caso a caso. Pertanto chiedete sempre il parere del Dentista, che valuterà la vostra situazione e vi indicherà la strada giusta da seguire. Tra le ipotesi di trattamento di dolore dente devitalizzato, c’è la possibilità di riaprire il dente che fa male, procedere con adeguata pulizia e richiudere i canali. Questo in caso di infiammazione o infezioni dovute a infiltrazioni batteriche. Il tutto viene accompagnato da una terapia antibiotica, anche se questa da sola non basta. La riapertura e la “pulizia” del dente è sempre necessaria in questi casi. Se il dente devitalizzato fa male a causa invece di una pressione eccessiva, bisognerà agire in modo differente. Vediamo come. Solitamente si devitalizza un dente con carie profonde per eseguire poi una ricostruzione o un impianto. Se alla fine del lavoro, il dente non chiude bene e risulta troppo alto, questa situazione porta appunto ad un eccessivo sforzo e pressione del dente trattato. Sarà necessario in questo caso farsi limare il dente in modo che aderisca perfettamente agli altri denti con cui è a contatto. In questo modo si attenuerà la pressione e il dente devitalizzato dolorante smetterà di far male a causa della pressione. In questo caso, come per il dolore post devitalizzazione potrebbero essere prescritti inizialmente dei farmaci antinfiammatori per placare la sintomatica dolorosa. Ovviamente senza sempre abusare dei farmaci e su prescrizione e indicazione del Medico Dentista. Per maggiori informazioni sulla devitalizzazione o se sentite dolore a dente devitalizzato fissate una prima visita senza impegno con lo Studio Dentistico Unisalus Milano. Trovate tutti i contatti all’interno del nostro sito. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? 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stomatite

Stomatite cura e rimedi

Stomatite: cura e rimedi Salute Indice Prima di parlarvi delle cura per la stomatite vediamo insieme di cosa si tratta. La stomatite è una infezione del cavo orale che causa gonfiore, arrossamento e ulcere orali dette anche afte (abrasioni di colore biancastro). Si possono localizzare nella parte interna delle guance, sulle gengive e persino sulla lingua.  I segni percepiti dal paziente sono associati ad una sensazione di dolore, che si intensifica molto mentre si mangia, a volte il dolore è cosi intenso che si fatica persino a parlare. Il paziente affetto da stomatiti ripetute, con una certa regolarità, ha sempre il compito di consultare il proprio medico/odontoiatra cosi da individuare le possibili cause e fattori scatenanti dell’infezione. In alcuni casi il dentista può prescrivere anche esami del sangue per escludere eventuali altre patologie. In genere i fattori scatenati possono essere intolleranze alimentari, allergie o carenze nutrizionali per esempio: carenza di ferro, acido folico e vitamina B3 oppure in condizioni di elevato stress. Inoltre a seconda della parte coinvolta, la stomatite può provocare disturbi secondari per esempio: gengiviti, glossiti o cheiliti. Quali sono i primi sintomi della stomatite? Le abrasioni che compaiono all’interno della mucosa orale possono causare una serie di fastidi: Arrossamento della mucosa orale; Insorgenza di pustole, vescicole, ulcere o altre lesioni dell’infiammazione locale; Perdite di sangue sulla parte interessata. A questi sintomi si possono aggiungere segni secondari come: alitosi, sanguinamento gengivale e aumento della secrezione salivare. In caso di afte molto grosse o intense, il paziente può accusare febbre e gonfiore ai linfonodi posti sotto la mandibola. Il nostro consiglio è effettuare una corretta igiene orale al fine di prevenire l’infezione, anche se molte volte la stomatite è causata da forte stress.  Come si cura la stomatite? Prima di iniziare una terapia è necessaria la diagnosi dell’odontoiatra per individuare la specifica causa che ha provocato l’insorgenza della stomatite. Talvolta in certi casi la stomatite guarisce spontaneamente nel giro di due settimane. Se l’infezione è già evidente e non si riesce a sopportare il dolore, la stomatite viene trattata, generalmente, con cure farmacologiche che aiutano ad alleviare i sintomi associati, per esempio: antibiotici, antisettici, antimicotici, antidolorifici o antivirali. A seconda della causa, altri trattamenti destinati a curare la stomatite prevedono l’utilizzo di collutori, i loro principi attivi risultano particolarmente efficaci  per alleviare i sintomi tipici dell’infiammazione. Esistono anche rimedi, tipo gel e creme che agiscono localmente, solitamente si applicano sopra la parte interessata tramite pennellini o spatole e possono essere: Acido retinoico: guarigione più veloce Cloruro di alluminio: astringente che combatte l’infezione da afte stimolando la mucosa a formare nuovo epitelio. Corticosteroidi: riducono il dolore e l’infiammazione Tutte le terapie sopracitate hanno il compito di favorire la guarigione e la cicatrizzazione di questa patologia. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentistica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentistica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Come si cura la Parodontite

Cos’è la Parodontite? Salute Indice Cos’è la Parodontite? La Parodontite, chiamata anche piorrea, è una patologia che in medicina è classificata come infiammazione cronica multifattoriale. Si caratterizza per la formazione di tasche profonde nel tessuto parodontale che potrebbero ospitare microrganismi in grado di provocare l’infiammazione. Sfortunatamente accade molto spesso che venga diagnosticata in una fase già avanzata, per cui l’unica cosa che è possibile fare è bloccare la Parodontite. Bisogna quindi non farla progredire grazie a costanti controlli odontoiatrici che verranno stabiliti per mantenere lo stato di salute raggiunto. Se non diagnosticata in tempo, questa malattia porta alla distruzione del tessuto di sostegno del dente, con conseguente perdita del dente o di più denti. Cause della Parodontite E’ una patologia classificata come multi fattoriale. Ciò significa che, per manifestarsi, ha bisogno della concomitanza di più fattori. I fattori di rischio della Parodontite sono: Fumo di sigaretta Obesità Diabete Mellito Stress emotivi Carenza di Vitamina C Che sintomi dà la Parodontite? I sintomi principali della Parodontite, o Parodontopatia, dipendono dalla gravità e dall’intensità dell’infiammazione. Tra i sintomi della Parodontite troviamo: Presenza sangue nelle gengive quando ci laviamo i denti Ascessi parodontali ricorrenti, Alitosi Mobilità dentale Recessione gengivale La cura parte dalla prevenzione Parlando di come curare la Parodontite, dobbiamo per forza dare spazio al discorso della prevenzione, in quanto attività di prima linea per combattere questa problematica. Questa patologia si può prevenire facendo delle accurate visite di controllo una volta all’anno dal proprio dentista. Vogliamo comunque anticiparvi qualche consiglio per una prevenzione personale. Un’alimentazione sana ed equilibrata ricca di vitamina c e antiossidanti può favorire un organismo sano. Ciò significa che, in uno stato di  benessere generale, anche le gengive possono godere di piena salute. Per quanto riguarda le tecniche di igiene domiciliare, consigliamo l’utilizzo di uno spazzolino elettrico, poiché rimuove in maniera più efficace gli strati di placca. Affiancato sempre dall’utilizzo del filo interdentale. Diagnosi La Parodontite viene diagnosticata dallo specialista Odontoiatra sottoponendo il paziente ad una visita. Lo scopo della visita è effettuare una valutazione clinica del paziente per ricercare la presenza, eventuale, di tasche indicanti la presenza della Parodontite. Può essere inoltre consigliata l’esecuzione di RX dentarie per indagare una eventuale perdita di osso adiacente alle tasche parodontali. Come si cura la Parodontite ai denti? Ovviamente, per curare questa patologia, è opportuno rivolgersi ad un odontoiatra che vi indirizzerà verso le terapie migliori. A seconda dello stadio della Parodontite, il dentista interviene con diverse soluzioni: Pulizia profonda con uso di strumenti ad ultrasuoni per rimuovere placca e tartaro Rimozione delle parti danneggiate Indicazione per un’accurata igiene orale domiciliare Rimozione del dente, in casi avanzati Pensi di soffrire di Parodontite e vorresti prenotare una visita? Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Digrignare i denti

A Cosa Serve la Visita Geriatrica: approfondimento sulla Salute degli Anziani Salute Indice Digrignare i denti E’ un fenomeno che, in Odontoiatria e Gnatologia, viene definito Bruxismo. Quando siamo sottoposti a forte stress, soprattutto se prolungato nel tempo, il nostro corpo mette in atto delle “strategie difensive” automatiche per scaricare la tensione nervosa accumulata. Una di queste strategie di difesa è il digrignamento denti, conosciuto anche come bruxismo. Si tratta di un’iperattività della muscolatura masticatoria che si verifica attraverso il digrignamento dei denti (involontario) oppure con la chiusura a scatti della mandibola. Stringere i denti, soprattutto di notte, è una problematica molto comune nelle persone di ambo i sessi e in questo articolo vogliamo approfondire l’argomento. Dandovi anche qualche consiglio utile per risolvere il problema. Nel caso in cui vi fosse capitato di svegliarvi al mattino con un dolore alla mandibola o un fastidio a livello di ATM (articolazione temporo-mandibolare) oppure in generale con problemi a livello cervicale, è possibile che soffriate di bruxismo notturno. Molti sottovalutano il problema o, probabilmente, non lo conoscono appieno e non indagano in tal senso. Ma digrignare i denti nel sonno è una problematica davvero molto comune nelle persone di tutto il mondo. Digrignare i denti: le cause Ad oggi, digrignare i denti, non è causato da situazioni note se non quella dell’accumulo di stress. Abbiamo già visto infatti che il bruxismo è la risposta con cui il nostro corpo alle tensioni accumulate durante il giorno. Per questo motivo tendiamo a digrignare i denti nel sonno. Perché è proprio di notte che scarichiamo tutto lo stress che si accumula durante il giorno. Attenzione a non sottovalutare il problema del bruxismo notturno. Perché porta con se dei naturali strascichi che possono essere davvero molto negativi per il benessere psico-fisico. Ad esempio dolori alle orecchie, all’ATM, alla cervicale, alla schiena e ginocchia, ma soprattutto un senso di stanchezza al risveglio. Non è normale che dopo una notte di sonno, ci sentiamo già stanchi non appena mettiamo giù il primo piede dal letto. Una delle cause di questa situazione è probabile che sia, appunto, il Bruxismo notturno.  Un altro problema che si porta con se l’atto di digrignare i denti è l’erosione o il danneggiamento dello smalto dentale. Situazione che, alla lunga, ci potrebbe portare a ricorre a cure odontoiatriche specifiche. Cosa fare per evitare il bruxismo notturno Per prima cosa dovremmo cercare di evitare in assoluto lo stress. Questo vale non solo per il bruxismo, ma in generale per la salute del nostro organismo. Ridurre le tensioni accumulate durante il giorno è un buon modo per non digrignare durante la notte e abbiamo visto quanto sia importante per lo smalto dentale. Ma questo da solo non basta. Anche cercando di ridurre al minimo lo stress, può sicuramente capitare di trovarci ancora a serrare i denti inconsapevolmente. Allora la soluzione consigliata è quella di utilizzare un bite notturno per proteggere lo smalto dallo sfregamento e per fare in modo che la bocca si chiuda in modo allineato. Questo permette anche di scaricare la tensione del digrignamento evitando di svegliarsi stanchi e indolenziti. Rilassare i muscoli della mascella Se digrignare i denti, vi porta solamente ad un indolenzimento dei muscoli della mascella dovuto alla tensione muscolare, eccovi qualche consiglio utile. Per prima cosa possiamo eseguire un auto massaggio sul muscolo mandibolare (muscolo massetere) esercitando una leggera pressione sulla mandibola per 10 o 15 secondi, rilasciando poi la spinta gradualmente. Ripetiamo questa pressione per cinque o sei volte così da sciogliere la tensione a livello mandibolare, grazie al rilassamento dei muscoli masticatori. Un’altra modalità di massaggio è quella circolare. Effettuiamo a livello della mandibola dei piccoli movimenti rotatori per qualche secondo. Prima in senso orario, poi in senso antiorario. Il consiglio è quello di esercitare solo delle piccole pressione, senza spingere troppo sulla mandibola. Non dovete farvi o sentire male, ma dovete solo massaggiare delicatamente fino a che non sentite la mandibola che si distende e la tensione muscolare che si attenua. Infine, un ultimo blocco di consigli che possiamo dare a chi ha l’abitudine di digrignare i denti di notte sono: dormire in ambienti calmi spegnere di notte tutti i dispositivi elettronici concentrarsi sulla respirazione prima di dormire leggere un libro o fare un bagno caldo prima di andare a letto Digrignare i denti è un problema serio e va affrontato in modo professionale con un esperto odontoiatra o gnatologo. Sarà lui a indicarvi la strategia più adatta per attenuare il disturbo e in caso, realizzare un bite su misura per il vostro caso. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Gnatologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Gnatologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Pulpite acuta

Pulpite Acuta Salute Indice La Pulpite (acuta o reversibile) è una patologia che costituisce un infiammazione batterica della polpa del dente. Solitamente è causata da carie, fratture dentarie, traumi causati da bruxismo (digrignare i denti) oppure da stimoli termici come il freddo. Quando si parla di pulpite è bene contattare immediatamente il proprio odontotecnico di fiducia per effettuare un trattamento al fine di evitare che si trasformi in pulpite acuta e porti alla necrosi della polpa. Ma come si riconosce una pulpite acuta? Scopriamo come riconoscere una pulpite, i suoi sintomi e le cure per non aggravare questa patologia. I sintomi della Pulpite Pulpite sintomi: quali sono? Il primo sintomi che notiamo è sicuramente il dolore. Si tratta di un dolore molto intenso spesso accompagnato da una fastidiosa sensazione del dente che pulsa. Altri sintomi più comuni della pulpite acuta sono ipersensibilità dentale febbre dolore acuto ascesso gengivale sanguinamento delle gengive Pulpite acuta o reversibile? I tre gradi della pulpite Reversibile Pulpite acuta Irreversibile Nel primo caso l’infezione è a livello superficiale. Il gonfiore è anche meno frequente e i danni ai tessuti interni sono moderati. Il dolore aumenta quando si mangiano cibi troppo zuccherati o freddi, in tal caso un’intervento tempestivo porta ad una completa guarigione. Nel caso di pulpite acuta possiamo andare incontro ad ascessi, parodontite, cisti o granulomi che, se non curati correttamente, possono aggravare l’infiammazione portando così al terzo stadio. Cioè ad una pulpite irreversibile. Come alleviare il dolore di una pulpite Pulpite cura: cosa cambia tra nei vari stadi? Nella maggior parte dei casi la pulpite reversibile è causata da carie. Nei fatti un trattamento tempestivo dal proprio dentista può ridurre il dolore. Portando cosi ad una completa guarigione. In alcuni  casi nonostante l’intervento dal proprio odontoiatra se non si effettua una corretta igiene orale si può evolvere in forma irreversibile (passando da una pulpite acuta). Allora in questo caso il medico dovrà procedere con l’asportazione della polpa dentale. Lo farà attraverso una terapia endodontica, pulendo, disinfettando e sigillando il canale (devitalizzazione). La sofferenza da pulpite può essere anche ridotta con l’uso di antidolorifici sempre su prescrizione del proprio medico/odontoiatra. Quanto dura il dolore della Pulpite? Nel caso di pulpite reversibile, il dolore compare quando il dente viene stimolato. Ad esempio quando si mangiano cibi troppo freddi o troppo caldi e solitamente dura pochi secondi. In caso di pulpite acuta o irreversibile il dolore compare sempre con la stimolazione del dente, ma, a differenza della pulpite reversibile dura anche diversi minuti prima di scomparire. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Quando devitalizzare un dente?

Quando devitalizzare un dente? Salute Indice Quando devitalizzare un dente? Ci sono vari casi in cui è necessario procedere con la devitalizzazione di un dente. Ma andiamo per ordine e vediamo cosa si intende intanto per questa pratica. Devitalizzare un dente è un trattamento rivolto ad asportare  polpa, vasi e nervi delle radici  facendo cessare la vitalità del dente stesso, portando cosi all’eliminazione del dolore del paziente e il mantenimento dell’elemento dentario per preservare la masticazione. La Devitalizzazione del dente va effettuata quando si presentano problematiche del tipo: Carie molto estesa e profonda (pulpite) Lesioni  apicali causate da infezioni batteriche (granuloma) Traumi con danneggiamento della corona dentale Ipersensibilità del dente (in alcuni casi) E’ preferibile intervenire con la Devitalizzazione quando la carie raggiunge la camera polpare (zona nervosa del dente) o nel caso si presentino condizioni di infezioni, ascessi o granulomi. Quanto fa male Devitalizzare un Dente? Abbiamo visto quando devitalizzare un dente, ma la procedura fa male? Ricordiamo che la devitalizzazione del dente non è dolorosa perché viene svolta sotto anestesia locale. Un dente devitalizzato essendo privo del nervo non è in grado di avvertire dolore o sensibilità. Cambiando colore la corona del dente naturale si demineralizza, ma si può comunque usare per la masticazione, facendo sempre riferimento alle indicazioni del proprio dentista. Quando devitalizzare e come farlo? Riassumiamo brevemente quando devitalizzare un dente prima di spiegarvi come si effettua il trattamento. I casi per cui sarà necessaria una devitalizzazione dente sono: Carie estesa Granuloma Traumi della corona dentale Alcuni casi di ipersensibilità Gravi infezioni o ascessi L’intervento per devitalizzare un dente viene preceduto sempre da una ortopantomografia dove l’odontotecnico verifica la necessità dell’intervento. Solitamente per devitalizzare un dente si procede con più step in base alla salute dello stesso. Canalizzazione Endocanalare Il paziente viene sottoposto ad anestesia locale Viene montato un foglio in lattice (diga), questo isolamento permette di proteggere il campo operatorio da eventuali batteri e microbi presenti in bocca. Si effettua un foro sulla corona dentale Vengono rimossi la polpa e tutti i residui organici di cui vasi e nervi all’interno del dente Medicazione e una disinfezione del canale/i Inserimento all’interno del canale radicolare di una resina naturale chiamata Guttaperca Otturazione temporanea del dente Ricostruzione del Dente Rimuovere l’otturazione temporanea del dente Inserire sul canale radicolare un perno in fibra di carbonio/vetro  come rinforzo per la ricostruzione Effettuare una copertura del dente con una capsula (corona dentale) riducendo cosi il rischio di fratture del dente. Cosa succede se non si esegue subito una visita? Anche la tempistica di quando devitalizzare un dente è molto importante. Anche se il dente non presenta rotture evidenti, il nervo può rimanere danneggiato. Per cui, se non si esegue una devitalizzazione nel più breve tempo possibile, si può andare incontro a problemi molto gravi. Per esempio dolori forti e non controllabili con terapia farmacologica, infezioni che possono portare ad ascessi e il rischio di perdita dell’elemento dentale. Con conseguente necessità di estrarre il dente tramite intervento chirurgico. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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